Fotografia di un gruppo diversificato di futuri insegnanti che discutono animatamente di strategie didattiche per la matematica attorno a un tavolo rotondo, con appunti e libri sparsi, in un ambiente universitario moderno. Obiettivo 35mm, luce naturale da finestra, colori vivaci e atmosfera collaborativa.

Matematica: Cosa Credono Davvero i Futuri Insegnanti? Sveliamo i Segreti della Scala TEDS-M in Australia

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, ne sono convinto, è cruciale per il futuro dell’educazione matematica: le credenze dei futuri insegnanti. Sì, proprio quello che pensano sulla matematica e su come insegnarla. Perché è così importante? Beh, perché quello che un insegnante crede influenza profondamente il suo modo di stare in cattedra, le attività che propone e, alla fine, quello che imparano gli studenti.

Il Dibattito Eterno: Istruzione Esplicita vs. Apprendimento per Scoperta

Ultimamente, si è riacceso un po’ ovunque il dibattito su quale sia il modo migliore per insegnare matematica. Da una parte c’è chi spinge per l’istruzione esplicita, dove l’insegnante modella chiaramente procedure e concetti. Dall’altra, c’è chi sostiene l’apprendimento basato sull’indagine (inquiry-based), dove gli studenti sono più attivi nello scoprire e costruire la conoscenza. In Australia, ad esempio, un recente rapporto nazionale ha dato una bella spinta all’istruzione esplicita, definendola una pratica pedagogica efficace. Ma, come spesso accade, le opinioni sono discordanti. Alcuni temono che troppa istruzione esplicita, pur migliorando magari i risultati nei test, possa spegnere l’interesse degli studenti per la matematica. Insomma, la questione è complessa.

Capire le Credenze: Una Sfida Necessaria

Di fronte a questo scenario, diventa fondamentale avere strumenti validi per capire cosa pensano davvero i futuri insegnanti. Le loro credenze cambiano durante il percorso di formazione? Si allineano con le nuove direttive politiche o pedagogiche? Le credenze, definite come quelle “comprensioni, premesse o proposizioni sul mondo ritenute psicologicamente vere”, sono considerate un fattore chiave che spiega i comportamenti e le pratiche degli insegnanti. Misurarle, però, non è semplice. Si possono usare interviste approfondite, osservazioni in classe, ma per studi su larga scala servono strumenti più agili, come i questionari.

Lo Strumento Sotto la Lente: La Scala TEDS-M

Uno dei questionari più influenti e utilizzati a livello internazionale è quello sviluppato per lo studio TEDS-M (Teacher Education and Development Study in Mathematics). Questo studio ha coinvolto 17 paesi e ha misurato le conoscenze e le credenze dei futuri insegnanti di matematica alla fine del loro percorso formativo. La scala TEDS-M esplora diverse dimensioni:

  • Matematica come insieme di regole e procedure (MR): L’idea che la matematica sia fondamentalmente un elenco di fatti e passaggi da memorizzare.
  • Matematica come processo di indagine (MI): La visione della matematica come scoperta, esplorazione e ragionamento.
  • Apprendimento tramite la direzione dell’insegnante (LT): La convinzione che gli studenti imparino meglio seguendo precise istruzioni.
  • Apprendimento tramite coinvolgimento attivo (LS): L’idea che gli studenti debbano essere protagonisti attivi del loro apprendimento, anche sbagliando e cercando soluzioni proprie.
  • Matematica come abilità innata (AC): La credenza che per riuscire in matematica conti più il talento naturale che l’impegno.

Questa scala è stata usata in molti studi successivi, ma spesso dando per scontata la sua validità e affidabilità in contesti diversi da quelli originali. Ci siamo chiesti: funziona davvero bene anche qui in Australia, un paese che non aveva partecipato allo studio TEDS-M iniziale?

Fotografia di ritratto di un giovane insegnante in formazione, pensieroso, seduto in un'aula moderna e luminosa con lavagna alle spalle, obiettivo 35mm, profondità di campo, luce naturale laterale, toni caldi e accoglienti.

La Nostra Indagine in Australia

Così, abbiamo deciso di mettere alla prova la scala TEDS-M. Abbiamo raccolto i dati da 760 futuri insegnanti (di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria) provenienti da due università in un’area metropolitana australiana, tra il 2017 e il 2020. Volevamo vedere se la struttura originale a cinque fattori della scala reggeva anche nel nostro campione e se le sotto-scale erano affidabili. Abbiamo usato tecniche statistiche avanzate come l’Analisi Fattoriale Confermativa (CFA) e la Modellizzazione Esplorativa dell’Equazione Strutturale (ESEM).

Cosa Abbiamo Scoperto: Sorprese e Conferme

I risultati sono stati davvero interessanti! Prima di tutto, abbiamo avuto una “fotografia” delle credenze dei futuri insegnanti australiani:

  • Tendono a vedere la matematica più come un processo di indagine (MI) che come un semplice insieme di regole (MR), anche se riconoscono l’importanza di queste ultime.
  • Supportano fortemente l’idea che gli studenti debbano avere un ruolo attivo nell’apprendimento (LS).
  • Solo una piccola percentuale (circa il 12%) crede fermamente che l’apprendimento debba avvenire principalmente sotto la stretta direzione dell’insegnante (LT).
  • In generale, non credono che l’abilità matematica sia fissa e innata (AC), ma piuttosto che l’impegno conti molto.

Questi risultati sono in linea con quelli di molti altri paesi dello studio TEDS-M, suggerendo una tendenza globale nei programmi di formazione a promuovere visioni più costruttiviste e orientate allo studente. Tuttavia, questo stride un po’ con la spinta politica verso l’istruzione esplicita di cui parlavamo all’inizio. C’è forse uno scollamento tra la formazione universitaria e le direttive ministeriali?

La Struttura della Scala: Serve un Tagliando!

Ma la scoperta forse più importante riguarda la struttura stessa della scala TEDS-M. Le nostre analisi (prima la CFA, poi l’ESEM) hanno mostrato che il modello originale a cinque fattori non si adattava bene ai nostri dati. In particolare, la sotto-scala sull’apprendimento attivo degli studenti (LS) è risultata problematica. Alcuni dei suoi item sembravano misurare l’opposto della sotto-scala sull’apprendimento guidato dall’insegnante (LT), altri erano formulati in modo tale che quasi tutti si dichiaravano d’accordo (chi direbbe che non è importante capire *perché* una risposta è corretta?), rendendo la scala poco discriminante e difficile da interpretare. Anche un item della scala sull’abilità fissa (AC) non funzionava bene.

Fotografia macro di un questionario TEDS-M cartaceo con risposte cerchiate, una matita appoggiata sopra, focus preciso sui dettagli del testo e della carta, illuminazione controllata da studio per evidenziare la texture, obiettivo macro 100mm.

Abbiamo quindi testato un modello alternativo. Rimuovendo l’intera sotto-scala LS e l’item problematico della scala AC, abbiamo ottenuto un modello a quattro fattori (MR, MI, LT, AC-modificata) che si adattava molto meglio ai dati e mostrava una buona affidabilità (misurata con Alpha di Cronbach e Omega di McDonald). Questo modello a 27 item (invece dei 34 originali) sembra essere una versione più robusta e affidabile per misurare le credenze dei futuri insegnanti nel contesto australiano. Un’altra buona notizia è che calcolare semplicemente la media dei punteggi per ciascuna delle quattro sotto-scale rimanenti fornisce un risultato molto simile a quello ottenuto con modelli statistici più complessi, rendendo lo strumento pratico da usare nella ricerca quotidiana.

Implicazioni e Prossimi Passi: Cosa Ci Dice Tutto Questo?

Questa ricerca ha diverse implicazioni. Innanzitutto, fornisce alla comunità scientifica una versione validata e più affidabile della scala TEDS-M per il contesto australiano (e potenzialmente per altri contesti simili). Questo è fondamentale per poter confrontare i risultati di studi diversi e monitorare come cambiano le credenze degli insegnanti nel tempo, magari proprio in risposta a nuove politiche educative.

In secondo luogo, i problemi riscontrati con la scala LS ci fanno riflettere su come misuriamo le credenze sull’apprendimento attivo. Forse le domande attuali sono troppo generiche o scontate. Future ricerche potrebbero sviluppare strumenti più sfumati, magari ispirandosi alle tre visioni di Ernest (Instrumentalist, Platonic, Problem-Solving) o inserendo elementi di contesto nelle domande (es. “Cosa pensi dell’apprendimento attivo quando lavori con studenti con difficoltà?”). Potrebbe essere utile anche usare approcci diversi, come chiedere ai partecipanti di ordinare le opzioni prima di valutarle (rank-then-rate), per stimolare una riflessione più profonda.

Infine, la forte correlazione che abbiamo trovato tra la credenza nell’apprendimento guidato dall’insegnante (LT) e la credenza nell’abilità fissa (AC) conferma quanto emerso in studi qualitativi: le idee degli insegnanti sulle capacità degli studenti influenzano molto le loro scelte didattiche.

Fotografia grandangolare di un'aula universitaria durante un workshop sulla didattica della matematica. Futuri insegnanti lavorano in piccoli gruppi attorno a tavoli con materiali manipolativi, sullo sfondo slide proiettate. Obiettivo grandangolare 24mm, luce ambientale mista, messa a fuoco nitida sull'interazione tra studenti.

In Conclusione

Capire cosa credono i futuri insegnanti sulla matematica è essenziale. Il nostro studio ha validato una versione modificata e più snella (a quattro fattori) della scala TEDS-M per l’Australia, dimostrando che è uno strumento affidabile e pratico. Abbiamo visto che i futuri insegnanti australiani tendono a preferire un approccio basato sull’indagine e sul ruolo attivo dello studente, anche se la strada per misurare queste credenze in modo sempre più preciso è ancora aperta. Spero che questo lavoro possa essere utile per continuare a esplorare questo affascinante mondo delle credenze e per migliorare sempre di più la formazione dei nostri insegnanti di matematica!

Fonte: Springer

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