Fotografia in bianco e nero di una persona vista di spalle che guarda fuori da una finestra in una giornata piovosa, obiettivo 35mm, effetto film noir, la figura è leggermente sfocata mentre il paesaggio esterno è a fuoco, simboleggiando l'isolamento e la preoccupazione di chi è colpito indirettamente dal gioco d'azzardo.

“Non Finiva Mai…”: Il Dramma Nascosto di Chi Vive Accanto a un Giocatore d’Azzardo

Quando pensiamo al gioco d’azzardo problematico, la nostra mente va subito a chi gioca. Alle sue lotte, alle sue perdite, alla sua dipendenza. Ma c’è un’onda d’urto, spesso silenziosa e invisibile, che travolge chi sta accanto: familiari, amici, persone care. Sono le cosiddette “persone colpite indirettamente” (o AOs, dall’inglese Affected Others), e la loro sofferenza è un capitolo fondamentale, ma ancora poco esplorato, di questo complesso problema di salute pubblica.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante, intitolato proprio con le parole toccanti di una partecipante: “It Was Never-Ending…” (“Non finiva mai…”). Questa ricerca, condotta in Tasmania su un campione rappresentativo della popolazione, ha cercato di fare luce proprio su questo: quali sono i danni concreti, tangibili e intangibili, che il gioco d’azzardo di una persona provoca su chi le vive accanto? E come vengono vissute queste esperienze?

Lo studio ha utilizzato un approccio misto: prima ha quantificato i danni attraverso un questionario dettagliato (la “Gambling Checklist for AOs” con ben 68 voci!) somministrato a 197 persone che si sono identificate come AOs, poi ha approfondito le storie di 20 di loro attraverso interviste semi-strutturate. I risultati? Beh, preparatevi, perché dipingono un quadro complesso e doloroso, ma necessario da conoscere.

L’Impatto Emotivo e Psicologico: Un Fardello Pesantissimo

Partiamo dal dato più schiacciante: oltre il 90% degli AOs intervistati ha riportato almeno un danno emotivo o psicologico. È l’area di impatto più comune, un vero e proprio macigno sul cuore e sulla mente. Quali sono le sensazioni più diffuse?

  • Angoscia e stress (76%): Vivere accanto a un giocatore problematico significa spesso sentirsi impotenti, preoccupati, in ansia costante. “Ti senti inutile… Non puoi aiutare”, ha confessato un uomo parlando del suo amico. L’angoscia può persistere anche dopo anni, contribuendo a stati d’ansia e depressione.
  • Rabbia per la mancanza di controllo (65%): È difficile capire perché una persona cara non riesca a fermarsi, nonostante le conseguenze devastanti. “Non ci sono scuse… perché lo fai, perché non smetti e basta?”, si chiedeva una donna parlando della madre. Questa rabbia a volte viene tenuta dentro, logorando silenziosamente.
  • Senso di disperazione (54%): La sensazione che la situazione non migliorerà mai, che non ci sia via d’uscita. “Ho capito che non finiva mai”, ha detto una giovane donna del suo ex partner. È un sentimento che prosciuga le energie e la speranza.

Ma non finisce qui. Emergono anche sentimenti di vergogna (sia per il gioco altrui che per il proprio coinvolgimento nel tentativo di aiutare), insicurezza, senso di colpa (“Forse non ho fatto abbastanza?”, “È colpa mia se non ho notato prima?”), sensazione di fallimento, e persino pensieri di fuga. Alcuni si sentono svuotati, “abbattuti” dall’abuso emotivo o dalla dipendenza finanziaria da altri.

Ritratto fotografico di una donna di mezza età con espressione preoccupata e stanca, luce soffusa laterale, obiettivo 35mm, bianco e nero, profondità di campo ridotta per enfatizzare l'isolamento emotivo legato al gioco d'azzardo di un familiare.

Relazioni Sotto Assedio: Conflitti, Tensione e Isolamento

Il gioco d’azzardo non erode solo l’individuo, ma anche il tessuto connettivo delle sue relazioni. Circa tre quarti degli AOs (75.6%) hanno riportato danni in quest’area. Le dinamiche più comuni?

  • Maggiore tensione (56%): Bugie, sospetti, mancanza di fiducia, risentimento. Si finge che vada tutto bene, si mente a familiari e amici, a volte persino al giocatore stesso. “Semplicemente non mi fidavo più di lei”, ha raccontato una donna della sorella.
  • Maggiore conflittualità (50%): Litigi, discussioni accese, ultimatum, a volte persino violenza. Le discussioni sul gioco diventano la norma, avvelenando l’atmosfera familiare.
  • Minore piacere nel tempo trascorso insieme (46%): Lo stress e i conflitti rendono difficile godersi i momenti con le persone care. Si riduce il tempo di qualità, si evitano le uscite sociali, ci si isola. Una donna raccontava come le vacanze fossero rovinate dalla ricerca ossessiva del marito di un punto scommesse (TAB).

Le interviste hanno rivelato storie di isolamento sociale (amici che si allontanano perché non capiscono, o perché non si vuole mostrare la propria situazione), abuso emotivo (sentirsi sminuiti, incolpati, umiliati), trascuratezza delle responsabilità relazionali, minacce di separazione (sia da parte dell’AO che del giocatore) e, in alcuni casi, separazioni effettive. Spesso, chi viveva la situazione più da vicino (partner, ex-partner) riportava i danni più intensi.

Il Vortice Finanziario: Quando il Gioco Prosciuga Tutto

Il denaro è spesso il nodo centrale del problema. Quasi due terzi degli AOs (61%) hanno subito danni finanziari diretti. Le conseguenze più frequenti?

  • Riduzione del denaro disponibile per le spese (48%): Spesso l’AO si ritrova a coprire le spese del giocatore, rinunciando alle proprie necessità. “Dovevo coprire le sue spese personali… questo riduceva quello che potevo avere per me”, ha spiegato una giovane donna.
  • Riduzione dei risparmi (40%): I risparmi vengono erosi, a volte consapevolmente per aiutare, altre volte perché sottratti con l’inganno o rubati.
  • Meno spese per attività ricreative (35%): Niente più cene fuori, cinema, vacanze. Questo impatta anche sui figli o nipoti, creando sensi di colpa e tensioni. “Mi sentivo in colpa… non potevo permettermi di far fare loro nessuna di quelle cose”, ha detto una donna parlando dei figli.

Le storie raccolte parlano di ritardi nei pagamenti delle bollette, tagli alle spese essenziali (cibo, medicine, cure mediche, manutenzione), aumento dei debiti (spesso su carte di credito), necessità di trovare un secondo lavoro per sbarcare il lunario, e persino dover chiedere aiuto a organizzazioni caritatevoli (spesso con grande imbarazzo e vergogna). Nei casi più gravi, si arriva a vendere beni personali, subire il distacco delle utenze, perdere beni significativi (auto, casa, attività commerciali) e affrontare la bancarotta.

Fotografia macro di mani che contano poche monete su un tavolo di legno scuro, illuminazione controllata per evidenziare la scarsità, obiettivo macro 90mm, alta definizione dei dettagli delle monete e delle mani segnate dalla preoccupazione, simboleggiando le difficoltà finanziarie causate dal gioco d'azzardo altrui.

La Salute Messa a Dura Prova: Stress, Insonnia e Malessere

Lo stress cronico legato al gioco d’azzardo altrui lascia segni profondi anche sulla salute fisica e mentale. Quasi il 60% degli AOs ha riportato danni in questa sfera. I più comuni?

  • Perdita di sonno per stress e preoccupazione (45%): L’ansia per il comportamento del giocatore, per le conseguenze economiche, per il futuro, tiene svegli la notte. La mancanza di sonno porta poi a stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità durante il giorno.
  • Perdita di sonno per il tempo passato con il giocatore (24%): Aspettare che torni a casa, gestire le sue crisi, stargli accanto… tutto questo ruba ore preziose di riposo.
  • Problemi di salute legati allo stress (24%): Mal di testa, ipertensione, problemi cardiaci. Lo stress cronico può scatenare o peggiorare condizioni mediche preesistenti. Una donna ha raccontato di aver avuto due attacchi di cuore, aggiungendo: “Non darò la colpa a [lui] per questo, ma probabilmente non ha aiutato”.
  • Aumento dei sintomi depressivi (24%): Sentirsi sopraffatti, tristi, senza speranza. In alcuni casi, l’abuso emotivo subito contribuisce direttamente alla depressione. Una partecipante ha raccontato la diagnosi di PTSD (Disturbo da Stress Post-Traumatico) ricevuta dal medico: “Ho detto al mio dottore ‘Ma non sono mai stata in Iraq’ e lui ha riso e mi ha detto ‘No, tesoro, tua madre è stata la tua guerra’”.

Le interviste hanno fatto emergere anche altri aspetti preoccupanti: maggiore ricorso ai servizi sanitari (sia per problemi fisici che mentali), cambiamenti nelle abitudini alimentari (mangiare meno per mancanza di soldi o appetito, o mangiare di più cibi poco sani per conforto), aumento del consumo di tabacco o alcol come meccanismi di coping disfunzionali, riduzione dell’attività fisica, trascuratezza delle proprie cure mediche, esperienze di violenza domestica (fisica e verbale), scarsa igiene personale e, nei casi più estremi, autolesionismo e pensieri suicidari.

Lavoro e Studio: Opportunità Perdute e Performance Ridotte

Anche la sfera professionale e formativa non è immune. Quasi un terzo degli AOs (33%) ha riportato danni legati al lavoro o allo studio. Cosa succede?

  • Utilizzo del tempo di lavoro/studio per gestire problemi legati al gioco (22%): Telefonate continue, richieste di aiuto economico o emotivo, necessità di assentarsi per risolvere crisi.
  • Riduzione della performance (20%): Stanchezza, difficoltà di concentrazione, stress incidono sulla produttività e sulla qualità del lavoro o dello studio. “Il mio capo mi chiedeva ‘Cosa c’è che non va?’. Un paio di volte mi hanno mandato a casa perché non mi ritenevano in grado [di lavorare]”, ha detto una partecipante.
  • Mancanza di disponibilità per impegni extra (18%): Impossibilità di fare straordinari, partecipare a corsi di formazione, accettare promozioni a causa degli impegni e dello stress legati alla situazione familiare.

Le narrazioni parlano di carriere interrotte, studi abbandonati o ritardati, perdita del lavoro, conflitti con i colleghi. Molti si sentono frustrati per aver dovuto sacrificare le proprie ambizioni per sostenere la persona cara, sentendo di essere “quelli che scendono a compromessi mentre loro non ne fanno assolutamente nessuno”.

Scena grandangolare di una scrivania disordinata con fogli sparsi e una tazza di caffè freddo sotto una luce fioca da ufficio, obiettivo grandangolare 20mm, lunga esposizione per suggerire il tempo perso e la difficoltà di concentrazione dovuta allo stress legato al gioco d'azzardo di una persona cara.

Altri Danni: Trascuratezza e Piccoli Furti

Infine, c’è una categoria “altri danni”, riportata da circa il 19% degli AOs. Qui troviamo comportamenti come la trascuratezza dei bisogni dei figli (anche se spesso mitigata dall’aiuto di altri familiari) e il piccolo furto (petty theft), come prendere soldi da amici o familiari senza chiedere, o addirittura rubare cibo per necessità. È interessante notare che nessuno degli intervistati ha ammesso di aver commesso reati gravi per finanziare il gioco o pagare debiti, suggerendo forse il mantenimento di un limite etico nonostante la disperazione, o una reticenza a parlarne.

Un Intreccio Inestricabile di Sofferenze

Quello che emerge con forza da questo studio è che i danni non sono compartimenti stagni. Sono profondamente interconnessi. Il danno finanziario, ad esempio, è spesso il motore che alimenta lo stress emotivo, i conflitti relazionali e i problemi di salute. La tensione relazionale porta all’isolamento e peggiora il benessere psicologico. Lo stress incide sulla salute e sulla capacità di lavorare o studiare.

È un circolo vizioso che intrappola le persone colpite indirettamente, rendendo la loro esperienza davvero “senza fine”, come diceva quella partecipante. Capire queste connessioni è fondamentale se vogliamo davvero aiutarle.

Cosa Possiamo Fare? La Necessità di un Supporto Mirato

Questo studio non ci lascia solo con un quadro desolante, ma anche con indicazioni preziose. È evidente la necessità di interventi mirati per le persone colpite indirettamente dal gioco d’azzardo. Non basta aiutare chi gioca, dobbiamo prenderci cura anche di chi gli sta intorno. Servono:

  • Supporto psicologico ed emotivo: Per gestire lo stress, l’ansia, la depressione, la rabbia, il senso di colpa.
  • Consulenza finanziaria e pratica: Per aiutare a gestire le difficoltà economiche, ricostruire una stabilità, proteggersi.
  • Supporto per le relazioni: Per migliorare la comunicazione, ricostruire la fiducia (quando possibile), gestire i conflitti.
  • Maggiore consapevolezza pubblica e sanitaria: Medici, insegnanti, datori di lavoro, e la comunità in generale devono essere più informati sull’impatto del gioco sugli AOs, per poter riconoscere i segnali di stress e indirizzare le persone verso l’aiuto.
  • Servizi integrati: È cruciale che i diversi servizi (sanitari, sociali, finanziari) collaborino per offrire un supporto completo e coordinato.

Il gioco d’azzardo problematico è una ferita che sanguina ben oltre la persona che gioca. Ascoltare le voci di chi vive nell’ombra di questa dipendenza, come ha fatto questo studio, è il primo passo per riconoscere la loro sofferenza e costruire percorsi di aiuto efficaci. Perché nessuno dovrebbe sentirsi intrappolato in una situazione che sembra “non finire mai”.

Fonte: Springer

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