Primo piano di un neonato pretermine tardivo che dorme pacificamente in un'incubatrice ospedaliera, luce soffusa e calda proveniente dall'alto, messa a fuoco precisa sul viso sereno del bambino, lente prime 50mm, profondità di campo ridotta per sfocare lo sfondo, atmosfera calma, protettiva e tecnologica.

Diabete Gestazionale e Sviluppo dei Bimbi Prematuri Tardivi: Cosa Succede Davvero a 12 Mesi?

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un’esplorazione affascinante, un po’ come mettere insieme i pezzi di un puzzle complesso che riguarda la salute dei nostri piccoli, specialmente quelli nati un po’ prima del previsto. Parliamo di diabete mellito gestazionale (DMG) e del suo possibile impatto sullo sviluppo neurologico dei neonati pretermine tardivi, quei bimbi nati tra la 34esima e la 37esima settimana di gestazione.

Forse avete sentito parlare del DMG, quella forma di diabete che compare per la prima volta durante la gravidanza. Negli ultimi anni, la sua diffusione è aumentata a livello globale, e si stima che circa 20 milioni di neonati ogni anno siano esposti a livelli elevati di zucchero nel sangue già nel pancione materno. Sappiamo che il DMG può causare complicazioni immediate per il bambino (come peso eccessivo alla nascita, ipoglicemia neonatale, sindrome da distress respiratorio), ma cosa succede a lungo termine? E in particolare, cosa succede al cervello in via di sviluppo?

Studi Precedenti e Domande Aperte

Alcune ricerche passate hanno suggerito legami tra il DMG e disturbi come l’autismo o il deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Tuttavia, l’effetto su altre aree cruciali dello sviluppo, come le capacità motorie e il linguaggio, è stato studiato molto meno, specialmente nei nati pretermine tardivi. Questi bimbi sono un gruppo particolare: spesso vengono un po’ trascurati negli studi sui prematuri perché fisiologicamente più vicini ai nati a termine, ma rimangono comunque più vulnerabili.

L’idea è che l’ambiente intrauterino “zuccherino” causato dal DMG possa interferire con lo sviluppo cerebrale del feto. L’iperglicemia materna porta a iperinsulinemia fetale, e questi squilibri metabolici potrebbero tradursi in sottili variazioni nello sviluppo cognitivo, linguistico, motorio e comportamentale nei primi anni di vita. Ma quanto sono grandi questi effetti? Riguardano aree specifiche? Ci sono altri fattori in gioco?

Uno Sguardo Più da Vicino: Lo Studio Cinese

Per cercare di rispondere a queste domande, mi sono imbattuto in uno studio prospettico molto interessante condotto in Cina, precisamente a Jiangsu, tra gennaio 2022 e giugno 2023. I ricercatori hanno seguito 205 neonati pretermine tardivi per capire se il DMG materno avesse un impatto sul loro neurosviluppo a 12 mesi di età corretta (cioè l’età che avrebbero avuto se fossero nati a termine).

Hanno diviso i bambini in due gruppi: 61 nati da madri con DMG e 144 nati da madri senza DMG. Poi, hanno valutato il loro sviluppo usando le Scale di Sviluppo di Gesell (GDS), uno strumento standardizzato e molto usato in Cina, a 3, 6 e 12 mesi di età corretta. Le GDS misurano cinque aree fondamentali:

  • Motricità grossolana (gattonare, camminare…)
  • Motricità fine (afferrare oggetti piccoli, manipolare…)
  • Adattabilità (risoluzione di problemi semplici…)
  • Linguaggio (lallazione, prime parole, comprensione…)
  • Risposta socio-emotiva (interazione, espressione delle emozioni…)

I ricercatori hanno confrontato i punteggi (Quoziente di Sviluppo, DQ) e la percentuale di punteggi considerati “anormali” (DQ ≤ 75) tra i due gruppi. Hanno anche raccolto tantissimi dati sia sui bambini (età gestazionale, peso alla nascita, complicazioni neonatali come ipoglicemia, distress respiratorio, sepsi, ecc.) sia sulle madri (età, livello di istruzione, stato socio-economico, altre condizioni mediche in gravidanza, ecc.). È importante notare che non hanno trovato differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda queste caratteristiche di base o le complicazioni neonatali più comuni.

Fotografia macro di gocce di glucosio su una superficie scura, illuminazione controllata, alta definizione, lente macro 100mm, che simboleggia l'iperglicemia intrauterina legata al diabete gestazionale.

I Risultati: Una Sorpresa a 12 Mesi

E qui arriva la parte più intrigante. A 3 e 6 mesi di età corretta, non c’erano differenze significative tra i bambini nati da madri con DMG e quelli nati da madri senza DMG in nessuna delle cinque aree di sviluppo valutate. Sembrava tutto nella norma.

Ma a 12 mesi di età corretta, la musica è cambiata. I bambini del gruppo DMG hanno mostrato punteggi significativamente più bassi sia nella motricità grossolana (DQ medio 89.9 vs 92.7) che nella motricità fine (DQ medio 87.8 vs 91.0) rispetto ai bambini del gruppo non-DMG. Non solo: nel gruppo DMG c’era anche una percentuale significativamente più alta di bambini con uno sviluppo del linguaggio considerato anomalo (14.8% vs 5.6%).

Analizzando ulteriormente i dati per sottogruppi di età gestazionale, è emerso che:

  • Tra 34 e <35 settimane: i punteggi del linguaggio erano inferiori nel gruppo DMG.
  • Tra 35 e <36 settimane: i punteggi della motricità grossolana erano inferiori nel gruppo DMG.
  • Tra 36 e <37 settimane: i punteggi della motricità fine erano inferiori nel gruppo DMG.

Nessuna differenza significativa è stata invece riscontrata a 12 mesi per quanto riguarda l’adattabilità e la risposta socio-emotiva.

Perché Queste Differenze Proprio a 12 Mesi?

Questi risultati suggeriscono che l’esposizione al DMG nel pancione potrebbe avere effetti “ritardati” o che diventano evidenti solo quando si richiedono abilità più complesse, tipiche dei 12 mesi, specialmente nelle aree motorie e linguistiche. Ma perché?

L’ipotesi è che l’iperglicemia intrauterina possa disturbare lo sviluppo dei circuiti neurali. Come? Potrebbe peggiorare l’infiammazione (sia a livello periferico che nel cervello stesso), ostacolando la crescita, la migrazione e la differenziazione dei neuroni. Questo, a sua volta, potrebbe ritardare lo sviluppo motorio.

Per quanto riguarda il linguaggio, i meccanismi potrebbero coinvolgere:

  • Anomalie vascolari nella placenta indotte dal DMG, che causano una ridotta perfusione cerebrale nel feto.
  • Disturbi metabolici come l’iperinsulinemia e l’ipossia cronica.
  • Possibile riduzione dei livelli di una proteina importante per la crescita neuronale, il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF).

È interessante notare che altri studi hanno dato risultati contrastanti sullo sviluppo motorio e linguistico, quindi la questione non è ancora del tutto chiusa. Tuttavia, questo studio si aggiunge alle prove che suggeriscono un legame.

Ritratto di un bambino di circa 12 mesi, seduto sul pavimento, che cerca di impilare blocchi di legno colorati. Luce naturale da una finestra laterale, focus selettivo sulle mani e sui blocchi, lente prime 35mm, profondità di campo, che rappresenta la valutazione dello sviluppo della motricità fine.

Cosa Ci Portiamo a Casa?

La conclusione principale di questo studio è chiara: il DMG materno può influenzare negativamente lo sviluppo motorio (grossolano e fine) e linguistico nei neonati pretermine tardivi all’età corretta di 12 mesi, anche se le differenze non sono evidenti prima.

Questo cosa significa per noi, per i genitori, per i pediatri? Significa che i bambini pretermine tardivi nati da madri con DMG rappresentano una popolazione a rischio per questi specifici problemi di sviluppo. È fondamentale non abbassare la guardia dopo i primi mesi, ma continuare a monitorare attentamente il loro sviluppo motorio e linguistico almeno fino ai 12 mesi di età corretta (e probabilmente anche oltre).

Questi risultati sottolineano l’importanza di:

  • Screening precoci e mirati per identificare eventuali ritardi.
  • Interventi tempestivi per supportare i bambini che mostrano difficoltà.

Certo, lo studio ha delle limitazioni, come la dimensione del campione relativamente piccola e il fatto che non sia stata fatta un’analisi multivariata per vedere come interagiscono diversi fattori. Servono sicuramente ricerche future per:

  • Confermare questi risultati su campioni più grandi e diversificati.
  • Esplorare più a fondo i meccanismi biologici sottostanti.
  • Seguire questi bambini più a lungo per capire le traiettorie di sviluppo a lungo termine.
  • Sviluppare protocolli di monitoraggio e intervento ancora più efficaci.

In sintesi, amici, questo studio ci ricorda quanto sia delicato e complesso il neurosviluppo e come l’ambiente intrauterino, influenzato da condizioni come il DMG, possa lasciare un’impronta duratura. Tenere alta l’attenzione sui nostri piccoli pretermine tardivi, specialmente se esposti a DMG, è un passo cruciale per garantire loro il miglior inizio possibile.

Fonte: Springer

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