Primo piano di un operatore sanitario del Lesotho, donna, sui 40 anni, con un sorriso rassicurante, mentre utilizza un computer portatile in un ambulatorio rurale ben illuminato. Sullo schermo del portatile si intravede l'interfaccia di un sistema di cartelle cliniche elettroniche. Obiettivo prime 35mm, black and white film, profondità di campo per sfocare leggermente lo sfondo e concentrare l'attenzione sull'operatrice e il computer, trasmettendo professionalità e speranza.

Cartelle Cliniche Elettroniche in Lesotho: Un Viaggio Digitale Tra Sfide e Speranze nel Distretto di Mafeteng

Amici della scienza e curiosi di innovazione, oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante, quasi pionieristico, nel cuore dell’Africa meridionale, precisamente nel distretto di Mafeteng, in Lesotho. Immaginate un luogo dove la tradizione si scontra e si fonde con la modernità, soprattutto quando si parla di salute. Ebbene, è proprio qui che ho “sbirciato” uno studio interessantissimo sulle percezioni degli operatori sanitari riguardo all’utilizzo dei sistemi di cartelle cliniche elettroniche (EMR). Preparatevi, perché quello che ho scoperto è un mix sorprendente di entusiasmo, pragmatismo e qualche inevitabile intoppo!

Un Salto nel Futuro della Sanità: Perché le Cartelle Elettroniche?

Prima di addentrarci nello specifico, facciamo un passo indietro. Le cartelle cliniche elettroniche, o EMR, non sono solo un vezzo tecnologico. Pensateci: addio calligrafie indecifrabili, fogli volanti e archivi polverosi! Questi sistemi promettono una gestione dei dati sanitari rivoluzionaria: maggiore leggibilità, accessibilità immediata alle informazioni del paziente e un supporto decisionale clinico che può fare la differenza. In Lesotho, l’implementazione di questi sistemi, supportata dal piano PEPFAR (President’s Emergency Plan for AIDS Relief) degli Stati Uniti fin dal 2015, mirava a migliorare la cura dei pazienti, tracciarli in modo efficace (pensiamo alla lotta all’HIV, con gli obiettivi 95-95-95) e generare report accurati per una programmazione basata sull’evidenza. Mica poco, eh?

Tuttavia, come ogni grande cambiamento, l’introduzione degli EMR non è stata una passeggiata. Già nel 2013 c’era stato un tentativo con un sistema ospedaliero che aveva mostrato diverse criticità. Ma, come si suol dire, sbagliando si impara! Così, basandosi su una valutazione del 2017, il Ministero della Salute del Lesotho ha deciso di adottare un approccio più mirato con un “eRegister” open-source per i servizi HIV, Tubercolosi (TB) e Salute Materno-Infantile (MCH). L’obiettivo? Colmare il divario tra i dati di programma e quelli delle indagini sul campo, come quella del LePHIA che aveva evidenziato discrepanze significative nel numero di persone in terapia antiretrovirale.

La Parola agli Eroi in Corsia: Lo Studio nel Dettaglio

Ed eccoci al cuore della questione: come vivono questo cambiamento gli operatori sanitari, i veri utenti finali del sistema? Per capirlo, è stato condotto uno studio trasversale descrittivo nel distretto di Mafeteng, coinvolgendo 145 operatori sanitari di 17 strutture sanitarie. Attraverso un questionario auto-somministrato, basato sul famoso Technology Acceptance Model (TAM), si è cercato di sondare la loro percezione di utilità (PU – Perceived Usefulness) e facilità d’uso (PEU – Perceived Ease of Use) del sistema EMR.

I risultati? Beh, tenetevi forte: nonostante un tasso di risposta del 49% (71 partecipanti, in maggioranza donne e infermiere ostetriche diplomate), il quadro che emerge è decisamente positivo! Una larghissima maggioranza ha riportato competenze informatiche “buone” o “molto buone” (43,66%).

  • Per quanto riguarda l’utilità percepita (PU):
    • L’87,32% ha trovato il sistema EMR utile.
    • L’83,1% concorda che migliora le prestazioni lavorative.
    • L’83,1% afferma che fa risparmiare tempo.
  • E per la facilità d’uso percepita (PEU):
    • L’85,91% ha trovato il sistema facile da usare.
    • L’81,69% è riuscito a riprendersi facilmente dagli errori.
    • L’85% riusciva a ricordare le procedure per le varie attività.

Insomma, sembra che questi professionisti abbiano abbracciato la novità con entusiasmo! Molti hanno sottolineato come il sistema renda la tenuta e il recupero delle informazioni dei pazienti un gioco da ragazzi, faciliti la programmazione delle visite successive minimizzando il rischio di appuntamenti mancati e semplifichi la compilazione dei report. “Il sistema ha reso il monitoraggio e la gestione dei pazienti più facili poiché l’accesso alle loro cartelle è agevole”, ha commentato un partecipante. Fantastico, no?

Un operatore sanitario del Lesotho sorridente, in camice bianco, mentre utilizza un tablet per accedere a una cartella clinica elettronica in un ambiente clinico luminoso e moderno. Macro lens, 80mm, high detail, precise focusing, controlled lighting per evidenziare l'interfaccia utente sul tablet e l'espressione concentrata ma soddisfatta dell'operatore.

Ma Non è Tutto Oro Quel Che Luccica: Le Sfide da Affrontare

Ovviamente, come in ogni storia che si rispetti, ci sono anche gli antagonisti. In questo caso, i “cattivi” della situazione sono principalmente due: la connettività di rete e l’approvvigionamento elettrico. Eh sì, perché un sistema digitale, per quanto meraviglioso, senza internet stabile e corrente continua… beh, serve a poco. Molti operatori hanno lamentato una rete lenta o instabile (“La rete a volte non è stabile”, “Il sistema a volte è molto lento”) o interruzioni più gravi (“Il sistema può andare giù per ore”, “Quando non c’è elettricità, non può essere usato”). Immaginate la frustrazione!

Un piccolo 8,45% degli intervistati, inoltre, non trova il sistema EMR facile da usare, principalmente a causa di scarse competenze informatiche o perché ritiene i registri cartacei molto più semplici. Questo ci porta a un altro punto cruciale.

Chi si Adatta Meglio? Competenze e Qualifiche Fanno la Differenza

L’analisi ha rivelato qualcosa di molto interessante: mentre sesso e professione non sembravano avere un impatto significativo sulla percezione di utilità e facilità d’uso, la qualifica (p=0.035) e le competenze informatiche (p=0.007) sì! In particolare, queste due variabili erano associate positivamente a una maggiore facilità d’uso percepita (PEU). Le competenze informatiche, addirittura, erano fortemente associate anche a una maggiore utilità percepita (PU, p=0.000). Questo suggerisce che investire nella formazione e nell’alfabetizzazione informatica del personale è fondamentale per il successo di questi sistemi.

È confortante sapere che la maggior parte degli operatori sanitari nel distretto di Mafeteng ha un atteggiamento positivo verso il sistema EMR, riconoscendone utilità, facilità d’uso ed efficienza. Questo è un ottimo trampolino di lancio per la sostenibilità del sistema e per un impatto positivo sulla cura e gestione dei pazienti.

Cosa Ci Insegna Questa Storia? Raccomandazioni per il Futuro

Lo studio, pur con qualche limitazione (come il tasso di risposta non altissimo e il focus su un singolo distretto), offre spunti preziosissimi. Le raccomandazioni che ne derivano sono chiare e dirette al Ministero della Salute del Lesotho, ma credo possano ispirare contesti simili in tutto il mondo:

  • Potenziare i programmi di formazione: Migliorare l’alfabetizzazione informatica degli operatori sanitari, con corsi specifici sull’uso dell’EMR. Pensiamo a programmi di mentoring e opportunità di apprendimento tra pari. Questo non solo migliora l’uso del sistema, ma contribuisce anche all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 4 sulla qualità dell’istruzione.
  • Investire in infrastrutture robuste: Connessioni di rete affidabili e fornitura elettrica ininterrotta sono imprescindibili. L’installazione di internet ad alta velocità e fonti di energia alternative (come sistemi solari di backup e generatori) si allinea con l’SDG 9, che riguarda infrastrutture resilienti e innovazione.
  • Garantire l’interoperabilità: Assicurare che il sistema EMR comunichi fluidamente con altri sistemi, come il DHIS2, è cruciale per una gestione completa dei dati del paziente e per migliorare produttività ed efficienza.
  • Sicurezza, sicurezza, sicurezza: I dati dei pazienti sono sacri! Implementare robusti meccanismi di controllo degli accessi per proteggere le informazioni sensibili da accessi non autorizzati è un dovere.
  • Feedback e valutazione continua: Introdurre meccanismi di feedback regolari nel sistema per identificare problemi e fornire soluzioni tempestive. È inoltre necessario continuare la ricerca e le valutazioni per monitorare l’impatto a lungo termine del sistema e la soddisfazione degli operatori.

In conclusione, l’esperienza del Lesotho con le cartelle cliniche elettroniche è una testimonianza potente di come la tecnologia possa trasformare la sanità, anche in contesti con risorse limitate. Certo, le sfide infrastrutturali e la necessità di formazione continua sono nodi importanti da sciogliere, ma la percezione positiva degli operatori sanitari è un segnale incredibilmente incoraggiante. Sostenere l’alfabetizzazione informatica e affrontare questi ostacoli non solo migliorerà l’adozione del sistema, ma, cosa più importante, porterà a risultati migliori nella cura dei pazienti. E questo, amici miei, è l’obiettivo per cui vale sempre la pena lottare.

Fonte: Springer

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