Zhengzhou Sotto la Lente: Caldo, Disuguaglianze e Rischi Nascosti nelle Nostre Città
Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel cuore di una metropoli moderna, Zhengzhou in Cina, per esplorare un tema che tocca le vite di tutti noi, specialmente con i cambiamenti climatici in atto: il comfort termico. Sì, parliamo di quanto ci sentiamo a nostro agio o a disagio con il caldo (o il freddo, ma qui ci concentriamo sul caldo estivo!) quando siamo all’aperto nelle nostre città.
Ma non ci fermeremo qui. Andremo a scavare più a fondo, analizzando non solo come è cambiato il comfort nel tempo, ma anche come l’esposizione al calore si distribuisce tra la popolazione e, soprattutto, se questa distribuzione è equa. Esiste una disuguaglianza nell’esposizione al calore? E come si combinano tutti questi fattori per creare un vero e proprio rischio da calore?
La cosa davvero interessante del nostro approccio, descritto in uno studio recente, è che non ci siamo limitati a guardare la città nel suo complesso. Abbiamo usato una sorta di “zoom” scientifico, analizzando la situazione a diverse scale: dall’intera città (city-level), scendendo alle contee (county-level), poi ai distretti o quartieri (town-level), fino ad arrivare ai singoli lotti o isolati (parcel-level). Perché? Perché le medie generali possono nascondere realtà molto diverse! Quello che si prova in un parco lussureggiante è ben diverso da quello che si sperimenta in una piazza assolata circondata da asfalto e cemento.
Perché questo studio è importante? Il contesto globale
Viviamo in un mondo sempre più urbanizzato. Le Nazioni Unite ci dicono che entro il 2050 oltre il 68% della popolazione mondiale vivrà in città. Allo stesso tempo, il nostro pianeta si sta riscaldando. L’ultimo decennio è stato quasi 1.1°C più caldo dell’era pre-industriale. Questa combinazione di urbanizzazione e riscaldamento globale sta peggiorando l’ambiente termico urbano, creando le famose “isole di calore”.
Questo non è solo un fastidio. Il caldo eccessivo impatta sulla nostra salute (aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie), sul nostro benessere e persino sull’ecosistema urbano. Si stima che già oggi circa il 30% della popolazione mondiale sia minacciata da temperature elevate. Capire come varia il comfort termico nello spazio e nel tempo è quindi fondamentale per costruire città più sane, vivibili e sostenibili.
Come abbiamo “misurato” il caldo e la sua distribuzione?
Per capire come se la passano gli abitanti di Zhengzhou, abbiamo usato dati satellitari ad alta risoluzione (immagini Landsat) raccolti tra il 1990 e il 2020, combinati con dati sulla popolazione. Niente paura, non vi annoierò con formule complesse, ma ecco l’idea di base:
- Comfort Termico: Abbiamo usato un indice chiamato Modified Temperature and Humidity Index (MTHI), calcolato usando la temperatura superficiale (LST) e un indice di umidità (NDMI) derivati dai dati satellitari. Questo ci dà una misura di quanto “sgradevole” sia il caldo percepito in ogni punto della città.
- Esposizione al Calore: Non basta sapere quanto fa caldo, dobbiamo sapere quante persone sono esposte a quel caldo. Abbiamo quindi “pesato” l’indice di comfort termico con la densità di popolazione in ogni area (population-weighted exposure). Questo ci dice dove il caldo impatta su più persone.
- Disuguaglianza nell’Esposizione: Qui entra in gioco la giustizia ambientale. Abbiamo usato il famoso Coefficiente di Gini (GINI), solitamente applicato all’economia per misurare la disuguaglianza dei redditi, per valutare se l’esposizione al calore è distribuita equamente tra la popolazione. Un Gini vicino a 0 significa perfetta uguaglianza, un Gini vicino a 1 significa massima disuguaglianza.
- Rischio da Calore: Infine, abbiamo combinato questi tre elementi (comfort, esposizione, disuguaglianza) per creare un punteggio di rischio da calore complessivo per ogni area analizzata.
E la parte cruciale: abbiamo fatto tutto questo a quattro diverse scale spaziali, dalla città intera fino ai singoli isolati!
Cosa abbiamo scoperto? Le tendenze nel tempo (1990-2019)
Guardando ai trent’anni passati, i risultati per Zhengzhou sono piuttosto chiari, e forse non sorprendenti:
- Meno Comfort, Più Esposizione: A livello di città, il comfort termico è gradualmente diminuito (l’indice MTHI è salito, indicando più disagio), mentre l’esposizione al calore è costantemente aumentata. Insomma, fa più caldo e più persone ne soffrono.
- Disuguaglianza Crescente (ma con sfumature): Anche il coefficiente di Gini a livello cittadino è aumentato, indicando una crescente disuguaglianza nell’esposizione al calore nel complesso. Tuttavia, guardando più da vicino, a livello di quartieri (town-level), la storia si complica. Sebbene il disagio e l’esposizione siano aumentati nella maggior parte dei quartieri, la disuguaglianza all’interno di molti di essi è diminuita tra gli anni 2000 e 2010. Questo suggerisce che forse alcune politiche urbane o cambiamenti nella distribuzione della popolazione hanno iniziato a rendere l’esposizione leggermente più equa a livello locale, anche se il problema generale peggiorava.
- Accelerazione Recente: Un dato preoccupante è che il peggioramento del comfort e l’aumento dell’esposizione sembrano aver accelerato nell’ultimo decennio analizzato (2010s) rispetto ai precedenti.
Uno sguardo al presente (2020): L’importanza della scala
Analizzare i dati del 2020 a diverse scale ci ha rivelato quanto sia fondamentale non fermarsi alle medie generali.
- Effetto Zoom: A livello di città e contea, Zhengzhou e le sue macro-aree apparivano relativamente omogenee (ad esempio, tutte classificate come “poco confortevoli”). Ma scendendo a livello di quartiere (town) e isolato (parcel), emergeva una straordinaria eterogeneità. Alcuni quartieri erano “confortevoli”, altri “sgradevoli”, altri ancora “molto sgradevoli”. Lo stesso valeva per l’esposizione e la disuguaglianza. La scala del singolo isolato, in particolare, ha rivelato differenze a livello di comunità di vicinato.
- Centro vs Periferia (con sorpresa): Come ci si potrebbe aspettare, nel 2020 le aree centrali della città mostravano in genere un comfort termico inferiore e un’esposizione al calore maggiore rispetto alle aree periferiche, più verdi. Ma ecco la sorpresa: la disuguaglianza nell’esposizione al calore seguiva un andamento opposto! Era più bassa nelle aree centrali e più alta in periferia. Perché? Un’ipotesi è che nel centro, anche se fa più caldo per tutti, i pochi spazi verdi (la principale fonte di raffrescamento locale) sono distribuiti in modo relativamente uniforme o accessibili in modo simile da una popolazione densa. In periferia, invece, ci sono aree verdi più grandi, ma magari sono concentrate e non facilmente accessibili a tutti gli abitanti, creando maggiori disparità nell’accesso ai “servizi di raffrescamento” naturali.
Mappare il Rischio da Calore
Combinando comfort, esposizione e disuguaglianza, abbiamo mappato il rischio complessivo. Anche qui, la scala ha fatto la differenza.
- Polarizzazione nel Centro: A livello di isolato, le aree centrali mostravano una polarizzazione: alcuni isolati avevano un rischio molto basso, altri molto alto, magari a poche centinaia di metri di distanza. Questo dettaglio si perde completamente guardando solo la media della contea o della città.
- Categorie di Rischio Dominanti: Abbiamo identificato diverse combinazioni di rischio (es. “Comfort Basso – Esposizione Alta – Disuguaglianza Bassa”). Le categorie più comuni a livello di isolato erano “Comfort Buono – Esposizione Bassa – Disuguaglianza Bassa” (spesso in periferia) e “Discomfort – Esposizione Alta – Disuguaglianza Bassa” (spesso nel centro). Questo ci dice che nel centro il problema principale è spesso il caldo diffuso e l’alta densità di popolazione, mentre la distribuzione del disagio è relativamente “equa” (tutti stanno male!). In periferia, invece, il problema può essere più legato all’accesso diseguale alle aree più fresche.
Perché l’analisi multiscala è la chiave?
Questo studio dimostra che fermarsi a un’unica scala (ad esempio, quella cittadina) può essere fuorviante. Potremmo pensare che la situazione stia migliorando in generale, mentre a livello di quartiere o isolato ci sono ancora enormi problemi o disuguaglianze nascoste. L’approccio multiscala ci permette di:
- Capire meglio: Avere un quadro completo e accurato della distribuzione spaziale del caldo e dei suoi impatti.
- Agire meglio: Supportare decisioni politiche e piani urbanistici a diversi livelli. Le strategie per l’intera città possono essere integrate da interventi mirati a livello di quartiere o persino di singolo isolato, basati sulle specifiche criticità emerse (disagio, esposizione o disuguaglianza).
Cosa possiamo fare? Strategie per città più fresche e giuste
Basandoci sui risultati per Zhengzhou, ma con implicazioni che valgono per molte città, ecco alcune strategie suggerite:
- Pianificazione Urbana Ottimizzata:
- A scala ampia (città/contea): Rivedere la zonizzazione funzionale, considerare la delocalizzazione di attività molto “calde” (come certe industrie) fuori dal centro, pianificare corridoi di ventilazione per favorire la circolazione dell’aria.
- A scala fine (quartiere/isolato): Identificare le aree prioritarie ad alto rischio e intervenire in modo mirato, ad esempio migliorando la disposizione degli edifici, riducendo la densità edilizia dove possibile, ottimizzando la ventilazione locale.
- Più Verde, Messo Bene:
- A scala ampia: Creare grandi parchi urbani che fungano da “isole di fresco”.
- A scala fine: Promuovere infrastrutture verdi diffuse nelle aree critiche: piccoli parchi di quartiere, tetti verdi, alberature stradali. L’importante non è solo quanto verde, ma anche dove e quanto è accessibile.
- Politiche Integrate e Partecipazione: Inserire le misure di mitigazione del caldo nei piani urbanistici generali e nelle politiche di adattamento climatico. Coinvolgere i cittadini, aumentare la consapevolezza sui rischi e incoraggiare la partecipazione attiva (es. giardini sui tetti, pratiche di irrigazione sostenibile).
- Monitoraggio Continuo: Valutare regolarmente la situazione termica della città a diverse scale e adattare le strategie di conseguenza.
Limiti e Prospettive Future
Ogni studio ha i suoi limiti. Noi ci siamo concentrati sull’estate e il nostro indice MTHI non include variabili importanti come il vento o la radiazione solare diretta. Inoltre, abbiamo guardato al passato e al presente. Sarebbe fondamentale usare modelli climatici (GCM) per prevedere gli scenari futuri e affinare ulteriormente i modelli di comfort termico.
In Conclusione
La nostra analisi multiscala di Zhengzhou ha dipinto un quadro complesso: città alle prese con un comfort termico in calo e un’esposizione al calore in aumento, con dinamiche di disuguaglianza sorprendenti e rischi che variano enormemente nello spazio. La chiave è non fermarsi alla superficie, ma “zoomare” per capire le realtà locali. Solo così potremo sviluppare strategie davvero efficaci e mirate per rendere le nostre città non solo più fresche, ma anche più giuste e sostenibili per tutti i loro abitanti, soprattutto in un’epoca di cambiamenti climatici.
Fonte: Springer