Colpo di Frusta: Non Solo un Mal di Collo! Scopri le Conseguenze Nascoste sulla Tua Mandibola
Amici, parliamoci chiaro: un incidente stradale, anche uno apparentemente banale, può lasciare strascichi ben più fastidiosi di un semplice spavento. Oggi voglio portarvi con me in un viaggio un po’ tecnico, ma super interessante, per capire cosa succede al nostro corpo, in particolare alla zona tra collo, cranio e mandibola, quando subiamo il classico “colpo di frusta”. Fidatevi, c’è molto di più di un semplice torcicollo!
Incidenti Stradali: Un Problema di Salute Pubblica Serio
Prima di addentrarci nei dettagli, capiamo il contesto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci dice che gli incidenti stradali sono un vero e proprio problema di salute pubblica a livello globale. Pensate che ogni anno circa 1,19 milioni di persone perdono la vita a causa di collisioni, e queste rappresentano la principale causa di morte tra bambini e giovani tra i 5 e i 29 anni. Un dato che fa riflettere è che il 92% di questi decessi avviene in paesi a basso e medio reddito, nonostante concentrino “solo” il 60% dei veicoli mondiali. In Ecuador, ad esempio, la situazione è preoccupante: una media di sei persone muore ogni giorno per incidenti stradali. Solo tra gennaio e ottobre 2023, si sono contati 1942 decessi e oltre 17.000 incidenti con più di 15.000 feriti. Numeri da capogiro, vero?
Quando avviene una collisione, i tessuti molli e duri del nostro corpo possono subire danni con manifestazioni cliniche diverse. E qui entra in gioco il nostro protagonista: il complesso cranio-cervico-mandibolare.
Lo Studio di Quito: Cosa Ci Dice sul Colpo di Frusta?
Recentemente, mi sono imbattuto in uno studio affascinante condotto a Quito, in Ecuador, che ha voluto indagare proprio la prevalenza delle lesioni in questa delicata area dopo un incidente stradale. I ricercatori hanno analizzato i dati del Dipartimento di Emergenza dei Vigili del Fuoco del Distretto Metropolitano di Quito (il 911 locale) per gli anni 2019, 2020, 2021, 2022 e il primo semestre del 2023. Hanno coinvolto cinque ospedali con reparti di chirurgia maxillo-facciale, utilizzando una storia clinica standardizzata basata sui Criteri Diagnostici per i Disordini Temporomandibolari (DC/TMD).
Si sono concentrati su sintomi come:
- Dolore cervicale
- Dolorabilità alla palpazione muscolare
- Difficoltà ad aprire la bocca
- Mal di testa regolare
- Scricchiolii articolari
- Artralgia (dolore alle articolazioni)
E i risultati? Preparatevi, perché sono piuttosto eloquenti. La dolorabilità alla palpazione muscolare ha mostrato una prevalenza incredibilmente alta, raggiungendo il 71,03%! Seguita dalla difficoltà ad aprire la bocca (14,33%) e dal mal di testa regolare (25,31%). Interessante notare come la dolorabilità muscolare e il mal di testa fossero particolarmente frequenti negli adulti più anziani (over 55), rispettivamente con il 32,56% e il 30,23%.
In generale, lo studio ha evidenziato che le lesioni al complesso cranio-cervico-mandibolare dovute a incidenti stradali hanno portato a una prevalenza di dolore muscolare (tra il 25% e il 32,5%) e mal di testa (tra il 20% e il 30%) in tutta la popolazione studiata, inclusi bambini, adolescenti, adulti e anziani.

Ma Cosa Sono Esattamente i Disordini Temporomandibolari (DTM)?
Forse vi starete chiedendo cosa siano questi DTM. Bene, i Disordini Temporomandibolari sono un gruppo di condizioni che causano dolore e disfunzione nell’articolazione della mandibola (ATM) e nei muscoli che controllano il movimento della mascella. Si stima che la loro incidenza nella popolazione mondiale sia intorno al 34%, con la fascia d’età 18-60 anni come la più colpita. Pensate che i DTM integrano almeno 30 disturbi di salute differenti, che coinvolgono alterazioni muscolari, il complesso condilo-disco dell’articolazione e i tessuti adiacenti. Spesso coesistono con altre condizioni come mal di testa, fibromialgia, emicrania, mal di schiena e sindrome dell’intestino irritabile. Possono essere transitori o permanenti, passando da un semplice click della mandibola a un dolore facciale invalidante.
Storicamente, si è sempre cercato un evento traumatico scatenante per i sintomi dei DTM, e gli studi retrospettivi hanno spesso trovato forti associazioni tra una storia di traumi (cervicali, cranici, mandibolari, colpo di frusta) e la probabilità di sviluppare DTM. Tuttavia, questi studi a volte trascurano traumi meno evidenti legati alla funzione quotidiana della mandibola, come l’apertura prolungata della bocca o sublussazioni.
Il Legame Inextricabile tra Collo, Mandibola e Muscoli
Vi siete mai chiesti perché un colpo al collo possa influenzare la mandibola? C’è una stretta relazione funzionale e biomeccanica tra l’articolazione temporo-mandibolare (ATM), la colonna cervicale e la muscolatura masticatoria. Questa connessione è dovuta alla continuità dei sistemi neuromuscolari e fasciali. In pratica, una disfunzione in una di queste strutture può influenzare le altre. Ad esempio, alterazioni nell’ATM, come uno spostamento del disco o un’ipomobilità articolare, possono generare cambiamenti compensatori nella postura cervicale, influenzando la stabilità della colonna e causando sintomi come dolore al collo, mal di testa e restrizione del movimento. Allo stesso modo, un’iperattività o disfunzione dei muscoli masticatori (come il massetere e gli pterigoidei) può aumentare la tensione nei muscoli cervicali, favorendo l’insorgenza di pattern posturali alterati.
Le manifestazioni cliniche associate alla sindrome da colpo di frusta possono comparire dopo un periodo di tempo variabile dal trauma, e possono essere classificate come sindrome da colpo di frusta o sindrome da colpo di frusta ritardata. Lo scenario clinico è estremamente variabile, con diversi segni e sintomi che possono interagire in modi differenti, complicando la diagnosi. Mal di testa, dolore e rigidità cervicale, dolore alla spalla, mal di schiena, disturbi nel complesso cranio-cervico-mandibolare, parestesie, vertigini, disturbi visivi e capogiri sono tutti segnali che possono comparire dopo il trauma.
È interessante notare che i sintomi acuti possono essere minimi o assenti subito dopo l’incidente, per poi aumentare gradualmente nei giorni successivi, probabilmente a causa della diffusione dell’edema nei tessuti molli. Spesso, i disturbi associati al colpo di frusta si auto-limitano nel tempo, con molti pazienti che vengono osservati solo nei primi mesi. Tuttavia, alcuni studi hanno riportato che i sintomi dei DTM si sviluppano nella prima settimana dopo un incidente d’auto nella maggior parte dei pazienti, variando da un mese a cinque anni dopo l’incidente. Addirittura, un’analisi con risonanza magnetica ha scoperto anomalie dell’ATM nel 95% dei pazienti con colpo di frusta che presentavano sintomi all’ATM, ma che non avevano riportato traumi diretti al viso, alla testa o alla mandibola ed erano considerati totalmente asintomatici prima dell’incidente!

Controversie e Fattori Prognostici
C’è un dibattito tra gli esperti sul fatto che il colpo di frusta possa causare sintomi più gravi (specialmente a breve termine) rispetto ai pazienti non traumatizzati. I pazienti con DTM post-traumatico sembrano avere maggiori probabilità di sperimentare dolore al collo, mal di testa, dolore facciale e dolore ai muscoli masticatori. Alcuni studi suggeriscono che questi pazienti non rispondano adeguatamente al trattamento conservativo e richiedano metodi aggiuntivi.
Ci sono poi dei fattori che possono indicare una prognosi negativa nel recupero funzionale e nell’insorgenza dei DTM. Tra questi:
- Alta velocità d’impatto (> 60 km/h)
- Alta intensità del dolore iniziale
- Posizione della testa durante l’impatto
- Assenza di poggiatesta
- Età avanzata
- Sesso femminile (fattori genetici o comportamentali potrebbero implicare una minore resistenza muscolare e strutturale, associata a una maggiore iperlassità ormono-dipendente e minore adattamento allo stress, che favorisce la sensibilizzazione centrale e la possibilità di dolore)
- Deformità della colonna cervicale
- Casi legali in corso
Questi fattori, purtroppo, non sempre vengono considerati nell’anamnesi e nel successivo piano di trattamento. I DTM, come conseguenza del colpo di frusta, possono evolvere in dolore cronico a causa della neuroplasticità in diverse strutture neuronali, responsabile dell’amplificazione della nocicezione e di una risposta esagerata al dolore. Il dolore cronico, in questi casi, non è correlato al danno attuale alla struttura articolare, e l’energia trasmessa spesso è insufficiente a causare vere lesioni permanenti. Un controllo della fase acuta e una gestione multidisciplinare possono risolvere la condizione in breve tempo, limitando sostanzialmente la cronicizzazione.
Limitazioni dello Studio e Conclusioni
Come ogni ricerca, anche questo studio ha le sue limitazioni. La raccolta di informazioni da database solleva la possibilità di bias nei dati, e i ricercatori non avevano controllo su come i dati venivano inseriti. Inoltre, essendo uno studio condotto solo nella città di Quito, i risultati non possono essere generalizzati ad altre città con diverse condizioni di traffico. Tuttavia, studi osservazionali come questo sono preziosissimi per identificare associazioni e relazioni che meritano ulteriori indagini.
In conclusione, quello che emerge chiaramente è che le lesioni al complesso cranio-cervico-mandibolare a seguito di incidenti stradali sono una realtà significativa. La prevalenza di dolore muscolare (tra il 25% e il 32,5%) e mal di testa (tra il 20% e il 30%) in tutta la popolazione studiata (bambini, adolescenti, adulti e anziani) ci dice che il colpo di frusta è una bestia più complessa di quanto si pensi, e le sue conseguenze possono estendersi ben oltre il semplice dolore al collo, andando a impattare seriamente sulla nostra qualità di vita attraverso disturbi alla mandibola. Un motivo in più per guidare con prudenza e, in caso di incidente, non sottovalutare mai nessun sintomo!
Fonte: Springer
