Celiachia nei Bambini: E se un Gene Fosse la Chiave? La Sorpresa dell’Interleuchina-15
Ciao a tutti! Oggi ci addentriamo in un argomento che tocca molte famiglie: la celiachia nei bambini. È una condizione complessa, un’enteropatia immuno-mediata scatenata dal glutine in persone geneticamente predisposte (quelle con gli alleli HLA-DQ2/DQ8, per intenderci). Sappiamo che la dieta senza glutine è, ad oggi, l’unica vera terapia, ma la ricerca non si ferma mai, cercando di capire sempre più a fondo i meccanismi che la scatenano e, magari, trovare nuovi modi per diagnosticarla o trattarla.
Ma cosa c’entra l’Interleuchina-15 (IL-15)?
Sentiamo spesso parlare di sistema immunitario e infiammazione quando si discute di celiachia. Bene, l’Interleuchina-15 (IL-15) è una di quelle molecole messaggere, una citochina, che gioca un ruolo da protagonista in questa partita. Immaginatela come un direttore d’orchestra che, nella celiachia, sembra dirigere un po’ troppo forte la risposta immunitaria nell’intestino. È prodotta da diverse cellule, incluse quelle della parete intestinale (enterociti), e stimola l’attivazione e la proliferazione di particolari globuli bianchi, i linfociti, contribuendo al danno della mucosa intestinale (la famosa atrofia dei villi). Si pensa che le stesse peptidi del glutine (la gliadina) possano indirettamente aumentare la produzione di IL-15, innescando una sorta di circolo vizioso infiammatorio. Non a caso, livelli più alti di IL-15 sono stati correlati a un danno intestinale più severo.
Uno Sguardo da Vicino: Lo Studio Egiziano
Proprio per capire meglio il ruolo dell’IL-15, un gruppo di ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Universitario di Alessandria d’Egitto ha condotto uno studio interessante, un po’ caso-controllo e un po’ prospettico. Hanno coinvolto 54 bambini con una nuova diagnosi di celiachia e 44 bambini sani come gruppo di controllo, simili per età e sesso. L’obiettivo? Valutare dati demografici, sintomi, esami di laboratorio, risultati delle endoscopie e, soprattutto, cercare un legame con una specifica variazione genetica (un polimorfismo a singolo nucleotide, o SNP) nel gene dell’IL-15 (identificato come rs2857261) e con i livelli di IL-15 nel sangue. Hanno anche seguito i bambini celiaci per 9 mesi dopo l’inizio della dieta senza glutine (GFD).
Genetica e Celiachia: La Sorpresa dell’SNP rs2857261
Ed ecco la scoperta più succosa! Analizzando il DNA dei partecipanti, i ricercatori hanno trovato differenze significative nella distribuzione di questo specifico SNP (rs2857261) tra i bambini celiaci e i controlli. In particolare:
- Il genotipo A/A (cioè avere la variante ‘A’ su entrambe le copie del gene) era molto più comune nei bambini con celiachia (48.1%) rispetto ai controlli (solo 6.8%). Questa differenza era statisticamente molto significativa (p < 0.0001).
- Al contrario, i genotipi A/G e G/G erano significativamente meno frequenti nei pazienti celiaci e più comuni nei controlli.
Cosa significa? Sembra proprio che avere il genotipo A/A per questo SNP dell’IL-15 sia associato a un aumento della suscettibilità a sviluppare la celiachia. Le varianti A/G e G/G, invece, sembrano avere un effetto protettivo. È affascinante pensare come una piccola variazione nel nostro codice genetico possa influenzare il rischio di ammalarsi! È importante notare, però, che questi risultati sono in contrasto con uno studio simile condotto in Turchia, dove era il genotipo G/G ad essere più frequente nei celiaci. Questo ci ricorda quanto sia complessa la genetica e come le differenze tra popolazioni possano giocare un ruolo.

Livelli di IL-15 nel Sangue: Un Possibile Biomarker?
Non solo genetica. Lo studio ha anche misurato i livelli di IL-15 nel siero dei bambini. E i risultati confermano il suo coinvolgimento: i bambini con celiachia appena diagnosticata avevano livelli di IL-15 significativamente più alti (in media 15.45 pg/ml) rispetto ai bambini sani (media 14.18 pg/ml). La differenza era netta (p < 0.001). Anzi, l'analisi statistica (la curva ROC) ha mostrato che la misurazione dell'IL-15 ha un’ottima capacità di distinguere i bambini celiaci dai controlli, con una sensibilità del 98.15% e una specificità del 90.91% usando un valore soglia (cut-off) di 14.3 pg/ml. Questo suggerisce che l’IL-15 potrebbe essere un potenziale biomarker, un indicatore biologico utile nella diagnosi o nel monitoraggio della celiachia.
Sintomi, Esami e Genetica: Ci Sono Legami?
Lo studio ha anche raccolto informazioni sui sintomi e sugli esami dei bambini celiaci. I sintomi più comuni al momento della diagnosi erano:
- Gonfiore addominale (61.11%)
- Mancata crescita (Failure to thrive) (59.26%)
- Dolore addominale cronico (57.41%)
- Stanchezza cronica (55.56%)
- Diarrea cronica (44.4%)
Molti bambini mostravano anche segni di malnutrizione e anemia. A livello istologico, il danno intestinale più frequente era di tipo Marsh 3C (37%), ma è interessante notare che un altro 37% dei pazienti è stato diagnosticato senza biopsia, seguendo le linee guida ESPGHAN più recenti (basate su livelli molto alti di anticorpi anti-transglutaminasi e positività degli anti-endomisio). I ricercatori hanno poi provato a vedere se il genotipo IL-15 (A/A, A/G o G/G) influenzasse i sintomi, i livelli degli anticorpi, la gravità del danno intestinale o la risposta alla dieta senza glutine dopo 9 mesi. Sorprendentemente, non hanno trovato associazioni significative. Il genotipo non sembrava influenzare né la presentazione clinica né la risoluzione dei sintomi o la normalizzazione degli anticorpi nel periodo di follow-up considerato.

Cosa Significa Tutto Questo? Implicazioni e Futuro
Questo studio, pur con i suoi limiti (è stato condotto in un unico centro, non ha misurato l’IL-15 dopo la dieta senza glutine e ha analizzato un solo SNP), aggiunge un tassello importante alla nostra comprensione della celiachia. Ci dice due cose fondamentali:
- I livelli di IL-15 sono effettivamente più alti nei bambini con celiachia attiva, confermando il suo ruolo nell’infiammazione e suggerendo un suo potenziale uso come biomarker.
- Una specifica variante genetica del gene IL-15 (rs2857261), il genotipo A/A, sembra aumentare il rischio di sviluppare la malattia, mentre altre varianti (A/G, G/G) sembrano protettive, almeno nella popolazione studiata.
Queste scoperte sono importanti perché l’IL-15 è vista come un possibile bersaglio terapeutico. Bloccare l’azione dell’IL-15 potrebbe rappresentare una nuova strategia per trattare la celiachia, specialmente per i casi refrattari alla dieta o per prevenire le complicanze. Ovviamente, come sottolineano gli stessi autori, servono studi più ampi, su popolazioni diverse, che valutino più varianti genetiche e che misurino l’IL-15 anche dopo l’inizio della dieta, per confermare questi risultati ed esplorare appieno le potenzialità terapeutiche. La strada è ancora lunga, ma ogni scoperta ci avvicina a una gestione sempre migliore della celiachia. Continuiamo a seguire con interesse i progressi della ricerca!

Fonte: Springer
