Immagine fotorealistica di fiale di anticorpi monoclonali biosimilari e di riferimento allineate su un bancone di laboratorio sterile e illuminato. In primo piano, una siringa preriempita. Dettagli nitidi, illuminazione da studio, obiettivo macro 100mm per enfatizzare la purezza e la precisione scientifica, sfondo leggermente sfocato per concentrarsi sui campioni.

Biosimilari in Giappone: Un’Analisi Esclusiva Rivela la Verità sulla Loro Qualità Post-Approvazione!

Ciao a tutti, appassionati di scienza e farmaci innovativi! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel mondo degli anticorpi monoclonali biosimilari, concentrandoci su una questione cruciale: la loro qualità una volta che sono sul mercato. In particolare, vi racconterò di uno studio approfondito che abbiamo condotto sui prodotti approvati e distribuiti in Giappone, un paese dove, nonostante i potenziali risparmi per il sistema sanitario, la diffusione dei biosimilari non è decollata come ci si aspettava.

Perché questa titubanza? Beh, uno dei motivi è la percezione, a volte, di una carenza di informazioni chiare e comparative sulla qualità di questi farmaci rispetto ai loro “fratelli maggiori”, i prodotti di riferimento (REF). Diciamocelo chiaramente: medici e pazienti vogliono essere sicuri al 100% prima di fare un cambio. E come dar loro torto?

L’Importanza di Capire a Fondo: Cosa Abbiamo Fatto?

Ecco perché ci siamo rimboccati le maniche. L’obiettivo del nostro studio era semplice ma ambizioso: valutare e confrontare gli attributi di qualità di diversi lotti di anticorpi monoclonali biosimilari e dei loro prodotti di riferimento disponibili in Giappone. Volevamo capire non solo quanto un biosimilare fosse simile al suo originatore, ma anche quanto fossero consistenti i diversi lotti dello stesso prodotto. Pensateci, è come controllare che ogni bottiglia del vostro vino preferito abbia sempre lo stesso, inconfondibile sapore!

Abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento diversi “big” del settore: infliximab (IFX), trastuzumab (TRA), rituximab (RTX), bevacizumab (BEV) ed etanercept (ETN) – quest’ultimo tecnicamente una proteina di fusione Fc, ma con un meccanismo d’azione simile e di grande importanza clinica.

Quali caratteristiche abbiamo esaminato? Quelle che contano davvero per l’efficacia e la sicurezza:

  • Profilo di glicosilazione: Gli zuccheri attaccati a queste proteine sono fondamentali! Influenzano la stabilità, come il farmaco si muove nel corpo e la sua attività.
  • Eterogeneità di carica: Piccole variazioni nella carica elettrica della molecola possono derivare da modifiche post-traduzionali. È importante tenerle sotto controllo.
  • Affinità di legame: Quanto “forte” l’anticorpo si lega al suo bersaglio (l’antigene) e ai recettori Fcγ, cruciali per alcune delle sue funzioni.
  • Aggregati e particelle: La presenza di aggregati (molecole “appiccicate” tra loro) o particelle subvisibili è un indicatore di purezza e stabilità.

Analizzare più lotti ci ha permesso di “fotografare” il profilo di qualità di ciascun prodotto e di osservare eventuali variazioni nel tempo, anche se, vi anticipo, non abbiamo visto derive preoccupanti.

I Risultati: Un Quadro Dettagliato della Qualità

Allora, cosa abbiamo scoperto? Innanzitutto, che il grado di somiglianza di un biosimilare al suo prodotto di riferimento può variare da biosimilare a biosimilare. Non è una sorpresa assoluta, ma avere dati concreti è un’altra storia. Abbiamo confermato alcune differenze già note, magari riportate nei rapporti delle agenzie regolatorie al momento dell’approvazione, e in alcuni casi, certi attributi di qualità dei biosimilari si trovavano al di fuori dell’intervallo di variabilità osservato per i prodotti di riferimento.

Facciamo qualche esempio per capirci meglio.

Un'immagine macro ad alta definizione di una molecola di anticorpo monoclonale stilizzata, con catene di glicani (zuccheri) colorate che si diramano dalla regione Fc. Illuminazione da studio controllata per evidenziare i dettagli delle strutture glicaniche. Obiettivo macro, focale 90mm, sfondo neutro per massima chiarezza.

Glicosilazione: L’Impronta Digitale Zuccherina

Prendiamo l’infliximab (IFX). Qui i profili di glicosilazione erano significativamente diversi tra il prodotto di riferimento e i biosimilari, in parte perché vengono prodotti usando linee cellulari diverse (cellule di mieloma di topo per REF e un biosimilare, cellule CHO per altri due). Queste cellule “decorano” le proteine con zuccheri in modo leggermente diverso. Ad esempio, un biosimilare di IFX (IFX_BS3) aveva un contenuto di glicani afucosilati (senza fucosio, uno zucchero importante) notevolmente più alto rispetto al REF e agli altri biosimilari.

Per l’etanercept (ETN), le differenze nei profili di glicani asialilati e sialilati indicavano variazioni nelle porzioni derivate dalla regione Fc e dal recettore TNFα.

Anche per altri prodotti come trastuzumab (TRA) e rituximab (RTX), abbiamo notato variazioni: TRA_BS1 mostrava un contenuto più alto di glicani sialilati, mentre RTX_BS2 aveva più glicani afucosilati. I biosimilari di bevacizumab (BEV) tendevano ad avere più glicani galattosilati.

Importante: nonostante queste variazioni tra prodotti, le variazioni da lotto a lotto dello stesso prodotto erano contenute e non mostravano trend preoccupanti.

Eterogeneità di Carica: La “Personalità Elettrica”

Le varianti di carica (acide e basiche) possono formarsi per vari motivi. Usando una tecnica chiamata imaged capillary isoelectric focusing (icIEF), abbiamo visto che per l’IFX, il contenuto del picco principale e dei picchi basici differiva parecchio tra REF e biosimilari. IFX_BS2, ad esempio, aveva meno varianti basiche. Curiosamente, l’IFX_REF stesso mostrava una variabilità di carica relativamente ampia tra i lotti, dovuta principalmente a variazioni della lisina C-terminale, che però viene rapidamente rimossa nel sangue e non impatta l’attività.

Per TRA, RTX e BEV, alcuni biosimilari mostravano più picchi basici rispetto ai range di qualità dei REF. Nel complesso, però, anche qui, le differenze osservate non erano tali da sollevare bandiere rosse sulla qualità.

Affinità di Legame: Quanto Bene “Funzionano”?

Qui abbiamo usato la risonanza plasmonica di superficie (SPR), una tecnica super precisa, per misurare quanto bene gli anticorpi si legano ai loro antigeni (es. TNFα per IFX ed ETN, HER2 per TRA, CD20 per RTX, VEGF per BEV) e ai recettori FcγRIIIa. Quest’ultimo legame è cruciale per l’attività citotossica anticorpo-dipendente (ADCC), un meccanismo d’azione importante per TRA e RTX.

I risultati? Nessun biosimilare ha mostrato attività drasticamente superiore o inferiore rispetto ai range dei prodotti di riferimento. C’erano delle tendenze: alcuni biosimilari sembravano avere affinità leggermente più deboli per l’antigene (IFX, TRA, RTX, ETN) o più forti (BEV), ma nulla di sconvolgente. Anche per il legame a FcγRIIIa (abbiamo testato entrambe le varianti polimorfiche 158V e 158F), abbiamo osservato differenze che potevano essere correlate alle variazioni nei profili di glicosilazione. Ad esempio, un contenuto maggiore di glicani afucosilati o galattosilati tende ad aumentare l’affinità per FcγRIIIa. IFX_BS2 e RTX_BS1 avevano un’affinità leggermente inferiore per FcγRIIIa 158F, mentre ETN_BS1 e ETN_BS2 ce l’avevano più alta.

È interessante notare come la variante 158F del recettore sembrasse discriminare meglio le differenze tra i prodotti, un’osservazione che conferma nostri studi precedenti.

Un ricercatore in camice bianco osserva attentamente grafici complessi su un grande schermo in un laboratorio moderno. I grafici mostrano sovrapposizioni di profili di eluizione o scatter plot di dati di affinità di legame. Obiettivo zoom, focale 35mm, l'ambiente è pulito, ordinato e high-tech, con strumentazione scientifica visibile sullo sfondo.

Aggregati e Particelle Subvisibili: Questione di Purezza

Gli aggregati proteici e le particelle sono impurezze da tenere sotto controllo. Abbiamo usato la cromatografia ad esclusione dimensionale (SEC) per gli aggregati ad alto peso molecolare (HMW) e due tecniche, light obscuration (LO) e flow imaging (FI), per le particelle subvisibili.

IFX_BS1 e TRA_BS2 avevano una percentuale di HMW più alta, ma comunque entro limiti accettabili per prodotti mAb. Per gli altri, la percentuale di HMW nei biosimilari era tendenzialmente inferiore o uguale a quella dei REF. I prodotti di riferimento di RTX ed ETN mostravano maggiori variazioni di HMW tra i lotti.

Per le particelle subvisibili, la tecnica FI, più sensibile per le particelle proteiche, ha generalmente rilevato un numero maggiore di particelle rispetto a LO. Per IFX, un biosimilare (BS1) tendeva ad avere più particelle. Per ETN, i prodotti in siringa, specialmente REF e BS2, ne mostravano di più, probabilmente a causa di goccioline di olio siliconico (comune nelle siringhe preriempite). È importante sottolineare che tutti i prodotti erano conformi ai limiti farmacopeici per le particelle.

Struttura Superiore: Uguali nella Forma?

Infine, con il dicroismo circolare (CD), abbiamo controllato la struttura secondaria e terziaria. Nonostante le differenze nei profili di glicani o di carica, tutti i biosimilari hanno mostrato spettri CD simili ai rispettivi prodotti di riferimento, indicando una somiglianza nella struttura tridimensionale complessiva. Questo è un dato molto rassicurante!

Cosa Significa Tutto Questo? Implicazioni e Prospettive Future

Questo studio, per la prima volta, ha svelato in modo così completo le caratteristiche di qualità dei biosimilari approvati e distribuiti in Giappone in fase post-approvazione. Abbiamo visto che, sebbene esistano variazioni e alcuni attributi possano cadere fuori dai range dei REF, queste differenze, alla luce dei rapporti di revisione e delle informazioni di farmacovigilanza, sono considerate improbabili da influenzare l’efficacia o la sicurezza. Dopotutto, tutti questi prodotti sono stati approvati dalle agenzie regolatorie dopo un attento scrutinio!

I nostri dati possono essere incredibilmente utili per diverse ragioni:

  • Aumentare la fiducia: Fornire dati comparativi trasparenti aiuta medici e pazienti a comprendere meglio la qualità dei biosimilari, promuovendone l’utilizzo.
  • Informare lo sviluppo futuro: In un contesto globale che tende a ridurre gli studi clinici per lo sviluppo dei biosimilari, accumulare dati sulla variabilità accettabile degli attributi di qualità diventa ancora più cruciale. I range osservati in questo studio possono, retrospettivamente, essere considerati clinicamente accettabili.
  • Supportare la valutazione della biosimilarità: L’analisi comparativa degli attributi di qualità e la valutazione del loro impatto su sicurezza ed efficacia sono sempre più centrali. I nostri dati forniscono conoscenze preziose.

Abbiamo anche correlato specifici profili di glicosilazione (contenuto di glicani afucosilati, ad alto mannosio, galattosilati) con l’affinità di legame a FcγRIIIa. Per RTX, ad esempio, un maggior contenuto di glicani afucosilati e galattosilati era correlato a una maggiore affinità, come da teoria. Tuttavia, le piccole differenze osservate tra REF e biosimilari di RTX erano probabilmente troppo piccole per avere un impatto clinico significativo, considerando la variabilità individuale dei pazienti.

In conclusione, analizzare più lotti ci ha permesso di “catturare” l’entità delle differenze e delle somiglianze, confermando che i biosimilari sul mercato giapponese sono prodotti di alta qualità. Questo tipo di monitoraggio continuo è fondamentale per mantenere un sistema di approvvigionamento stabile di biofarmaci (sia REF che biosimilari) affidabili e per guidare lo sviluppo efficiente dei futuri biosimilari. Spero che questa “sbirciatina” nel nostro lavoro vi sia piaciuta e vi abbia aiutato a capire meglio questo complesso ma affascinante settore!

Fotografia di diverse fiale etichettate di anticorpi monoclonali (alcune indicate come 'REF', altre come 'BS') disposte ordinatamente su un bancone di laboratorio pulito e ben illuminato. Sullo sfondo, strumentazione scientifica moderna e schermi con grafici. Obiettivo prime, 50mm, con profondità di campo media per mantenere a fuoco sia le fiale che un accenno all'ambiente di ricerca. L'atmosfera è di precisione e alta tecnologia.

Fonte: Springer

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