I Nostri Cani Prevedono le Malattie? La Sorprendente Verità dalle Polizze Assicurative!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente affascinante, che unisce due mondi che spesso teniamo separati: la salute dei nostri amici a quattro zampe e la nostra. Sapete una cosa? Sembra proprio che i dati sanitari dei nostri cani, in particolare quelli provenienti dalle loro assicurazioni, possano aiutarci a prevedere l’arrivo di alcune malattie anche per noi umani! Sembra fantascienza, vero? Eppure, uno studio recente pubblicato su *Scientific Reports* (trovate il link alla fine!) ha esplorato proprio questa possibilità, adottando un approccio chiamato One Health.
Cos’è l’Approccio One Health?
Prima di tuffarci nei dettagli, spendiamo due parole su questo concetto: One Health. In parole povere, riconosce che la salute degli esseri umani, quella degli animali e quella dell’ambiente sono strettamente interconnesse. Non possiamo pensare alla nostra salute come a una bolla isolata. Quello che succede agli animali e all’ambiente ha un impatto diretto su di noi, e viceversa. Malattie che passano dagli animali all’uomo (le cosiddette zoonosi) o quelle trasmesse da vettori come zecche e zanzare (malattie trasmesse da vettori) ne sono un esempio lampante. Ed è qui che entrano in gioco i nostri fedeli compagni.
I Cani Come Sentinelle della Nostra Salute
Pensateci un attimo: chi condivide più da vicino i nostri ambienti, le nostre passeggiate nei parchi, le nostre case, se non i nostri cani? Sono esposti agli stessi agenti patogeni ambientali, alle stesse zecche nel giardino, magari bevono dalla stessa pozza d’acqua durante un’escursione. Proprio per questa vicinanza, i ricercatori hanno pensato: e se i cani fossero delle specie di “sentinelle”? Se ammalandosi prima di noi, potessero darci un segnale d’allarme?
L’idea non è nuovissima, i cani sono stati studiati come indicatori per diverse problematiche, dall’esposizione a tossine ambientali fino persino ad alcuni tipi di cancro. Ma questo studio si è concentrato su quattro malattie infettive specifiche, con cause e modalità di trasmissione diverse:
- Malattia di Lyme: Trasessa dalle zecche del genere Ixodes, è un bel problema soprattutto nel nord-est degli USA, ma si sta espandendo. Causa sintomi come artrite e affaticamento nei cani, e problemi anche gravi, come la cardite di Lyme, negli umani se non diagnosticata in tempo.
- Giardiasi: Un’infezione intestinale causata da un parassita protozoo, trasmessa per via oro-fecale, spesso attraverso acqua contaminata. Colpisce sia cani (soprattutto cuccioli) che umani (soprattutto bambini), causando diarrea.
- Febbre della Valle (Coccidioidomicosi): Causata da un fungo che vive nel terreno, si contrae inalando le spore. Colpisce i polmoni sia nei cani che nelle persone, e la malattia ha un decorso simile in entrambe le specie.
- Elminti trasmessi dal suolo (Vermi intestinali): Parassiti come anchilostomi e toxocara, presenti nelle feci di cani infetti. Le uova o le larve nel terreno possono infettare l’uomo per contatto o ingestione, causando problemi a seconda di dove migrano nel corpo.
La Miniera d’Oro dei Dati Assicurativi
Come hanno fatto i ricercatori a confrontare la salute dei cani e quella degli umani? Hanno usato un’enorme mole di dati provenienti dalle richieste di rimborso delle assicurazioni sanitarie per animali domestici negli Stati Uniti (specificamente dalla compagnia Fetch, Inc.) tra il 2008 e il 2022. Parliamo di oltre 1,25 milioni di “anni-cane” monitorati, relativi a più di 1,7 milioni di cani unici! Questi dati sono stati poi confrontati con quelli, disponibili pubblicamente, dei casi umani registrati dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per Lyme, Giardia e Febbre della Valle.
Perché proprio i dati assicurativi? Beh, c’è un vantaggio: i proprietari di animali assicurati tendono a seguire più scrupolosamente le raccomandazioni veterinarie per diagnosi e cure, e sono meno propensi all’eutanasia per motivi economici. Questo significa che il quadro clinico registrato per questi animali è probabilmente più completo e accurato. Certo, c’è anche un limite: questi dati rappresentano principalmente animali i cui proprietari possono permettersi un’assicurazione e hanno accesso a cure veterinarie, quindi potrebbero non riflettere perfettamente la situazione in aree meno servite o tra popolazioni a basso reddito.

Risultati Sorprendenti: Le Tendenze Combaciano!
Ebbene, i risultati sono stati davvero interessanti. Nonostante le differenze negli agenti causali e nelle modalità di trasmissione, le tendenze di queste tre malattie (Lyme, Giardia, Febbre della Valle) sono risultate molto simili tra cani e persone, sia a livello geografico che temporale.
Febbre della Valle: Per questa malattia fungina, le “zone calde” (California e Arizona) e i picchi annuali di casi combaciavano quasi perfettamente tra cani e umani. Logico, visto che entrambi si infettano inalando spore dallo stesso ambiente. Monitorare entrambe le specie potrebbe rendere più sensibile l’identificazione degli anni epidemici.
Giardiasi: Anche qui, nonostante i ceppi del parassita che infettano prevalentemente cani e umani siano spesso diversi, le tendenze generali degli anni di picco e calo dei casi erano simili. Curiosamente, nei dati assicurativi, i cani mostravano un picco di casi in primavera (marzo), mentre i casi umani iniziavano a salire a maggio con un picco ad agosto. Questo fa pensare: un’impennata di Giardia nei cani in primavera potrebbe forse preannunciare una stagione difficile per gli umani in estate? Servono altre ricerche, ma l’idea è intrigante e potrebbe dare ai funzionari sanitari settimane o mesi di preavviso!
Malattia di Lyme: Qui arriva il risultato potenzialmente più rivoluzionario. Non solo le tendenze geografiche e temporali erano simili, ma i cambiamenti nei tassi di incidenza nei cani sembravano precedere quelli negli umani di circa 1-2 anni! Inoltre, l’incidenza della malattia di Lyme nei cani assicurati era enormemente più alta (circa 44 volte!) rispetto a quella umana, rendendo i picchi molto più facili da rilevare. Immaginate le implicazioni: se monitorando attivamente i casi di Lyme nei cani potessimo avere un preavviso di due anni sull’aumento dei casi umani, le agenzie di sanità pubblica avrebbero tempo per pianificare interventi mirati, campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione delle zecche e allocare fondi specifici. Il motivo di questo sfasamento di due anni non è chiarissimo (ciclo vitale della zecca? Tempi di diagnosi negli umani?), ma il potenziale è enorme.
Vermi Intestinali: Per questi parassiti, purtroppo, mancavano dati umani recenti e comparabili negli USA (gli ultimi studi su larga scala risalgono agli anni ’80!). Tuttavia, i dati sui cani hanno mostrato le aree a maggior rischio (New York, New Jersey, South Carolina, Oregon, Hawaii) e un picco di diagnosi nei mesi estivi. Visto che i cani sono ospiti importanti per molti di questi vermi, monitorare le diagnosi canine può comunque fornire informazioni preziose per la sorveglianza di queste malattie parassitarie considerate “neglette”. È emerso anche che i cuccioli sono i più colpiti, confermando studi precedenti.

Migliorare le Previsioni con i Dati Canini
I ricercatori non si sono fermati alla semplice osservazione delle somiglianze. Hanno provato a costruire dei modelli matematici (usando tecniche di machine learning, nello specifico modelli lineari generalizzati) per prevedere l’incidenza annuale delle malattie negli umani. Hanno creato due versioni di questi modelli per ogni malattia: una che usava solo i dati storici umani, e un’altra che includeva anche i dati sull’incidenza nei cani come variabile predittiva.
Il risultato? In tutti i casi (Lyme, Giardia, Febbre della Valle), aggiungere i dati dei cani migliorava la precisione delle previsioni per i casi umani. L’errore medio assoluto (una misura di quanto le previsioni si discostano dalla realtà) diminuiva quando si includevano le informazioni canine. Questo, anche con modelli relativamente semplici, dimostra quantitativamente il valore aggiunto di questi dati.
Verso il Futuro: L’Intelligenza Artificiale al Servizio della One Health
Certo, i modelli usati erano semplici, basati su tassi di incidenza annuali. Il prossimo passo sarebbe usare dati più granulari (magari mensili o settimanali) per vedere se i dati canini possono migliorare le previsioni a breve termine, specialmente per Lyme e Giardia dove c’è uno sfasamento stagionale.
La compagnia assicurativa Fetch, da cui provengono i dati, sta già usando algoritmi di machine learning per prevedere le probabilità di malattia a livello del singolo animale. L’idea entusiasmante è che questi stessi algoritmi potrebbero essere adattati per creare un sistema di sorveglianza a livello di popolazione, capace di prevedere focolai o aumenti stagionali di queste malattie condivise nella popolazione canina. Se un sistema del genere potesse rilevare rapidamente, o addirittura prevedere, un’annata difficile per la Giardia o la Lyme nei cani, potremmo allertare la sanità pubblica *prima* che i casi umani inizino ad aumentare vertiginosamente. Per la Lyme, questo potrebbe significare anni di anticipo!
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Insomma, la prossima volta che portate Fido dal veterinario e magari fate una richiesta di rimborso all’assicurazione, pensate che quel singolo dato, aggregato a migliaia di altri, potrebbe un giorno contribuire a proteggere la salute di tutta la comunità. È un esempio perfetto di come l’approccio One Health e le nuove tecnologie possano lavorare insieme per un futuro più sano per tutti noi, a due e a quattro zampe!
Fonte: Springer
