Ritratto fotografico di un uomo anziano che guarda pensieroso fuori da una finestra, simboleggiando la riflessione sui rischi per la salute come il fumo e il cancro in età avanzata, prime lens 35mm, bianco e nero, profondità di campo accentuata.

Fumo Giù, Cancro Su? Il Mistero tra Sigarette, Vescica e Polmoni negli USA

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi dentro una ricerca affascinante che getta una luce un po’ diversa su un legame che spesso diamo per scontato: quello tra il fumo di sigaretta e alcuni tipi di cancro, in particolare quello alla vescica (BC) e quello ai polmoni-bronchi (LBC). Sappiamo tutti che il fumo fa male, malissimo. È un fattore di rischio enorme per una marea di malattie, e il cancro è in cima alla lista. Ma cosa succede quando andiamo a vedere i numeri da vicino, nel tempo? Le cose sono sempre così lineari come pensiamo?

Lo studio che ho analizzato si è concentrato sulla popolazione bianca non ispanica (NHWA) in 13 stati americani, tra il 2000 e il 2016. L’obiettivo era capire come sono cambiati i tassi di fumo e, parallelamente, l’incidenza di questi due tipi di cancro, guardando anche alle differenze tra uomini e donne e alle diverse fasce d’età. E non solo, si è cercato di capire anche quanto rischio c’è di sviluppare un secondo tumore dopo una diagnosi di BC o LBC. Pronti a scoprire cosa è emerso? Vi avviso, ci sono delle sorprese!

La buona notizia: si fuma di meno!

Partiamo da un dato positivo: in tutti i 13 stati presi in esame (parliamo di posti come California, New York, Kentucky, Texas…), la percentuale di fumatori tra i bianchi non ispanici è diminuita tra il 2000 e il 2016. È un calo generalizzato, che fa ben sperare. Ad esempio, in California si è passati dal 17,1% al 12,1%, in Kentucky (uno stato storicamente con alti tassi di fumo) dal 30,9% al 24,3%, e nello Utah, già virtuoso, dal 12,6% all’8,1%. Questo calo si è visto in tutte le fasce d’età, anche se in modo diverso: tra i 45-64enni il calo è stato più marcato (dal 28,22% all’11,27% in media tra tutte le etnie), mentre tra gli over 64 è stato più contenuto (dal 12,48% al 4,35%). Insomma, le campagne anti-fumo sembrano aver funzionato, almeno in parte.

Il cancro alla vescica: un quadro complesso, soprattutto per gli uomini

Ora passiamo al cancro alla vescica (BC). Qui le cose si fanno più intricate. In generale, su oltre 240.000 casi analizzati, la stragrande maggioranza (75,2%) riguardava gli uomini. L’età media alla diagnosi è intorno ai 70 anni, e quasi il 70% dei casi si verifica in persone con più di 64 anni. L’incidenza media è stata di 36,37 casi ogni 100.000 uomini e 11,66 casi ogni 100.000 donne.

Ma ecco il punto interessante: nonostante il calo dei fumatori, l’incidenza del BC negli uomini non è diminuita nella maggior parte degli stati analizzati. Anzi, in stati come California, New York, Georgia e altri, si è osservato un trend in aumento tra il 2000 e il 2016! Solo in Massachusetts e New Jersey si è vista una tendenza al ribasso per gli uomini. Per le donne, la situazione è rimasta più stabile o in leggero calo in alcuni stati (Hawaii, Massachusetts, New Jersey).

Quindi, come mai se gli uomini fumano di meno, il cancro alla vescica (fortemente legato al fumo) sembra aumentare o non diminuire come ci si aspetterebbe? È una domanda aperta. Forse entrano in gioco altri fattori di rischio (esposizioni professionali, ambientali, genetiche), o forse c’è un effetto “ritardo”: il danno del fumo fatto anni prima si manifesta solo ora. C’è da dire però che guardando specificamente alla fascia d’età più colpita (>64 anni), una diminuzione dell’incidenza si è vista. Il quadro è decisamente complesso.

Primo piano di una mano che spegne una sigaretta in un posacenere, macro lens 100mm, illuminazione drammatica e controllata, alta definizione dei dettagli della cenere e del fumo residuo.

Cancro ai polmoni-bronchi: uomini in calo, donne… in aumento?

Passiamo al cancro ai polmoni-bronchi (LBC), il “big killer” notoriamente legato al fumo. Qui i casi analizzati sono stati oltre 657.000, con una distribuzione quasi pari tra uomini (51,7%) e donne (48,3%). Anche qui, l’età media alla diagnosi è alta (circa 69 anni) e la maggior parte dei casi (67,2%) riguarda gli over 64.

Cosa ci dicono i trend? Per gli uomini, la notizia è buona: l’incidenza del LBC è diminuita in tutti e 13 gli stati studiati, seguendo abbastanza bene il calo del fumo. Evviva!

Ma per le donne… la storia è diversa. Se in alcuni stati (California, Connecticut, Hawaii, Massachusetts, New Jersey) si è visto un calo, in molti altri (Georgia, Idaho, Iowa, Kentucky, Louisiana, New Mexico, Utah) si è osservato un trend in aumento! Questo è davvero sorprendente. Come mai, se anche le donne fumano di meno, il cancro ai polmoni aumenta in così tanti posti? Gli studiosi ipotizzano che potrebbero entrare in gioco altri fattori, forse legati agli ormoni femminili (come gli estrogeni) o a predisposizioni genetiche diverse, che rendono le donne, forse anche le non fumatrici, più suscettibili a questo tipo di cancro negli ultimi anni. Anche qui, però, se guardiamo specificamente agli over 64, si nota una tendenza generale alla diminuzione dell’incidenza nel periodo studiato.

L’età conta, eccome! E certi stati di più

Un dato emerge chiarissimo: l’età è un fattore cruciale. Sia per il BC che per l’LBC, l’incidenza schizza alle stelle dopo i 64 anni. Pensate che a New York, l’incidenza del BC negli uomini over 64 ha raggiunto i 208,9 casi ogni 100.000, e in Massachusetts per le donne over 64 è stata di 54,33. Per l’LBC, il Kentucky fa registrare numeri impressionanti negli over 64: 503,1 casi ogni 100.000 uomini e 298,5 ogni 100.000 donne. Al contrario, lo Utah mostra costantemente le incidenze più basse in tutte le fasce d’età. Queste differenze geografiche sono notevoli e suggeriscono l’influenza di fattori locali, ambientali o di stile di vita, oltre al fumo.

Un legame nascosto: vescica e polmoni vanno a braccetto?

Un aspetto molto interessante dello studio è la correlazione trovata tra l’incidenza del BC e quella del LBC, soprattutto in alcuni stati e in particolare tra gli uomini over 64. In Massachusetts, California, New York e New Jersey, questa correlazione è risultata fortissima (coefficienti di Pearson molto alti, vicini a 1). Cosa significa? Che in questi stati, l’andamento dell’incidenza di un tumore sembra “predire” l’andamento dell’altro. Ad esempio, in Massachusetts, un aumento di 10 casi/100.000 di LBC negli uomini over 64 potrebbe corrispondere a un aumento di circa 5,6 casi/100.000 di BC. Questo suggerisce che i fattori di rischio (il fumo in primis, ma forse non solo) o i meccanismi biologici sottostanti potrebbero avere un impatto simile su entrambi gli organi in quelle popolazioni specifiche.

Diagramma stilizzato che mostra la correlazione positiva tra due set di dati (incidenza BC e LBC) con una linea di regressione, wide-angle 24mm, focus nitido sui punti dati, sfondo astratto e pulito.

Il rischio di un secondo tumore: chi ha avuto il cancro alla vescica rischia di più

Infine, lo studio ha analizzato il rischio di sviluppare un secondo tumore primario dopo una diagnosi di BC o LBC. I risultati sono piuttosto netti:

  • Tra i pazienti con BC, ben il 14,3% ha sviluppato un secondo tipo di cancro. I più comuni? Cancro alla prostata, LBC, cancro al rene e cancro al seno (nelle donne).
  • Tra i pazienti con LBC, “solo” il 4,3% ha sviluppato un secondo tipo di cancro. Il più comune è stato un altro LBC, seguito da cancro al seno (nelle donne), BC e cancro alla prostata.

Facendo due conti, il rischio relativo di avere un secondo tumore è risultato essere 3,3 volte maggiore per chi ha avuto un BC primario rispetto a chi ha avuto un LBC primario. Questo è un dato importante per il follow-up dei pazienti: chi sopravvive a un cancro alla vescica deve essere monitorato con particolare attenzione per l’eventuale insorgenza di altre neoplasie.

Cosa ci portiamo a casa?

Questa ricerca ci lascia con alcuni spunti importanti. Primo: meno male che si fuma di meno, è un passo fondamentale. Secondo: il legame tra calo del fumo e calo dell’incidenza dei tumori fumo-correlati non è sempre immediato né lineare. Ci possono essere ritardi negli effetti, altri fattori confondenti, e trend diversi tra uomini e donne che meritano attenzione (come l’aumento del LBC in alcune popolazioni femminili). Terzo: l’età avanzata rimane il fattore di rischio principale per questi tumori. Quarto: esiste un legame epidemiologico forte tra cancro alla vescica e cancro ai polmoni in certe aree, suggerendo forse meccanismi comuni. Quinto: chi ha avuto un cancro alla vescica ha un rischio significativamente più alto di sviluppare un secondo tumore.

Capire queste dinamiche complesse è essenziale per mettere a punto strategie di prevenzione sempre più mirate e per supportare al meglio chi ha già affrontato una diagnosi di cancro, aiutando a prevenire recidive o nuove malattie. La battaglia contro il cancro si combatte anche così, analizzando i dati e cercando di capire i messaggi, a volte sorprendenti, che ci mandano.

Fonte: Springer

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