Immagine fotorealistica di una bambina e un bambino di scuola primaria che studiano insieme in un'aula luminosa, simboleggiando i divari di genere e il contesto educativo. Lente prime, 35mm, colori vivaci, profondità di campo.

Maschietti e Femminucce a Scuola: Ma È Davvero Tutta Questione di Genere? Il Contesto Sociale Rimescola le Carte!

Un Problema Vecchio Come il Mondo (Scolastico)?

Ammettiamolo, quante volte abbiamo sentito dire: “Le bambine sono più brave a leggere, i maschietti con i numeri”? È un ritornello che ci accompagna da generazioni. E, a dirla tutta, un fondo di verità c’è, almeno stando alle statistiche. Negli ultimi decenni, le ragazze hanno fatto passi da gigante nel rendimento scolastico generale, ma quel famoso divario di genere in matematica, a loro svantaggio, sembra duro a morire in molti paesi europei. Dall’altra parte, i maschi continuano a faticare un po’ di più con la lettura. Ma è davvero così semplice? Tutta colpa del cromosoma X o Y? Beh, la ricerca scientifica ci dice che la faccenda è un tantino più complessa, e che il contesto sociale in cui i nostri bimbi crescono e imparano gioca un ruolo da protagonista, quasi da regista occulto!

Questo articolo si basa su uno studio affascinante che ha voluto vederci chiaro, analizzando come i diversi contesti sociali – a livello di studente, scuola e persino nazione – possano moderare, cioè influenzare, queste disuguaglianze educative di genere nelle scuole primarie europee. E credetemi, i risultati sono illuminanti e ci danno parecchio su cui riflettere.

Cosa Ci Dicono i Numeri (Europei)?

Per capirci qualcosa, i ricercatori hanno messo mano a una mole impressionante di dati, provenienti da due importantissime valutazioni internazionali: il TIMSS-2019 (Trends in International Mathematics and Science Study) per la matematica e il PIRLS-2021 (Progress in International Reading Literacy Study) per la lettura. Hanno analizzato i risultati di fior fior di studenti di quarta elementare (parliamo di bimbi tra i 9 e i 10 anni) in ben 27 paesi europei. L’obiettivo? Non solo vedere se ci sono differenze, ma come e perché queste differenze cambiano a seconda dell’ambiente.

La maggior parte degli studi precedenti si era concentrata su studenti più grandi, quindicenni, usando i dati PISA. Ma pensiamoci un attimo: a 15 anni, le carte sono già state mescolate parecchio da almeno dieci anni di scuola dell’obbligo! È fondamentale capire cosa succede prima, proprio alle elementari, dove si gettano le basi. Pensate che in paesi come gli Stati Uniti, anche se maschi e femmine partono alla pari in matematica, le bambine perdono terreno rispetto ai maschietti già nei primi sei anni di scuola.

Una cosa interessante che emerge è che la variabilità nel rendimento dei ragazzi tende ad essere maggiore. Alcune ricerche suggeriscono che i maschi siano più “sensibili” al contesto socioeconomico della famiglia e della scuola. Insomma, sembra che l’ambiente abbia un impatto differenziato.

L’Ipotesi della Stratificazione di Genere: Un Concetto Chiave

Prima di addentrarci nei risultati, devo parlarvi di un concetto fondamentale: l’ipotesi della stratificazione di genere. In parole povere, questa teoria suggerisce che una maggiore uguaglianza di genere nella società si traduce in una riduzione dei divari di genere nei risultati in matematica. Perché? Perché se le ragazze vedono che la matematica è importante per il loro futuro, che ci sono opportunità concrete, saranno più incoraggiate a impegnarsi. E questo vale anche al contrario: se le opportunità socioeconomiche si espandono, i ragazzi potrebbero essere più motivati a migliorare il loro rendimento scolastico. Ma se queste opportunità diventano più eque dal punto di vista del genere, le ragazze ne beneficeranno relativamente di più.

I ricercatori hanno quindi formulato due ipotesi principali, basate su questo meccanismo:

  • I divari a svantaggio delle ragazze sono moderati dall’uguaglianza di genere sociale: in paesi più equi, le ragazze andranno meglio.
  • I divari a svantaggio dei ragazzi sono moderati dal contesto socioeconomico: in contesti più favorevoli, i ragazzi andranno meglio.

E per analizzare tutto questo, hanno usato modelli statistici piuttosto sofisticati (regressioni lineari multilivello, per i più curiosi) che permettono di “isolare” l’effetto del genere a livello di singolo studente, di scuola e di nazione. Hanno considerato variabili come lo status socioeconomico (SES) della famiglia, della scuola (media del SES degli studenti) e del paese (media nazionale del SES), e un indice di uguaglianza di genere (il Global Gender Gap Index del World Economic Forum).

Fotografia realistica di una classe di scuola primaria europea, luminosa e colorata, con bambini e bambine di circa 9-10 anni impegnati in attività di apprendimento. Alcuni leggono libri, altri lavorano su quaderni di matematica. L'insegnante è visibile in secondo piano, interagendo con un piccolo gruppo. Lente prime, 35mm, profondità di campo per mettere a fuoco i bambini in primo piano, illuminazione naturale.

I Risultati: Sorprese e Conferme

Ebbene, cosa è emerso da questa poderosa analisi? Preparatevi, perché ci sono delle chicche!

Innanzitutto, una conferma: in media, le ragazze ottengono punteggi inferiori in matematica (-9.37 punti) e superiori in lettura (+12.49 punti) rispetto ai ragazzi, prima di considerare qualsiasi altro fattore. Ma è qui che le cose si fanno interessanti.

Matematica: Un Terreno Complesso

In matematica, il genere interagisce con lo status socioeconomico (SES) a tutti e tre i livelli: studente, scuola e paese. E qui c’è un effetto che potremmo definire “contestuale”.

  • A livello individuale: All’aumentare del SES della famiglia dello studente, il divario di genere in matematica a svantaggio delle ragazze tende ad ampliarsi leggermente.
  • A livello di scuola: Questo è cruciale. Quando il SES medio della scuola aumenta, il divario di genere in matematica si allarga ancora di più a svantaggio delle ragazze. Cioè, a parità di SES individuale, frequentare una scuola con un SES medio più alto sembra “penalizzare” ulteriormente le ragazze in matematica rispetto ai coetanei maschi. Al contrario, in scuole con SES medio più basso, i divari tendono a ridursi. Questo suggerisce che non è solo una questione di differenze individuali, ma c’è qualcosa nel “contesto sociale” della scuola che gioca un ruolo.
  • A livello di paese: Similmente, in paesi con un SES medio più elevato, il divario di genere in matematica a svantaggio delle ragazze cresce.

E l’uguaglianza di genere? Qui arriva una bella notizia: nei paesi con maggiore uguaglianza di genere (misurata dal Gender Equality Index), le ragazze migliorano significativamente la loro performance in matematica più dei ragazzi (+2.97 punti), contribuendo a chiudere il divario! Questo supporta fortemente l’ipotesi della stratificazione di genere, anche in un contesto relativamente omogeneo come quello europeo. Quando le ragazze percepiscono maggiori opportunità, si impegnano di più.

Lettura: Una Dinamica Diversa

Per la lettura, la storia è un po’ diversa. Non sono stati trovati effetti di moderazione significativi del SES sul divario di genere. Tuttavia, un aumento del SES a ogni livello porta a migliori prestazioni generali in lettura per tutti. E, cosa interessante, migliori prestazioni generali in lettura sono associate a divari di genere più piccoli. In pratica, il divario a svantaggio dei ragazzi nella lettura si allarga nelle scuole e nei paesi con prestazioni inferiori (che tendono ad essere anche quelli con SES più basso).

Un altro dato da notare è che, in generale, i divari di genere (sia in matematica che in lettura) tendono a “restringersi” nella fascia media della distribuzione dei risultati, per poi allargarsi agli estremi. In lettura, i ragazzi sono sovrarappresentati tra i “peggiori”, mentre in matematica sono spesso sovrarappresentati tra i “migliori”, anche se con variazioni geografiche.

Primo piano realistico di due bambini, un maschio e una femmina, di scuola primaria, seduti a un banco e concentrati su un problema di matematica. Quaderni e matite in vista. Lente macro, 70mm, alta definizione sui dettagli dei quaderni e sulle espressioni concentrate dei bambini, illuminazione controllata da studio.

Cosa Possiamo Imparare da Tutto Questo?

Questi risultati sono potentissimi perché ci dicono che i divari di genere nel rendimento scolastico non sono un destino scritto nelle stelle, ma dipendono moltissimo dal contesto.

L’uguaglianza di genere fa la differenza (per le ragazze in matematica): Quando una società offre più pari opportunità, le ragazze si sentono più incoraggiate e supportate nel campo della matematica, tradizionalmente considerato “maschile”. Questo ha implicazioni enormi, perché migliori risultati in matematica possono tradursi in più donne nelle carriere STEM, riducendo la segregazione di genere nel mondo del lavoro. Certo, c’è il famoso “paradosso dell’uguaglianza di genere” (paesi più equi a volte hanno maggiore segregazione orizzontale nelle scelte di studio), ma questo è un altro capitolo che merita approfondimenti.

Il contesto socioeconomico modera i divari (soprattutto per i ragazzi in matematica): Il SES influenza i divari di genere, potenziando la performance dei ragazzi in matematica, ma non in lettura. Questo effetto si manifesta a più livelli. Nelle scuole con un contesto socioeconomico prevalentemente medio-alto, i divari in matematica a favore dei ragazzi si allargano. Questo potrebbe essere legato a come si costruisce l’identità maschile in contesti diversi: in ambienti operai, l’insuccesso scolastico può portare a un atteggiamento “anti-scuola” come forma di resistenza; in contesti più abbienti, la competizione scolastica può diventare un terreno di validazione. È come se, in contesti socioeconomicamente più favorevoli, i ragazzi trovassero maggiori incentivi nella struttura occupazionale futura che motivano il loro impegno, specialmente in matematica, vista come chiave per professioni più prestigiose.

La scuola non è un’isola: Le dinamiche interne alla scuola, le interazioni tra insegnanti e studenti, la cultura dei pari, tutto contribuisce. Pensiamo a come, a volte inconsciamente, gli insegnanti possano avere aspettative diverse o interagire diversamente con maschi e femmine. O a come la composizione sociale della classe possa influenzare questi comportamenti.

E i ragazzi in lettura? Il loro rendimento sembra migliorare di più in scuole e paesi con alte prestazioni generali, che spesso corrispondono a quelli con SES più elevato. Forse, quando le condizioni sono più favorevoli, i ragazzi danno priorità alla matematica, e la lettura migliora “di riflesso” grazie a una competenza accademica generale più solida.

Qualche Cautela e Prospettive Future

Come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti. I dati sono stati raccolti in momenti diversi, con una pandemia di mezzo, e sono di natura “trasversale” (una fotografia in un dato momento), il che non permette di seguire gli stessi studenti nel tempo per vedere come evolvono questi divari. Sarebbe fantastico poter approfondire gli effetti della composizione scolastica sull’apprendimento differenziale di maschi e femmine alle elementari e, soprattutto, capire come le scuole possano prevenire l’emergere e l’allargamento di questi gap.

Inoltre, non si è considerato il ruolo dei sistemi educativi specifici e delle politiche scolastiche, che sicuramente hanno un loro peso. Ricerche future potrebbero esplorare come certe politiche o caratteristiche dei sistemi educativi mediano la relazione tra SES del paese e divari di genere.

Immagine realistica che simboleggia il contesto sociale che influenza l'educazione: un collage di scene. Da un lato, genitori di diverso background socioeconomico che aiutano i figli con i compiti; dall'altro, immagini di donne e uomini in diverse professioni STEM e umanistiche. Lente zoom, 24-70mm, per catturare sia dettagli che scene più ampie, colori naturali e vivaci.

In conclusione, la prossima volta che sentiremo parlare di “maschi negati per le lettere” o “femmine che non capiscono la matematica”, ricordiamoci che la realtà è molto più sfumata. I divari di genere esistono, sì, ma sono plasmati, amplificati o ridotti da una complessa interazione di fattori culturali, socioeconomici e istituzionali. E questo, per noi educatori, genitori e cittadini, significa che abbiamo un margine di manovra. Comprendere questi meccanismi è il primo passo per creare ambienti di apprendimento davvero equi, dove ogni bambino e bambina possa esprimere al meglio il proprio potenziale, indipendentemente dal genere e dal contesto di provenienza. Una bella sfida, non trovate?

Fonte: Springer

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