Calo di Peso Neonatale e Allattamento Esclusivo: Quando Preoccuparsi Davvero?
Care mamme e papà (e futuri tali!), diciamocelo chiaramente: una delle prime cose che ci fa andare un po’ in ansia quando nasce un bimbo è il suo peso. Quel numerino sulla bilancia diventa quasi un’ossessione, soprattutto nei primi giorni. E se vi dicessi che un certo calo di peso è normale, ma che la sua entità potrebbe raccontarci molto sull’avvio dell’allattamento e persino sul peso del piccolo a due anni? Proprio così! Mi sono imbattuto in uno studio affascinante che ha messo sotto la lente d’ingrandimento proprio questo legame, e oggi voglio condividere con voi cosa ho scoperto, parlandone in modo semplice e diretto, come faremmo davanti a un caffè.
Ma cos’è esattamente l’allattamento esclusivo al seno (EBF)?
Prima di addentrarci nei meandri dello studio, facciamo un piccolo ripasso. Quando parliamo di allattamento esclusivo al seno (in inglese, Exclusive Breastfeeding o EBF), intendiamo che il neonato riceve solo latte materno. Niente acqua, niente tisane, niente altri liquidi o solidi, ad eccezione di eventuali soluzioni reidratanti orali, vitamine, minerali o farmaci prescritti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF sono chiarissimi: per i primi sei mesi, solo latte materno per garantire crescita, sviluppo e salute ottimali. I benefici sono tantissimi: riduce il rischio di infezioni respiratorie, diarrea, malattie allergiche, otiti e sembra persino proteggere da obesità e diabete in età adulta. Nonostante queste raccomandazioni, mantenere l’allattamento esclusivo per sei mesi è una sfida in molte parti del mondo, Italia inclusa, anche se qui le cose stanno migliorando.
Il Calo Fisiologico: Normale, Ma Fino a Che Punto?
Torniamo al peso. È risaputo che quasi tutti i neonati perdono un po’ di peso nei primissimi giorni dopo la nascita. È un processo fisiologico, legato all’espulsione del meconio, alla perdita di liquidi e all’adattamento alla vita extrauterina. Ma quanto è “troppo”? E cosa succede se questo calo è più marcato? L’ansia materna riguardo alla sufficienza del proprio latte è una delle principali cause di interruzione precoce dell’allattamento esclusivo, spesso scatenata proprio dalle variazioni di peso del bambino. Se il piccolo perde peso o non lo recupera velocemente, la mamma può pensare di non avere abbastanza latte e ricorrere al latte artificiale.
Lo Studio Iraniano: Numeri Che Fanno Riflettere
Lo studio che ha attirato la mia attenzione è stato condotto in Iran, precisamente a Kermanshah, e ha coinvolto ben 1101 neonati sani, nati singoli, seguiti dai centri sanitari locali da novembre a dicembre 2024 (anche se la pubblicazione è del 2025, si riferisce a dati raccolti in quel periodo). I ricercatori hanno raccolto informazioni nutrizionali e sul peso dei bambini dalla nascita fino ai due anni. L’obiettivo era proprio capire se ci fosse un’associazione tra l’entità del calo di peso postnatale e l’allattamento esclusivo, confrontando i bimbi con un calo di peso “normale” e quelli con un calo “eccessivo”.
Cosa hanno scoperto? Innanzitutto, il peso medio alla nascita era di circa 3.282 grammi e l’età gestazionale media di 38,52 settimane. Nei primi 3-5 giorni dopo la nascita, il calo di peso medio è stato di 131 grammi, pari a circa il 4,01% del peso alla nascita. È interessante notare che il calo era maggiore nei nati pretermine tardivi (34-36 settimane) rispetto ai nati a termine, e nei nati da parto cesareo rispetto a quelli da parto vaginale. Questo è un dato che spesso si riscontra, probabilmente legato a un avvio dell’allattamento talvolta più difficoltoso dopo un cesareo o in caso di prematurità.
I ricercatori hanno definito “eccessivo” un calo di peso superiore al 5% del peso alla nascita. E qui arriva il punto cruciale: i neonati che avevano perso più del 5% del loro peso alla nascita, a 24 mesi pesavano mediamente meno rispetto a quelli che avevano perso il 5% o meno (11.942 g contro 12.484 g). Una differenza statisticamente significativa che si manteneva per tutto il periodo dei due anni. Inoltre, si è osservato un plateau nella crescita tra i 5 e i 7 mesi nei bimbi con maggior calo ponderale iniziale.

Ma la vera sorpresa, o forse la conferma di un sospetto, riguarda l’allattamento esclusivo. Nei bambini che avevano perso più del 5% del peso, i tassi di EBF sono crollati drasticamente: dal 97% nei primi 3 giorni dopo la nascita (un dato altissimo, probabilmente influenzato dal supporto ospedaliero iniziale) al 59,3% a 6 mesi. Al contrario, nei bimbi con un calo di peso inferiore o uguale al 5%, i tassi di EBF sono rimasti più stabili, passando dal 57,8% nei primi 3 giorni al 49,2% a 6 mesi. La differenza è notevole e ci dice molto.
Perché un Calo Maggiore Impatta sull’Allattamento e sul Peso Futuro?
Vi starete chiedendo: ma perché succede questo? Le ragioni sono probabilmente multifattoriali. Come accennavo prima, un calo di peso significativo può scatenare l’ansia materna sulla produzione di latte. Questa preoccupazione può portare i genitori a “soluzioni temporanee” o “non ottimali”, come l’integrazione con latte artificiale. L’introduzione del biberon, anche se si continua ad allattare al seno, può interferire con la produzione di latte materno, che si basa sul principio della domanda e dell’offerta: meno il bambino succhia al seno, meno latte viene prodotto. Questo, a sua volta, può portare a uno svezzamento precoce. Infatti, lo studio ha rivelato che oltre il 27% dei bambini che avevano perso più del 5% del peso veniva svezzato tra i 6 e i 12 mesi, contro meno del 18% nel gruppo con calo ponderale minore.
Il fatto che i bambini con un calo di peso iniziale importante e che non avevano recuperato il peso alla nascita entro il decimo giorno pesassero meno a due anni è un dato che fa riflettere. Anche se, va detto, le traiettorie di peso di entrambi i gruppi rientravano comunque nei range di normalità secondo gli standard dell’OMS. Il plateau di crescita osservato intorno ai 6 mesi in entrambi i gruppi è probabilmente legato all’introduzione dell’alimentazione complementare e alla comparsa dei primi dentini, un periodo delicato in cui i bambini possono essere più esposti a carenze nutrizionali se le pappe non sono adeguate, introdotte troppo presto o troppo tardi, o date in quantità insufficienti.
Il Ruolo dello Stress e dell’Alimentazione Complementare
Un aspetto interessante toccato, seppur con cautela, dallo studio riguarda il cortisolo, l’ormone dello stress. Nei neonati a termine, i livelli di cortisolo salivare aumentano dopo una rapida perdita di peso nelle prime 24-48 ore di vita. Questo picco iniziale è una risposta fisiologica normale allo stress della nascita e all’adattamento. Tuttavia, non si sa bene quali possano essere le conseguenze a lungo termine di questo aumento precoce di cortisolo, o di aumenti successivi dovuti a stress persistente. È un campo che merita ulteriori indagini, perché uno stress prolungato o ripetuto in questi piccoli potrebbe contribuire al loro minor peso a lungo termine, anche se la relazione è complessa.
Durante il periodo dell’alimentazione complementare, come dicevamo, i bambini affrontano un rischio maggiore di carenze. Spesso i cibi complementari sono inadeguati dal punto di vista nutrizionale, introdotti nel momento sbagliato, in quantità scarse o con poca frequenza. Inoltre, uno svezzamento prematuro o poppate poco frequenti aggravano ulteriormente l’insufficiente apporto di energia e nutrienti nei bambini sopra i 6 mesi.

Cosa Possiamo Imparare? Strategie e Supporto
Questi risultati, amici miei, non sono per spaventarci, ma per renderci più consapevoli. Suggeriscono che interventi mirati a minimizzare un eccessivo calo di peso postnatale e a promuovere un tempestivo recupero del peso potrebbero favorire l’allattamento esclusivo al seno e migliorare la crescita a lungo termine del bambino. Questo significa che il supporto all’allattamento prima che arrivi la montata lattea vera e propria (lattogenesi II), un attento monitoraggio del calo di peso del neonato nelle prime settimane e l’adesione a protocolli per la gestione di un calo di peso significativo dovrebbero essere parte integrante delle linee guida standard sull’alimentazione infantile.
È fondamentale che gli operatori sanitari siano preparati a sostenere le mamme, rassicurandole e fornendo loro gli strumenti per affrontare eventuali difficoltà. Un miglioramento nei pattern di aumento di peso dopo la prima settimana può rassicurare le madri sulla crescita del loro bambino, aumentando la fiducia nel continuare l’allattamento al seno.
Bisogna anche considerare che ci sono tanti fattori che influenzano i pattern di aumento di peso postnatale:
- Fattori materni: complicazioni durante la gravidanza, BMI materno, fumo.
- Caratteristiche del neonato: ittero, tipo di parto.
- Caratteristiche antropometriche nei neonati a termine allattati al seno durante il primo mese di vita.
Queste variabili possono influenzare le traiettorie di crescita precoce e spiegare in parte le differenze osservate.
Limiti dello Studio: Onestà Intellettuale
Come ogni studio scientifico, anche questo ha i suoi punti di forza e i suoi limiti. Il grande numero di bambini coinvolti (1101) è sicuramente un punto di forza, così come la raccolta prospettica dei dati dalla nascita ai due anni. Tuttavia, la raccolta retrospettiva di alcuni dati tramite questionari potrebbe aver introdotto un “bias di ricordo” (le mamme potrebbero non ricordare con precisione tutti i dettagli a distanza di tempo). Inoltre, l’analisi trasversale limita la possibilità di stabilire relazioni causali definitive. Infine, alcuni potenziali fattori confondenti (come lo stato socio-economico, lo stato nutrizionale materno, alcune condizioni di salute della mamma o pratiche di alimentazione specifiche) non sono stati completamente valutati. Questo significa che le associazioni osservate potrebbero essere parzialmente spiegate da variabili non misurate.
In Conclusione: Un Messaggio da Portare a Casa
Cosa ci portiamo a casa da questa chiacchierata? Che il modo in cui il peso del nostro bambino si muove nei primissimi giorni di vita è un indicatore importante. Un calo di peso postnatale precoce più marcato, unito al mancato recupero del peso alla nascita entro il decimo giorno, sembra essere associato a una durata inferiore dell’allattamento esclusivo al seno e a un peso inferiore a due anni. Questo non significa che ogni bambino che perde un po’ più di peso sia destinato ad avere problemi, assolutamente no! Ma sottolinea l’importanza di un monitoraggio attento e di un supporto tempestivo e qualificato alle neomamme. Interventi mirati a ridurre l’eccessivo calo di peso e a promuovere un rapido recupero possono davvero fare la differenza, aiutando più bambini a beneficiare appieno del latte materno e a crescere sani e forti. Naturalmente, sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati ed esplorare la complessa interazione di fattori che influenzano la crescita infantile e le pratiche di allattamento.
Quindi, future mamme e neomamme, non esitate a chiedere aiuto, a confrontarvi con ostetriche, pediatri e consulenti per l’allattamento. Siete le protagoniste di un viaggio meraviglioso, e avere le giuste informazioni e il giusto sostegno può renderlo ancora più sereno e appagante!
Fonte: Springer
