Fotografia ritratto di un giovane studente universitario libanese, espressione pensierosa ma resiliente, che guarda verso un futuro incerto. Lo sfondo è leggermente sfocato ma suggerisce un ambiente urbano come Beirut, con segni di vitalità e stress. Obiettivo 35mm, profondità di campo ridotta, luce naturale pomeridiana.

Affrontare la Tempesta: Strategie di Coping Adattive e Maladattive nei Giovani Libanesi in Crisi

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che, ne sono sicuro, tocca le corde di molti di noi: come affrontiamo lo stress e le difficoltà? Vi siete mai chiesti perché alcune persone sembrano navigare le tempeste della vita con una certa resilienza, mentre altre sembrano affondare? Ecco, la risposta, o almeno una parte importante di essa, risiede nelle cosiddette strategie di coping.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante condotto su giovani universitari libanesi, un gruppo di ragazzi e ragazze che si trovano a gestire non una, ma molteplici crisi sovrapposte: instabilità socio-politica, collasso economico, la pandemia di COVID-19 e le conseguenze della devastante esplosione al porto di Beirut. Un vero e proprio cocktail micidiale di stress. Lo studio voleva capire proprio questo: quali strategie mettono in campo questi giovani per far fronte a tutto ciò? E soprattutto, quali funzionano davvero (adattive) e quali, invece, peggiorano le cose (maladattive)?

Ma cosa sono esattamente queste “Strategie di Coping”?

Parliamoci chiaro, il termine “coping” può suonare un po’ accademico, ma in realtà si riferisce a qualcosa che facciamo tutti i giorni. Sono tutti quegli sforzi cognitivi e comportamentali che mettiamo in atto per gestire le richieste, interne o esterne, che percepiamo come stressanti o eccessive per le nostre risorse. Pensatela così: quando la vita ci mette alla prova, il coping è il nostro modo di reagire, di tentare di mantenere l’equilibrio.

Gli psicologi Lazarus e Folkman, pionieri in questo campo, hanno inizialmente distinto due tipi principali di coping:

  • Coping focalizzato sul problema: cerchiamo di affrontare direttamente la causa dello stress, modificando la situazione.
  • Coping focalizzato sull’emozione: cerchiamo di regolare le emozioni negative che derivano dalla situazione stressante.

Questi due approcci non si escludono a vicenda, anzi, spesso li usiamo entrambi. Tuttavia, una categorizzazione più recente, e forse più utile nella pratica, distingue tra strategie adattive e maladattive.

Le strategie adattive sono quelle che, a lungo termine, ci aiutano a stare meglio, a mantenere o migliorare il nostro benessere psicologico. Pensate a cose come:

  • Affrontare attivamente il problema (Active Coping)
  • Cercare una prospettiva positiva (Positive Reframing)
  • Pianificare le azioni da intraprendere (Planning)
  • Accettare ciò che non si può cambiare (Acceptance)
  • Cercare supporto emotivo negli altri (Emotional Support)
  • Cercare aiuto pratico (Instrumental Support)

Le strategie maladattive, invece, sono quelle che magari ci danno un sollievo temporaneo, ma alla lunga peggiorano la situazione o la nostra salute mentale. Esempi includono:

  • Negare il problema (Denial)
  • Evitare di affrontare la situazione (Behavioral Disengagement)
  • Incolpare se stessi (Self-Blame)
  • Abusare di sostanze (Substance Use)
  • Ruminare continuamente sui problemi
  • Isolarsi socialmente

La ricerca ci dice che un uso prevalente di strategie maladattive e la carenza di quelle adattive possono contribuire all’insorgenza di vari problemi psicologici.

Macro fotografia di due fili intrecciati, uno di un colore caldo e vibrante (rappresentante il coping adattivo), l'altro grigio e sfilacciato (coping maladattivo), a simboleggiare le scelte di fronteggiamento dello stress. Obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata per enfatizzare le texture.

Il Contesto Libanese: Vivere Sotto Pressione Costante

Torniamo ai nostri studenti libanesi. Immaginatevi di essere giovani, con sogni e progetti per il futuro, e di trovarvi immersi in un contesto dove:

  • L’economia è al collasso, la moneta locale ha perso gran parte del suo valore, la disoccupazione è alle stelle.
  • C’è una forte instabilità politica e sociale, con proteste e incertezza sul futuro del paese.
  • La pandemia di COVID-19 ha aggiunto un ulteriore strato di stress, isolamento e paura.
  • La capitale, Beirut, è stata devastata da una delle più potenti esplosioni non nucleari della storia, con perdite umane ed economiche enormi.
  • Il sistema bancario è crollato, limitando l’accesso ai propri risparmi.

È difficile persino immaginare il livello di incertezza e pressione psicologica. Eppure, come sottolinea lo studio, questi giovani mostrano una notevole capacità di far fronte alla situazione, utilizzando le risorse a loro disposizione. Ma come?

Adattivo vs Maladattivo: Cosa Dice lo Studio?

I risultati dello studio, condotto su 489 studenti universitari, sono piuttosto chiari e confermano quello che la teoria suggerisce.
Innanzitutto, emerge una forte correlazione positiva tra l’uso di strategie di coping adattive e il benessere psicologico. Chi mette in campo strategie come il pensiero positivo, la pianificazione, l’accettazione e la ricerca di supporto, tende a stare meglio mentalmente, nonostante tutto.

Al contrario, l’uso di strategie maladattive è associato a livelli più alti di psicopatologia, in particolare ansia e depressione, e a una maggiore intolleranza all’incertezza. Chi tende a negare, evitare, incolparsi o rifugiarsi in sostanze, sperimenta un benessere psicologico inferiore. Sembra quasi un circolo vizioso: l’ansia e l’incertezza portano a usare strategie “sbagliate”, che a loro volta alimentano ansia, depressione e malessere.

Un dato interessante riguarda l’intolleranza all’incertezza. Ci si aspetterebbe che chi mal sopporta l’incertezza usi solo strategie maladattive. Invece, lo studio ha trovato che alti livelli di intolleranza all’incertezza possono essere associati *anche* a strategie adattive, specialmente in chi ha buone risorse (come un buon livello di istruzione o resilienza). Forse, in alcuni casi, la difficoltà a tollerare l’ignoto spinge a mobilitare tutte le risorse disponibili per cercare di gestire attivamente la situazione, portando a una sorta di “crescita post-traumatica” (Post-Traumatic Growth).

Ritratto fotografico in bianco e nero di un giovane studente libanese, il volto diviso a metà: una parte mostra tensione e preoccupazione (ansia, incertezza), l'altra calma e determinazione (coping adattivo). Stile film noir, obiettivo 35mm, profondità di campo che sfoca leggermente lo sfondo.

Chi Cambia Piano e Perché? Fattori Demografici e Sociali

Lo studio ha anche esplorato come le crisi abbiano influenzato i piani futuri degli studenti. La maggioranza ha dovuto rivedere i propri progetti. È emersa una differenza di genere interessante: i ragazzi hanno cambiato i loro piani principalmente a causa del COVID-19, mentre le ragazze sono state più influenzate dalla combinazione della crisi economica e sanitaria. Questo potrebbe riflettere le diverse pressioni e vulnerabilità economiche percepite, come il gender pay gap presente anche in Libano.

Altri fattori sembrano influenzare le strategie di coping:

  • Livello di istruzione: Chi percepisce di aver acquisito maggiori competenze all’università tende a usare più strategie adattive. L’istruzione sembra aumentare l’autoefficacia e la capacità di affrontare i problemi.
  • Impatto economico sui genitori: Paradossalmente, gli studenti i cui genitori sono stati *maggiormente* colpiti dalla crisi economica hanno mostrato livelli più alti di coping adattivo in alcune analisi bivariate, ma analisi più complesse (regressione multinomiale) hanno mostrato che essere molto colpiti economicamente era associato a *minori* livelli di coping adattivo. Questo risultato complesso suggerisce che mentre lo stress può mobilitare risorse, un disagio economico estremo può invece prosciugarle, rendendo difficile reagire in modo costruttivo.
  • Ansia e Depressione: Come già detto, alti livelli di ansia sono associati a un minor uso di coping adattivo, mentre alti livelli di depressione sono legati a un maggior uso di coping maladattivo.
  • Facoltà di studio: Anche il percorso di studi sembra avere un ruolo. Ad esempio, studenti di educazione o ingegneria hanno mostrato livelli più bassi di coping maladattivo rispetto a quelli di scienze.

Cosa Possiamo Imparare?

Questo studio, pur con i suoi limiti (è trasversale, basato su autovalutazioni online), ci offre spunti preziosi. Ci ricorda che le strategie che usiamo per affrontare lo stress non sono tutte uguali. Quelle maladattive, come l’evitamento o l’autocommiserazione, possono sembrare una scorciatoia per alleviare la tensione immediata, ma alla lunga ci intrappolano e peggiorano il nostro stato mentale. La coperta è corta, insomma.

Invece, coltivare strategie adattive – come l’accettazione realistica, la ricerca attiva di soluzioni, il riformulare positivamente gli eventi e, fondamentale, chiedere e ricevere supporto emotivo e pratico – è la chiave per proteggere il nostro benessere psicologico, anche (e soprattutto) quando ci troviamo ad affrontare avversità enormi e accumulate come quelle vissute dai giovani libanesi.

Fotografia realistica di un gruppo diversificato di studenti universitari libanesi che lavorano insieme in uno spazio comune luminoso, simboleggiando il supporto tra pari e la pianificazione collaborativa (coping adattivo). Luce naturale che entra dalle finestre, obiettivo 35mm, atmosfera di concentrazione ma anche di sostegno reciproco.

Questo messaggio è cruciale per le istituzioni accademiche e per i professionisti della salute mentale che lavorano con i giovani. Promuovere attivamente queste competenze di coping adattivo può fare una differenza enorme nell’aiutare le nuove generazioni a navigare le inevitabili tempeste della vita, costruendo resilienza e preservando la loro salute mentale. E, perché no, è un invito anche per ciascuno di noi a riflettere su come reagiamo allo stress e a scegliere, consapevolmente, le strategie che ci fanno davvero bene.

Fonte: Springer

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