Maialini al Naturale: La Fibra Dimenticata che Potrebbe Rivoluzionare gli Allevamenti
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha fatto davvero riflettere sull’alimentazione dei nostri amici suini, in particolare dei più piccoli. Avete mai pensato a cosa mangerebbero i maialini se fossero liberi in natura, invece che nei nostri allevamenti super controllati? Beh, uno studio recente ha fatto proprio questo, confrontando la dieta dei maialini selvatici (o meglio, rinselvatichiti, cioè discendenti di maiali domestici tornati allo stato brado) con quella dei loro cugini allevati. E i risultati, lasciatemelo dire, sono piuttosto sorprendenti e potrebbero farci riconsiderare alcune delle nostre pratiche.
Il Menù Segreto dei Maialini Selvatici
Immaginatevi questi piccoli esploratori che scorrazzano liberi in natura, nella Bahía Samborombón in Argentina, per essere precisi. I ricercatori hanno analizzato il contenuto dello stomaco di quaranta di questi maialini selvatici, con un peso medio di circa 4,6 kg. Cosa hanno trovato? Beh, non certo le pappe super processate a cui siamo abituati a pensare per i nostri allevamenti.
La scoperta più eclatante è stata la quantità di fibra! Questi maialini selvatici avevano nello stomaco una concentrazione di fibra detergente neutra (NDF), fibra detergente acida (ADF) e lignina detergente acida (ADL) – che sono diversi tipi di fibra vegetale, per capirci – enormemente superiore a quella trovata nei maialini d’allevamento. Parliamo di valori quasi dieci volte maggiori per l’NDF (282 vs 36 g/kg di sostanza secca) e addirittura superiori per ADF e ADL. Questo significa che fin da piccolissimi, anche prima di una settimana di vita, questi animali si nutrono di materiale vegetale piuttosto grezzo e fibroso, come foglie e steli.
E non è tutto! Nello stomaco dei maialini selvatici c’era anche molta più cenere (149 vs 29 g/kg DM). Cosa significa? Probabilmente è il risultato del loro comportamento naturale di “grufolare”, cioè rovistare nel terreno alla ricerca di radici, tuberi o magari qualche verme. Ingerendo terra, assumono anche minerali importanti come calcio, ferro e zinco. Pensate che questo potrebbe addirittura rendere superflue le iniezioni di ferro che spesso si fanno ai suinetti in allevamento per prevenire l’anemia!

La Realtà in Allevamento: Un Confronto Necessario
Ora, confrontiamo questo quadro con quello che succede nei nostri allevamenti. I ricercatori hanno analizzato anche il contenuto gastrico di 28 maialini allevati in Olanda, di età simile. Qui la situazione era ben diversa.
Innanzitutto, la sostanza secca nello stomaco era maggiore (233 vs 148 g/kg), probabilmente perché il mangime commerciale (il cosiddetto creep feed) è molto più concentrato del materiale vegetale umido che trovano i selvatici. La concentrazione di proteine era simile tra i due gruppi, ma quella di grassi era decisamente più alta nei maialini d’allevamento (525 vs 238 g/kg DM). Questo è probabilmente dovuto in gran parte al latte materno, che è ricco di grassi, e forse meno al creep feed stesso, che nello studio risultava avere meno grassi rispetto a quanto trovato nello stomaco dei selvatici.
La differenza più marcata, come già accennato, riguarda la fibra: bassissima nei maialini d’allevamento. Anche i carboidrati non fibrosi (NFC), quelli più facilmente digeribili come amidi e zuccheri, erano più alti in termini assoluti negli animali allevati, anche se il loro contributo energetico totale era simile a quello dei selvatici (suggerendo che il lattosio del latte materno fosse la fonte principale in entrambi i casi).
Il creep feed commerciale, analizzato in 25 diverse formulazioni, conferma questa tendenza: è generalmente povero di fibra e cenere rispetto a ciò che i maialini selvatici scelgono istintivamente. E sappiamo che spesso questo tipo di mangime risulta poco appetibile per i suinetti, con un consumo deludente che non aiuta a prepararli allo stress dello svezzamento.
Perché Questa Differenza è Così Importante?
Questa enorme discrepanza tra la dieta naturale e quella offerta in allevamento solleva una domanda fondamentale: stiamo forse trascurando qualcosa di importante per la salute e lo sviluppo dei nostri maialini?
La fibra, specialmente quella insolubile trovata in abbondanza nei selvatici, gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del tratto gastrointestinale. Potrebbe aiutare a modulare la cinetica digestiva, a migliorare la consistenza delle feci e persino a ridurre comportamenti aggressivi. Alcuni studi hanno già mostrato benefici dall’aggiunta di fibra insolubile nelle diete dei suini in crescita e delle scrofe. E se una dieta più fibrosa fin dalle prime settimane di vita aiutasse i maialini ad affrontare meglio lo svezzamento, riducendo problemi come la temuta diarrea da svezzamento?
L’alto contenuto di cenere, legato all’ingestione di terra, suggerisce che forse dovremmo prestare più attenzione all’apporto di minerali e al modo in cui vengono forniti. L’ambiente naturale offre soluzioni che noi cerchiamo di replicare artificialmente, ma forse non sempre nel modo più efficace.

Ripensare il Mangime: Un Invito dalla Natura?
Lo studio non dice che dobbiamo far mangiare terra e foglie ai maialini in allevamento, ovviamente! Le performance zootecniche tra selvatici e allevati sono nettamente diverse. Però, ci lancia una provocazione importante. Forse il nostro focus su diete super concentrate, altamente digeribili e povere di “struttura” per massimizzare la crescita non è l’unica strada percorribile, soprattutto nelle fasi delicate come quella dell’allattamento e dello svezzamento.
I maialini selvatici ci mostrano una preferenza per cibi più grezzi e fibrosi fin da piccolissimi, e questa preferenza aumenta con l’età. E se provassimo a formulare dei creep feed che imitino un po’ di più questa dieta naturale? Magari con più fibra insolubile, magari con una struttura fisica diversa, più grossolana? Potrebbe non solo migliorare la salute intestinale e la resilienza dei suinetti, ma forse anche rendere il mangime solido più attraente per loro, stimolando un consumo più precoce e costante che faciliti il passaggio dal latte materno alla dieta solida.
Insomma, la natura potrebbe avere ancora molto da insegnarci. Osservare il comportamento e le scelte alimentari degli animali nel loro ambiente naturale, come hanno fatto questi ricercatori, ci offre spunti preziosi per migliorare il benessere e la salute dei nostri animali d’allevamento. È una strada che vale sicuramente la pena esplorare!
Fonte: Springer
