Composizione artistica fotorealistica: il libro '25 Mulheres' aperto mostra illustrazioni vivaci di donne portoghesi diverse; sullo sfondo, garofani rossi sfocati simboleggiano la Rivoluzione dei Garofani. Obiettivo 50mm, luce naturale morbida e diffusa, profondità di campo che mette a fuoco il libro ma lascia intravedere i fiori, colori saturi ma realistici.

Storie di Donne Vere: Come “25 Mulheres” Sta Riscrivendo le Regole della Letteratura per l’Infanzia

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta davvero a cuore: i libri per bambini. No, non solo quelli con principesse e draghi (che pure hanno il loro fascino, intendiamoci!), ma quelli che hanno il potere di piantare semi importanti nella testa dei più piccoli. Libri che aprono finestre sul mondo, sulla storia, e su cosa significa essere umani, in tutte le nostre sfumature. E proprio di recente mi sono imbattuto in un gioiellino portoghese che fa esattamente questo: si chiama “25 Mulheres” (25 Donne) di Raquel Costa.

Questo libro non è solo bello da vedere, con le sue illustrazioni pazzesche, ma è un vero e proprio pugno nello stomaco (in senso buono!) agli stereotipi di genere che ancora, ahimè, infestano tanta letteratura per l’infanzia. Pubblicato per celebrare i 50 anni della Rivoluzione dei Garofani in Portogallo (quel momento storico incredibile del 25 aprile 1974 che ha messo fine a decenni di dittatura), “25 Mulheres” ci racconta le storie di 25 donne. E la cosa geniale? Non sono eroine famose o figure irraggiungibili. Sono donne comuni, presentate in ordine alfabetico, ognuna con la sua vita, le sue lotte, i suoi sogni, sullo sfondo di una società in pieno cambiamento.

Un Tuffo nella Storia: La Rivoluzione dei Garofani e le Donne

Prima di addentrarci nel libro, facciamo un salto indietro. Immaginate il Portogallo prima del 1974: un paese sotto il regime autoritario dell’Estado Novo di Salazar e poi Caetano. Libertà civili ridotte all’osso, censura, una società profondamente patriarcale. Per le donne, la situazione era particolarmente pesante. Erano relegate al ruolo di mogli e madri, spesso senza diritto all’istruzione superiore, senza poter votare o viaggiare senza il permesso del padre o del marito. Pensate, un marito poteva impedire alla moglie di lavorare fuori casa! Era un mondo che cercava di “addomesticare” le donne, limitandone aspirazioni e partecipazione alla vita pubblica.

Poi, il 25 aprile 1974, la svolta. Un colpo di stato pacifico, guidato dai militari (il Movimento delle Forze Armate – MFA) e appoggiato dalla gente comune. I soldati marciavano con garofani rossi infilati nelle canne dei fucili – da qui il nome “Rivoluzione dei Garofani”. Quel giorno ha segnato la fine della dittatura e l’inizio della democrazia, portando con sé un’ondata di cambiamenti fondamentali, specialmente per i diritti delle donne. Nuove leggi garantirono l’accesso all’istruzione, al lavoro, una maggiore libertà personale. Certo, la strada per la parità è ancora lunga, ma quella rivoluzione è stata una pietra miliare fondamentale. Ed è proprio questo spirito di cambiamento, di lotta per la libertà e l’uguaglianza, che anima le pagine di “25 Mulheres”.

Primo piano del libro per bambini '25 Mulheres' aperto su un tavolo di legno rustico. Luce naturale laterale che illumina le illustrazioni vivaci raffiguranti donne portoghesi diverse. Stile macro 60mm, alta definizione dei dettagli della carta e dei colori, profondità di campo ridotta.

25 Mulheres: Storie Comuni, Impatto Straordinario

Ed eccoci al libro di Raquel Costa, un’artista e scrittrice di talento nata a Porto. Lei non ci propone le solite “donne modello” perfette e irraggiungibili. Anzi, critica proprio quel tipo di narrativa che semplifica vite complesse per darle in pasto ai bambini come esempi da imitare passivamente. Le sue 25 donne (un numero simbolico, che richiama il 25 aprile) sono un mosaico di esperienze reali, spesso anonime. C’è Abrilina, che apre la finestra per far entrare la luce del mattino, un gesto semplice che riecheggia l’apertura portata dalla Rivoluzione. C’è Eunice, che sogna un mondo accessibile, con rampe al posto delle scale per la sua sedia a rotelle.

Ogni storia, accompagnata dalle illustrazioni potenti di Costa, che mescolano toni vibranti e cupi per catturare l’essenza di ogni vita, ci parla di libertà, emancipazione, identità. Ma affronta anche temi tosti come la disabilità, i diritti riproduttivi (l’aborto), la violenza domestica, le esperienze LGBTQ+. Lo fa con sensibilità, senza essere didascalica o vittimista. L’idea geniale è proprio quella di usare storie comuni, radicate nella realtà portoghese ma con un respiro universale, per far riflettere i giovani lettori (e anche gli adulti, perché il libro ha più livelli di lettura) sulle questioni di genere, sulle aspettative sociali e sull’importanza di lottare per i propri diritti.

Rompere gli Schemi: Oltre le Principesse Passive

Perché un libro come questo è così importante oggi? Perché, come sottolinea la ricerca accademica (e come purtroppo vediamo ancora troppo spesso), la letteratura per l’infanzia è stata storicamente un veicolo di stereotipi di genere. Quante volte abbiamo letto di personaggi femminili passivi, obbedienti, il cui unico scopo era supportare l’eroe maschile o aspettare di essere salvate? Pensate alle fiabe classiche: Cenerentola, Biancaneve, la Bella Addormentata… bellissime, sì, ma spesso sottomesse, il cui valore risiedeva nella bellezza e nella capacità di accalappiare il principe.

Fortunatamente, le cose stanno cambiando. Negli ultimi decenni, c’è stato uno sforzo consapevole per offrire rappresentazioni più sfaccettate e attive delle donne e delle ragazze. Libri che mostrano protagoniste indipendenti, avventurose, che risolvono problemi, che lottano per i propri ideali. Anche in Portogallo, titoli come “Portuguesas com M Grande” o “Sarita Rebelde quer ser Astronauta” vanno in questa direzione. “25 Mulheres” si inserisce perfettamente in questa corrente, ma con un’originalità tutta sua: quella di mettere al centro non figure eccezionali già note, ma la forza silenziosa e quotidiana delle donne comuni, quelle che la Storia con la S maiuscola spesso dimentica. Questo approccio sfida l’idea che il genere sia qualcosa di biologicamente determinato, abbracciando invece una visione più moderna (legata a studi femministi e post-strutturalisti) che vede il genere come una costruzione socio-culturale, qualcosa che impariamo e interiorizziamo fin da piccoli. E i libri, capite bene, giocano un ruolo chiave in questo processo: possono rafforzare gli stereotipi o, come fa Costa, aiutarci a decostruirli.

Ritratto fotografico di una bambina di circa 10 anni, seduta comodamente su un divano, immersa nella lettura del libro illustrato '25 Mulheres'. Obiettivo 35mm, luce naturale morbida proveniente da una finestra laterale, profondità di campo che sfoca leggermente lo sfondo della stanza, espressione concentrata e curiosa. Toni caldi e accoglienti.

Voci dalla Rivoluzione: Incontriamo Alcune Protagoniste

Lasciate che vi racconti di alcune delle donne che mi hanno colpito di più. C’è Julieta, la centralinista durante la guerra. Ascolta “storie di eroi e imprese”, ma col tempo capisce che sono solo racconti gonfiati, inventati da uomini che hanno “perso il filo dell’umanità”. L’illustrazione è potentissima: da un lato Julieta al suo centralino, dall’altro un groviglio di linee rosse e marroni che disegnano figure violente, armi, aerei – come se la realtà stessa si stesse sfilacciando sotto il peso della propaganda e dell’oppressione. È una critica sottile ma feroce alla narrazione maschile e militarista della storia.

Poi c’è Teodora, l’accademica in esilio a Parigi. La sua scrivania è piena di libri (tra cui spicca “Novas Cartas Portuguesas”, un testo femminista fondamentale censurato dal regime), simboli del suo riscatto intellettuale e della libertà ritrovata, ma anche di oggetti che la legano al Portogallo, come una cartolina di Lisbona e un galletto. Scrive, e il suo gesto è un atto di resistenza. Accanto a lei, nel libro, troviamo Umbelina, l’anziana che dal suo balcone “sa sempre chi va e chi viene nel quartiere”. È la custode della memoria locale, della conoscenza orale, ma forse anche una figura ambigua in un’epoca di spie e informatori (il figlio, nel disegno, prende appunti su un quaderno “sinistro”…).

E che dire di Xantipa? È raffigurata come un’oratrice potente, in piedi su un podio, che arringa una sala piena di uomini rigidi e sorpresi. Il suo foulard blu si trasforma in una mano che punta, che interroga, che sfida. Incarna la donna che rompe il silenzio, che occupa spazi tradizionalmente maschili con forza e determinazione. O Yolanda, la madre che a tavola insegna ai figli come navigare la verità e la menzogna sotto un regime oppressivo, quando disobbedire alle regole ingiuste diventa un atto di coraggio morale. Sullo sfondo, le ombre degli informatori della PIDE (la polizia politica) ci ricordano la paura costante. Infine, Benedita, l’insegnante instancabile rappresentata con tante braccia, come una dea multitasking che porta conoscenza (mele), scarpe, libri e cura ai bambini nelle zone più remote. La sua è un’altra forma di battaglia, combattuta con l’istruzione e l’empatia.

Queste donne, ognuna a suo modo, sono pronte alla battaglia, contraddicendo lo stereotipo della donna silenziosa e passiva. Parlano, agiscono, resistono, insegnano. Le illustrazioni di Costa spesso mostrano folle, mettendo le donne al centro dell’azione collettiva, ricordandoci che la resistenza è una forza comune.

Illustrazione fotorealistica ispirata a Xantipa da '25 Mulheres': una donna con un foulard blu trasformato in mano puntata, in piedi su un podio, parla con passione a un gruppo di uomini dall'aria sorpresa. Stile duotone blu e grigio scuro, obiettivo 35mm, illuminazione drammatica che enfatizza la sua figura, atmosfera di sfida e confronto.

Non Solo Storie: Temi Universali e Dialogo tra Generazioni

La forza di “25 Mulheres” sta proprio nella sua capacità di intrecciare la memoria storica con temi attualissimi e universali. Si parla di libertà, uguaglianza, resilienza, accesso all’istruzione, ma anche di identità, speranza, ricerca di un posto nel mondo. Si toccano corde delicate come l’omosessualità, la disabilità, l’emigrazione, l’aborto, sempre con grande sensibilità e senza mai cadere nel didascalico. Ogni pagina è uno spunto per pensare criticamente alle questioni di genere che ancora oggi ci riguardano e per immaginare un mondo più giusto.

Il libro è stato accolto molto positivamente in Portogallo, elogiato da critici, educatori e persino politici per il suo valore educativo e la sua rilevanza. La stessa Raquel Costa ha spiegato che il suo obiettivo era creare una memoria “intergenerazionale e sfaccettata”, dando voce a quelle donne anonime le cui storie rappresentano le esperienze di migliaia di altre. Le uniche figure realmente biografiche sono le “Tre Marie” (Maria Teresa Horta, Maria Velho da Costa, Maria Isabel Barreno), autrici del già citato “Novas Cartas Portuguesas”, un’opera letteraria e politica pionieristica per il femminismo portoghese.

E qui arriviamo al punto cruciale: il ruolo che noi adulti, genitori, educatori, abbiamo nel usare libri come questo. Possiamo usarli come strumenti per avviare conversazioni con i bambini e i ragazzi sulle complessità dei ruoli di genere, sull’identità, sull’uguaglianza (o meglio, sull’equità). Esplorare le storie di queste 25 donne può aiutarli a mettere in discussione le norme sociali, a sviluppare empatia e pensiero critico.

Un Libro per Oggi e Domani: Riflessioni Finali

Certo, “25 Mulheres” è profondamente radicato nel contesto portoghese della Rivoluzione dei Garofani. Questo potrebbe renderlo meno immediatamente accessibile a chi non conosce quella storia. Tuttavia, i temi che tratta – dare voce a chi è stato messo a tacere, la lotta contro l’oppressione, la ricerca di dignità e diritti – sono assolutamente universali. Quante nazioni hanno vissuto passaggi simili verso la democrazia e l’uguaglianza nel XX secolo?

Forse, per una diffusione globale, servirebbero dei materiali di supporto, una prefazione o una guida per educatori che spieghi il contesto storico e lo colleghi ad altre lotte per i diritti civili nel mondo. Ma al di là di questo, la forza delle storie e delle illustrazioni parla da sola. Ci ricorda l’eredità duratura della Rivoluzione dei Garofani e l’importanza di continuare a educare le nuove generazioni sui progressi fatti e su quelli ancora da fare.

“25 Mulheres” è un promemoria potente del fatto che c’è ancora tanto lavoro da fare per creare un panorama letterario (e un mondo) veramente inclusivo, dove ogni bambino e bambina possa vedersi riflesso/a nelle storie che legge, specialmente per quanto riguarda la rappresentazione di donne di colore, persone LGBTQ+, persone con disabilità, ancora troppo spesso marginalizzate.

Il lavoro di Raquel Costa ci ispira a non dare mai per scontate le libertà che abbiamo e a continuare a lottare per un futuro più equo. E iniziare queste conversazioni con i più piccoli, magari proprio sfogliando un libro come questo, è un investimento fondamentale per quel futuro. Voi cosa ne pensate? Avete letto libri simili che vi hanno colpito? Fatemelo sapere!

Fonte: Springer

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