Cannabis, Sorrisi e Identità: La Salute Orale dei Giovani 2SLGBTQI+ Sotto la Lente
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento super importante ma di cui, ammettiamolo, si discute ancora troppo poco: la salute della bocca, in particolare quando si intreccia con l’identità di genere e l’orientamento sessuale, e l’uso di cannabis. Sembra un mix strano? Forse, ma seguitemi un attimo. C’è uno studio qualitativo canadese molto interessante che sta cercando di fare luce proprio su questo incrocio, concentrandosi sui giovani 2SLGBTQI+.
Per chi non lo sapesse, 2SLGBTQI+ è un acronimo che include persone Two-Spirit, lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer o questioning, intersex e altre identità di genere e orientamenti sessuali. Purtroppo, non è un segreto che questi ragazzi e ragazze affrontino un sacco di ostacoli, sia sociali che strutturali. Pensate alle discriminazioni, alla difficoltà nell’accedere a servizi sanitari adeguati, compreso il dentista, e a un senso generale di sfiducia verso il sistema [1-6].
Le Sfide Quotidiane e la Salute
La ricerca ci dice che i giovani 2SLGBTQI+ hanno un rischio maggiore di incappare in episodi di ideazione suicidaria, stress psicologico e abuso di sostanze rispetto ai loro coetanei eterosessuali e cisgender [6-9]. Spesso, le esperienze di rifiuto in famiglia o di bullismo da parte dei pari segnano l’adolescenza e la prima età adulta [6-9].
A questo si aggiungono gli incontri spiacevoli con il sistema sanitario. Molti ragazzi e ragazze 2SLGBTQI+ si sentono giudicati o discriminati proprio a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere. L’accesso alle cure diventa un percorso a ostacoli, caratterizzato da:
- Scarsità di servizi dedicati
- Stigma e discriminazione percepiti da parte degli operatori sanitari
- Mancanza di cure personalizzate e basate sul rischio individuale
- Difficoltà legate alla mancanza di lavoro e assicurazione sanitaria (anche dentistica) [9,10]
La ciliegina sulla torta? Pochi professionisti sanitari sono formati per rispondere in modo competente ai bisogni specifici della comunità 2SLGBTQI+. Il risultato è che molti preferiscono ritardare, evitare o rinunciare del tutto alle cure essenziali, per paura di essere giudicati o trattati male [11,12]. Queste barriere, poi, si sommano spesso ad altre legate a genere, razza o etnia, complicando ulteriormente le cose [12]. Tutto questo contribuisce a creare un muro di sfiducia, anche quando si parla di salute orale.
Salute Orale: Un Capitolo Trascurato
E la bocca? Beh, anche qui le cose non vanno benissimo. La ricerca suggerisce che le persone 2SLGBTQI+ tendono ad avere un rischio maggiore di malattie orali. Perché? Spesso a causa di tassi più alti di problemi di salute mentale (che possono portare all’uso di sostanze), effetti collaterali di farmaci, comportamenti alimentari dannosi e persino la condizione di senzatetto [13]. Inoltre, alcune condizioni come i tumori orofaringei legati all’HPV e l’HIV sono più prevalenti in questa comunità, riducendo la capacità del corpo di combattere le infezioni orali [13]. Eppure, lo stato della salute orale delle persone 2SLGBTQI+ è ancora un campo poco esplorato. C’è un bisogno disperato di più ricerca!

Il Fattore Cannabis
Qui entra in gioco un altro elemento: la cannabis. In Canada, l’uso ricreativo è stato legalizzato nel 2018 e da allora il consumo è aumentato [21,22]. Gli effetti negativi della cannabis sulla salute generale sono stati studiati (cuore, polmoni, psiche) [14,15], ma si sa molto meno sull’impatto specifico dell’uso *ricreativo* sulla salute orale [16].
Cosa sappiamo finora? La ricerca suggerisce legami tra uso di cannabis e:
- Aumento del rischio di carie
- Maggiore prevalenza di malattie parodontali (gengive)
- Tassi più elevati di lesioni della mucosa orale [15, 17-20]
Questo è rilevante per tutti, ma lo diventa ancora di più per la comunità 2SLGBTQI+, dove i tassi di consumo di cannabis sembrano essere più alti [23-25]. Il Canadian Cannabis Survey del 2022 ha riportato un uso maggiore tra persone bisessuali (61%), di altra sessualità (55%) e lesbiche/gay (39%) rispetto agli eterosessuali (25%) [21]. Dati allarmanti indicano anche che i giovani LGBT canadesi con sintomi depressivi hanno un rischio cinque volte maggiore di aumentare il consumo di cannabis nel tempo [26].
Perché questo consumo più elevato? Sembra legato agli stress specifici che vivono queste minoranze (“minority stress”), sia interni (formazione dell’identità, stigma interiorizzato, paura di rivelarsi) che esterni (relazioni sociali, discriminazione strutturale) [27,28]. Queste sfide uniche, spesso aggravate per chi appartiene anche a minoranze etniche o razziali [32,33], rendono il quadro complesso [29-31].
Lo Studio: Dare Voce alle Esperienze
Ecco perché lo studio di cui vi parlavo all’inizio è così importante. Il governo canadese e istituti di ricerca hanno sottolineato la necessità di affrontare queste disparità [2,33,34]. Questo studio si pone proprio l’obiettivo di capire l’intersezione tra l’essere giovani 2SLGBTQI+, la propria salute orale e l’uso di cannabis. La domanda chiave è: Quali connessioni esistono tra questi tre aspetti?
Per rispondere, i ricercatori useranno un approccio qualitativo, basato sulla Ricerca Partecipata Basata sulla Comunità (CBPR) e sull’Approccio Fenomenologico Interpretativo (IPA). Che paroloni! In pratica:
- CBPR significa lavorare *insieme* alla comunità in ogni fase della ricerca, per identificare e affrontare i bisogni reali [35,36]. L’idea è nata osservando i giovani presso Youth Opportunities Unlimited (YOU) a London, Canada, dove molti rivelavano di usare cannabis durante i controlli orali [37].
- IPA serve a esplorare e capire le esperienze *vissute* dalle persone, dal loro punto di vista, considerando la loro storia e cultura [38-42].
Coinvolgeranno circa 25-30 giovani 2SLGBTQI+ (dai 19 anni in su) reclutati tramite YOU e partner locali. I partecipanti potranno scegliere tra interviste individuali approfondite o focus group [45-48]. Un aspetto fondamentale è la presenza di un facilitatore che appartiene alla comunità 2SLGBTQI+. Questa persona aiuterà a creare un ambiente sicuro e senza giudizi, facilitando le interviste, l’analisi dei dati e la diffusione dei risultati, rompendo le dinamiche di potere tradizionali tra ricercatori e partecipanti.

Cosa si Aspettano di Scoprire?
L’analisi dei dati userà una lente di intersezionalità, per capire come le diverse identità sociali (orientamento sessuale, identità di genere, età, etnia, status socio-economico) si intrecciano e influenzano le esperienze [42]. Si raccoglieranno dati demografici e informazioni su salute percepita, accesso alle cure e uso di cannabis, in modo anonimo.
Le interviste esploreranno quattro temi principali:
- Salute orale
- Supporto sociale
- Uso di cannabis
- La relazione percepita tra uso di cannabis e salute orale
L’analisi tematica seguirà un processo rigoroso [49], identificando i fattori intrapersonali, interpersonali, organizzativi, ambientali e politici che influenzano la salute orale e l’uso di cannabis [50-52]. Ci saranno anche momenti di confronto (peer debriefing) con i partecipanti per assicurarsi che le interpretazioni dei ricercatori rispecchino fedelmente le loro esperienze.
Perché Tutto Questo è Importante?
Capire le percezioni e le esperienze dirette dei giovani 2SLGBTQI+ su cannabis e salute orale è fondamentale. I risultati di questo studio non resteranno chiusi in un cassetto. Serviranno a:
- Sviluppare teorie più accurate
- Aumentare la consapevolezza su questi temi
- Supportare iniziative di advocacy *per* e *da parte* dei giovani 2SLGBTQI+
- Fornire informazioni preziose alla comunità e agli operatori sanitari
- Creare infografiche e materiali informativi per YOU
- Presentare i risultati a conferenze nazionali e internazionali
- Pubblicare articoli scientifici
- Informare linee guida per professionisti e integrare questi temi nei curriculum formativi (ad esempio, alla facoltà di odontoiatria della Western University)
Insomma, l’obiettivo finale è promuovere misure preventive, ridurre gli esiti negativi e migliorare la salute generale di questa comunità, dando finalmente voce a chi spesso non viene ascoltato. Un passo piccolo ma importantissimo per costruire un futuro più equo e attento alla salute di tutti, senza distinzioni.
Fonte: Springer
