Shanghai Bollente: Come Salvare le Storiche Case Lilong dal Surriscaldamento (Senza Rovinarle!)
Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante, un po’ insolito forse, tra i vicoli storici di Shanghai e le sfide del futuro. Avete presente quelle iconiche case a schiera, le lilong, che raccontano la storia della città tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento? Sono dei veri gioielli architettonici, strutture in legno e mattoni che trasudano fascino. Ma c’è un problema, uno grosso: il cambiamento climatico.
Il Caldo che Avanza: Una Minaccia Silenziosa per il Patrimonio
Proprio così. Le temperature globali stanno salendo, e Shanghai non fa eccezione. Gli studi prevedono un aumento significativo, che si traduce in estati sempre più torride. E cosa succede alle nostre amate lilong? Beh, rischiano di trasformarsi in vere e proprie serre. Immaginate di vivere lì dentro, senza un adeguato isolamento o sistemi di raffrescamento moderni. Il comfort termico va a farsi benedire, e con esso la qualità della vita. Questo fenomeno si chiama surriscaldamento interno (indoor overheating), ed è una minaccia seria, soprattutto per gli edifici storici vincolati.
Il Dilemma della Conservazione: Ristrutturare o Preservare?
Qui arriva il bello, o meglio, il complicato. Perché queste case non sono edifici qualsiasi. Molte sono classificate come patrimonio storico, il che significa che non puoi semplicemente abbattere un muro o cambiare le finestre come ti pare. Ci sono dei vincoli di conservazione ben precisi, pensati per proteggere quegli “elementi caratterizzanti” che rendono uniche queste abitazioni – facciate particolari, finestre decorate, tetti tradizionali.
Allora che si fa? Lasciamo che gli abitanti soffrano il caldo pur di non toccare nulla? O interveniamo rischiando di compromettere il valore storico? È una bella gatta da pelare. La sfida è trovare un equilibrio: migliorare le prestazioni termiche degli edifici per adattarli al clima che cambia, senza però snaturarne l’essenza.
Mettersi nei Panni (Virtuali) di una Lilong: La Simulazione
Per capire meglio come affrontare questo problema, alcuni ricercatori (e qui entra in gioco lo studio che vi sto raccontando) hanno fatto una cosa super interessante: hanno usato delle simulazioni energetiche al computer. Hanno creato un modello virtuale di una tipica lilong in stile appartamento (basata su un complesso reale chiamato Yongjia New Village, classificato come edificio storico) e l’hanno “messa alla prova” con i dati climatici attuali (un anno meteorologico tipico, TMY) e quelli previsti per il 2050, seguendo uno scenario di emissioni elevate (RCP8.5).
L’obiettivo? Misurare quante ore all’anno la temperatura interna supererebbe la soglia di comfort (le cosiddette “ore di surriscaldamento”) e di quanto (i “gradi ora di surriscaldamento”). I risultati base, senza interventi, non sono stati incoraggianti: nel 2050, le ore di surriscaldamento potrebbero aumentare fino al 32% rispetto ad oggi. E, come prevedibile, chi sta all’ultimo piano soffre di più!
Scenari di Conservazione e Misure di Adattamento: Cosa si Può Fare?
Qui viene il bello della ricerca. Invece di dire “non si può toccare nulla”, hanno immaginato tre diversi scenari di conservazione, focalizzati su cosa *non* si poteva modificare:
- Scenario 1: Conservazione dei Muri. Si potevano migliorare finestre e tetto, ma i muri esterni dovevano restare com’erano.
- Scenario 2: Conservazione delle Finestre. Muri e tetto potevano essere adattati, ma le finestre originali erano intoccabili.
- Scenario 3: Conservazione del Tetto. Via libera a interventi su muri e finestre, ma il tetto doveva mantenere il suo aspetto.
Per ciascuno scenario, hanno testato diverse misure di adattamento al cambiamento climatico (CCAMs), applicandole solo alle parti “modificabili”:
- Migliorare l’isolamento (di muri o tetto)
- Installare un tetto verde (vegetato)
- Aumentare la riflettanza solare del tetto (renderlo più “bianco” per riflettere il sole)
- Aggiungere schermature solari esterne (tipo tende o persiane)
- Incrementare la ventilazione naturale (aprendo di più le finestre o usando griglie nei muri)

I Risultati: Sorprese e Conferme
E qui arrivano le scoperte più succose! Quale scenario funziona meglio? Quali misure sono più efficaci?
Beh, tenetevi forte: lo scenario di conservazione dei muri (quindi potendo intervenire su finestre e tetto) è risultato il più efficace! Combinando le migliori misure possibili per finestre e tetto, si è ottenuta una riduzione delle ore di surriscaldamento fino al 69%. Notevole, no?
Al secondo posto, lo scenario di conservazione del tetto (intervenendo su muri e finestre), con una riduzione fino al 53%.
Il meno performante è stato lo scenario di conservazione delle finestre (intervenendo su muri e tetto), con una riduzione massima del 31%. Questo ci dice quanto siano importanti le finestre, sia per la gestione del calore solare (con schermature) sia per la ventilazione. Se non puoi toccarle, le opzioni si riducono parecchio.
Tra le singole misure, alcune chicche:
- La ventilazione naturale notturna (far circolare aria fresca di notte) è potentissima, sia aprendo le finestre sia usando aperture nei muri. Fa davvero la differenza.
- Aumentare la riflettanza del tetto (SR09_roof) è molto efficace, specialmente quando non si possono toccare le finestre.
- Le schermature solari esterne (SS) sono ottime per ridurre il surriscaldamento e rendono l’effetto meno dipendente dall’orientamento della stanza.
- Attenzione all’isolamento dei muri! Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, aggiungere isolamento ai muri esterni (RC_wall), in questo contesto, ha addirittura peggiorato il surriscaldamento estivo. Perché? Perché intrappola il calore che entra dalle finestre e ne impedisce la dispersione notturna. L’isolamento del tetto (RC_roof) invece aiuta, ma meno di altre misure.
- Il tetto verde (VR), almeno nella versione “estensiva” testata, ha avuto un impatto minimo.
La Morale della Favola: Adattamento su Misura
Cosa ci insegna tutto questo? Che non esiste una ricetta unica! La cosa fantastica è che, anche con i vincoli della conservazione, si possono ottenere miglioramenti enormi nel comfort interno e adattare questi edifici preziosi al clima che cambia. La chiave è un approccio su misura: analizzare quali sono gli elementi da preservare assolutamente in *quella specifica* casa lilong e poi applicare le misure più efficaci sulle parti restanti.
Questa ricerca dimostra che il patrimonio storico non è solo qualcosa da proteggere passivamente, ma può contribuire attivamente alla decarbonizzazione e all’adattamento climatico. Basta un po’ di ingegno e la volontà di trovare soluzioni personalizzate. Non è affascinante? Possiamo davvero avere edifici storici belli, significativi E confortevoli anche nel futuro più caldo che ci aspetta!
Fonte: Springer
