Fotografia realistica in primo piano di uno smartphone che mostra un'app per la salute mentale con grafici e messaggi di supporto, tenuto da mani giovanili. Sullo sfondo sfocato, un giovane sorridente e rilassato in un ambiente luminoso e confortevole. Obiettivo prime 50mm, profondità di campo ridotta, luce naturale morbida, colori vivaci ma non saturi.

Salute Mentale Online per Giovani: Meglio DCE o BWS? Ecco Cosa Abbiamo Scoperto!

Ragazzi, parliamoci chiaro: la salute mentale è una sfida enorme, specialmente per noi giovani. Ansia e depressione sono dietro l’angolo per molti, ma chiedere aiuto di persona non è sempre facile o accessibile. Qui entrano in gioco gli interventi di salute mentale basati sul web (li chiameremo W-MHIs), una risorsa potenzialmente fantastica! Sono efficaci, comodi, ma… c’è un “ma”. Spesso, l’entusiasmo iniziale svanisce e l’utilizzo reale cala. Perché? Forse perché non sono “cuciti” su misura per le nostre esigenze e preferenze.

Ed è qui che la ricerca fa la sua parte. Come possiamo capire cosa vogliono davvero i giovani da questi strumenti digitali? Esistono metodi specifici per “estrarre” queste preferenze, e due tra i più usati sono gli Esperimenti di Scelta Discreta (DCE) e la tecnica Best-Worst Scaling (BWS), in particolare il “caso 2” (BWS-2). Ma quale dei due funziona meglio in questo contesto delicato? Sono intercambiabili o danno risultati diversi? E, cosa non meno importante, quale viene percepito come più semplice e accettabile dai diretti interessati, cioè noi giovani che potremmo avere a che fare con ansia e depressione?

La Nostra Indagine: DCE vs BWS-2 sul Campo

Ecco la domanda che ci siamo posti in uno studio recente. Volevamo mettere a confronto diretto DCE e BWS-2 per capire come si comportano quando si tratta di svelare le preferenze dei giovani (18-25 anni) australiani con esperienze di ansia e/o depressione riguardo agli interventi di salute mentale online.

Cosa abbiamo fatto in pratica? Abbiamo reclutato online quasi 200 giovani che rientravano nei nostri criteri (età, residenza in Australia, esperienza passata o intenzione di usare W-MHIs per ansia/depressione). A ciascuno abbiamo sottoposto un sondaggio online che includeva sia 8 compiti di scelta DCE sia 8 compiti BWS-2. Entrambi i tipi di compito si basavano su sei caratteristiche chiave (attributi) degli interventi online, come il costo, l’accesso a un “istruttore” (supporto umano), la presenza di quiz, lo screening iniziale, la modalità di comunicazione e il tempo totale richiesto per completare il percorso.

Nei compiti DCE, i partecipanti dovevano scegliere tra due ipotetici programmi W-MHI, ciascuno descritto da una combinazione diversa di questi attributi. Nei compiti BWS-2, invece, veniva presentato un solo profilo di programma alla volta e si chiedeva di indicare l’attributo migliore (best) e quello peggiore (worst) di quel specifico programma. Abbiamo poi analizzato le risposte con modelli statistici (il buon vecchio modello logit multinomiale) per stimare il “peso” di ogni preferenza e l’importanza relativa dei vari attributi. Non solo: abbiamo anche chiesto ai partecipanti come si erano trovati con i due metodi: erano facili da capire? Difficili da completare? Quale preferivano?

Cosa Abbiamo Scoperto: Punti in Comune…

La prima cosa saltata all’occhio è stata una forte convergenza su un punto cruciale: sia il metodo DCE sia il BWS-2 hanno indicato il costo come l’attributo in assoluto più importante nella decisione di utilizzare un intervento di salute mentale online. Insomma, per i giovani, il portafoglio conta, e parecchio! Entrambi i metodi hanno anche mostrato una preferenza per interventi a basso costo (o gratuiti), che offrissero accesso a istruttori e la presenza di quiz. Allo stesso modo, entrambi hanno rivelato un’avversione per programmi che richiedono troppo tempo per essere completati (tipo 12 ore). Fin qui, tutto abbastanza allineato.

Fotografia realistica di un giovane adulto (circa 22 anni) seduto a una scrivania con un laptop aperto su un'interfaccia web colorata ma professionale, simile a un'app per la salute mentale. Il giovane ha un'espressione concentrata ma serena. Luce naturale laterale da una finestra. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo ridotta per isolare il soggetto, stile filmico leggero con colori naturali.

…E Differenze Significative

Ma le cose si sono fatte più complesse quando siamo andati a vedere l’importanza relativa degli altri attributi e le preferenze per i diversi “livelli” all’interno di ciascun attributo. Qui, DCE e BWS-2 hanno iniziato a raccontare storie leggermente diverse.

Ad esempio, secondo il DCE, dopo il costo, l’attributo più importante era il tempo totale richiesto, seguito dall’accesso agli istruttori. Quiz, screening e comunicazione erano considerati meno rilevanti. Il BWS-2, invece, pur confermando il primato del costo, metteva l’accesso agli istruttori al secondo posto, seguito dallo screening iniziale, e solo dopo il tempo totale. Quiz e comunicazione rimanevano in fondo alla classifica per entrambi.

Anche all’interno degli stessi attributi, le preferenze non erano sempre identiche. Il DCE, ad esempio, suggeriva che i giovani preferissero un impegno di tempo moderato (5 ore) rispetto a uno molto breve (2 ore), forse percepito come meno efficace? E sembrava esserci indifferenza tra pagare 100 dollari australiani o 60. Il BWS-2, invece, mostrava una preferenza più lineare e intuitiva: meglio pagare meno (60 AUD) e meglio impiegare meno tempo (2 ore erano preferite a tempi più lunghi, anche se non significativamente diverse da 5 ore). Inoltre, il BWS-2 indicava una forte preferenza per la presenza di uno screening iniziale, cosa che il DCE non rilevava come significativa.

Queste discrepanze, anche se a volte sottili, sono importanti. Ci dicono che i due metodi non sono necessariamente intercambiabili, almeno non in questo contesto. Usare l’uno o l’altro potrebbe portare a conclusioni diverse su quali aspetti degli interventi online prioritizzare per migliorare l’engagement dei giovani.

Questione di Feeling: L’Accettabilità dei Metodi

E dal punto di vista dei partecipanti? Quale metodo è stato percepito come migliore? Qui il risultato è stato più netto: il DCE è stato preferito da quasi il 64% dei partecipanti. È stato giudicato più facile da capire e più semplice per fare una scelta. Ha richiesto anche meno tempo per essere completato.

Perché questa preferenza? Dai commenti lasciati dai ragazzi, è emerso che il formato del DCE, con due opzioni chiare da confrontare, rendeva più semplice “pesare” i pro e i contro e fare una scelta binaria. Il BWS-2, chiedendo di identificare il “migliore” e il “peggiore” tra sei attributi diversi, è stato percepito da alcuni come più dispersivo e cognitivamente impegnativo, specialmente se non si avevano preferenze o avversioni molto nette per qualche attributo specifico. D’altro canto, alcuni hanno preferito il BWS-2 proprio perché permetteva di esprimere sfumature (il migliore e il peggiore) senza forzare una scelta netta tra due pacchetti completi, trovandolo meno “costrittivo”.

Immagine macro fotorealistica di due pulsanti stilizzati su uno schermo touch: uno verde con scritto 'SCEGLI QUESTO (DCE)' e uno blu con scritto 'MIGLIORE / PEGGIORE (BWS)'. Un dito indice giovanile sta per premere il pulsante verde 'DCE'. Obiettivo macro 90mm, alta definizione, illuminazione da studio che crea riflessi sullo schermo, focus preciso sul dito e sui pulsanti.

Cosa Ci Dice Tutto Questo?

Questa nostra comparazione empirica nel contesto della salute mentale online per giovani porta a galla alcune riflessioni importanti. Primo, conferma l’importanza cruciale del costo e del supporto umano (istruttori), ma anche la necessità di non sovraccaricare gli utenti con impegni di tempo eccessivi.

Secondo, evidenzia che DCE e BWS-2, pur avendo punti di contatto, possono fornire quadri leggermente diversi dell’importanza relativa degli attributi. Questo potrebbe dipendere da tanti fattori: piccole differenze nel disegno sperimentale (noi, ad esempio, avevamo interazioni nel design DCE ma non nel BWS-2, e l’ordine degli attributi era fisso nel DCE ma randomizzato nel BWS-2), dal modo in cui le domande sono formulate (“framing”), dalla natura stessa del compito (scelta tra alternative vs. identificazione di estremi), e forse anche dalle caratteristiche specifiche della popolazione studiata. Non dimentichiamo che persone con ansia o depressione potrebbero avere processi decisionali particolari, magari più sensibili a certi stimoli o più affaticabili cognitivamente.

Terzo, in questo specifico studio, il DCE è risultato più accettabile per i giovani partecipanti. Questo suggerisce che, almeno in questo contesto, potrebbe essere il metodo con una marcia in più, perché se un metodo è percepito come più semplice, è più probabile ottenere risposte di qualità migliore. Tuttavia, non possiamo generalizzare troppo: altri studi, magari su adolescenti più giovani, hanno trovato il BWS-2 più semplice.

Guardando Avanti: La Ricerca Continua

Cosa fare ora? Sicuramente, servono altre ricerche per capire quale metodo catturi le preferenze in modo più accurato e predittivo del comportamento reale. Sarebbe utile usare interviste cognitive per esplorare *come* i giovani prendono le decisioni di fronte ai due tipi di compito. Potrebbe anche essere interessante sperimentare formati ibridi che combinino aspetti di entrambi i metodi.

In conclusione, il nostro viaggio nel mondo delle preferenze dei giovani per la salute mentale online ci ha mostrato che il costo è re, ma che i dettagli contano. DCE e BWS-2 sono strumenti potenti, ma non identici. In questo round, il DCE sembra aver avuto la meglio in termini di “usabilità” percepita dai partecipanti. Ma la partita per trovare il metodo perfetto per capire e soddisfare le esigenze dei giovani è ancora aperta!

Fonte: Springer

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