Fotografia realistica di una donna bengalese sorridente che riceve consulenza da un'operatrice sanitaria in una clinica pulita e modesta. Sullo sfondo, un poster informativo sullo screening cervicale. Obiettivo 50mm, luce naturale morbida, espressioni positive, duotono blu e verde acqua per un senso di speranza e salute.

Bangladesh: La Rivoluzione Digitale con DHIS2 Tracker Salva le Donne dal Cancro Cervicale!

Ciao a tutti! Oggi voglio raccontarvi una storia affascinante che arriva dal Bangladesh, una storia che parla di tecnologia, salute pubblica e, soprattutto, di come un sistema innovativo stia facendo la differenza nella vita di milioni di donne. Parliamo dello screening per il cancro al collo dell’utero, una sfida enorme in molti paesi, ma che in Bangladesh stanno affrontando con un’arma potentissima: un sistema informativo sanitario elettronico (e-HIS) basato su DHIS2 tracker.

Immaginate un paese vasto e popoloso come il Bangladesh, con oltre 168 milioni di abitanti. Il cancro cervicale lì è un problema serio, con migliaia di nuovi casi e decessi ogni anno. Per contrastarlo, dal 2005 esiste un programma nazionale di screening, ma come spesso accade, soprattutto nei paesi con risorse limitate (LMIC – Low Middle-Income Country), gestire un programma così capillare è una vera impresa.

Il Contesto: Screening Cervicale in Bangladesh

Il programma offre alle donne tra i 30 e i 60 anni un test chiamato VIA (Visual Inspection with Acetic Acid) ogni 5 anni. È un metodo visivo, relativamente semplice, eseguito da infermiere formate. Se il test risulta positivo (VIA-positivo), la donna viene indirizzata a una clinica specializzata per una colposcopia, un esame più approfondito eseguito da ginecologi. In base all’esito della colposcopia, si procede con trattamenti come l’ablazione termica o la LLETZ (escissione ampia della zona di trasformazione).

Fino a poco tempo fa, il programma era per lo più “opportunistico”: si invitavano allo screening le donne che si presentavano nelle strutture sanitarie per altri motivi. I dati venivano raccolti su registri cartacei, e solo dal 2010 si è iniziato a usare DHIS2 (District Health Information System version 2), una piattaforma open-source fantastica, per raccogliere dati aggregati. Pensate che il Bangladesh è diventato il più grande utilizzatore di DHIS2 al mondo, coprendo il 98% delle strutture sanitarie pubbliche! Ma raccogliere dati aggregati non basta per un programma di screening organizzato ed efficace.

La Svolta Digitale: Arriva DHIS2 Tracker

Qui arriva la vera rivoluzione. Nel 2019, il Ministero della Salute bengalese ha deciso di fare un salto di qualità implementando l’applicazione DHIS2 Tracker. Cosa cambia? Tutto! Questo sistema permette di raccogliere dati a livello individuale per ogni donna che partecipa al programma. Non più solo numeri generici, ma storie, percorsi, bisogni specifici.

Questo significa poter:

  • Identificare la popolazione target e invitarla attivamente allo screening.
  • Inviare promemoria personalizzati (anche via SMS!) alle donne che devono fare il test o che sono risultate positive e devono proseguire con la colposcopia.
  • Tracciare il percorso di ogni singola donna, dalla clinica comunitaria al centro di screening, fino alla clinica di colposcopia e al trattamento, grazie a un identificativo nazionale unico (NID).
  • Monitorare l’andamento del programma in tempo reale e valutarne l’efficacia usando indicatori chiave di performance (KPI).

Sembra incredibile, vero? Molti paesi, anche più ricchi, faticano ad avere un sistema del genere. Il Bangladesh ci è riuscito, superando una delle barriere più grandi per migliorare la partecipazione allo screening.

Come Funziona sul Campo? Uno Sguardo da Vicino

Ma come si traduce tutto questo nella pratica quotidiana? Ho avuto modo di approfondire, grazie a uno studio recente condotto congiuntamente dal Ministero della Salute bengalese e dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC/OMS).

Il viaggio inizia nelle cliniche comunitarie, il primo contatto con il sistema sanitario per molte persone. Ce ne sono oltre 15.000 nel paese, e quasi tutte (14.213 ad aprile 2024!) usano l’e-HIS per registrare le donne eleggibili (età, contatti, ecc.) usando il loro numero di identificazione nazionale (NID). Ad ogni donna registrata viene dato un codice elettronico unico e viene consigliato di recarsi al centro di screening più vicino. La registrazione può avvenire anche durante le visite a domicilio degli operatori sanitari.

Fotografia realistica di un'operatrice sanitaria bengalese in una clinica comunitaria luminosa ma semplice, mentre inserisce dati su un laptop. Focus sull'interazione tra tecnologia e assistenza sanitaria di base. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo ridotta per isolare la figura, luce naturale dalla finestra, colori caldi e accoglienti.

Quando la donna si presenta al centro di screening (ce ne sono 601 in tutto il paese, principalmente presso strutture sanitarie primarie e secondarie), il suo codice unico o il NID permette di recuperare i suoi dati. Dopo il test VIA, l’infermiera inserisce il risultato nel sistema online. Se è negativo, il sistema blocca automaticamente accessi per i successivi 5 anni, evitando screening troppo frequenti. Se è positivo, scatta il riferimento alla clinica di colposcopia.

La bellezza del sistema è che la donna può scegliere qualsiasi centro di colposcopia (ce ne sono 51, alcuni con possibilità di trattamento immediato) e i suoi dati saranno accessibili ovunque grazie all’identificativo unico. Anche i risultati della colposcopia, delle eventuali biopsie (anche se qui c’è una sfida, come vedremo) e dei trattamenti vengono inseriti nell’e-HIS.

Tracciamento e Promemoria: La Tecnologia al Servizio delle Donne

Uno degli aspetti più potenti è il tracciamento. Il sistema permette di generare liste di donne registrate che non si sono ancora presentate allo screening. Queste liste vengono inviate alle cliniche comunitarie e agli operatori sul territorio per ricordare alle donne di partecipare.

Ancora più importante, si possono identificare le donne VIA-positive che non si sono presentate alla colposcopia entro un mese. La clinica di colposcopia responsabile per quel distretto riceve una lista mensile e contatta telefonicamente le donne non conformi. Se non sono raggiungibili, la palla passa agli operatori comunitari per un contatto diretto. Si sta anche attivando un sistema di promemoria via SMS, negoziato con un provider telefonico, per raggiungere ancora più donne. Immaginate l’impatto sulla riduzione delle perdite al follow-up!

Ovviamente, tutto questo richiede personale formato. E infatti, il programma prevede training specifici sull’uso dell’e-HIS per infermieri, medici e staff delle cliniche comunitarie. Esiste anche un sistema di supervisione e controllo qualità dei dati a vari livelli.

I Numeri Parlano: L’Analisi dalla Divisione di Rajshahi

Lo studio si è concentrato sulla divisione di Rajshahi, una delle prime ad aver implementato completamente il nuovo e-HIS. Analizzando i dati del 2022 e 2023, sono emersi risultati interessantissimi. In due anni, sono state registrate oltre 514.000 donne, e quasi il 37% di loro ha effettuato lo screening.

Ecco alcuni KPI (Key Performance Indicators) stimati:

  • Tasso di partecipazione (donne screenate / donne registrate): 64.2% nel 2022 e 28.6% nel 2023 (il calo potrebbe dipendere da come vengono registrate le donne anno per anno).
  • Positività al test VIA: 3.2% nel 2022 e 2.6% nel 2023.
  • Adesione alla colposcopia (donne VIA-positive che fanno colposcopia): passata dal 57.9% nel 2022 al 72.0% nel 2023! Questo miglioramento è probabilmente dovuto proprio alle azioni di richiamo attivo rese possibili dall’e-HIS.
  • Tasso di rilevamento di lesioni di alto grado/cancro alla colposcopia: 10.9% nel 2022 e 6.9% nel 2023 tra chi ha fatto la colposcopia.
  • Adesione al trattamento: Anche qui si vedono miglioramenti, con più donne che tornano con i referti istologici (dal 61.9% al 75.9%).

Scatto macro realistico di uno schermo di computer che mostra un dashboard DHIS2 con grafici e indicatori chiave di performance (KPI) relativi allo screening cervicale. Dettagli nitidi sui dati, illuminazione controllata da ufficio, obiettivo macro 100mm, focus preciso sui numeri e grafici.

Questi numeri dimostrano che il sistema funziona e permette una valutazione dettagliata del programma, cosa rarissima nei contesti LMIC.

Sfide e Opportunità: Cosa Possiamo Imparare?

Naturalmente, non è tutto rose e fiori. Lo studio ha identificato anche delle sfide:

  • Connessione Internet: Soprattutto nelle cliniche comunitarie più remote, la connessione instabile può rallentare l’inserimento dati in tempo reale (anche se esiste un backup cartaceo).
  • Registrazione: A volte le donne dimenticano il loro NID, e senza quello non possono essere registrate. Inoltre, possono esserci errori nell’inserimento manuale del lungo numero identificativo.
  • Trasferimento del personale: Se personale formato viene trasferito, l’inserimento dati può interrompersi temporaneamente.
  • Dati istopatologici: Questa è una grossa lacuna. I laboratori che analizzano le biopsie spesso non sono collegati all’e-HIS, rendendo difficile avere un quadro completo della diagnosi finale.
  • Aggiornamenti software: A volte l’accesso al sistema è difficoltoso durante le fasi di aggiornamento.

Queste sfide, però, sono anche opportunità di miglioramento.

Raccomandazioni per il Futuro: Verso un Programma Ancora Migliore

Sulla base di questa valutazione, sono state fatte delle raccomandazioni specifiche al Ministero della Salute:

  • Sviluppare una policy documentata per uniformare l’implementazione dell’e-HIS.
  • Ottenere l’accesso al database nazionale degli NID per semplificare la registrazione ed evitare errori.
  • Collegare i laboratori di patologia all’e-HIS, magari sfruttando l’esperienza acquisita durante la pandemia COVID-19.
  • Creare un protocollo di miglioramento della qualità con KPI specifici, benchmark (standard “accettabili” e “desiderabili”) e procedure per il controllo qualità dei dati.
  • Valutare regolarmente le performance usando questi KPI.
  • Dedicare un team e un budget specifici alle iniziative di miglioramento della qualità.
  • Continuare con la formazione e la disseminazione dei risultati.

In conclusione, l’esperienza del Bangladesh è davvero notevole. Hanno dimostrato che è possibile implementare con successo un sistema e-HIS basato su DHIS2 tracker per raccogliere dati individuali in un programma di screening su larga scala, anche in un contesto con risorse limitate. Questo non solo migliora la copertura e la gestione delle donne positive, ma apre la strada a una valutazione continua e a un miglioramento mirato del programma. C’è ancora lavoro da fare, certo, ma la strada intrapresa è quella giusta e potrebbe essere un modello prezioso per tanti altri paesi. Una vera rivoluzione digitale al servizio della salute delle donne!

Fonte: Springer

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