Cancro della Pelle: L’IA Legge Sotto la Superficie con la Luce!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi appassiona tantissimo: come la tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui diagnostichiamo alcune malattie della pelle, in particolare i tumori cutanei più comuni. Sapete qual è uno dei tumori più diffusi al mondo? Il carcinoma cheratinocitico (KC). Ne esistono diverse forme, tra cui la Cheratosi Attinica (AK) e il Carcinoma Basocellulare (BCC). Sono diffusissimi, parliamo di milioni di casi ogni anno!
La Sfida: Riconoscere il Nemico Giusto
Il problema è che, a vederli, AK e BCC possono sembrare molto simili: magari una macchia ruvida, una piccola crescita anomala sulla pelle, specie se ci si è esposti molto al sole. Però, attenzione, perché il loro destino è ben diverso! L’AK è una lesione precancerosa, che di solito non dà metastasi e si può trattare in modo più conservativo. Il BCC, invece, è un tumore maligno vero e proprio. Raramente dà metastasi, ma può crescere localmente e “mangiarsi” i tessuti circostanti, quindi spesso richiede un intervento chirurgico. Capite bene quanto sia fondamentale distinguerli presto e bene.
Finora, il metodo “d’oro” per la diagnosi è la biopsia con esame istopatologico. Efficace, sì, ma ha i suoi contro: è invasiva, richiede tempo, costa e, diciamocelo, non è proprio una passeggiata per il paziente, soprattutto se la lesione è in fase iniziale e magari si è un po’ restii a farsi “bucherellare”. Ecco perché c’è un bisogno enorme di metodi non invasivi per uno screening precoce.
Tecnologie che Guardano Dentro: Arriva l’OCT
Negli ultimi anni, sono entrate in campo tecnologie fantastiche come la dermoscopia, la microscopia confocale (RCM) e l’ecografia. Ognuna “vede” a profondità diverse. Ma ce n’è una che spicca per velocità, risoluzione e profondità d’immagine (fino a 1-3 millimetri sotto la pelle): la Tomografia a Coerenza Ottica, o OCT. È perfetta per “sbirciare” cosa succede negli strati della pelle dove si sviluppano proprio AK e BCC.
Già alcuni studi avevano provato a usare l’OCT per distinguere queste lesioni, basandosi su caratteristiche come l’intensità del segnale o lo spessore degli strati cutanei. Però, c’erano dei limiti: l’intensità del segnale può variare a seconda della pelle del paziente o delle impostazioni dello strumento, e misurare lo spessore non è sempre facile, specialmente se i confini tra gli strati non sono netti. Serviva qualcosa di più standardizzato e oggettivo.

La Svolta: Il Coefficiente di Attenuazione Ottica (OAC)
E se vi dicessi che possiamo andare ancora più a fondo, analizzando non solo *quanto* segnale luminoso torna indietro, ma *come* la luce si attenua attraversando i tessuti? Qui entra in gioco il Coefficiente di Attenuazione Ottica (OAC). È una proprietà intrinseca del tessuto che ci dice quanto la luce viene assorbita e diffusa mentre lo attraversa. L’idea geniale è stata: estraiamo l’OAC dalle immagini OCT!
Perché è una svolta? Perché l’OAC ci dà un’immagine con un contrasto migliore rispetto alla semplice intensità OCT, rivelando dettagli più fini e differenze più nette tra tessuto sano e tessuto malato. Immaginate di passare da una foto un po’ sbiadita a una ad alta definizione: ecco, l’OAC fa qualcosa di simile per la struttura interna della pelle. Abbiamo notato subito che c’erano differenze notevoli nei valori di OAC tra pelle normale, AK e BCC.
L’Unione Fa la Forza: OAC + PDF + Intelligenza Artificiale
Qui arriva la parte più intrigante: non ci siamo fermati alle sole immagini OAC. Abbiamo pensato: perché non “insegnare” a un’intelligenza artificiale (IA) a riconoscere queste differenze in modo automatico? E perché non darle ancora più informazioni? Oltre all’immagine OAC bidimensionale (che mostra la struttura), abbiamo deciso di darle anche la distribuzione di probabilità (PDF) dei valori OAC presenti nell’immagine. Il PDF è come un’impronta digitale statistica che riassume le proprietà ottiche del tessuto in quella zona.
Abbiamo quindi sviluppato un approccio di apprendimento congiunto (joint learning):
- Una rete neurale specializzata (ResNet34) analizza la struttura dell’immagine OAC 2D.
- Un’altra rete neurale (più semplice, fatta su misura) analizza i dati unidimensionali del PDF.
- Le informazioni elaborate dalle due reti vengono poi unite e date a uno strato finale che decide: è pelle normale, AK o BCC?
Questo approccio combinato sfrutta sia l’informazione strutturale (l’immagine) sia quella intrinseca del tessuto (il PDF), rendendo la diagnosi più robusta.

I Risultati? Promettentissimi!
Abbiamo addestrato il nostro sistema su un bel po’ di immagini (oltre 14.000!) provenienti da pazienti reali, confrontando sempre il risultato dell’IA con la diagnosi confermata dalla biopsia. E i risultati? Beh, sono davvero incoraggianti!
Il nostro approccio “combinato” (OAC + PDF) ha raggiunto un’accuratezza di oltre l’80% nel distinguere tra pelle normale, AK e BCC su immagini 2D singole. Questo è già un bel passo avanti rispetto all’usare solo le immagini OAC (che si fermava intorno al 75%). L’aggiunta del PDF ha fatto davvero la differenza, specialmente nel distinguere AK e BCC, che sono i più difficili.
Ma non finisce qui! Nella pratica clinica, l’OCT acquisisce dati volumetrici 3D, cioè tante immagini “affettate” della stessa lesione. Quando abbiamo usato tutti i dati 3D di una lesione per prendere la decisione finale (usando il verdetto più frequente tra tutte le “fette”), l’accuratezza della diagnosi automatica si è avvicinata al 100%! Questo è fantastico, perché riduce la dipendenza dalla singola immagine e rende il sistema molto più affidabile per l’uso clinico.
Vediamo le Differenze: OAC e PDF in Azione
Ma come fa l’IA a distinguerli? Abbiamo visto che l’OAC e il suo PDF cambiano in modo caratteristico.
- Nella Cheratosi Attinica (AK), c’è spesso degenerazione del collagene nel derma superficiale. Questo si traduce in una diminuzione generale dei valori OAC in quella zona rispetto alla pelle normale. Il PDF mostra uno spostamento verso valori più bassi e a volte un picco specifico che indica proprio il collagene degenerato.
- Nel Carcinoma Basocellulare (BCC), invece, si formano “nidi” di cellule tumorali. Questi nidi hanno un OAC diverso sia dal tessuto normale sia dal collagene degenerato dell’AK. Non c’è quella diminuzione diffusa vista nell’AK. Il PDF del BCC mostra spesso un picco o un allargamento in una zona di valori OAC intermedi, che diventa più evidente man mano che la lesione peggiora.
Certo, ci sono variazioni individuali, ma l’IA, addestrata su tanti esempi, impara a riconoscere questi pattern sottili molto meglio di quanto potrebbe fare l’occhio umano basandosi solo su poche regole.

Verso il Futuro: Diagnosi Intelligente e Non Invasiva
Cosa significa tutto questo per il futuro? Immaginate uno screening della pelle più rapido, indolore, economico e potenzialmente più accurato, che aiuti i dermatologi a decidere se una biopsia è davvero necessaria. Il nostro sistema OCT customizzato, abbinato a questo software intelligente, potrebbe diventare uno strumento prezioso negli ambulatori.
Certo, la strada è ancora lunga. Stiamo lavorando per:
- Ampliare il nostro database con più casi, includendo anche altri tipi di tumori cutanei come il Carcinoma Squamocellulare (SCC).
- Validare il sistema in studi multicentrici per assicurarci che funzioni bene su popolazioni diverse.
- Perfezionare ulteriormente gli algoritmi.
Ma la direzione è chiara: stiamo combinando ottica avanzata e intelligenza artificiale per “vedere” il cancro della pelle prima e meglio, senza bisogno del bisturi. È un campo di ricerca davvero elettrizzante!
Insomma, combinando la potenza dell’OCT, l’analisi dettagliata dell’OAC e l’intelligenza dell’apprendimento automatico, stiamo aprendo una nuova strada per la diagnosi precoce dei tumori della pelle più comuni. Un piccolo passo per la tecnologia, ma potenzialmente un grande passo per la salute di milioni di persone.
Fonte: Springer
