Cani e Gerarchie: Chi Impara da Chi in Famiglia? Scoperte Inaspettate!
Amici appassionati di cani, preparatevi! Oggi vi porto nel cuore di una ricerca che potrebbe farvi guardare i vostri amici a quattro zampe con occhi completamente nuovi. Avete mai notato come i cani sembrano capire al volo cosa vogliamo da loro, o come imparano osservando un altro cane? È il meraviglioso mondo dell’apprendimento sociale, un’abilità che i nostri compagni pelosi padroneggiano con sorprendente destrezza.
Da tempo sappiamo che i cani sono dei veri campioni nell’imparare sia dagli umani che dai loro simili. Ma vi siete mai chiesti se il loro “rango” in famiglia, specialmente in case con più cani, influenzi da chi preferiscono imparare e come? E se il dimostratore è il loro amato proprietario o il compagno di giochi e marachelle con cui dividono la cuccia? Beh, preparatevi, perché sto per raccontarvi di uno studio affascinante che ha cercato di rispondere proprio a queste domande, e i risultati sono, a dir poco, intriganti!
Il Contesto: Cani, Umani e Apprendimento Sociale “in Famiglia”
La natura sociale dei cani è una delle loro caratteristiche più distintive. A differenza, per esempio, del gatto selvatico, l’antenato del cane, il lupo paleozoico, era un animale con abitudini di vita di gruppo ben sviluppate. Tuttavia, gli studi ci dicono che il comportamento sociale intraspecifico dei cani moderni è meno complesso di quello dei lupi. Anzi, sembra che la domesticazione abbia spinto i cani a interagire e cooperare di più con gli umani, mentre la competizione tra cani si è forse acuita.
Nelle famiglie con più cani, si formano spesso delle gerarchie. Tradizionalmente, si pensava che queste gerarchie ruotassero attorno a risorse come cibo o luoghi di riposo. Ma una nuova prospettiva, che trovo molto convincente, suggerisce che per i cani da compagnia, la risorsa principale per cui competere sia proprio l’attenzione e l’affetto del proprietario. Immaginatevelo: il proprietario diventa il centro del loro universo sociale, e l’accesso privilegiato a lui/lei una sorta di “status symbol”.
Studi precedenti avevano già esplorato il legame tra rango e apprendimento sociale, ma spesso i cani “dimostratori” (quelli che mostravano come risolvere un compito) erano estranei ai cani testati. Noi, invece, abbiamo voluto indagare una situazione più vicina alla vita quotidiana: cosa succede quando il dimostratore è il proprietario o un cane convivente? L’ipotesi era che le dinamiche di rango e la familiarità con i dimostratori avrebbero giocato un ruolo cruciale.
L’Esperimento: Mettiamo alla Prova i Nostri Amici a Quattro Zampe
Per mettere alla prova le nostre idee, abbiamo utilizzato un compito ben noto agli etologi: il “detour task”. Immaginate una recinzione a forma di V, con un premio (un bocconcino o un gioco) posto all’interno dell’angolo. Il cane, per raggiungerlo, deve capire che non può passare attraverso la rete, ma deve aggirare una delle due “ali” della V. Un compito semplice all’apparenza, ma che per molti cani si rivela una bella sfida!
Prima di tutto, abbiamo valutato il rango dei cani conviventi usando un questionario validato (il DRA-Q), che ci ha permesso di identificare cani dominanti e sottomessi all’interno della stessa famiglia. Poi, abbiamo testato i cani in diverse condizioni:
- Un gruppo di controllo, dove i cani dovevano risolvere il detour da soli, senza dimostrazioni.
- Un gruppo “Dimostrazione Proprietario“, dove il proprietario mostrava al cane come aggirare la recinzione.
- Un gruppo “Dimostrazione Cane Convivente“, dove l’altro cane di casa (il compagno dominante o sottomesso) faceva da dimostratore.
Abbiamo misurato sia il successo (se il cane riusciva a prendere il premio entro un minuto) sia la velocità con cui lo faceva, attraverso diverse prove.

I Risultati: Dominanti e Sottomessi, Stili di Apprendimento Sorprendentemente Diversi
E qui le cose si fanno davvero interessanti! Partiamo dai cani dominanti. Questi “capi” hanno mostrato un notevole miglioramento nel risolvere il compito quando era il loro proprietario a fare da dimostratore. Imparavano in fretta e diventavano più veloci ad ogni prova. Quando, invece, era il loro compagno sottomesso a mostrare la via, il miglioramento c’era, ma era più modesto. Sembra quasi che pensassero: “Ok, ti guardo, ma dal mio umano imparo meglio!”
Ma la vera sorpresa è arrivata dai cani sottomessi. Tenetevi forte: questi cani hanno aumentato il loro tasso di successo solo quando era il loro compagno dominante a dimostrare il compito! Avete capito bene. Quando era il proprietario a mostrare come fare, i cani sottomessi… beh, non miglioravano affatto nel numero di successi. È come se la dimostrazione del proprietario, per loro, non fosse così rilevante in quel contesto, o almeno non abbastanza da spingerli a superare l’ostacolo con più successo.
Analizzando più a fondo, abbiamo visto che i cani con un rango “agonistico” più alto (cioè quelli che tendono a vincere negli scontri diretti o a mostrarsi più assertivi) miglioravano la loro velocità nel detour più spesso nel gruppo con dimostrazione del proprietario. Nel gruppo con dimostrazione canina, invece, queste sottigliezze di rango non sembravano fare la differenza sulla velocità.
Il Padrone: Una Risorsa da Conquistare?
Questi risultati, soprattutto la netta differenza tra cani dominanti e sottomessi nel gruppo con dimostrazione del proprietario, danno un forte sostegno all’ipotesi del “proprietario come risorsa principale“. Pensiamoci: se i cani competono per l’accesso privilegiato al proprietario (attenzioni, interazioni, coccole), allora i cani dominanti, che solitamente “vincono” questa competizione, potrebbero essere più abituati a prestare attenzione al proprietario e a fare affidamento sulle sue azioni. Hanno, in un certo senso, “conquistato” il diritto di seguirlo da vicino.
I cani sottomessi, d’altro canto, potrebbero aver imparato ad essere più indipendenti dall’influenza diretta del proprietario in certe situazioni, o forse, in presenza del compagno dominante, la loro attenzione verso il proprietario in un compito di problem-solving potrebbe essere ridotta. Se un cane sottomesso mostra una minore dipendenza dall’umano in questo contesto, ciò potrebbe tradursi in una performance più debole nel compito di apprendimento sociale quando il dimostratore è l’umano, un po’ come accade con alcune razze canine selezionate per lavori indipendenti.
È affascinante pensare che la relazione con il proprietario, in assenza di altre risorse limitate come il cibo (che di solito è fornito abbondantemente e in modo equo), possa essere la forza motrice dietro la formazione delle gerarchie tra cani da compagnia conviventi.

L’Importanza della Familiarità e Confronti con il Passato
Un altro aspetto cruciale emerso è l’importanza della familiarità del dimostratore. In studi precedenti, dove i dimostratori erano cani estranei, si era visto che i cani dominanti non imparavano affatto da un altro cane. Nel nostro studio, invece, i cani di rango superiore hanno mostrato un modesto miglioramento osservando il loro compagno di casa, anche se sottomesso. Questo suggerisce che la familiarità può rendere anche i “capi” più disposti a imparare dai loro coinquilini canini.
Per i cani sottomessi, la situazione è quasi ribaltata rispetto al passato. Se prima imparavano bene da un umano estraneo, ora, con il proprio proprietario come dimostratore, non hanno mostrato miglioramenti nel tasso di successo. Potrebbe essere che l’interesse e la volontà di seguire una persona sconosciuta siano diversi rispetto alla dinamica consolidata con il proprietario, specialmente se c’è un compagno dominante “in agguato” che monopolizza l’attenzione del proprietario.
Questi risultati sottolineano come le dinamiche di rango all’interno del gruppo di cani conviventi possano avere rilevanza anche in scenari non competitivi, come l’apprendimento dal proprietario o da un altro cane di casa. La flessibilità sociale dei cani è nota, ma questo studio aggiunge un tassello importante: la familiarità conta, eccome!
Cosa Ci Portiamo a Casa?
Allora, cosa significa tutto questo per noi amanti dei cani? Innanzitutto, ci ricorda che i nostri amici pelosi vivono in un mondo sociale complesso, con dinamiche e “regole” che a volte ci sfuggono. Il loro rango, la relazione con noi e con gli altri cani di casa influenzano profondamente il loro modo di apprendere e di interagire.
I cani dominanti sembrano avere un canale preferenziale di apprendimento con il proprietario, forse perché hanno “investito” di più nel mantenere uno stretto legame e accesso a questa figura centrale. I cani sottomessi, invece, potrebbero fare più affidamento sull’esempio dei loro compagni dominanti in certi contesti, o aver sviluppato strategie diverse per navigare il loro mondo sociale.
È importante sottolineare che “dominante” e “sottomesso” non sono etichette fisse o giudizi di valore, ma descrivono relazioni fluide e contesto-specifiche. Comprendere queste dinamiche può aiutarci a interagire in modo più efficace con i nostri cani, a personalizzare l’addestramento e, soprattutto, ad apprezzare ancora di più la loro incredibile intelligenza sociale.
Certo, come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Ad esempio, il gruppo di cani dimostratori era il più piccolo, a causa della difficoltà intrinseca nel compito per alcuni soggetti. Ma i risultati aprono la strada a nuove, eccitanti domande sul mondo interiore dei nostri compagni canini.
Quindi, la prossima volta che osservate i vostri cani interagire tra loro o con voi, ricordate che c’è un universo di segnali, gerarchie e strategie di apprendimento in gioco. E chissà, magari capirete un po’ meglio chi sta imparando da chi, e perché!
Fonte: Springer
