Portrait photography, 35mm lens, un viaggiatore occidentale dall'aspetto leggermente preoccupato guarda un piatto colorato di cibo di strada thailandese su una bancarella, sfondo sfocato di un mercato vivace, luce naturale del tardo pomeriggio, depth of field.

Thailandia da Sogno, Stomaco da Incubo? Scopriamo i Colpevoli della Diarrhea del Viaggiatore!

Ah, la Thailandia! Templi dorati, spiagge da cartolina, cibo di strada che ti fa venire l’acquolina solo a pensarci… un vero paradiso per i viaggiatori. Ma, diciamocelo, c’è un “souvenir” poco gradito che a volte si porta a casa (o si sperimenta lì): la famigerata diarrea del viaggiatore (TD). Non proprio il massimo per godersi appieno la vacanza, vero?

Recentemente mi sono imbattuto in una ricerca scientifica, una revisione sistematica bella corposa, che ha fatto luce proprio su questo problema in Thailandia. E quello che ho scoperto è davvero interessante, perché ci aiuta a capire meglio chi sono i “cattivi” che si nascondono dietro questi disturbi e dove bisogna stare più attenti. Siete pronti a fare un viaggio… nel mondo dei microbi thailandesi?

Cos’è Esattamente la Diarrea del Viaggiatore?

Prima di tuffarci nei dettagli, capiamo di cosa parliamo. La TD non è una semplice “corsetta” in bagno. La definizione ufficiale parla di tre o più scariche di feci non formate nell’arco di 24 ore. Spesso è accompagnata da nausea, vomito, crampi addominali e quella sgradevole sensazione di urgenza. Insomma, rovina la festa.

Si stima che colpisca tra il 10% e il 70% dei viaggiatori internazionali che visitano paesi in via di sviluppo, a seconda della destinazione, della stagione e delle caratteristiche del viaggiatore stesso. E la Thailandia, purtroppo, rientra tra le zone a rischio. Il periodo più critico? Solitamente le prime due settimane di viaggio.

I Sospettati Principali: Chi Causa la TD in Thailandia?

La revisione sistematica ha analizzato ben 15 studi diversi per fare il punto della situazione. E il risultato è chiaro: i principali responsabili sono i batteri. Rappresentano circa l’80-90% dei casi a livello globale, e la Thailandia non fa eccezione.

Ma quali batteri nello specifico? Ecco la “top list” emersa dalla ricerca:

  • Escherichia coli enterotossigenico (ETEC): Lui è il re indiscusso! Trovato nell’80% degli studi analizzati, è il batterio più frequentemente isolato nei casi di TD in Thailandia. Produce tossine che scatenano la diarrea acquosa.
  • Campylobacter jejuni: Un altro nome da tenere a mente. Presente in circa un terzo degli studi (33.3%), è spesso associato a sintomi più severi, a volte con febbre e dolori addominali. Storicamente, è stato considerato il patogeno più comune per chi viaggia nel Sud-est asiatico.
  • Salmonella spp.: La conosciamo tutti, ed è responsabile di circa il 40% dei casi identificati negli studi.
  • Altri E. coli: Non solo ETEC, ma anche ceppi come EPEC (Enteropatogeno) ed EAEC (Enteroaggregativo) fanno la loro comparsa rispettivamente nel 40% e 26.7% degli studi.
  • Altri batteri: Nomi meno noti ma comunque presenti includono Plesiomonas, Vibrio e Aeromonas.

Ma non ci sono solo batteri! Anche se in misura minore, i virus giocano la loro parte. Rotavirus e Norovirus sono stati rilevati rispettivamente nel 40% e nel 26.7% degli studi, specialmente durante i picchi invernali o tra gruppi specifici come militari o volontari. Il Norovirus, in particolare, è una causa comune di gastroenterite acuta tra i viaggiatori.

E i parassiti? Rappresentano circa il 10% dei casi globali. In Thailandia, il più comune identificato dalla revisione è la Giardia spp., trovata nel 20% degli studi. Questo protozoo può causare sintomi gastrointestinali prolungati e a volte viene trascurato nelle diagnosi di routine. Altri, come Blastocystis spp., sono stati trovati, ma il loro ruolo come causa diretta di malattia è ancora dibattuto.

Macro fotografia, 100mm Macro lens, di una piastra di Petri con colonie batteriche colorate (es. E. coli, Salmonella) in crescita su terreno di coltura agar, illuminazione da laboratorio controllata, high detail, precise focusing.

Dove si Rischia di Più? La Mappa della TD in Thailandia

La ricerca ha evidenziato che la distribuzione dei patogeni non è uniforme in tutto il paese. Le aree con maggiore attività turistica, come Bangkok, Chiang Mai, Phuket e Krabi (e anche Nakhon Si Thammarat è stata menzionata), sembrano riportare una gamma più ampia di infezioni.

Questo ha senso: più turisti internazionali e locali si mescolano, maggiore è la possibilità che diversi tipi di microbi circolino. Aggiungiamoci le possibili variazioni nelle pratiche igieniche, la qualità dell’acqua e la gestione del cibo (soprattutto quello di strada, croce e delizia!), ed ecco spiegato perché le zone più battute possono presentare un rischio più variegato.

Perché Ci si Ammala? Fattori di Rischio e Modalità di Trasmissione

La via principale di trasmissione è quasi sempre l’ingestione di cibo o acqua contaminati. Mani non lavate, cibo preparato senza le dovute precauzioni igieniche (specialmente da venditori ambulanti), alimenti crudi o poco cotti, acqua non sicura… le occasioni non mancano.

La ricerca conferma alcuni fattori di rischio già noti:

  • Età giovane: I viaggiatori più giovani sembrano essere più suscettibili.
  • Stile di viaggio: I backpacker e i volontari potrebbero essere più esposti.
  • Durata del viaggio: Soggiorni più lunghi aumentano le probabilità di incontrare qualche patogeno.
  • Consumo di cibo di strada: Delizioso, ma potenzialmente rischioso se le condizioni igieniche non sono ottimali.
  • Scarsa igiene personale: Non lavarsi le mani regolarmente, soprattutto dopo essere andati in bagno e prima di mangiare, è un invito a nozze per i microbi.
  • Provenienza del viaggiatore: Sembra che la nazionalità possa influenzare il tipo di patogeno contratto, forse per differenze immunitarie o abitudini. Ad esempio, uno studio citato ha trovato Campylobacter più prevalente tra europei e nordamericani, e Salmonella tra australiani e neozelandesi.

Curiosamente, viaggiare con bambini o anziani è risultato essere un fattore protettivo! Probabilmente perché in questi casi si tende a prestare molta più attenzione all’igiene.

Wide-angle, 15mm lens, di una vivace strada di Bangkok di notte, con numerose bancarelle di street food illuminate, turisti che assaggiano cibo, effetto mosso leggero per dare dinamicità, sharp focus sui dettagli delle bancarelle e del cibo.

Prevenire è Meglio Che Curare: Come Difendersi

Ok, abbiamo capito chi sono i nemici e dove si nascondono. Ma come possiamo difenderci? La parola d’ordine è prevenzione. Ecco alcuni consigli basati sulle evidenze:

  • Igiene delle mani: Lavatele spesso e accuratamente con acqua e sapone, o usate un disinfettante a base alcolica, specialmente prima di mangiare e dopo aver usato il bagno.
  • Occhio a cibo e bevande:
    • Preferite cibi ben cotti e serviti caldi.
    • Evitate frutta e verdura crude a meno che non possiate sbucciarle voi stessi.
    • Siate cauti con il cibo di strada: scegliete bancarelle affollate (indice di ricambio veloce) e dove vedete buone pratiche igieniche.
    • Bevete solo acqua in bottiglia sigillata, bevande gassate o acqua bollita/purificata. Evitate il ghiaccio se non siete sicuri della provenienza dell’acqua.
  • Informarsi: Essere consapevoli dei rischi è il primo passo.
  • Profilassi? Vaccini?: La revisione menziona l’importanza di misure profilattiche e vaccini, anche se non entra nei dettagli specifici. Parlatene con il vostro medico o con un centro di medicina dei viaggi prima di partire per valutare opzioni come la vaccinazione contro il colera (che offre una certa protezione crociata contro ETEC) o l’eventuale uso di antibiotici in profilassi (generalmente sconsigliato se non in casi particolari) o per auto-trattamento.

Migliorare la formazione degli operatori alimentari locali sull’igiene è un altro aspetto cruciale su cui le autorità sanitarie thailandesi stanno lavorando.

Limiti della Ricerca e Prospettive Future

Come ogni studio, anche questa revisione ha i suoi limiti. La grande variabilità tra gli studi inclusi non ha permesso un’analisi statistica combinata (meta-analisi). C’è il rischio che studi non pubblicati o in altre lingue siano stati esclusi. Inoltre, i metodi per identificare i patogeni non erano standardizzati in tutti gli studi, e alcuni erano piuttosto datati (metà pubblicati prima del 2010), quindi potrebbero non riflettere perfettamente la situazione attuale con le nuove tecniche diagnostiche (come la PCR, molto più sensibile). Infine, mancano dati dettagliati su sottotipi di patogeni o sull’origine specifica dei viaggiatori in molti studi.

Nonostante ciò, questa ricerca è preziosa. Sottolinea la necessità di una sorveglianza continua, dell’uso di tecniche diagnostiche moderne e di strategie preventive mirate, specialmente nelle aree ad alto flusso turistico.

Il Succo della Storia?

La Thailandia è una destinazione meravigliosa, ma la diarrea del viaggiatore è un rischio reale. I batteri, soprattutto ETEC e Campylobacter, sono i principali indiziati, ma anche virus e parassiti possono giocare un ruolo. Le zone turistiche più popolari presentano una maggiore varietà di patogeni.

La buona notizia è che con un po’ di attenzione all’igiene e alle scelte alimentari, possiamo ridurre significativamente il rischio di rovinarci la vacanza. Quindi, preparate lo zaino, ma anche il disinfettante per le mani e una buona dose di consapevolezza! Buon viaggio (e buona digestione!) in Thailandia.

Fonte: Springer

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