Oltre il Dolore Fisico: Alla Scoperta dei Bisogni Spirituali dei Malati di Cancro Terminale in Cina
Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio un po’ diverso dal solito, un viaggio nel profondo dell’esperienza umana di fronte a una delle sfide più grandi: la malattia terminale. Mi sono imbattuto in uno studio affascinante, condotto nel sud della Cina, che cerca di fare luce su un aspetto spesso trascurato ma fondamentale: i bisogni spirituali dei pazienti con cancro in fase avanzata. E credetemi, quello che emerge è potente e fa riflettere.
Il Contesto: Cancro e Fine Vita in Cina
Prima di tuffarci nei dettagli, diamo un’occhiata al quadro generale. Il cancro, purtroppo, è una delle principali cause di morte a livello globale, e la Cina, con la sua vasta popolazione, porta un carico particolarmente pesante. Pensate che nel 2022, si sono registrati lì 2,57 milioni di decessi legati al cancro, il numero più alto al mondo. Quando un paziente riceve una diagnosi di cancro terminale, l’aspettativa di vita è spesso inferiore ai sei mesi. In questa fase, l’obiettivo delle cure cambia: non si cerca più la guarigione a tutti i costi, ma si punta a gestire i sintomi, alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita residua. Qui entrano in gioco le cure palliative e l’hospice, approcci che considerano la persona nella sua interezza: corpo, mente, emozioni e, appunto, spirito.
Ma Cosa Sono Esattamente i Bisogni Spirituali?
Spesso si confonde la spiritualità con la religione, ma non sono la stessa cosa. La spiritualità, come la definisce il National Consensus Project for Quality Palliative Care (NCP), è quel processo attraverso cui cerchiamo e diamo senso e scopo alla vita. Riguarda la connessione con il momento presente, con noi stessi, con gli altri, con la natura e, per alcuni, con una dimensione trascendente (come una divinità) o un sistema di fede. Nelle culture orientali, concetti come “Tao”, “virtù”, “benevolenza” si intrecciano profondamente con la spiritualità. I bisogni spirituali sono quindi una necessità umana intrinseca, un bisogno di trovare significato, pace, amore, speranza, specialmente quando si affronta la fragilità della vita.
Lo Studio Cinese: Cosa Abbiamo Cercato (e Trovato)
Questo studio multicentrico, condotto su 224 pazienti con cancro terminale in tre grandi ospedali del sud della Cina, si è posto proprio l’obiettivo di capire quali fossero i loro bisogni spirituali e cosa li influenzasse. Hanno usato questionari specifici per valutare i bisogni spirituali (suddivisi in domini come amore/connessione, speranza/pace, significato/scopo, relazione col trascendente, accettazione della morte), il dolore e la fatica, raccogliendo anche dati socio-demografici e clinici.
E cosa è emerso? Beh, i bisogni spirituali sono decisamente alti in questi pazienti. Il punteggio medio generale era significativo. Ma la cosa interessante è la classifica:
- Al primo posto c’è il bisogno di speranza e pace. Frasi come “Avere speranza per la vita” e “Anche nel dolore, avere ancora speranza” sono state votate come le più importanti.
- Subito dopo viene il bisogno di amore e connessione: “Avere qualcuno che mi scaldi o si prenda cura di me” è risultato fondamentale per molti.
- All’ultimo posto, invece, troviamo la relazione con il trascendente. Affermazioni come “Essere benedetto da Dio per combattere la malattia” o “Pregare Dio, partecipare a servizi religiosi” sono state considerate le meno importanti dalla maggioranza dei partecipanti.
Questo ultimo punto è particolarmente interessante e riflette forse il contesto socio-culturale cinese, dove c’è una grande pluralità religiosa ma anche una forte componente di popolazione non religiosa influenzata da filosofie più secolari.

I Fattori Chiave: Cosa Influenza Questi Bisogni?
Qui le cose si fanno ancora più complesse e affascinanti. L’analisi statistica ha cercato di capire quali fattori fossero associati a bisogni spirituali più intensi. Ebbene, diversi elementi sono emersi come predittori significativi per i bisogni spirituali complessivi:
- Appartenenza religiosa: Chi aveva una fede religiosa definita mostrava bisogni spirituali generali più alti, spesso legati alla ricerca di supporto trascendente. Chi non aveva un background religioso tendeva più a cercare pace interiore o connessioni umane.
- Metodo di pagamento dell’assistenza sanitaria: Sorprendente, vero? Sembra che le riforme sanitarie nel sud della Cina, che hanno ridotto la pressione economica su alcuni gruppi di pazienti (avvicinando i rimborsi dell’assicurazione medica urbana a quelli provinciali/municipali), abbiano permesso a questi ultimi di concentrarsi maggiormente sui bisogni di livello superiore, come quelli spirituali. Un’applicazione quasi da manuale della piramide di Maslow!
- Residenza: Collegato al punto precedente, anche il luogo di residenza (probabilmente legato a diverse coperture assicurative o costi della vita) è risultato influente.
- Caratteristiche del dolore: Non tanto l’intensità generale, quanto il tipo di dolore (es. colico vs sordo) e il numero di siti dolorosi.
Altri fattori come l’uso di alcol sono emersi nell’analisi iniziale, ma questi quattro sono risultati i più robusti predittori nel modello finale.
Il Dolore: Un Legame Complesso
Parliamo un attimo del dolore, uno dei sintomi più devastanti per questi pazienti. Lo studio ha rivelato una relazione sfumata con i bisogni spirituali.
- L’intensità del dolore (quanto fa male) è risultata predittiva specificamente per i bisogni di amore e connessione e di speranza e pace. Più il dolore era severo, più forte era il bisogno di sentirsi amati, connessi e di mantenere la speranza e la pace interiore.
- Tuttavia, l’intensità del dolore non è emersa come predittore significativo dei bisogni spirituali complessivi nel modello finale. Questo contrasta con alcuni studi occidentali e potrebbe dipendere da fattori culturali: forse nella cultura cinese c’è una diversa soglia di accettazione del dolore o una speranza di sopravvivenza più radicata anche nelle fasi finali, che modula l’impatto del dolore sui bisogni spirituali generali.
- Invece, le proprietà del dolore (il tipo, come il dolore colico, più acuto e invalidante) e il numero di siti dolorosi sono risultati predittori significativi per il bisogno di significato e scopo e per i bisogni spirituali complessivi. Soffrire di un dolore più “urgente” o diffuso sembra spingere di più a interrogarsi sul senso della vita.
Un altro dato interessante: la fatica, che altri studi avevano indicato come fattore importante, qui non è risultata predittiva. Forse perché in pazienti così vicini alla fine della vita, la fatica è una condizione cronica talmente presente da non influenzare più direttamente i bisogni spirituali specifici di quel momento.

Implicazioni: Verso una Cura Davvero Personalizzata
Cosa ci portiamo a casa da tutto questo? La lezione più importante è che i bisogni spirituali sono incredibilmente personali e variabili. Non esiste una ricetta unica. Fattori come la religione, la situazione economica (influenzata dal sistema sanitario!), la residenza e le caratteristiche specifiche del dolore giocano un ruolo cruciale e diversificato a seconda del tipo di bisogno spirituale considerato.
Questo studio sottolinea con forza la necessità di un’assistenza spirituale personalizzata negli hospice e nelle cure palliative. Non basta chiedere genericamente “come sta il suo spirito?”. Bisogna andare più a fondo, capire quali bisogni specifici ha quel paziente (ha più bisogno di speranza? Di connessione? Di trovare un senso? Di accettare?), con quale intensità, e considerare i fattori che potrebbero influenzarli. Solo così possiamo alleviare davvero la sofferenza, ridurre il carico sui caregiver e aiutare le persone a vivere la fine della loro vita con dignità e, per quanto possibile, serenità.
Limiti e Prospettive Future
Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti: il campione, seppur significativo, proviene solo da tre ospedali e potrebbe non essere rappresentativo di tutta la Cina; la dimensione del campione non era enorme; lo strumento usato per misurare i bisogni spirituali potrebbe avere un bias culturale, essendo forse più adatto a popolazioni religiose.
Serviranno studi futuri, magari con campioni più ampi e strumenti di misurazione più “localizzati”, per confermare ed espandere questi risultati. Sarebbe interessante, ad esempio, esplorare meglio i fattori che influenzano il bisogno di “accettazione della morte”, che in questo studio non è risultato chiaramente associato ai fattori socio-demografici o al dolore, forse proprio per le specificità culturali cinesi riguardo alla morte.
Insomma, la cura dello spirito è una frontiera ancora in parte inesplorata ma essenziale dell’assistenza sanitaria, specialmente nel fine vita. Questo studio ci offre spunti preziosi per capire meglio e agire in modo più mirato ed empatico.

Fonte: Springer
