Immagine fotorealistica di un gruppo eterogeneo di persone anziane attive che partecipano a una lezione di ginnastica dolce all'aperto, luce del tardo pomeriggio, obiettivo zoom 50mm, espressioni sorridenti, colori caldi.

Corpo, Forza e Movimento: Il Segreto per Restare Attivi Dopo i 50 Anni

Ciao a tutti! Oggi parliamo di un argomento che tocca molti di noi, direttamente o indirettamente: come facciamo a rimanere attivi e pimpanti man mano che gli anni passano? Sappiamo tutti quanto sia importante muoversi per la salute, specialmente superata una certa età. L’attività fisica regolare è una vera e propria medicina: migliora la qualità della vita, aiuta a prevenire e gestire un sacco di malattie croniche come problemi cardiovascolari, diabete, alcuni tipi di cancro, ipertensione e osteoporosi [1, 2]. Pensate che la sedentarietà è addirittura la quarta causa di morte nel mondo [3]!

Eppure, nonostante questi benefici siano stra-conosciuti, meno della metà degli adulti più avanti con gli anni si muove abbastanza per mantenersi in salute, e la tendenza alla pigrizia è in aumento, soprattutto nei paesi più ricchi [4, 5]. C’è qualcosa che non torna, vero? Ecco perché è fondamentale capire cosa ci spinge (o ci frena) dal fare attività fisica.

Cosa Influenza Davvero il Nostro Livello di Attività?

Ci sono tanti fattori in gioco: genetica, sesso, etnia, ma anche cose che possiamo modificare, come la nostra capacità funzionale (cioè quanto siamo “in forma” per muoverci) e il nostro peso, o meglio, la nostra composizione corporea [6, 7]. Già in passato avevamo notato che le differenze di attività fisica tra uomini e donne anziani dipendevano molto dalla quantità di grasso corporeo e dalla forma fisica cardiorespiratoria [8].

Ma la relazione tra come siamo fatti (composizione corporea), quanto siamo “capaci” di muoverci (capacità funzionale) e quanto effettivamente ci muoviamo (attività fisica) è un bel groviglio. Avere più peso e grasso corporeo rende ogni movimento più faticoso, richiedendo più forza ed energia, e questo può ridurre la nostra capacità funzionale [9, 10, 11]. Di conseguenza, chi è obeso tende a muoversi meno [7]. E attenzione, sembra proprio che sia il peso a influenzare l’attività fisica, e non tanto il contrario, visto che muoversi ha un ruolo relativamente piccolo nel controllo del peso [12].

Però, non tutti i tessuti del nostro corpo sono uguali! Avere più massa muscolare scheletrica, ad esempio, significa più forza e una migliore capacità funzionale [13, 14]. Quindi, avere pochi muscoli potrebbe essere un grosso ostacolo all’attività fisica, specialmente per gli anziani [15].

Nonostante questa complessità, pochi studi hanno esplorato a fondo come i diversi tipi di tessuto corporeo (muscoli, grasso, ecc.) influenzino specificamente il nostro livello di attività fisica.

La Nostra Indagine: Mettere Sotto la Lente Composizione Corporea e Capacità Funzionale

Ecco perché abbiamo deciso di vederci chiaro! Abbiamo condotto uno studio trasversale (cioè una fotografia di un momento specifico) per capire meglio le associazioni tra massa muscolare, massa “non muscolare” (tutto il resto, grasso incluso), capacità funzionale e attività fisica in due gruppi distinti: donne di mezza età e adulti più anziani (uomini e donne).

Questi gruppi sono particolarmente interessanti perché la menopausa nelle donne e l’invecchiamento in generale sono fasi della vita caratterizzate da un aumento del grasso corporeo e una diminuzione della massa muscolare e della capacità funzionale [16, 17, 18, 19].

La nostra ipotesi? Che avere più muscoli (in relazione al peso totale) e meno massa totale e “non muscolare” sia associato a livelli più alti di attività fisica, e che questa relazione sia spiegata principalmente dalle differenze nella capacità funzionale – cioè, dalla nostra abilità di spostare il nostro stesso corpo.

Foto realistica di una donna di mezza età e un uomo anziano che camminano energicamente in un parco cittadino, stile reportage, luce naturale, obiettivo 35mm, profondità di campo media.

Chi Abbiamo Studiato e Come?

Abbiamo utilizzato i dati di base di due studi di coorte finlandesi:

  • ERMA (Estrogenic Regulation of Muscle Apoptosis): Ha coinvolto 1158 donne tra i 47 e i 55 anni, studiando l’impatto della menopausa sulle funzioni fisiologiche e psicologiche [20].
  • AGNES (Active Aging– Resilience and External Support as Modifiers of the Disablement Outcome): Si è concentrato su persone di 75, 80 e 85 anni che vivevano in modo indipendente. Di questi, 485 (196 uomini, 289 donne) hanno partecipato alle misurazioni dell’attività fisica [21, 22, 23].

Entrambi gli studi hanno ricevuto l’approvazione etica e tutti i partecipanti hanno dato il loro consenso informato.

Come abbiamo misurato le cose?

  • Attività Fisica: Con accelerometri indossati per 7 giorni (sull’anca per ERMA, sulla coscia per AGNES), che registrano ogni movimento [24, 25, 26]. Abbiamo calcolato un valore medio (MAD) per quantificare il livello generale di attività.
  • Composizione Corporea: Con l’analisi dell’impedenza bioelettrica (BIA), uno strumento che stima massa muscolare scheletrica, massa grassa e massa totale [20, 21]. Abbiamo calcolato la massa muscolare relativa (percentuale sul peso totale) e la massa “non muscolare” (peso totale meno massa muscolare).
  • Capacità Funzionale:
    • Forza Muscolare: Misurando la forza massima isometrica di estensione del ginocchio con un dinamometro [20, 21, 27]. Abbiamo usato il valore relativo al peso corporeo.
    • Resistenza alla Camminata: Con il test del cammino dei sei minuti (Six-Minute Walk Test), misurando la distanza percorsa in 6 minuti [20, 21]. (Nota: il protocollo era leggermente diverso tra i due studi).

Per le donne ERMA, abbiamo anche considerato lo stato menopausale e il tipo di lavoro (sedentario o fisicamente attivo) [20, 28].

Prime Scoperte: Cosa Dicono i Numeri?

Analizzando i dati con modelli di regressione lineare, abbiamo trovato alcune cose interessanti (Tabella 2):

  • Il peso corporeo totale e la massa non muscolare erano associati a minore attività fisica in tutti i gruppi, e questa associazione sembrava più forte nelle donne anziane.
  • La massa muscolare assoluta (i chili di muscoli totali) non era associata all’attività fisica in nessun gruppo. Sorprendente, vero?
  • Invece, la massa muscolare relativa (la percentuale di muscoli sul peso totale) e le misure di capacità funzionale (forza relativa e distanza camminata) erano associate a maggiore attività fisica in tutti i gruppi.
  • Queste associazioni positive erano generalmente più forti negli anziani (coefficienti beta da 0.33 a 0.51) rispetto alle donne di mezza età (beta da 0.22 a 0.28).

In pratica: non conta tanto quanti muscoli hai in assoluto, ma quanti ne hai rispetto al tuo peso e, soprattutto, quanto sei “efficiente” nel muoverti (forza e resistenza).

Immagine macro ad alta definizione di un dinamometro per la misurazione della forza del ginocchio in un ambiente clinico luminoso, focus preciso sul display digitale, obiettivo macro 100mm.

Il Vero Motore: La Capacità Funzionale

Qui arriva il bello. Abbiamo usato modelli statistici più complessi (modelli di equazioni strutturali, SEM) per capire le relazioni indirette. Volevamo vedere se la composizione corporea influenzasse l’attività fisica direttamente, o se lo facesse *attraverso* la capacità funzionale.

Ebbene, i risultati sono stati chiari (Tabella 3, Figura 1):

  • Né la massa muscolare né la massa non muscolare avevano un’associazione diretta con l’attività fisica nei nostri modelli.
  • Però, la massa non muscolare aveva una forte associazione inversa con la capacità funzionale (più massa non muscolare = meno capacità funzionale).
  • La massa muscolare aveva un’associazione diretta moderata con la capacità funzionale (più muscoli = più capacità funzionale).
  • E la capacità funzionale? Aveva una forte associazione positiva con l’attività fisica in tutti i gruppi, ed era particolarmente forte negli anziani (beta = 0.70 per le donne anziane, 0.92 per gli uomini anziani) rispetto alle donne di mezza età (beta = 0.41).

Parliamoci chiaro: sembra che la composizione corporea influenzi quanto ci muoviamo non direttamente, ma perché impatta sulla nostra capacità di muoverci (la nostra capacità funzionale). È questa capacità funzionale il vero motore che guida i nostri livelli di attività fisica, specialmente quando invecchiamo.

L’Età Conta, Ma Come?

Un’altra scoperta interessante: l’età, nei nostri modelli, non era direttamente collegata al livello di attività fisica. Tuttavia, era associata a una minore massa muscolare e a una minore capacità funzionale, soprattutto negli anziani [46, 47]. Questo suggerisce che il ben noto calo dell’attività fisica con l’età potrebbe essere guidato principalmente dal declino parallelo della capacità funzionale, piuttosto che dall’età in sé.

Questo apre scenari interessanti: forse misurare la capacità funzionale potrebbe aiutarci a confrontare meglio i livelli di attività fisica (misurati con accelerometri) tra diverse fasce d’età e a personalizzare le raccomandazioni.

Cosa Portiamo a Casa (e Limiti dello Studio)

Il nostro studio ha dei punti di forza: abbiamo usato dati da due coorti relativamente grandi, con misurazioni oggettive dell’attività fisica (accelerometri) e diverse misure della capacità funzionale.

Tuttavia, ci sono anche dei limiti. I partecipanti erano principalmente bianchi finlandesi, quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili a popolazioni più diverse. Il disegno è trasversale, il che significa che osserviamo associazioni ma non possiamo stabilire con certezza causa ed effetto (anche se sospettiamo fortemente che sia la capacità funzionale a influenzare l’attività, e non solo viceversa). Inoltre, piccole differenze nei metodi di misurazione tra i due studi (soprattutto per il test del cammino) e l’assenza di uomini di mezza età rendono i confronti un po’ più cauti. Infine, c’è un potenziale bias di selezione, specialmente nello studio AGNES, dove le persone meno attive potrebbero aver rifiutato più spesso di partecipare alla misurazione dell’attività fisica.

Nonostante ciò, questo studio fornisce prove preliminari importanti: la capacità funzionale è un determinante chiave dell’attività fisica misurata con accelerometri, soprattutto negli anziani. La composizione corporea sembra giocare un ruolo secondario, influenzando l’attività principalmente attraverso il suo impatto sulla capacità funzionale.

Il messaggio chiave? Una ridotta capacità funzionale potrebbe essere un fattore limitante cruciale per l’attività fisica, e il suo impatto diventa più forte con l’avanzare dell’età. Quindi, se vogliamo promuovere uno stile di vita attivo negli adulti e negli anziani, mantenere e migliorare la capacità funzionale (forza, resistenza, equilibrio) è assolutamente essenziale.

Ovviamente, servono ulteriori studi (longitudinali e sperimentali) per confermare queste scoperte e capire ancora meglio come aiutare tutti a rimanere attivi e in salute il più a lungo possibile!

Fonte: Springer

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