Un simpatico Yorkshire Terrier seduto tra una ciotola di cibo secco e una di cibo umido, guardando verso l'obiettivo con aria interrogativa. Prime lens 35mm, depth of field che sfoca leggermente lo sfondo, luce calda da studio, focus sugli occhi espressivi del cane e sulle diverse texture del cibo.

Cibo Secco vs Umido: Chi Vince la Battaglia per Denti Sani nel Tuo Yorkie?

Amici amanti dei cani, parliamoci chiaro: la salute dentale dei nostri amici a quattro zampe è una cosa seria, serissima! E chi ha un adorabile Yorkshire Terrier sa bene quanto possano essere inclini a qualche problemino in bocca. La malattia parodontale, quella brutta infiammazione che parte dalla gengiva e può portare anche alla perdita dei denti, è purtroppo molto comune nei cani, con stime che parlano di percentuali altissime, tra il 44% e addirittura il 100%! Eppure, spesso ce ne accorgiamo tardi.

Una delle domande che mi sento fare più spesso, e che mi sono posto anch’io come appassionato e studioso del mondo canino, è: ma il tipo di cibo che diamo al nostro cane fa davvero la differenza per i suoi denti? C’è questa idea diffusa che le crocchette (il cibo secco) aiutino a “pulire” i denti grazie all’azione meccanica della masticazione, un po’ come uno spazzolino naturale, mentre il cibo umido, più morbido, favorirebbe l’accumulo di placca. Ma è davvero così semplice? La scienza cosa dice a riguardo?

Il Dilemma: Secco o Umido? Cosa Dice la Scienza (finora)?

Beh, la verità è che gli studi fatti finora hanno dato risultati un po’ contrastanti. Alcune ricerche suggeriscono che il cibo secco possa effettivamente aiutare a ridurre placca, tartaro e gengivite rispetto a quello umido. Altre, invece, non hanno trovato correlazioni significative tra la consistenza della dieta e lo stato di salute della bocca del cane. Insomma, un bel rebus!

Proprio per cercare di capirci qualcosa di più, abbiamo colto un’opportunità unica: studiare da vicino un gruppo di Yorkshire Terrier ospitati presso il Waltham Petcare Science Institute. Questi piccoli concentrati di energia e affetto sono noti per essere particolarmente predisposti ai problemi dentali fin da giovani, quindi erano i candidati perfetti per la nostra indagine.

Yorkshire Terrier Sotto la Lente: Il Nostro Studio

Abbiamo seguito 28 Yorkie, tra i 37 e i 53 mesi di vita (quindi nel loro primo anno circa). Li abbiamo divisi in tre gruppi in base alla dieta che seguivano già da quando avevano 14 settimane:

  • Un gruppo mangiava solo cibo secco commerciale.
  • Un gruppo mangiava solo cibo umido commerciale.
  • Un gruppo mangiava un mix dei due, offerti contemporaneamente.

È importante sottolineare che tutti i cani erano seguiti in un ambiente controllato, quindi sapevamo esattamente cosa mangiavano, senza snack extra o cure dentali casalinghe (niente spazzolino, niente masticativi specifici) che potessero influenzare i risultati.

Cosa abbiamo fatto? Durante i controlli veterinari periodici (in anestesia generale, per poter esaminare tutto per bene senza stressarli), abbiamo prelevato dei campioni di placca batterica da due punti strategici: proprio sul margine gengivale (GM – Gingival Margin) e un po’ più in profondità, sotto la gengiva (SG – Subgingival). L’idea era analizzare il microbiota orale, cioè l’insieme di tutti i batteri che vivono in quella specifica zona della bocca, per vedere se la dieta avesse un impatto sulla sua composizione. Abbiamo usato tecniche avanzate di sequenziamento genetico (il sequenziamento del gene 16S rRNA, per i più tecnici) per identificare le “famiglie” batteriche presenti.

Primo piano di un adorabile Yorkshire Terrier che guarda incuriosito due ciotole, una con crocchette secche e una con cibo umido. Macro lens 90mm, high detail, precise focusing sulla texture del cibo e sul musetto del cane, controlled lighting per evidenziare la scena.

Batteri Buoni e Cattivi: Le Scoperte nel Dettaglio

E qui viene il bello! Analizzando milioni di sequenze genetiche (oltre 6,7 milioni!), abbiamo identificato centinaia di tipi diversi di batteri. Utilizzando un metodo statistico chiamato Analisi Fattoriale Esplorativa (che ci aiuta a trovare gruppi di batteri che si comportano in modo simile), abbiamo fatto delle scoperte interessanti.

Scoperta Chiave #1 (Riguarda la placca sul margine gengivale – GM):
Abbiamo identificato un gruppo specifico di batteri (chiamato tecnicamente Factor Group 3). Ebbene, nei cani che mangiavano cibo umido, questo gruppo era dominato da batteri spesso associati alla malattia parodontale (come specie dei generi Schwartzia, Selomonas e Treponema, appartenenti ai phyla Firmicutes e Spirochaetes). Al contrario, nei cani che mangiavano cibo secco, lo stesso gruppo era caratterizzato da batteri più spesso legati a una gengiva sana (come specie dei generi Capnocytophaga e Pasteurella, dei phyla Bacteroidetes e Proteobacteria). E i cani con dieta mista? Si trovavano a metà strada, con un mix di entrambi i tipi di batteri. Questo suggerisce che il cibo secco sembra favorire un “ecosistema” batterico più amico della salute gengivale, almeno a livello del margine.

Scoperta Chiave #2 (Riguarda il confronto tra placca sopra e sotto la gengiva nei cani con dieta umida):
Un altro gruppo di batteri (Factor Group 7) ci ha mostrato una differenza interessante, ma solo nei cani che mangiavano esclusivamente cibo umido. Nella placca raccolta sopra il margine gengivale (GM), prevalevano batteri che amano l’ossigeno (aerobi o anaerobi facoltativi, come specie dei generi Aquaspirillum, Helomonas, per lo più Gram-negativi). Nella placca raccolta sotto la gengiva (SG), invece, dominavano batteri che preferiscono ambienti senza ossigeno (anaerobi o anaerobi facoltativi, come specie dei generi Peptostreptococcaceae, Parvimonas, Fusobacterium, per lo più anaerobi). Questa differenza tra “sopra” e “sotto” era molto meno evidente nei cani che mangiavano cibo secco. Potrebbe significare che il cibo secco aiuta a contrastare la formazione di quelle condizioni “senza ossigeno” sotto gengiva, dove prosperano i batteri più problematici legati alla parodontite avanzata.

Visualizzazione astratta del microbiota orale canino. Sfondo sfocato di una bocca di cane, in primo piano sfere colorate fluttuanti che rappresentano diversi batteri (alcune verdi 'buone', altre rosse 'cattive'). Macro lens 100mm, depth of field, high detail sulle sfere batteriche, illuminazione drammatica.

La Sorpresa: Microbiota Diverso, Salute Simile?

A questo punto, potreste pensare: “Fantastico! Allora basta dare cibo secco e il gioco è fatto!”. Eh no, attenzione, la biologia è sempre più complessa di così. Nonostante queste differenze significative a livello di batteri (il microbiota), quando siamo andati a vedere lo stato di salute clinico delle gengive e dei denti dei nostri Yorkie… sorpresa! Non abbiamo trovato differenze significative tra i tre gruppi di dieta. Sia i cani nutriti a secco, sia quelli nutriti a umido, sia quelli con dieta mista mostravano livelli simili di gengivite (in media, un punteggio tra 1.40 e 1.52 su una scala da 0 a 4) e una percentuale simile di denti già colpiti da parodontite iniziale (tra il 12% e il 14% circa).

Come si spiega questa apparente contraddizione? Il microbiota cambia, sembra andare in una direzione più “sana” con il cibo secco, ma la salute generale della bocca non migliora visibilmente (almeno non nel periodo del nostro studio)?
Le ipotesi sono diverse:

  • Forse lo studio, durato circa un anno, non è stato abbastanza lungo per vedere emergere differenze cliniche significative. La malattia parodontale progredisce lentamente.
  • Forse il numero di cani per gruppo (anche se 28 non sono pochissimi per studi di questo tipo) non era sufficiente per rilevare piccole differenze nello stato di salute.
  • Forse la predisposizione genetica degli Yorkshire Terrier alla malattia parodontale è così forte che l’effetto della dieta da solo non basta a fare una differenza clinica marcata, soprattutto nel primo anno di vita.
  • Forse l’effetto del cibo secco è più sulla prevenzione dell’accumulo di tartaro (che non abbiamo misurato specificamente in questo studio ma che altri studi suggeriscono) che non direttamente sulla gengivite o sulla parodontite iniziale.

Cosa Portare a Casa da Questa Ricerca?

Quindi, qual è il succo della storia? Questo studio ci dice che la dieta che scegliamo per il nostro cane ha un impatto reale sull’ecosistema batterico della sua bocca. Il cibo secco sembra spingere questo ecosistema verso un profilo associato a una maggiore salute gengivale rispetto al cibo umido, riducendo la colonizzazione da parte di batteri tipici della placca matura e della malattia parodontale.

Tuttavia, questo cambiamento nel microbiota non si è tradotto, nel nostro studio su giovani Yorkie, in un miglioramento clinico evidente della salute parodontale. Questo non significa che la dieta non conti nulla, anzi! Ma ci ricorda una cosa fondamentale: la dieta da sola, anche quella apparentemente “migliore” come la secca, non è una bacchetta magica contro i problemi dentali, specialmente in razze predisposte come lo Yorkshire Terrier.

La mia raccomandazione, basata su questi risultati e sulla letteratura scientifica generale? Certo, scegliere una buona dieta è importante, e il cibo secco *potrebbe* offrire qualche vantaggio a livello microbico. Ma non possiamo assolutamente affidarci solo a quello. Per gestire efficacemente la malattia parodontale e mantenere la bocca del nostro cane sana, sono fondamentali altri metodi di igiene dentale:

  • Spazzolamento quotidiano dei denti: è ancora il metodo più efficace in assoluto!
  • Utilizzo di masticativi dentali specifici e approvati.
  • Controlli veterinari regolari della bocca.
  • Pulizie dentali professionali (detartrasi) sotto anestesia quando necessario.

Insomma, la lotta alla placca e alla malattia parodontale si vince su più fronti. La dieta è un tassello del puzzle, ma non dimentichiamo tutti gli altri!

Mano di una persona che spazzola delicatamente i denti di uno Yorkshire Terrier con uno spazzolino per cani. Prime lens 35mm, depth of field, focus sui denti e lo spazzolino, luce naturale morbida, espressione collaborativa del cane.

Fonte: Springer

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