Oltre l’Età e la Malattia: Corpo, Autostima e Desiderio nella Terza Età
Ciao a tutti! Oggi voglio chiacchierare con voi di un argomento che spesso viene messo un po’ in disparte, quasi fosse un tabù: la sessualità nelle persone anziane, specialmente quando convivono con malattie croniche. Sembra quasi che, superata una certa età, o di fronte a problemi di salute, il desiderio e l’intimità debbano svanire. Ma è davvero così? E quanto conta come ci vediamo allo specchio e quanto crediamo in noi stessi in tutto questo?
Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante condotto in Turchia che ha cercato di far luce proprio su questo legame: come l’immagine corporea (cioè come percepiamo e ci sentiamo riguardo al nostro corpo) e l’autostima (quanto ci sentiamo validi e ci rispettiamo) influenzino gli atteggiamenti verso la sessualità in persone over 65 con malattie croniche. E i risultati, lasciatemelo dire, sono davvero illuminanti!
Lo studio: uno sguardo da vicino
I ricercatori hanno coinvolto ben 1004 persone, con un’età media intorno ai 70 anni, che frequentavano centri di salute familiare. La maggior parte (circa il 56%) aveva almeno due malattie croniche – una realtà molto comune, visto che si stima che circa l’80% degli anziani ne abbia due o più. Hanno usato questionari specifici per misurare la soddisfazione corporea (la Body–Cathexis Scale), l’autostima (la Rosenberg Self-Esteem Scale) e gli atteggiamenti verso la sessualità (la Sexual Attitude Scale for Elderly People). L’obiettivo era capire se e come questi aspetti fossero collegati.
Corpo, Mente e Desiderio: un legame fortissimo
Ebbene, i risultati parlano chiaro: età, immagine corporea e autostima insieme riescono a spiegare ben l’84% della variabilità negli atteggiamenti “permissivi” (cioè positivi, aperti) verso la sessualità! È una percentuale enorme, che ci dice quanto questi tre fattori siano cruciali.
In particolare, è emerso che:
- Man mano che l’età aumenta, tende a diminuire l’apertura verso la sessualità. Questo potrebbe dipendere da tanti fattori: cambiamenti fisici legati all’invecchiamento (come secchezza vaginale nelle donne o disfunzione erettile negli uomini), ma anche convinzioni culturali o religiose, la paura che l’attività sessuale possa peggiorare problemi di salute, o semplicemente la mancanza di informazioni corrette.
- Al contrario, un’immagine corporea migliore e un livello di autostima più alto hanno un effetto positivo sugli atteggiamenti verso la sessualità. In pratica, piacersi di più e sentirsi persone di valore sembra aprire le porte a una visione più positiva e accettante della propria vita intima, anche in età avanzata e con acciacchi.
Questo legame tra come vediamo il nostro corpo e come ci sentiamo con noi stessi è fondamentale. Lo studio ha trovato una correlazione positiva e significativa tra percezione corporea e autostima. Non è una sorpresa: sentirsi a disagio nel proprio corpo spesso porta a una bassa autostima, che a sua volta può generare insoddisfazione, solitudine, ansia.

L’impatto delle malattie croniche e non solo
Le malattie croniche, purtroppo, gettano spesso un’ombra sulla vita sessuale. Possono ridurre il desiderio, compromettere la funzione sessuale, diminuire l’energia, intaccare l’immagine corporea e l’autostima. Pensiamo anche ai farmaci: molti trattamenti per ipertensione, problemi cardiaci, depressione (solo per citarne alcuni) possono avere effetti collaterali sulla libido e sulla performance sessuale. Lo studio ha infatti identificato alcuni “fattori di rischio” che influenzano negativamente gli atteggiamenti verso la sessualità:
- Avere tra i 74 e gli 85 anni.
- Essere donna (forse per fattori culturali o cambiamenti fisici più impattanti come la menopausa).
- Essere single, divorziati o vedovi.
- Essere analfabeti.
- Avere due malattie croniche.
- Usare farmaci cardiovascolari o psicotropi/sedativi.
- Non avere una vita sessuale attiva.
- Avere rapporti sessuali molto diradati (es. una volta ogni due settimane).
È interessante notare che, nello studio, i partecipanti mostravano in media livelli moderati di insoddisfazione corporea e livelli moderati di autostima. Anche i loro atteggiamenti verso la sessualità erano, in media, moderatamente permissivi. Questo suggerisce che c’è un ampio margine di miglioramento!
Cosa ci portiamo a casa?
Questa ricerca, pur con i suoi limiti (è stata fatta in un contesto specifico, la Turchia orientale, e si basa su auto-dichiarazioni), ci lancia un messaggio potente: la sessualità è una parte importante della vita a tutte le età, anche quando si convive con malattie croniche. E il modo in cui ci percepiamo – il nostro corpo, il nostro valore come persone – gioca un ruolo chiave.
Ignorare questo aspetto significa ignorare un pezzo fondamentale del benessere delle persone anziane. C’è bisogno di parlarne di più, senza imbarazzo o pregiudizi. C’è bisogno di programmi di salute pubblica che aiutino gli anziani, specialmente quelli con malattie croniche, a:
- Migliorare la propria immagine corporea.
- Rafforzare la propria autostima.
- Ricevere informazioni corrette e supporto riguardo alla salute sessuale.
Pensiamo a interventi mirati, magari anche a consulenze specifiche quando si prescrivono farmaci che potrebbero avere impatti sulla sfera intima. Capire meglio i bisogni e le esperienze degli anziani riguardo alla loro sessualità può davvero fare la differenza per la loro qualità di vita.

In fondo, sentirsi bene nel proprio corpo e con sé stessi è la base per vivere pienamente ogni aspetto della vita, desiderio e intimità inclusi, a 60, 70, 80 anni e oltre, nonostante le sfide che l’età e la salute possono presentare. Parliamone, informiamoci e supportiamoci a vicenda!
Fonte: Springer
