Donne Imprenditrici in India: Sostenibilità tra Ostacoli Governativi e Potenziale Inespresso
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, secondo me, è cruciale per il futuro non solo di un paese enorme come l’India, ma per l’economia globale: l’imprenditoria femminile e il suo legame, a volte un po’ complicato, con il governo, soprattutto quando si parla di sostenibilità. Mi sono imbattuto in uno studio recente che analizza proprio questo rapporto nel settore manifatturiero indiano, e le scoperte sono, diciamo, illuminanti e fanno riflettere parecchio.
Perché Parliamo di Donne Imprenditrici e Sostenibilità?
Partiamo dalle basi. L’imprenditoria è vista un po’ ovunque come il motore della crescita economica. Ma oggi non basta più “fare business”. Si parla sempre di più di imprenditoria sostenibile: creare valore economico, certo, ma tenendo conto dell’impatto sociale e ambientale, pensando alle generazioni future. E qui entrano in gioco le donne. Non è solo una questione di “quote rosa” o di raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 5 (parità di genere). Diversi studi, e anche il buon senso, ci dicono che avere più donne al comando porta a decisioni più ponderate, maggiore produttività e, in generale, un approccio al business forse più attento e lungimirante. Le donne, spesso per esperienze di vita quotidiana, portano competenze preziose come il lavoro di squadra, la comunicazione e capacità gestionali. Insomma, promuovere l’imprenditoria femminile non è solo “giusto”, è strategico per uno sviluppo davvero sostenibile.
La Realtà Indiana: Un Gigante con Passi da Gigante da Fare
L’India, con la sua popolazione immensa e un’economia tra le più grandi al mondo, ha un potenziale enorme. Eppure, come emerge dallo studio basato sui dati della World Bank Enterprise Survey del 2022, la strada per le donne che vogliono fare impresa è ancora terribilmente in salita. La loro partecipazione, specialmente nel settore manifatturiero (quello analizzato nello specifico), è molto più bassa rispetto agli uomini. Spesso si tratta di piccole imprese, e molte faticano ad accedere ai benefici e agli schemi governativi pensati per promuovere le attività imprenditoriali. C’è ancora un forte peso della mentalità patriarcale tradizionale che frena le donne nel prendere decisioni autonome in ambito lavorativo.
Gli Ostacoli sul Percorso: Tasse, Burocrazia e… Altro
Quali sono i macigni che le imprenditrici indiane trovano sulla loro strada? Lo studio ne evidenzia diversi, legati proprio all’interazione con l’apparato governativo:
- Tasse: Sia le aliquote fiscali che l’amministrazione fiscale sono percepite come un ostacolo significativo.
- Licenze e Permessi: Ottenere le autorizzazioni necessarie è spesso un percorso tortuoso.
- Instabilità Politica: Un fattore che genera incertezza e rende difficile pianificare a lungo termine.
- Corruzione: La necessità di “pagamenti informali” per sbloccare pratiche o ottenere contratti è una realtà diffusa e problematica.
- Sistema Giudiziario: Anche le lungaggini e le difficoltà nel far valere i propri diritti in tribunale rappresentano un freno.
È interessante notare che, sebbene molti problemi siano comuni a tutte le imprese, le donne sembrano percepire questi ostacoli (specialmente tasse, corruzione e licenze) in modo più acuto, anche se magari a livelli “minori” o “moderati” di gravità. Quasi il 20% delle imprenditrici intervistate, comunque, riporta ostacoli “gravi” o “molto gravi” legati ai servizi governativi.
Il Ruolo del Governo: Aiuto Concreto o Intralcio Burocratico?
Qui la faccenda si fa interessante. Lo studio ha usato analisi statistiche (regressioni, per i più tecnici) per capire l’impatto degli interventi governativi sulle vendite delle imprese guidate da donne (un indicatore chiave della crescita e sostenibilità). I risultati sono un mix di luci e ombre.
Da un lato, ricevere supporto governativo diretto ha un effetto positivo e significativo sulle vendite. Quando lo Stato interviene con aiuti concreti, le aziende femminili crescono. Questo conferma quanto sia vitale un sostegno mirato.
Dall’altro lato, le ispezioni fiscali frequenti sembrano avere un impatto negativo. Probabilmente, più che l’ispezione in sé, è l’interruzione continua dell’attività quotidiana a pesare.
E poi c’è il dato forse più controverso: i pagamenti informali (cioè la corruzione). Nell’analisi specifica sulle sole imprese femminili, sembra che questi pagamenti abbiano un impatto positivo sulle vendite. Attenzione, questo non significa che la corruzione sia “buona”! Significa piuttosto che, in un sistema dove forse certi meccanismi sono distorti, chi riesce (o è costretto) a navigare queste acque torbide ottiene risultati. Tuttavia, quando si guarda al campione totale (imprese maschili e femminili), l’effetto della corruzione sulle vendite non risulta statisticamente significativo, suggerendo che non sia un fattore determinante per la performance generale.
La Sorpresa (Forse): Le Imprese “Rosa” Vanno Forte!
Un altro risultato potentissimo emerso dall’analisi generale (che includeva sia imprese a guida maschile che femminile) è che le aziende con una proprietaria donna registrano un aumento delle vendite significativamente maggiore (addirittura il 64% in più secondo il modello!) rispetto a quelle con proprietari uomini. Non solo: anche avere una donna come top manager porta a un incremento delle vendite (71%!). Questo sfata tanti miti e conferma che investire sull’imprenditoria femminile conviene, eccome!
Il Grande Assente: Gli Schemi Governativi
C’è però un “ma” grande come una casa. Nonostante esistano diversi programmi governativi in India pensati proprio per sostenere le imprese (come il famoso MUDRA per le micro-unità, il CGTMSE per le garanzie sui crediti, ecc.), lo studio rivela una realtà sconfortante: pochissime imprese guidate da donne riescono effettivamente a beneficiarne. Su 5400 imprese manifatturiere analizzate, solo 443 hanno ricevuto aiuti da qualche schema. E tra queste, le donne sono una percentuale irrisoria. Addirittura, da programmi bandiera come MUDRA o CGTMSE, nessuna delle imprenditrici del campione specifico (quelle con oltre il 50% di proprietà femminile) ha ottenuto benefici. Un paradosso incredibile: gli strumenti ci sarebbero, ma non arrivano a chi ne avrebbe più bisogno o a chi dimostra di saperli usare per crescere.
Cosa Fare? La Strada per un Futuro Sostenibile
Allora, cosa ci dice tutto questo? Che il potenziale dell’imprenditoria femminile in India è immenso, ma per liberarlo davvero serve un cambio di passo. Non basta creare schemi sulla carta, bisogna assicurarsi che funzionino e che raggiungano le destinatarie.
Ecco qualche spunto che emerge dallo studio e dalla riflessione:
- Consapevolezza e Cultura: Bisogna lavorare per scardinare i pregiudizi culturali e far capire a tutti i livelli i benefici enormi che derivano da una maggiore partecipazione femminile all’economia.
- Formazione e Competenze: Offrire alle donne gli strumenti giusti, le competenze manageriali e tecniche per avviare e far crescere le loro imprese.
- Governo Amico: Rendere la burocrazia più snella, trasparente e accessibile. Assicurarsi che gli schemi di supporto siano ben pubblicizzati e facili da richiedere.
- Alleggerimento Fiscale: Valutare possibili agevolazioni fiscali mirate per le imprese a guida femminile, almeno nella fase di avvio e consolidamento.
- Lotta alla Corruzione: Un tema enorme, ma cruciale per creare un ambiente di business più sano e meritocratico.
In conclusione, la sfida è chiara: creare un ecosistema dove le donne non solo possano fare impresa, ma possano farlo in modo sostenibile, contribuendo pienamente allo sviluppo economico e sociale del paese. Il governo ha un ruolo fondamentale, ma deve passare da potenziale ostacolo a vero alleato strategico. E noi, come osservatori e cittadini del mondo, dobbiamo tenere alta l’attenzione su questi temi, perché la parità di genere nel business non è solo una questione indiana, ma una leva potentissima per un futuro migliore per tutti.
Fonte: Springer