Un cane anziano di razza Golden Retriever, con il pelo ingrigito intorno al muso, guarda dolcemente verso l'obiettivo. È seduto su un prato verde, illuminato dalla luce calda del tardo pomeriggio. Stile ritratto, obiettivo 50mm, profondità di campo ridotta per mettere a fuoco il cane e sfocare lo sfondo, atmosfera serena e affettuosa.

Cani: Uno Specchio Inaspettato per Capire l’Invecchiamento Umano

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi affascina tantissimo e che, scommetto, incuriosirà anche voi, specialmente se condividete la vita con un amico a quattro zampe. Parliamo di invecchiamento, un processo che tocca tutti noi, umani e animali. Ma se vi dicessi che i nostri cani potrebbero essere la chiave per capirlo meglio, anche per noi stessi? Esatto, proprio loro!

Perché i Cani Sono Modelli Così Promettenti?

Vi chiederete: perché proprio i cani? Beh, ci sono ottime ragioni. Prima di tutto, hanno una durata della vita più breve della nostra, il che significa che possiamo osservare i cambiamenti legati all’età in un arco di tempo più concentrato. Pensateci: studiare l’invecchiamento umano richiede decenni, mentre con i cani possiamo ottenere informazioni preziose molto più rapidamente.

Inoltre, a differenza dei modelli animali più comuni come topi o moscerini della frutta, i cani presentano una straordinaria diversità genetica, proprio come noi. Ci sono cani di tutte le taglie, forme e razze, e questa varietà influenza la loro predisposizione a certe malattie e la loro longevità, un po’ come succede tra gli esseri umani.

Ma il punto forse più cruciale è che i cani condividono il nostro ambiente. Vivono nelle nostre case, respirano la nostra stessa aria, a volte subiscono stress simili ai nostri e sono esposti a fattori ambientali paragonabili. Questo è un vantaggio enorme rispetto agli animali da laboratorio, studiati in ambienti artificiali e controllati. Non sorprende, quindi, che cani e umani sviluppino malattie legate all’età simili, come l’osteoartrite, la perdita di massa muscolare (sarcopenia) e persino il cancro.

Il Sangue Racconta: Cosa Cambia con l’Età?

Come per noi, anche per i cani il sangue è una miniera di informazioni sulla salute. Uno degli esami più comuni, l’Emocromo Completo (CBC), ci dice molto. Studiando un gruppo vastissimo di ben 451 cani “di casa” (companion dogs), abbiamo osservato cose molto interessanti.

Abbiamo scoperto che, con l’avanzare dell’età:

  • I linfociti totali (cellule fondamentali del sistema immunitario) tendono a diminuire significativamente.
  • Anche i globuli rossi (RBC), responsabili del trasporto di ossigeno, mostrano una riduzione significativa, specialmente nei cani più anziani (geriatrici).
  • Al contrario, le piastrine, coinvolte nella coagulazione, tendono ad aumentare nei cani geriatrici.

Questi risultati sono affascinanti perché ricalcano in parte ciò che si osserva nell’invecchiamento umano, anche se con qualche differenza (ad esempio, negli umani sani le piastrine tendono a diminuire, ma un loro aumento può essere legato a condizioni come la sarcopenia, suggerendo che i cani potrebbero essere un modello interessante anche per studiare specifiche patologie legate all’età).

Primo piano macro di una provetta di sangue canino tenuta da una mano guantata in un laboratorio di analisi. Sullo sfondo, leggermente sfocato, si intravedono attrezzature scientifiche come centrifughe e microscopi. Illuminazione chiara e controllata tipica di un ambiente di ricerca, obiettivo macro 100mm, alta definizione dei dettagli sulla provetta e sulle gocce di sangue, messa a fuoco selettiva.

Uno Sguardo Più Profondo: Sistema Immunitario e Metabolismo nei Beagle

Per capire ancora meglio cosa succede “sotto il cofano”, abbiamo condotto uno studio più specifico su un gruppo di 74 Beagle di laboratorio, suddivisi in fasce d’età: giovani (1.4-4.7 anni), maturi (“Aged”, 8.0-9.1 anni) e anziani (“Geriatric”, 10.5-13.5 anni). Qui, oltre all’emocromo, abbiamo usato una tecnica chiamata citometria a flusso per analizzare nel dettaglio le diverse popolazioni di cellule immunitarie e abbiamo misurato due ormoni metabolici chiave: l’insulina e l’adiponectina.

Il Sistema Immunitario Invecchia (Proprio Come il Nostro)

I risultati sull’immunità sono stati davvero illuminanti e confermano quanto i cani siano simili a noi anche in questo. Abbiamo osservato che nei Beagle maturi e anziani, rispetto ai giovani:

  • I linfociti totali sono significativamente più bassi (confermando i dati dei cani da compagnia).
  • Diminuiscono anche i linfociti T totali (CD3+), i “soldati” principali della risposta immunitaria specifica.
  • Calano sia i linfociti T helper (CD4+), che coordinano la risposta, sia i linfociti T citotossici (CD8+), che eliminano le cellule infette o danneggiate.
  • Si riducono pure i linfociti B (CD21+), responsabili della produzione di anticorpi.
  • Il rapporto tra cellule CD4+ e CD8+ (CD4/CD8), un indicatore dell’equilibrio immunitario, tende a diminuire, risultando significativamente più basso nei cani geriatrici.

Questi cambiamenti, noti come “immunosenescenza”, sono molto simili a quelli descritti nell’uomo anziano e sono associati a una ridotta capacità di rispondere alle infezioni e ai vaccini, e a un aumentato rischio di sviluppare tumori. Ritrovarli nei cani rafforza enormemente il loro valore come modello per studiare come contrastare il declino immunitario legato all’età.

Cambiamenti Metabolici: Insulina e Adiponectina

Ma non è finita qui. Anche il metabolismo mostra segni del tempo.

  • Abbiamo riscontrato che i Beagle geriatrici presentano livelli di insulina a digiuno più elevati rispetto ai cani maturi (iperinsulinemia). Questo suggerisce una possibile riduzione della sensibilità all’insulina (insulino-resistenza), un fenomeno comune nell’invecchiamento umano e associato a diverse patologie metaboliche.
  • L’adiponectina, un ormone prodotto dal tessuto adiposo con effetti benefici sulla sensibilità insulinica e proprietà anti-infiammatorie, è risultata significativamente più bassa sia nei cani maturi che in quelli anziani rispetto ai giovani. Bassi livelli di adiponectina sono stati collegati a diverse malattie legate all’età nell’uomo, e la loro riduzione nei cani anziani potrebbe contribuire sia ai problemi metabolici (come l’iperinsulinemia osservata) sia a un’aumentata infiammazione sistemica (“inflammaging”).

Un cane Beagle anziano, con il muso leggermente ingrigito ma occhi vispi, trotterella felice su un prato verde brillante in una giornata di sole. Scatto effettuato con teleobiettivo zoom 150mm, bassa angolazione per essere all'altezza del cane, velocità dell'otturatore rapida per catturare il movimento fluido, sfondo piacevolmente sfocato (bokeh).

Cosa Significa Tutto Questo?

Mettendo insieme tutti i pezzi, emerge un quadro affascinante: i cani mostrano cambiamenti legati all’età nel sangue, nel sistema immunitario e nel metabolismo che sono straordinariamente simili a quelli osservati negli esseri umani. La diminuzione dei linfociti (totali e sottopopolazioni specifiche come T e B), il calo del rapporto CD4/CD8, l’aumento dell’insulina e la riduzione dell’adiponectina sono tutti “marchi di fabbrica” dell’invecchiamento che condividiamo con i nostri amici a quattro zampe.

Certo, ci sono ancora tante cose da capire e la ricerca deve continuare. Ad esempio, sarebbe interessante approfondire il legame tra l’aumento delle piastrine e la salute muscolare nei cani anziani, o capire meglio come i cambiamenti immunitari e metabolici si influenzano a vicenda.

Ma una cosa è chiara: studiare l’invecchiamento nei cani non è solo fondamentale per migliorare la loro salute e allungare la loro vita al nostro fianco, ma ci offre anche uno specchio prezioso per comprendere meglio i meccanismi dell’invecchiamento umano e, potenzialmente, per sviluppare strategie che aiutino tutti noi a invecchiare in modo più sano. I nostri fedeli compagni, ancora una volta, si dimostrano alleati incredibili, anche nella ricerca scientifica!

Fonte: Springer

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