Specchio Specchio delle Mie Proboscidi: Gli Elefanti si Copiano Giocando (e Forse non Solo!)
Amici appassionati di natura e meraviglie del regno animale, preparatevi perché oggi vi racconto una storia che ha dell’incredibile e che ci porta dritti nel cuore pulsante della savana africana, o quasi! Parleremo di giganti gentili, gli elefanti, e di una loro capacità sorprendente che ci fa capire quanto siano complessi e, per certi versi, simili a noi. Sto parlando della mimica motoria rapida (RMM), un nome un po’ tecnico per dire che questi bestioni si copiano i movimenti a vicenda, e lo fanno in un lampo, soprattutto quando giocano!
Ma cos’è questa RMM, e perché dovrebbe interessarci?
Immaginate la scena: due cuccioli di elefante (ma anche adulti, eh!) che si rincorrono, si spintonano giocosamente, agitano le proboscidi e la testa in modi buffi. Ecco, la RMM è quando un elefante vede un altro fare un movimento specifico – tipo uno swing della proboscide o un particolare scuotimento della testa – e, zac!, in meno di un secondo lo ripete identico. Non è un apprendimento lento, è una reazione quasi istantanea, un riflesso.
Questa capacità non è una novità assoluta nel mondo animale. L’abbiamo vista in cani, suricati, orsi del sole e in un sacco di primati, inclusi noi umani (pensate a quando sbadigliate se vedete qualcun altro sbadigliare, o sorridete di rimando). Di solito, si studiava la mimica facciale, tipo l’imitazione della “faccia da gioco”. Ma con gli elefanti, la cosa è un po’ diversa. La loro bocca è un tutt’uno con quella meraviglia di strumento che è la proboscide, quindi guardare solo la bocca non basta. Ecco perché i ricercatori si sono concentrati sui movimenti della proboscide e della testa.
Lo studio: elefanti sotto la lente d’ingrandimento (e videocamera!)
Un gruppo di scienziati ha deciso di vederci chiaro e ha osservato 15 elefanti della savana africana (Loxodonta africana) ospitati nel Parque de la Naturaleza de Cabárceno, in Spagna. Un ambiente che, per quanto in cattività, offre spazi ampi e naturali. Hanno filmato ore e ore di gioco, analizzando ogni singolo movimento. E cosa hanno scoperto? Beh, tenetevi forte!
Hanno confermato che sì, gli elefanti praticano la RMM! Era significativamente più probabile che un elefante replicasse un movimento specifico del compagno di giochi entro un secondo, rispetto a farlo casualmente. E non un movimento qualsiasi, ma proprio quello esatto. Immaginatevelo: uno fa una “mossa speciale” con la proboscide, e l’altro la ripete all’istante. È come se dicessero: “Ehi, ho visto cosa hai fatto! Figo, lo faccio anch’io!”.

Le scoperte che ci hanno lasciato a bocca aperta
Ma non è finita qui. Lo studio ha rivelato altri dettagli affascinanti:
- Chi copia gioca di più (o meglio, chi è contagiato dal gioco copia di più): Gli elefanti che erano più inclini a imitare rapidamente i movimenti altrui erano anche quelli che più facilmente si lasciavano “contagiare” dal gioco. Cioè, se vedevano altri elefanti giocare, era più probabile che iniziassero a giocare anche loro. Questo suggerisce che la RMM e il contagio comportamentale (come il contagio del gioco) potrebbero essere due facce della stessa medaglia, basate su meccanismi neurali simili, forse legati ai famosi neuroni specchio.
- Mimica per giochi più… “rudi”?: Sorprendentemente, la RMM non sembrava rendere le sessioni di gioco più lunghe, come accade in altre specie. Invece, era associata a schemi di gioco più “offensivi” o competitivi. Pensate a spinte più energiche, inseguimenti più decisi. Questo è super interessante! Potrebbe significare che la RMM negli elefanti non serve tanto a prolungare il divertimento, quanto a gestire meglio le interazioni più vigorose, magari per evitare che il gioco si trasformi in un vero litigio. Una sorta di “ok, stiamo giocando duro, ma siamo sulla stessa lunghezza d’onda”.
- Età, sesso e amicizia? Non sembrano contare (per ora): A differenza di quanto visto in altri animali, dove l’età, il sesso o il legame sociale influenzano la mimica, qui non è emerso nulla di simile. Giovani e vecchi, maschi e femmine, amici stretti o semplici conoscenti… tutti sembravano copiare allo stesso modo. Gli autori ipotizzano che questo possa dipendere dal fatto che il gioco è importante per tutti gli elefanti, a tutte le età e per entrambi i sessi, e che il gruppo studiato fosse comunque molto familiare.
Perché copiare è così importante (anche per gli elefanti)?
La RMM, come il contagio comportamentale, potrebbe essere un modo per gli elefanti di coordinare le loro azioni e, cosa ancora più profonda, di connettersi emotivamente. Se io copio il tuo movimento, forse sto iniziando a “sentire” un po’ di quello che senti tu. È un meccanismo alla base dell’empatia.
Pensateci: gli elefanti sono noti per la loro complessa vita sociale, la loro intelligenza, la capacità di cooperare, di confortarsi a vicenda. Sono animali incredibilmente empatici. Scoprire che usano la RMM durante il gioco aggiunge un altro tassello a questo puzzle affascinante. Il gioco, soprattutto quello competitivo, potrebbe essere un modo per testare i limiti, per stabilire gerarchie in modo non aggressivo, e la RMM aiuterebbe a mantenere tutto sotto controllo, a comunicare “siamo ancora amici, stiamo solo giocando un po’ più seriamente”.

Cosa non abbiamo (ancora) capito
Certo, come ogni buona ricerca, anche questa apre nuove domande. Lo studio è stato condotto su un gruppo relativamente piccolo e in cattività. Sarebbe fantastico vedere se questi risultati si confermano anche negli elefanti selvatici, in contesti sociali magari diversi. E perché l’amicizia stretta non sembra influenzare la RMM in questo caso, a differenza del contagio del gioco nello stesso gruppo? Forse, come dicono i ricercatori, la RMM è un fenomeno più “qui e ora”, che serve a gestire l’interazione immediata tra due giocatori, mentre il contagio del gioco opera su una scala più ampia, per sincronizzare il gruppo.
Un passo avanti verso la comprensione dell’empatia
Nonostante i limiti, questa scoperta è importantissima. Dimostra per la prima volta la presenza di RMM negli elefanti e suggerisce che questi magnifici animali potrebbero avere la capacità di condividere stati affettivi attraverso questa forma di imitazione. È un passo in più per capire l’evoluzione dell’empatia nei mammiferi, umani inclusi.
Quindi, la prossima volta che vedrete un documentario sugli elefanti che giocano, aguzzate la vista! Potreste scorgere questi rapidissimi scambi di “copia-incolla” motorio, un piccolo, fulmineo indizio della loro profonda intelligenza sociale ed emotiva. E chissà quali altre meraviglie nascondono ancora questi giganti buoni. Io, di certo, non vedo l’ora di scoprirlo!
Fonte: Springer
