Una composizione artistica di vari minerali essenziali (cristalli di calcio, limatura di ferro, scaglie di magnesio) disposti su una superficie scura, illuminati da una luce drammatica laterale. Macro lens, 105mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, per rappresentare lo studio sull'assunzione di minerali.

Minerali Essenziali: Stiamo Davvero Assumendo Abbastanza? Uno Sguardo Approfondito sull’Iran

Amici della salute e del benessere, parliamoci chiaro: quante volte ci siamo chiesti se la nostra alimentazione quotidiana ci fornisca davvero tutto ciò di cui il nostro corpo ha bisogno? Non parlo solo di calorie o macronutrienti come proteine e carboidrati, ma di quei micronutrienti silenziosi ma potentissimi: i minerali. Calcio, ferro, magnesio, zinco… nomi che sentiamo spesso, ma di cui forse sottovalutiamo l’importanza cruciale per il nostro organismo. Ebbene, oggi voglio portarvi con me in un viaggio scientifico, ma raccontato come se fossimo seduti a prendere un caffè, per esplorare i risultati di uno studio affascinante e, per certi versi, preoccupante condotto in Iran: il Tehran Lipid and Glucose Study (TLGS).

Questo studio, amici, non è una cosetta da poco. Ha seguito per ben 16 anni (dal 2006-2008 al 2018-2022) l’assunzione di minerali nella dieta di migliaia di adulti iraniani. E perché proprio l’Iran? Perché, come molte altre nazioni, sta vivendo una “transizione nutrizionale”: si abbandonano le diete tradizionali, ricche di nutrienti, per abbracciare cibi più processati, densi di calorie ma poveri di sostanze preziose. Un po’ come sta succedendo, ahimè, in tante parti del mondo, Italia inclusa.

Ma perché i minerali sono così importanti?

Prima di tuffarci nei dati, rinfreschiamoci la memoria. I minerali sono i veri operai del nostro corpo. Pensate al calcio: non solo ossa e denti forti, ma anche funzione neuromuscolare. Il ferro? Essenziale per trasportare l’ossigeno nel sangue e per il metabolismo energetico. Il magnesio partecipa a centinaia di reazioni enzimatiche. Lo zinco è un jolly per il sistema immunitario e la guarigione delle ferite. E poi ci sono il rame, il manganese, il selenio (un potente antiossidante) e il cromo (importante per l’azione dell’insulina). Insomma, un’orchestra di elementi che devono suonare all’unisono per il nostro benessere.

Carenze di questi elementi possono portare a problemi seri: anemia, osteoporosi, disfunzioni immunitarie, disturbi metabolici e possono persino contribuire all’insorgenza o all’aggravamento di malattie non trasmissibili (NCDs) come quelle cardiovascolari, il diabete e l’ipertensione, che, pensate un po’, sono responsabili del 74% di tutti i decessi a livello globale!

Cosa ci dice lo studio iraniano? Un quadro con luci e (molte) ombre

I ricercatori del TLGS hanno usato questionari sulla frequenza alimentare (i famosi FFQ) per capire cosa mangiavano le persone e poi hanno confrontato l’assunzione di minerali con le linee guida dell’European Society for Clinical Nutrition and Metabolism (ESPEN). E i risultati, ve lo dico subito, sono un campanello d’allarme.

Calcio: un grido d’allarme che si fa sempre più forte

Partiamo dal calcio. Qui la situazione è diventata critica. Se nel periodo 2006-2008 circa il 39,6% degli adulti iraniani studiati non ne assumeva abbastanza, questa percentuale è schizzata a un incredibile 68,6% nel 2018-2022! Un aumento spaventoso. E chi ne soffre di più? Le donne (74,1% con carenza nell’ultimo periodo) e gli adulti più anziani (oltre i 50 anni), con il 75% di loro che non raggiunge il fabbisogno. Questo è un dato che mi fa davvero riflettere, soprattutto pensando al rischio di osteoporosi.

Un tavolo da laboratorio con provette contenenti campioni di minerali in polvere (calcio, ferro, magnesio) dai colori distinti, un mortaio con pestello e alcune erbe aromatiche fresche sullo sfondo. Macro lens, 80mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, per illustrare la ricerca sui minerali e le fonti naturali.

L’assunzione media di calcio, infatti, è passata da circa 1201 mg al giorno nella prima fase a soli 903 mg nell’ultima. Un calo notevole che deve farci drizzare le antenne.

Ferro: una battaglia (quasi) tutta al femminile

Passiamo al ferro. Anche qui, le notizie non sono rosee, specialmente per il gentil sesso. L’inadeguatezza di ferro è passata dal 14,5% al 39,1% nelle donne tra il primo e l’ultimo periodo dello studio. Per gli uomini, la carenza è molto meno marcata (solo il 2,2% nell’ultima fase). Questa disparità di genere è un classico quando si parla di ferro, a causa delle perdite mestruali, ma l’aumento generale è comunque preoccupante. L’assunzione media di ferro ha avuto un andamento strano: è aumentata nelle fasi intermedie per poi crollare nell’ultima fase, arrivando a 17,7 mg.

Magnesio: un’insufficienza ostinata

Il magnesio, un altro minerale fondamentale. L’inadeguatezza è rimasta costantemente alta, attestandosi al 34,2% nel 2018-2022. Anche se c’è stato un miglioramento rispetto al picco iniziale (era al 51,3%!), quasi un terzo della popolazione adulta studiata non ne assume a sufficienza. Gli uomini, in questo caso, sembrano avere tassi di inadeguatezza leggermente superiori alle donne, anche se l’assunzione media è aumentata nel tempo per entrambi i sessi.

E gli altri minerali? Un quadro variegato

Per fortuna, non tutte le notizie sono negative. L’assunzione di manganese, ad esempio, è risultata raramente inadeguata. Un sospiro di sollievo!

Per quanto riguarda zinco, rame, selenio e cromo, la situazione è più fluttuante.

  • L’inadeguatezza di zinco è aumentata nell’ultima fase, raggiungendo il 24%, con le donne più colpite (30,2% contro il 16,2% degli uomini).
  • Anche per il rame si è visto un leggero aumento dell’inadeguatezza nell’ultima fase (17,2%), sempre con una prevalenza femminile.
  • Il selenio ha mostrato un’inadeguatezza relativamente bassa, ma in leggero aumento (3,8% nell’ultima fase), ancora una volta con tassi più alti per le donne.
  • Il cromo, invece, ha mostrato un miglioramento significativo nel tempo, con l’inadeguatezza che è scesa dal 26,2% all’8,6%. Una buona notizia!

Donne e anziani: i più vulnerabili

Un tema che emerge con forza da questo studio è la maggiore vulnerabilità di donne e anziani a diverse carenze minerali. Perché? Le ragioni possono essere molteplici. Le donne in età fertile hanno maggiori necessità di ferro. Gli anziani possono avere un ridotto assorbimento dei nutrienti o un appetito minore. A volte, nelle dinamiche familiari, le donne potrebbero dare priorità all’alimentazione degli altri membri della famiglia. E non dimentichiamo i fattori socio-economici: cibi ricchi di minerali come latticini, carni magre e verdure fresche possono essere costosi, spingendo verso scelte alimentari meno nutrienti ma più economiche.

Ritratto di una donna anziana iraniana sorridente che tiene in mano un bicchiere di latte e una ciotola di frutta secca e noci, simboli di alimenti ricchi di calcio e magnesio. Prime lens, 35mm, depth of field, luce naturale calda e accogliente, duotone seppia e crema.

Ma perché queste carenze? Le possibili cause

Ve lo accennavo all’inizio: la transizione nutrizionale. L’Iran, come molti altri Paesi, sta vedendo un cambiamento nelle abitudini alimentari. Si consumano più carboidrati raffinati, grassi e zuccheri, a scapito di cibi integrali, frutta, verdura e legumi, che sono miniere di minerali. A questo si aggiungono stili di vita più sedentari e, in alcuni casi, fattori socio-economici che limitano l’accesso a cibi di qualità.

Un altro fattore da non sottovalutare, e che i ricercatori stessi menzionano, è che l’ultima fase dello studio (2018-2022) ha coinciso con la pandemia di COVID-19. Sappiamo tutti come i lockdown, lo stress e le difficoltà di approvvigionamento abbiano impattato le nostre abitudini, anche alimentari. È possibile che il brusco calo nell’assunzione di calcio e ferro nell’ultima fase sia in parte dovuto a questo periodo senza precedenti, che ha spinto molti verso cibi conservati o processati, meno ricchi di nutrienti.

Cosa possiamo fare? Strategie per un futuro più sano

Davanti a questi dati, non possiamo restare con le mani in mano. È chiaro che servono interventi di sanità pubblica.

  • Educazione alimentare: aiutare le persone a fare scelte consapevoli, riscoprendo magari i piatti della tradizione ricchi di nutrienti e integrandoli con le conoscenze moderne.
  • Fortificazione degli alimenti: arricchire cibi di largo consumo (come farine o latticini) con minerali chiave come calcio e ferro potrebbe fare una grande differenza.
  • Supplementazione mirata: per i gruppi a rischio, come donne in età fertile o anziani, gli integratori possono essere un aiuto prezioso, sempre sotto consiglio medico, mi raccomando!
  • Politiche di accesso al cibo: rendere i cibi sani e nutrienti più accessibili economicamente è fondamentale.

Certo, lo studio ha i suoi limiti, come tutti gli studi. L’uso di questionari alimentari si basa sulla memoria delle persone, e le tabelle di composizione degli alimenti potrebbero non cogliere tutte le variazioni locali. Inoltre, non si è tenuto conto dell’eventuale uso di integratori da parte dei partecipanti o della biodisponibilità dei minerali (cioè quanto effettivamente il nostro corpo ne assorbe). Ma nonostante questo, il messaggio è forte e chiaro.

Una composizione di cibi sani e colorati rappresentativi di una dieta equilibrata ricca di minerali: verdure a foglia verde scuro, legumi, frutta secca, semi, latticini e pesce, disposti su un tavolo di legno rustico. Macro lens, 100mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, luce naturale diffusa.

Le carenze di minerali, soprattutto di calcio e ferro, sono un problema serio e in crescita tra gli adulti iraniani, con un impatto maggiore su donne e anziani. Questo non è solo un “problema iraniano”, ma uno specchio di tendenze che, purtroppo, vediamo anche altrove. Affrontare queste lacune nutrizionali è cruciale per prevenire malattie croniche e migliorare la salute pubblica.

Spero che questo “viaggio” nei dati vi abbia incuriosito e fatto riflettere. La nostra salute passa anche, e soprattutto, da quello che mettiamo nel piatto ogni giorno. E voi, siete sicuri di assumere abbastanza minerali?

Fonte: Springer

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