Bluetongue in Ecuador: Quando il Clima Svela la Diffusione Nascosta di un Virus nel Bestiame
Avete mai sentito parlare della Bluetongue, o Lingua Blu? Magari no, ma per gli allevatori di ruminanti come bovini, pecore e capre, è un nome che può far tremare i polsi. Si tratta di una malattia virale, non contagiosa direttamente tra animali, ma trasmessa da minuscoli insetti vettori, i moscerini del genere Culicoides. Questa malattia può causare perdite economiche notevoli e problemi nel commercio internazionale di animali.
In America Latina, la situazione della Bluetongue è sempre stata un po’ nebulosa, con poche informazioni sulla sua reale diffusione. E in Ecuador? Fino a poco tempo fa, sapevamo ancora meno. Qualche segnalazione isolata, ma nulla di sistematico. Ecco perché mi sono tuffato (metaforicamente, s’intende!) in un’analisi per cercare di capire meglio cosa stesse succedendo. Volevamo gettare le basi scientifiche per future strategie di sorveglianza e controllo mirate.
Un Nemico Invisibile: Cos’è la Bluetongue?
Prima di addentrarci nei dettagli ecuadoriani, capiamo meglio chi è il nostro “protagonista”. Il virus della Bluetongue (BTV) appartiene alla famiglia Reoviridae. Può infettare bovini, pecore, capre, cervi e camelidi. La trasmissione avviene principalmente attraverso la puntura di femmine infette di moscerini Culicoides.
I sintomi? Variano molto: da forme quasi asintomatiche a febbre, salivazione eccessiva, difficoltà respiratorie (dispnea), depressione, aborti e, nei casi più gravi, morte. Esistono almeno 26 sierotipi diversi di BTV nel mondo, e in Sud America ne sono stati trovati diversi (1-4, 6-10, 14, 17, 24). In Ecuador, specificamente nei bovini, sono stati identificati i sierotipi 9, 13 e 18.
Curiosamente, mentre sappiamo che il virus circola nel bestiame, le informazioni sulla sua presenza negli animali selvatici in Ecuador continentale sono praticamente nulle (nelle Galapagos, per fortuna, sembra assente).
Il Vettore Sotto la Lente: I Moscerini Culicoides
Il vero regista della diffusione della Bluetongue è lui: il moscerino Culicoides. Questi insetti non si limitano a trasmettere il BTV; sono anche vettori di altri virus importanti come quello della stomatite vescicolare, il virus Schmallenberg, la peste equina africana e altri ancora.
La loro presenza e abbondanza dipendono strettamente da fattori ambientali:
- Temperatura: Il BTV ha bisogno di una temperatura minima tra i 10 e i 15 °C per replicarsi all’interno del moscerino. Temperature più alte (fino a un certo punto) possono aumentare il tasso di puntura e favorire la trasmissione. La temperatura ideale per la sopravvivenza del moscerino e il pasto di sangue è intorno ai 23 °C.
- Pioggia: Le precipitazioni influenzano l’habitat larvale, la sopravvivenza e l’attività degli adulti. Troppa pioggia, però, può essere dannosa per alcune specie (come C. imicola, le cui pupe possono annegare).
- Umidità e caratteristiche del suolo: Anche questi fattori giocano un ruolo.
In Ecuador sono state identificate ben 70 specie di Culicoides, incluse C. insignis e C. paraensis, note vettrici.
Il Detective Climatico: Come Abbiamo Indagato
Come abbiamo fatto a capire la situazione in Ecuador, vista la mancanza di un programma di sorveglianza specifico per la Bluetongue? Abbiamo usato i dati raccolti dal Servizio Veterinario Nazionale (NVS) tra il 2014 e il 2022. Questi dati provenivano dal sistema di sorveglianza passiva, principalmente focalizzato su malattie come l’afta epizootica (FMD), dove la Bluetongue veniva considerata come diagnosi differenziale in caso di sintomi sospetti (febbre, lesioni vescicolari, calo delle performance, aborti).
Su oltre 5000 segnalazioni sospette da quasi due terzi delle parrocchie (la divisione amministrativa più piccola) ecuadoriane, 381 allevamenti con segni compatibili con la BT sono stati campionati. Di questi, ben 324 sono risultati sieropositivi per il BTV, indicando una precedente esposizione al virus. La stragrande maggioranza erano allevamenti bovini. Pensate: su quasi 6000 campioni animali, oltre 5100 sono risultati positivi agli anticorpi BTV!
Abbiamo quindi preso questi dati di sieropositività a livello di parrocchia e li abbiamo incrociati con:
- Dati bioclimatici: Temperature (medie, massime, minime, stagionalità), precipitazioni (annuali, mensili, nei periodi più secchi/umidi).
- Abbondanza dell’ospite: La popolazione bovina per parrocchia (dati dalla campagna di vaccinazione FMD del 2023).
Utilizzando un modello statistico (regressione logistica), abbiamo cercato di capire quali di questi fattori fossero più associati alla presenza di anticorpi BTV in una determinata parrocchia.
La Mappa del Rischio: Dove Colpisce il Virus?
Ed ecco la sorpresa (o forse no, per gli esperti): i risultati hanno mostrato una diffusa esposizione al BTV nel bestiame ecuadoriano, e la distribuzione geografica di questa esposizione corrispondeva in modo impressionante alle aree con condizioni ambientali favorevoli ai vettori Culicoides!
Le zone a maggior rischio si trovano dove le temperature sono comprese tra 12 °C e 32 °C. Abbiamo scoperto che circa il 73% del territorio nazionale offre queste condizioni ideali per la sopravvivenza del vettore. Le aree più calde e umide della costa (specialmente nord-ovest) e della regione amazzonica (est) sono risultate particolarmente a rischio. Al contrario, le fredde regioni andine (highlands), dove pure si concentra molto bestiame (soprattutto da latte), mostrano tassi di sieropositività molto più bassi.
Il nostro modello ha identificato alcune variabili chiave per predire le aree ad alto rischio:
- Popolazione bovina: Più bovini ci sono, maggiore è la probabilità (ma solo se le condizioni climatiche sono giuste).
- Temperatura massima del mese più caldo: Aumenta il rischio.
- Temperatura minima del mese più freddo: Temperature molto basse agiscono come fattore protettivo.
- Stagionalità della temperatura: La variazione di temperatura durante l’anno è importante.
- Precipitazioni del mese più secco: Livelli di pioggia minimi sono cruciali; aree troppo secche (come parte della costa pacifica) sono a minor rischio nonostante le temperature adatte.
La mappa di probabilità che abbiamo generato (Fig. 3 nello studio originale) evidenzia un rischio elevato nelle zone di transizione tra le highlands e l’Amazzonia, in alcune province costiere nord-occidentali e in province meridionali.
Perché Tutto Questo è Importante?
Questa analisi, la prima del suo genere per un paese andino con ecosistemi così diversi, ci dice alcune cose fondamentali:
1. La Bluetongue è probabilmente sottostimata: La diffusa presenza di anticorpi suggerisce che il virus circola molto più di quanto si pensasse, ma dato che la sorveglianza non era mirata, molti casi (probabilmente subclinici o lievi) sono passati inosservati. L’impatto economico reale potrebbe essere maggiore.
2. Il clima è il re: Le condizioni climatiche, in particolare la temperatura e le precipitazioni, sono determinanti per la presenza del vettore e quindi del virus. Questo ci permette di identificare le aree a maggior rischio.
3. Serve una sorveglianza mirata: Ora abbiamo una base scientifica per implementare strategie di sorveglianza basate sul rischio, concentrando le risorse dove servono di più.
4. Approccio One Health: I Culicoides trasmettono anche altre malattie, alcune delle quali possono colpire l’uomo (zoonosi) o la fauna selvatica. Studiare questi vettori è importante per la salute animale, umana e ambientale.
5. Occhio al cambiamento climatico: L’aumento delle temperature potrebbe espandere le aree idonee per i Culicoides, portando il virus in zone precedentemente considerate sicure. Abbiamo calcolato che un aumento di 2.6°C potrebbe rendere idoneo fino all’80% del territorio ecuadoriano!
Cosa Fare Ora?
Il nostro lavoro fornisce una mappa iniziale, una sorta di “identikit” delle zone calde per la Bluetongue in Ecuador. Il prossimo passo è usare queste informazioni per:
- Migliorare i sistemi di sorveglianza, magari definendo un caso specifico di BT e non trattandolo solo come diagnosi differenziale.
- Implementare misure di controllo mirate, come strategie di vaccinazione (se disponibili e appropriate per i sierotipi circolanti) o controllo dei vettori (valutando attentamente sostenibilità economica e ambientale).
- Studiare meglio i vettori Culicoides presenti in Ecuador, la loro biologia e competenza per i diversi sierotipi di BTV.
- Indagare il ruolo della fauna selvatica nel ciclo del virus, un tassello ancora mancante.
- Monitorare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla distribuzione del vettore e del virus.
Insomma, abbiamo aperto una porta sulla diffusione nascosta della Bluetongue in Ecuador. Ora sappiamo che il clima gioca un ruolo da protagonista nel disegnare la mappa del rischio. Sta a noi usare questa conoscenza per proteggere meglio la salute del bestiame e, potenzialmente, anche quella pubblica, in un’ottica sempre più integrata di One Health.
Fonte: Springer