Obesità: Il Conto Nascosto che Pesa sulle Nostre Tasche (e sulla Società!)
Amici, parliamoci chiaro. L’obesità non è solo una questione di bilancia o di taglia dei vestiti. È una condizione complessa, una vera e propria malattia cronica che, purtroppo, sta dilagando a macchia d’olio in tutto il mondo. Pensate che negli ultimi 50 anni, la sua prevalenza è quasi triplicata! E le previsioni? Non sono rosee: si stima che entro il 2035 oltre 4 miliardi di persone, circa metà della popolazione mondiale, saranno in sovrappeso o obese. Un numerone, vero?
Ma al di là dell’impatto sulla salute individuale, con un aumento del rischio di tante malattie e una riduzione dell’aspettativa di vita, c’è un aspetto che spesso sottovalutiamo: il peso economico dell’obesità. E non parlo solo delle spese sanitarie dirette. C’è un intero universo di costi “nascosti”, i cosiddetti costi indiretti, che gravano pesantemente sulle spalle della società e, alla fine, di ognuno di noi.
Proprio di questo voglio parlarvi oggi, prendendo spunto da un interessantissimo studio finlandese pubblicato su BMC Public Health, che ha messo sotto la lente d’ingrandimento proprio questi costi, spesso ignorati ma incredibilmente significativi.
Lo studio finlandese: numeri che parlano chiaro
I ricercatori finlandesi hanno fatto un lavoro certosino. Hanno preso un campione rappresentativo di oltre 5.500 adulti, li hanno seguiti nel tempo e hanno incrociato i dati sulla loro salute (raccolti tramite esami medici e questionari nell’ambito dell’indagine FinHealth 2017) con i registri nazionali. Parliamo di registri che tracciano l’utilizzo delle risorse sanitarie, l’acquisto di farmaci, i periodi di malattia, le pensioni di invalidità, i percorsi riabilitativi e persino i decessi. Insomma, una miniera di informazioni!
L’obiettivo? Capire quanto costa davvero l’obesità, distinguendo tra:
- Costi diretti: spese per farmaci, visite mediche, ricoveri ospedalieri.
- Costi indiretti: legati alla perdita di produttività (assenze per malattia, pensioni di invalidità, mortalità prematura) e ai periodi di riabilitazione.
E qui, signore e signori, arriva la vera bomba. Per le persone in età lavorativa (18-64 anni), i costi indiretti non solo esistono, ma costituiscono la maggior parte del fardello economico totale dell’obesità!
Quando il “non detto” costa di più
Cerchiamo di capire meglio con qualche cifra. Lo studio ha suddiviso i partecipanti in base all’Indice di Massa Corporea (IMC):
- Normopeso (NW): IMC 18.5–24.9 kg/m²
- Sovrappeso (OW): IMC 25.0–29.9 kg/m²
- Obesità di Classe I (OBI): IMC 30.0–34.9 kg/m²
- Obesità di Classe II–III (OBII–III): IMC ≥ 35.0 kg/m²
Ebbene, i costi indiretti annuali medi per persona in età lavorativa sono stati:
- Normopeso: 1.683 €
- Sovrappeso: 2.957 €
- Obesità Classe I: 4.488 €
- Obesità Classe II-III: 4.654 €
Notate la progressione? Già il sovrappeso ha costi indiretti quasi doppi rispetto al normopeso. E con l’obesità, la cifra si impenna ulteriormente.
Se poi guardiamo ai costi totali (diretti + indiretti) annuali medi per persona, la musica non cambia:
- Normopeso: 3.314 €
- Sovrappeso: 4.902 €
- Obesità Classe I: 7.129 €
- Obesità Classe II-III: 7.372 €
Impressionante, vero? Rispetto a una persona normopeso, chi è in sovrappeso costa il 31% in più, chi ha un’obesità di classe I l’83% in più, e chi soffre di obesità grave (classe II-III) addirittura il 95% in più! Tradotto in soldoni, e tenendo conto di età e sesso, la differenza di costo annuale per persona è di 1.124 € per il sovrappeso, 3.002 € per l’obesità di classe I e 3.443 € per l’obesità di classe II-III, rispetto a chi ha un peso normale.

Ma da dove vengono questi costi indiretti?
Vi starete chiedendo cosa contribuisce maggiormente a questi costi indiretti. Principalmente due fattori: assenze per malattia (quelle superiori ai 10 giorni, perché quelle più brevi in Finlandia sono a carico del datore di lavoro e non tracciate a livello nazionale) e pensioni di invalidità. Questi due elementi da soli rappresentano circa il 93.5% dei costi indiretti totali!
È interessante notare come cambia il “peso” di questi fattori:
- Nelle persone normopeso e sovrappeso, la componente principale dei costi indiretti sono le assenze per malattia (circa il 52%).
- Nelle persone con obesità (classe I e II-III), sono invece le pensioni di invalidità a pesare di più (oltre il 53%).
Questo significa che l’aumento dei costi indiretti nell’obesità è guidato in modo significativo dalla maggiore probabilità di finire in pensione di invalidità. Pensate che la percentuale di persone con pensione di invalidità passa dall’1.9% nel gruppo normopeso al 6.1% nell’obesità di classe I e al 6.8% nell’obesità di classe II-III. Un balzo enorme! E il problema è che, una volta entrati in un regime di pensione di invalidità temporanea, il ritorno al lavoro è purtroppo poco comune, il che significa costi cumulativi nel tempo davvero considerevoli.
Le cause più comuni per queste assenze prolungate e pensioni di invalidità? Disturbi mentali e muscoloscheletrici, in tutti i gruppi di IMC, senza differenze significative nella loro distribuzione. Questo suggerisce che l’aumento dei costi indiretti con l’obesità è dovuto principalmente a un aumento generale della morbilità.
Un impatto a livello nazionale da non sottovalutare
Se proiettiamo questi dati a livello nazionale, in Finlandia, le persone in età lavorativa con obesità (classi I, II e III), che rappresentano circa il 24.7% della popolazione, sono responsabili del 33% dei costi diretti, del 39.5% dei costi indiretti e del 36.8% dei costi totali. Anche le persone in sovrappeso, che sono il 35.8% della popolazione, contribuiscono per il 36.2% ai costi totali.
Complessivamente, i costi aggiuntivi associati al sovrappeso e all’obesità negli adulti in Finlandia ammontano a circa 1.6 miliardi di euro per il sovrappeso e 2.5 miliardi di euro per l’obesità. Stiamo parlando di una cifra che corrisponde all’1.5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) finlandese! Per darvi un’idea, supera i costi stimati legati al consumo di alcol (1.4 miliardi annui) e tabacco (1.3 miliardi nel 2020). Numeri che fanno riflettere.
Non solo obesità grave: anche il sovrappeso ha un costo
Un altro dato importante che emerge dallo studio è che non bisogna aspettare di arrivare all’obesità grave per vedere un impatto economico significativo. Anche il sovrappeso è associato a costi totali notevolmente più alti rispetto al normopeso nella popolazione in età lavorativa. Questo è un cambiamento rispetto a studi precedenti che si erano concentrati solo sui costi diretti nella popolazione adulta generale, suggerendo che il fardello sanitario del sovrappeso e dell’obesità sia particolarmente pesante proprio nella fascia d’età più produttiva.
È come se, invecchiando, altri fattori di costo legati a multimorbilità diventassero predominanti, o forse, tristemente, le persone con i costi più alti legati all’obesità in giovane età non raggiungono la vecchiaia.

Cosa ci portiamo a casa da questo studio?
Beh, innanzitutto la consapevolezza che i costi indiretti sono una fetta enorme della torta quando si parla del fardello economico dell’obesità, specialmente per chi lavora. Questo ci spinge a pensare oltre le semplici spese mediche. I costi indiretti, derivanti da disabilità e malattia, portano con sé anche sofferenza umana. Ridurre questo fardello significa migliorare lo stato di salute e la qualità della vita delle persone.
In secondo luogo, l’allarme non riguarda solo l’obesità conclamata (IMC ≥ 30 kg/m²), ma già il sovrappeso inizia a far sentire il suo peso economico. Questo ci dice che gli impatti negativi sulla salute si accumulano progressivamente.
Certo, lo studio ha le sue limitazioni: non considera le assenze brevi dal lavoro, il “presenteismo” (essere al lavoro ma con produttività ridotta), né tutti i costi del settore sanitario privato. Quindi, i numeri reali potrebbero essere persino più alti. Inoltre, la relazione tra obesità e alcune malattie (come quelle muscoloscheletriche o mentali) è bidirezionale, quindi non si può escludere una causalità inversa in alcuni casi. L’obesità è anche legata a fattori socioeconomici e al livello di istruzione, che a loro volta influenzano le assenze dal lavoro.
Nonostante ciò, il messaggio è forte e chiaro: l’obesità costa, e costa tanto, non solo al sistema sanitario ma all’intera società in termini di produttività persa. Servono programmi sanitari e politiche che affrontino le cause profonde del sovrappeso e dell’obesità con soluzioni sistemiche, offrendo al contempo supporto e trattamento adeguati a chi già convive con questa condizione. Solo così potremo sperare di alleggerire questo pesante fardello economico e, soprattutto, migliorare la vita di milioni di persone.
Fonte: Springer
