Natura e Movimento: La Mia Esplorazione dei Benefici dell’Esercizio all’Aperto per Chi Ha Sconfitto il Cancro
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, sono sicuro, interesserà molti di voi: come l’attività fisica all’aperto possa essere una vera e propria alleata per chi ha affrontato e superato un tumore. Recentemente, ho avuto l’opportunità di immergermi in una revisione sistematica che ha analizzato oltre 700 persone, e i risultati sono davvero incoraggianti. Preparatevi, perché stiamo per scoprire insieme un mondo di benessere a portata di mano, o meglio, a portata di… scarpe da ginnastica!
Un Nemico Globale e la Forza dei Sopravvissuti
Partiamo da un dato di fatto: il cancro, purtroppo, è una delle principali sfide sanitarie a livello mondiale. Pensate che nel 2020 si sono registrati circa 19,3 milioni di nuovi casi e 10 milioni di decessi. Numeri che fanno riflettere. Ma c’è anche una luce in questo quadro: il numero di persone che sopravvivono al cancro è in costante aumento. Solo negli Stati Uniti, si stima che ci siano oltre 16,9 milioni di sopravvissuti, e si prevede che questo numero salirà a 22,2 milioni entro il 2030. Questa crescente popolazione di “guerrieri” sottolinea l’urgenza di trovare strategie efficaci, non farmacologiche, per migliorare la loro salute e qualità della vita, affrontando le conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della malattia e delle terapie.
L’Attività Fisica: Un Pilastro del Benessere Post-Cancro
Tra le strategie non farmacologiche, quelle legate allo stile di vita sono in prima linea. E qui, l’attività fisica e l’esercizio strutturato giocano un ruolo da protagonisti. Attenzione, c’è una piccola differenza: per attività fisica intendiamo qualsiasi movimento corporeo che aumenti il dispendio energetico, mentre l’esercizio è un’attività strutturata e ripetitiva mirata a migliorare forma fisica e salute. In questa nostra chiacchierata, userò il termine “attività fisica” per comprendere entrambe le cose.
Le revisioni sistematiche hanno costantemente dimostrato gli effetti benefici dell’attività fisica sui sopravvissuti al cancro. Ad esempio, una meta-analisi ha concluso che l’esercizio migliora significativamente la funzione fisica, riduce la fatica e aumenta la qualità della vita. Un’altra ha riportato miglioramenti significativi nella fitness cardiorespiratoria, nella forza muscolare e negli esiti di salute mentale, incluse riduzioni di ansia e depressione. Insomma, muoversi è fondamentale!
E se ci Aggiungessimo un Tocco di Natura?
Ora, immaginate di combinare i benefici del movimento con quelli del contatto con la natura. Recenti ricerche hanno evidenziato come l’esposizione ad ambienti naturali possa migliorare significativamente il benessere fisico e mentale. Studi hanno dimostrato che stare nella natura è associato a livelli di stress ridotti, umore migliorato e un benessere generale potenziato. Addirittura, l’esposizione a spazi verdi è collegata a una diminuzione del rischio di malattie croniche.
Nello specifico, l’attività fisica e l’esercizio in contesti naturali sembrano avere una marcia in più. Uno studio ha rivelato che l’esercizio all’aperto porta a maggiori sensazioni di rivitalizzazione, aumento dell’energia e impegno positivo, riducendo al contempo tensione, confusione, rabbia e depressione rispetto all’esercizio al chiuso. Nonostante queste scoperte promettenti, c’è una notevole carenza di letteratura che si concentri sull’applicazione di questo approccio – attività fisica ed esercizio in contesti naturali – specificamente per i sopravvissuti al cancro. Ed è proprio qui che si inserisce la revisione che ho analizzato.
L’obiettivo era chiaro: esaminare sistematicamente le prove esistenti sugli studi di intervento che coinvolgono l’attività fisica o l’esercizio all’aperto tra i sopravvissuti al cancro e valutarne l’impatto sulla loro salute fisica e mentale. Si è cercato di colmare l’attuale lacuna di conoscenze e fornire una comprensione più chiara dei potenziali benefici di questa strategia di intervento.

Cosa Abbiamo Scoperto Esattamente? I Risultati della Revisione
La revisione ha incluso 12 studi che hanno coinvolto un totale di 712 sopravvissuti al cancro. Si trattava sia di studi controllati randomizzati (RCT) che di studi non-RCT. È interessante notare che quattro studi hanno confrontato l’esercizio all’aperto con l’esercizio al chiuso anziché con un gruppo di controllo che seguiva le cure abituali, e uno ha utilizzato un disegno crossover (dove i partecipanti alternavano gli interventi).
Le tipologie di intervento erano varie per frequenza, intensità, durata e tipo, ma il Nordic walking e la semplice camminata sono risultati i più comuni. E i risultati? Eccoli qui, i punti salienti:
- Miglioramenti significativi nella salute mentale.
- Aumento dei livelli di attività fisica.
- Miglioramenti nella fitness muscolare.
- Effetti positivi sulla composizione corporea.
- Maggiore motivazione all’esercizio.
Tuttavia, l’impatto sui parametri vitali (come pressione sanguigna e frequenza cardiaca) e sulla qualità del sonno è risultato inconcludente, principalmente a causa del numero limitato di studi che hanno indagato questi aspetti e della variabilità degli interventi. Nonostante ciò, i benefici complessivi sono notevoli, soprattutto per quanto riguarda il benessere psicologico e la forma fisica.
Chi Erano i Protagonisti di Questi Studi?
I 712 partecipanti avevano un’età compresa tra i 20 e i 74 anni, e solo tre studi si sono concentrati su giovani sopravvissuti al cancro (meno di 40 anni). Per quanto riguarda i tipi di tumore, il 50% degli studi (6 su 12) si basava su sopravvissute al cancro al seno, che rappresentavano il 47,6% del totale dei partecipanti. Altri tumori rappresentati includevano leucemie, tumori del sistema nervoso centrale, linfomi, cancro alla prostata (8,0%), tumori della tiroide e una varietà di altre neoplasie (colon, ovaio, testicolo, ecc.). La maggior parte dei partecipanti era nella fase post-trattamento.
Come Si Svolgevano le Attività? Il Principio FITT
Per capire meglio gli interventi, abbiamo analizzato il principio FITT (Frequenza, Intensità, Tempo e Tipo) dell’esercizio:
- Frequenza: Le sessioni variavano da 1 a 3 volte a settimana, per una durata da 6 a 32 settimane nella maggior parte degli studi.
- Intensità: Perlopiù progressiva, da bassa a vigorosa o da moderata a vigorosa. Alcuni studi riportavano intensità bassa, moderata o vigorosa costante.
- Tempo: Le sessioni duravano da 30 minuti a 2 ore al giorno in molti studi.
- Tipo: Le attività all’aperto più comuni erano:
- Camminata (con varianti come il Nordic walking): 75% degli studi.
- Attività acquatiche e avventurose (snorkeling, nuoto, arrampicata): 25% degli studi.
- Sport regolamentati (calcio ricreativo): 8,3% degli studi.
La maggior parte degli interventi era supervisionata, il che è un aspetto importante per garantire sicurezza ed efficacia.

Un Tuffo nei Benefici: Salute Mentale e Fisica
Uno dei risultati più eclatanti riguarda il miglioramento della salute mentale e del benessere. Attività come il Nordic walking hanno mostrato impatti positivi sulla qualità della vita, miglioramenti significativi negli stati d’animo, riduzioni dei sintomi depressivi e un aumento dell’autoefficacia nella gestione del dolore. Pensateci: muoversi immersi nella natura, respirare aria fresca, sentire il sole sulla pelle… è un vero toccasana per lo spirito!
Per quanto riguarda la fitness fisica, anche se solo pochi studi hanno considerato questa dimensione come endpoint primario, quelli che lo hanno fatto hanno dimostrato che gli interventi di attività fisica all’aperto possono portare a miglioramenti significativi, in particolare nella forza muscolare. Il Nordic walking, ad esempio, si è rivelato efficace nell’aumentare la forza della parte superiore del corpo.
Interessanti anche i risultati sulla composizione corporea e sulla postura, soprattutto tra le sopravvissute al cancro al seno. Interventi con Nordic walking e altre attività fisiche hanno portato a miglioramenti nell’allineamento posturale. E non dimentichiamo la motivazione all’esercizio: anche se i risultati sono un po’ misti, alcuni studi hanno evidenziato una riduzione delle “scuse” percepite come barriere all’esercizio nei gruppi che svolgevano attività acquatiche e di arrampicata.
Cosa Resta da Esplorare? Limiti e Prospettive Future
Certo, non è tutto oro quello che luccica, e come ogni ricerca che si rispetti, anche questa ha i suoi “ma”. Una delle sfide principali è stata la notevole eterogeneità tra gli studi inclusi: differenze nelle caratteristiche degli interventi (principio FITT), nei dati demografici dei partecipanti, nelle misure di esito e nella qualità metodologica hanno reso difficile trarre conclusioni definitive. Per questo motivo, non è stato possibile effettuare una meta-analisi, ma si è optato per una sintesi narrativa.
La maggior parte degli studi ha valutato interventi a breve termine. Sarebbe fondamentale, quindi, che la ricerca futura si concentrasse sugli effetti a lungo termine. Inoltre, c’è pochissima evidenza sui giovani sopravvissuti al cancro, un gruppo che merita attenzione urgente. E ancora, la maggior parte degli studi si è concentrata sulle sopravvissute al cancro al seno; quindi, servono più ricerche per capire i benefici per chi ha superato altri tipi di tumore e per diversi gruppi demografici.
Infine, i meccanismi sottostanti attraverso i quali l’attività fisica all’aperto migliora gli esiti di salute nei sopravvissuti al cancro non sono ancora ben compresi. Studi che esplorino le specifiche vie fisiologiche e psicologiche coinvolte sarebbero estremamente utili.
Il Mio Messaggio per Voi (e per gli Operatori Sanitari)
Nonostante i limiti, i risultati di questa revisione suggeriscono implicazioni pratiche importanti. Incorporare l’attività fisica all’aperto, inclusi interventi di esercizio strutturato, nella cura di supporto dei sopravvissuti al cancro può offrire benefici sostanziali. Gli operatori sanitari dovrebbero considerare di raccomandare attività all’aperto come strategia complementare per migliorare il benessere fisico e mentale di questi pazienti.
Immaginate programmi pensati per incoraggiare la partecipazione regolare ad attività all’aperto, integrati nei protocolli di riabilitazione oncologica, magari sotto la supervisione di educatori fisici che garantirebbero l’implementazione e il monitoraggio appropriati del principio FITT. Sarebbe fantastico, no?
In conclusione, l’attività fisica all’aperto, compresi gli interventi di esercizio strutturato, sembra essere benefica sia per la salute fisica che mentale dei sopravvissuti al cancro. Anche se la letteratura scientifica ha ancora molta strada da fare per definire ogni dettaglio, le prove attuali supportano fortemente l’integrazione dell’esercizio all’aperto nei programmi di riabilitazione oncologica. È un invito a riscoprire il potere curativo della natura unito a quello del movimento, un passo alla volta, verso un recupero più completo e sereno.

Spero che questa “chiacchierata scientifica” vi sia piaciuta e vi abbia dato qualche spunto di riflessione. Muoversi, soprattutto all’aria aperta, è un regalo che possiamo fare a noi stessi, ogni giorno!
Fonte: Springer
