Fotografia naturalistica ad alta risoluzione di un gruppo di Avocette (Recurvirostra avosetta) in una zona umida costiera lungo la Rotta del Atlantico Orientale, alcune in acqua bassa che cercano cibo con il loro caratteristico becco ricurvo, altre in riposo sulla riva fangosa. Teleobiettivo zoom 300mm, scatto veloce per congelare l'azione, luce laterale morbida che evidenzia le piume bianche e nere, profondità di campo media per mantenere il contesto ambientale.

Avocette in Viaggio: Svelati i Segreti delle Loro Soste Migratorie!

Ciao a tutti gli appassionati di natura e del meraviglioso mondo degli uccelli! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante, seguendo le rotte di un uccello elegante e inconfondibile: l’Avocetta (Recurvirostra avosetta). Immaginate questi trampolieri, con il loro piumaggio bianco e nero e quel becco sottile e ricurvo all’insù, mentre intraprendono la loro migrazione autunnale lungo la cosiddetta Rotta del Atlantico Orientale (EAF). Ma dove si fermano? E quanto sono importanti queste pause nel loro lungo cammino?

L’Importanza Cruciale delle Soste

Sapete, per gli uccelli migratori, le soste non sono semplici pause caffè. Sono momenti essenziali per ricaricare le batterie, accumulare energia sotto forma di grasso, riprendersi dalle fatiche del volo e, a volte, aspettare che il tempo migliori. Abbiamo sempre saputo che le Avocette svernano in luoghi diversi lungo la EAF, dal Regno Unito fino alla Guinea, ma come fossero collegate le varie aree di sosta lungo il percorso era un mistero. Come fanno a scegliere dove fermarsi? Quanto tempo restano?

Seguendo le Avocette con il GPS

Per capirci qualcosa di più, abbiamo intrapreso uno studio davvero emozionante. Abbiamo catturato 19 Avocette adulte nelle loro colonie riproduttive nel Mare di Wadden tedesco (un posto incredibile, ve lo assicuro!) e le abbiamo dotate di minuscoli logger GPS. Pensate, questi dispositivi pesavano solo 9 grammi, meno del 3% del peso medio di un’Avocetta, per non disturbarle troppo. Grazie a questi “zainetti” tecnologici, abbiamo potuto seguirle passo passo durante la loro migrazione autunnale tra il 2020 e il 2022.

Il Mare di Wadden: Un Hub Vitale

La prima cosa che è saltata all’occhio è l’importanza fondamentale del Mare di Wadden, non solo quello tedesco, ma anche le aree olandesi. Queste zone umide costiere sono state usate spessissimo come siti di sosta, specialmente all’inizio del viaggio. In particolare, le aree fangose degli estuari come quelli dell’Elba, del Jade-Weser e dell’Ems-Dollart si sono rivelate cruciali. È qui che molte Avocette si fermano per un periodo significativo, probabilmente anche per la muta, un processo delicato che richiede luoghi sicuri e ricchi di cibo. Il Wadden Sea, patrimonio UNESCO, si conferma un vero e proprio “aeroporto internazionale” per uccelli migratori, grazie alla sua incredibile produttività e abbondanza di cibo. Pensate che tra il 35% e il 53% dell’intera popolazione di Avocette della EAF usa il Wadden Sea come area di sosta!

Fotografia naturalistica di uno stormo di Avocette (Recurvirostra avosetta) che si nutre in una piana fangosa di un estuario nel Mare di Wadden con la bassa marea, teleobiettivo zoom 200mm, scatto veloce per catturare il movimento, luce naturale del mattino, dettagli nitidi sulle piume e sul fango.

Una Strategia di Viaggio a “Saltelli”

Quello che ci ha sorpreso è stata la strategia migratoria delle Avocette. Non fanno lunghi balzi non-stop come altri trampolieri artici. Loro preferiscono una strategia definita “hopping“, ovvero fanno tanti piccoli “saltelli” tra siti di sosta successivi. In media, le nostre Avocette hanno fatto ben 9.1 soste durante la migrazione autunnale, passando un totale di circa 123 giorni (!) ferme in questi siti. La durata media di ogni singola sosta è stata di circa 13.4 giorni, ma con enormi variazioni: da appena un’ora fino a ben 140 giorni nello stesso posto (la Baia di Jade, in Germania)!

Questa strategia a “saltelli” è meno dispendiosa energeticamente e offre maggiore flessibilità per rispondere a imprevisti, come il maltempo. Suggerisce anche che, lungo la loro rotta europea, le Avocette trovano una buona disponibilità di habitat di sosta di alta qualità. Passano molto più tempo nelle aree di sosta rispetto a tanti altri trampolieri, il che sottolinea quanto siano critici questi luoghi per il loro ciclo vitale annuale.

Differenze Individuali e tra Sessi

Un altro aspetto affascinante è la grande variabilità individuale. Non tutte le Avocette seguono lo stesso copione. Alcune fanno poche soste ma molto lunghe, altre ne fanno tantissime ma più brevi. Le rotte esatte e la durata delle soste variavano notevolmente da un individuo all’altro. Non c’era una correlazione chiara tra la distanza totale della migrazione e il numero di soste. Sembra proprio che ogni Avocetta abbia la sua “personalità” migratoria!

Abbiamo anche notato differenze legate al sesso. Le femmine tendevano a partire dalle aree riproduttive significativamente più tardi dei maschi (in media, 17 luglio contro 9 luglio). Questo potrebbe essere legato al fatto che nelle Avocette, spesso è un solo genitore a prendersi cura dei pulcini più grandi, e i nostri dati suggeriscono che questo compito ricada principalmente sulle femmine. Curiosamente, anche se non c’erano differenze significative nel numero totale di soste o nella durata cumulativa, i maschi tendevano a rimanere più a lungo in ogni singola sosta rispetto alle femmine (in media 20.5 giorni contro 9.0 giorni). Forse le femmine, partendo più tardi, hanno meno tempo e devono “affrettarsi” un po’ di più? È un’ipotesi su cui riflettere.

Macro fotografia del particolare becco ricurvo all'insù di un'Avocetta (Recurvirostra avosetta) mentre cerca cibo nell'acqua bassa, obiettivo macro 100mm, messa a fuoco precisa sul becco e sulle gocce d'acqua, illuminazione controllata per evidenziare la texture.

Il Viaggio Verso Sud: Oltre il Wadden Sea

Dopo aver lasciato il Wadden Sea, le rotte si diversificano. La costa atlantica francese è un’altra regione importante, usata da quasi la metà degli individui tracciati, con la Baie de l’Aiguillon come sito preferito. Alcune Avocette si fermano qui per svernare. Attraversando la Penisola Iberica, le strategie diventano ancora più variegate. Sei dei nostri uccelli hanno svernato lì (quattro in Portogallo, due in Spagna). Solo tre individui hanno proseguito il viaggio fino all’Africa Occidentale.

Habitat Preferiti: Viva le Coste e gli Estuari!

Dove preferiscono fermarsi le Avocette? Nettamente nelle zone umide costiere. Su 147 soste registrate, ben 130 erano in aree costiere. Solo poche soste avvenivano nell’entroterra. La durata media per sosta non era però così diversa tra costa (14.4 giorni) e interno (6.1 giorni). Tra gli habitat costieri, gli estuari giocano un ruolo da protagonisti. Quasi un terzo di tutte le soste è avvenuto in estuari lungo la EAF (come quelli della Weser, Loira, Tejo). Perché? Probabilmente per la struttura dei sedimenti. Le Avocette hanno una tecnica di alimentazione molto specializzata, chiamata “scything” (falciatura): spazzano il loro becco lateralmente negli strati superficiali dell’acqua o del fango molle. Questo richiede sedimenti a basso contenuto di resistenza, tipici delle aree fangose degli estuari. Baie e coste marine sono altri habitat molto utilizzati.

Stato di Conservazione: Siti Protetti, Ma Bastano?

La buona notizia è che la stragrande maggioranza dei siti di sosta identificati gode di una qualche forma di riconoscimento o protezione. Ben il 92.1% dei siti erano riconosciuti come Important Bird and Biodiversity Areas (IBA) da BirdLife International. Il 63.5% erano siti Ramsar (zone umide di importanza internazionale). All’interno dell’UE, l’83.7% rientrava nella rete Natura 2000. Se guardiamo a dove le Avocette passano effettivamente il loro tempo, le percentuali sono ancora più alte: il 99.7% della durata totale delle soste è stato trascorso in IBA! Questo dimostra che le principali aree di sosta sono, in gran parte, già identificate come importanti per la conservazione.

Tuttavia, c’è un campanello d’allarme. Nonostante questa rete di protezione, la popolazione di Avocette nel Mare di Wadden (sia come nidificanti che come migratori) ha mostrato un declino preoccupante negli ultimi decenni (un calo del 40% dagli anni ’90 al 2010). Questo ci fa chiedere: la protezione sulla carta è sufficiente? La qualità di questi habitat sta diminuendo a causa di pressioni come l’innalzamento del livello del mare, l’erosione costiera (“coastal squeeze”), il disturbo umano, l’inquinamento?

Fotografia paesaggistica di un'ampia zona umida costiera protetta (sito Ramsar o Natura 2000) lungo la Rotta del Atlantico Orientale al tramonto, obiettivo grandangolare 15mm, lunga esposizione per nuvole setose e acqua calma, colori caldi, messa a fuoco nitida sull'orizzonte.

Micro-Habitat e Dipendenza Specifica

Un dettaglio interessante emerso è che le Avocette non usano l’intera area di un sito di sosta in modo uniforme. Tendono a concentrarsi in zone molto specifiche. Ad esempio, nella Baia di Jade, usavano quasi esclusivamente la parte occidentale, più fangosa e ricca di prede preferite come l’anellide Hediste diversicolor. Questo suggerisce una forte dipendenza da condizioni micro-ambientali specifiche, rendendole potenzialmente vulnerabili ai cambiamenti anche su piccola scala all’interno di aree protette.

Cosa Abbiamo Imparato?

Questo studio ci ha aperto una finestra incredibile sulla vita migratoria delle Avocette. Abbiamo capito che:

  • Le soste migratorie sono una parte enorme del loro ciclo annuale (passano un terzo dell’anno in sosta durante la migrazione autunnale!).
  • Adottano una strategia di migrazione a “saltelli” (hopping), con molte soste di durata variabile, soprattutto nel Mare di Wadden.
  • C’è una grande variabilità individuale nelle rotte e nelle durate delle soste.
  • Le femmine partono più tardi dei maschi, probabilmente per accudire i piccoli.
  • Preferiscono nettamente le zone umide costiere, in particolare gli estuari fangosi.
  • La maggior parte dei siti chiave è protetta, ma il declino della popolazione nel Wadden Sea solleva interrogativi sulla qualità effettiva degli habitat e sull’efficacia delle misure di conservazione a lungo termine.

Il viaggio dell’Avocetta è una testimonianza della bellezza e della complessità della natura, ma anche della sua fragilità. Comprendere a fondo le loro esigenze e le rotte che seguono è fondamentale per poterle proteggere efficacemente lungo tutta la EAF. Servono studi internazionali continui per monitorare la qualità dei siti di sosta, soprattutto in termini di disponibilità di cibo, e per garantire che queste aree rimangano accoglienti per questi eleganti viaggiatori piumati.

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *