Miopia nei Bambini: E se il Segreto Fosse Nascosto nel Flusso Sanguigno dell’Occhio?
La Miopia: Un’Ombra che si Allunga sui Nostri Ragazzi
Ragazzi, parliamoci chiaro: la miopia sta diventando un problema enorme, quasi un’epidemia silenziosa, specialmente tra i più giovani. Avete presente quella sensazione di vedere sfocato da lontano? Ecco, sempre più bambini e adolescenti la sperimentano. Pensate che in alcune zone dell’Asia Orientale si arriva addirittura al 90% dei ragazzi! Non è solo una questione di occhiali, la miopia, soprattutto se elevata, può portare a problemi seri alla vista in futuro. Ma perché sta succedendo? E soprattutto, cosa succede dentro l’occhio quando la miopia avanza?
L’occhio miope tende ad allungarsi più del normale, un po’ come un palloncino che si gonfia troppo. Questo allungamento, chiamato lunghezza assiale (AL), è il principale indiziato. Ma cosa lo provoca? Una delle teorie più affascinanti chiama in causa la coroide. Immaginatela come lo strato super nutriente e vascolarizzato che sta sotto la retina, quella specie di pellicola fotografica che cattura le immagini. La coroide porta ossigeno e nutrimento, ed è fondamentale per la salute dell’occhio. Alcuni studi suggeriscono che nei bambini miopi questo strato si assottigli e che il flusso di sangue al suo interno diminuisca, forse anche prima che l’occhio inizi ad allungarsi visibilmente. Potrebbe essere proprio questa alterazione del flusso sanguigno uno dei motori della progressione miopica?
L’Occhio ai Raggi X (Ma Senza Raggi X!): L’OCT-Angiografia
Per capirci qualcosa di più, abbiamo bisogno di strumenti che ci permettano di “guardare dentro” l’occhio in modo dettagliato e, soprattutto, non invasivo. Qui entra in gioco una tecnologia pazzesca: l’OCT-Angiografia (OCTA). Immaginate una specie di ecografia super avanzata che usa la luce per creare mappe tridimensionali dei vasi sanguigni della retina e della coroide, senza bisogno di iniettare coloranti. È come avere una finestra privilegiata sulla microcircolazione oculare.
Grazie all’OCTA, possiamo misurare un sacco di parametri: la densità dei vasi sanguigni (Vessel Density, VD), lo spessore dei vari strati (come la coroide stessa, CT, o le fibre nervose retiniche, RNFL), e un indice chiamato Choroidal Vascularity Index (CVI), che misura il rapporto tra vasi e tessuto di supporto nella coroide. Però, questi indici a volte danno risultati contrastanti o non colgono appieno le sottili variazioni del flusso.
CCFD: Il Nuovo Indizio nel Flusso Coroideale?
Ed ecco che spunta un nuovo protagonista, forse più sensibile nel cogliere i problemi di circolazione nella parte più fine della coroide, la coriocapillare: il Choriocapillary Flow Deficit (CCFD). Un nome un po’ tecnico, lo so, ma l’idea è semplice: l’OCTA ci mostra la coriocapillare come una rete fittissima di vasi. Il CCFD misura le “aree scure” in questa rete, zone dove il flusso sanguigno sembra essere ridotto o assente. Più sono estese e numerose queste aree, maggiore è il deficit di flusso. Abbiamo pensato: e se questo CCFD fosse un indicatore più precoce e affidabile dei cambiamenti legati alla miopia rispetto ad altri parametri?

Studi precedenti su altre malattie oculari, come la degenerazione maculare o la retinopatia diabetica, avevano già mostrato l’utilità del CCFD. Ma sulla miopia, specialmente nei bambini, i dati erano pochi e a volte contraddittori. Così, ci siamo messi al lavoro.
La Nostra Indagine: Occhi Puntati sui Bambini Miopi
Abbiamo coinvolto quasi 300 bambini e ragazzi tra gli 8 e i 16 anni, dividendoli in tre gruppi:
- Gruppo A: Non miopi (o con una leggerissima ipermetropia)
- Gruppo B: Miopia lieve (fino a -3 diottrie)
- Gruppo C: Miopia moderata (da -3 a -6 diottrie)
Nessuno di loro aveva fatto terapie specifiche per la miopia prima. Abbiamo fatto a tutti un esame completo della vista e poi li abbiamo sottoposti all’esame OCTA, misurando tutti quei parametri di cui parlavamo prima, con un focus particolare sul CCFD, sia nella zona centrale della retina (la macula) sia attorno al nervo ottico.
Risultati Sorprendenti: La Curva a “U” del Flusso Sanguigno
E qui arriva la parte interessante, quasi una sorpresa! Ci aspettavamo forse una diminuzione progressiva del flusso (quindi un aumento del CCFD) man mano che la miopia aumentava. Invece, abbiamo visto qualcosa di diverso:
- I bambini con miopia lieve (Gruppo B) avevano un CCFD inferiore rispetto ai non miopi (Gruppo A). Sembra quasi che all’inizio la coroide reagisca positivamente!
- Ma nei bambini con miopia moderata (Gruppo C), il CCFD schizzava in alto, diventando significativamente maggiore rispetto agli altri due gruppi.
Insomma, una specie di curva a “U”. Abbiamo anche visto che il CCFD (sia la sua densità che la dimensione media delle aree scure) era correlato direttamente con la lunghezza dell’occhio (AL) e con il grado di miopia (SE). Più l’occhio era lungo e miope (nel gruppo moderato), maggiore era il deficit di flusso.
Analizzando più a fondo la relazione tra grado di miopia (SE) e CCFD, abbiamo identificato dei “punti di svolta” attorno a -1.14 / -1.25 diottrie. Sotto questa soglia, più aumentava la miopia, più aumentava il CCFD. Sopra questa soglia (cioè per miopie bassissime o non miopia), la relazione era inversa. Questo suggerisce che forse, nelle fasi iniziali, l’occhio mette in campo dei meccanismi di autoregolazione per mantenere un buon flusso sanguigno nella coroide, ma quando la miopia diventa più importante, questi meccanismi potrebbero non bastare più, portando a un deficit.

Altre scoperte interessanti nella macula: lo spessore della coroide (CT) diminuiva significativamente nei miopi moderati, come ci si aspettava. E abbiamo notato anche cambiamenti nella densità dei vasi sanguigni negli strati più profondi della retina (Deep Vascular Complex, DVC), che sembravano aumentare al centro ma diminuire in periferia nei miopi moderati, forse un altro tentativo di compensazione?
Non Solo Macula: Cosa Succede Attorno al Nervo Ottico?
Ma l’occhio non è solo la macula. Abbiamo guardato anche cosa succedeva attorno al disco ottico, il punto da cui parte il nervo ottico. Qui le cose si fanno complesse. L’allungamento dell’occhio miope sembra “stirare” la retina e le fibre nervose in modo non uniforme. Abbiamo osservato che:
- Nel lato nasale del disco ottico (quello verso il naso), nei miopi moderati lo spessore delle fibre nervose (RNFL) e la densità dei capillari (RPC e SVC) tendevano a diminuire.
- Nel lato temporale (quello verso la tempia), invece, questi parametri tendevano ad aumentare.
Questo “stiramento” asimmetrico potrebbe essere dovuto al modo in cui l’occhio cresce e si deforma con la miopia, mettendo sotto stress soprattutto la parte nasale del nervo ottico. È affascinante vedere come lo spessore delle fibre nervose e la densità dei vasi sanguigni vadano spesso a braccetto in queste zone, suggerendo una stretta interdipendenza funzionale.

Perché Tutto Questo è Importante? Il CCFD Come Spia della Miopia
Ok, tanti dati, ma qual è il succo? Il punto cruciale è che il CCFD sembra essere un indicatore molto sensibile dei cambiamenti nel flusso sanguigno coroideale associati alla progressione della miopia, forse più di altri parametri usati finora. L’idea che un flusso sanguigno alterato nella coroide giochi un ruolo chiave nello sviluppo e peggioramento della miopia è supportata da molte ricerche. Si pensa che una riduzione del flusso possa portare a ipossia sclerale (carenza di ossigeno nella sclera, la parte bianca dell’occhio), e questo potrebbe innescare quei processi di rimodellamento che fanno allungare l’occhio.
La nostra scoperta della curva a “U” e dei punti di svolta è intrigante: suggerisce che l’occhio lotta per mantenere l’equilibrio finché può, ma poi, superata una certa soglia di miopia, il sistema va in crisi e il flusso peggiora. Monitorare il CCFD potrebbe quindi darci informazioni preziose su come sta evolvendo la miopia in un bambino e forse, in futuro, aiutarci a capire se un trattamento sta funzionando nel migliorare anche la salute vascolare dell’occhio.
Limiti e Prossimi Passi
Certo, il nostro è stato uno studio “fotografico”, abbiamo guardato la situazione in un dato momento (cross-sectional). Sarebbe importantissimo seguire questi ragazzi nel tempo (studi longitudinali) per vedere come il CCFD cambia man mano che la miopia progredisce (o si stabilizza). Inoltre, nel nostro gruppo non avevamo bambini con miopia elevata (oltre -6 diottrie), che sono quelli a maggior rischio di complicanze. Sarà fondamentale includerli in studi futuri per avere un quadro completo.
In conclusione, la nostra ricerca suggerisce che guardare al deficit di flusso nella coriocapillare (CCFD) con l’OCTA ci offre una prospettiva nuova e promettente per capire meglio i meccanismi della miopia nei bambini. Non è solo una questione di lenti e diottrie, ma anche di microcircolazione e salute profonda dell’occhio. Il CCFD potrebbe diventare uno strumento importante per monitorare la progressione miopica e, chissà, magari un giorno anche per guidare terapie più mirate. La strada è ancora lunga, ma abbiamo acceso un’altra luce nel complesso puzzle della miopia.
Fonte: Springer
