Fotografia naturalistica realistica, obiettivo teleobiettivo zoom 200mm, che cattura un pipistrello tricolore (Perimyotis subflavus) in pieno volo vicino all'ingresso di un canale sotterraneo sotto un ponte in una fredda notte d'inverno, velocità dell'otturatore elevata, tracciamento del movimento, illuminazione sottile fornita dalla luna.

Pipistrelli Tricolori d’Inverno: Voli Notturni tra Grotte, Ponti e un Nemico Invisibile

Ciao a tutti, appassionati di natura e misteri notturni! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel mondo dei pipistrelli tricolori (*Perimyotis subflavus*) e della loro vita segreta durante l’inverno nel sud-est degli Stati Uniti. Immaginate queste piccole creature, maestre del volo notturno, che affrontano il freddo e la scarsità di cibo. Come fanno? Beh, molte vanno in letargo, o meglio, in uno stato di torpore prolungato, per risparmiare energia preziosa.

Il Mistero dei Risvegli Invernali

Durante l’inverno, questi animali abbassano drasticamente la loro temperatura corporea, rallentando il metabolismo al minimo indispensabile. È una strategia geniale, vero? Ma non è un sonno continuo. Ogni tanto, i pipistrelli si risvegliano. Questi risvegli episodici sono fondamentali: servono per eliminare le scorie metaboliche, riattivare il sistema immunitario, idratarsi e forse anche recuperare un po’ di sonno “normale”.

Quello che mi affascina di più, e che è al centro della ricerca di cui vi parlo oggi, è che durante questi risvegli, alcuni pipistrelli non restano al calduccio nel loro rifugio (l’ibernacolo). No, alcuni decidono di uscire! Volano fuori, magari per cambiare tana, bere, o addirittura, se la notte è mite, per cercare qualche insetto superstite. Capire cosa fanno là fuori e perché è cruciale, non solo per proteggerli, ma anche per prevedere come se la caveranno di fronte a sfide come i cambiamenti climatici e, purtroppo, le malattie.

Un Nemico Silenzioso: La Sindrome del Naso Bianco (WNS)

E qui entra in gioco un nemico subdolo e terribile: la Sindrome del Naso Bianco (WNS). È una malattia causata da un fungo, il *Pseudogymnoascus destructans* (chiamiamolo Pd per semplicità), che attacca i pipistrelli proprio durante il letargo invernale. Questo fungo, probabilmente arrivato dall’Europa, ha causato stragi, con cali di popolazione superiori al 90% per alcune specie, tra cui i nostri poveri pipistrelli tricolori.

Come agisce il fungo? Invade la pelle dei pipistrelli, scatenando una serie di reazioni fisiologiche disastrose: li costringe a risvegliarsi più spesso dal torpore, altera i loro livelli di CO2 nel sangue, causa disidratazione e problemi elettrolitici. Tutto questo porta a un consumo energetico eccessivo. I pipistrelli bruciano le loro riserve di grasso troppo in fretta e, in molti casi, muoiono prima dell’arrivo della primavera. Terribile, vero?

Ma c’è un dettaglio interessante: non tutte le specie di pipistrelli sono colpite allo stesso modo. Alcune sembrano più resistenti. Si pensa che questo possa dipendere da vari fattori: dimensioni corporee, riserve di grasso, composizione chimica della pelle, e forse… proprio i loro pattern di attività invernale. L’ipotesi è che i pipistrelli che hanno periodi di torpore meno profondi o che sono più attivi durante la notte potrebbero cavarsela meglio. Perché? Perché temperature corporee più alte (il fungo Pd non cresce sopra i 19°C) e un sistema immunitario più attivo potrebbero contrastare l’infezione. Ecco perché studiare l’attività invernale è così importante!

Macro fotografia, 100mm lens, di un pipistrello tricolore (Perimyotis subflavus) in letargo, con goccioline di condensa sulla pelliccia, rannicchiato in una stretta fessura di una grotta buia, altissimo dettaglio, messa a fuoco precisa, illuminazione controllata e soffusa.

Rifugi Diversi, Destini Diversi? Grotte vs. Strutture Esterne

I pipistrelli tricolori sono diffusi in gran parte degli USA orientali. Tradizionalmente, pensiamo a loro come abitanti di grotte, miniere e tunnel durante l’inverno. Ma nel sud, dove queste strutture sotterranee scarseggiano, questi pipistrelli si sono adattati e usano anche rifugi “fuori terra” come canali sotterranei (culverts), ponti e persino alberi.

Questa differenza di “casa” invernale potrebbe essere fondamentale. I pipistrelli che usano strutture fuori terra, più esposte alle condizioni esterne, potrebbero avere pattern di torpore e attività diversi da quelli che svernano nel microclima stabile di una grotta. Ad esempio, sembra che i pipistrelli tricolori nelle strutture fuori terra si risveglino più spesso verso il tramonto e possano uscire a cacciare o cambiare rifugio, mentre quelli nelle grotte si risvegliano in momenti più casuali e raramente escono.

La ricerca che vi racconto ha voluto indagare proprio questo: l’attività notturna dei pipistrelli tricolori varia a seconda che usino un rifugio sotterraneo (come una grotta) o uno fuori terra (come un ponte o un canale)? E inoltre, questa attività cambia se il sito è già stato raggiunto dal fungo Pd (sito Pd-positivo) rispetto a dove il fungo non è ancora arrivato (sito Pd-negativo)?

L’ipotesi di partenza era che i pipistrelli nei siti fuori terra fossero più attivi, perché più reattivi alle condizioni esterne, e che quelli nei siti Pd-negativi fossero più attivi di quelli nei siti Pd-positivi (dove magari cercano di conservare energia a causa della malattia). Si prevedeva anche che l’attività fosse maggiore con temperature più alte e minore con la pioggia, e più intensa all’inizio e alla fine della stagione del letargo.

Ascoltando nel Buio: Come Abbiamo Spiato i Pipistrelli

Per rispondere a queste domande, i ricercatori hanno piazzato dei “registratori di ultrasuoni” (acoustic detectors) all’ingresso di 13 siti diversi sparsi tra Alabama, Florida, Georgia e South Carolina, per due inverni consecutivi (2020-21 e 2021-22). Questi siti includevano un mix di rifugi: 8 fuori terra (canali e ponti) e 5 sotterranei (grotte, tunnel ferroviari incompleti, una miniera d’oro abbandonata). Alcuni di questi siti erano già noti per essere Pd-positivi, altri erano Pd-negativi.

I detector registravano ogni notte, dalle 18:00 a mezzanotte, i richiami ultrasonici dei pipistrelli. Un software specializzato ha poi aiutato a identificare le chiamate specifiche dei pipistrelli tricolori. In parallelo, sono stati raccolti i dati meteo dalle stazioni più vicine: temperatura e precipitazioni. L’idea era correlare il numero di “passaggi” registrati (indice di attività) con il tipo di rifugio, lo stato Pd, la temperatura, la pioggia e il periodo dell’inverno (misurato come giorni trascorsi dal 1° ottobre).

Cosa Abbiamo Scoperto? Sorprese e Conferme

E allora, cosa è emerso da tutte queste notti di ascolto? Beh, i risultati sono stati un mix intrigante di conferme e sorprese.

Innanzitutto, i pipistrelli tricolori erano attivi, almeno qualche notte, in tutti i siti monitorati. Ma il livello di attività variava tantissimo da un sito all’altro e anche tra i due anni in alcuni casi.

La sorpresa principale? Né il tipo di rifugio (fuori terra vs. sotterraneo) né lo stato Pd (positivo vs. negativo) da soli sono risultati essere i fattori determinanti per prevedere *se* i pipistrelli sarebbero stati attivi o *quanto* sarebbero stati attivi. Sembrava che questi fattori non fossero la chiave principale, almeno non presi singolarmente.

Ma la storia non finisce qui! La vera chiave sembra essere l’interazione tra questi fattori e le condizioni ambientali. È qui che le cose si fanno interessanti:

  • Temperatura: Come previsto, la temperatura è stata un fattore potentissimo. Più faceva caldo (soprattutto sopra i 5-10°C), più era probabile che i pipistrelli fossero attivi e più numerose erano le registrazioni. Questo ha senso: temperature più miti significano costi energetici minori per volare e forse qualche insetto in giro.
  • Interazione Temperatura-Rifugio/Pd: Qui arriva il bello. L’attività aumentava con la temperatura in tutti i tipi di siti, ma aumentava più rapidamente nei siti fuori terra e nei siti Pd-negativi. Sembra quasi che i pipistrelli in questi contesti siano più “pronti” a sfruttare una notte mite. Forse quelli nei rifugi fuori terra percepiscono meglio le condizioni esterne? E quelli nei siti Pd-positivi devono essere più cauti nel consumare energia?
  • Pioggia: Come ipotizzato, la pioggia è una guastafeste. Sia la probabilità di attività che il livello di attività diminuivano significativamente nelle notti piovose. Volare con la pelliccia bagnata è energeticamente costoso e forse interferisce con l’ecolocalizzazione.
  • Interazione Pioggia-Rifugio/Pd: Anche qui, un’interazione. L’attività diminuiva più drasticamente con la pioggia nei siti fuori terra. Di nuovo, forse perché percepiscono prima l’arrivo della pioggia e decidono di restare al riparo?
  • Periodo dell’Inverno: Contrariamente alle attese (che prevedevano picchi all’inizio e alla fine), l’attività tendeva generalmente ad aumentare con il passare dei giorni dall’inizio dell’ibernazione, specialmente verso la fine della stagione. Questo aumento era più marcato nei siti fuori terra e Pd-negativi. Forse i pipistrelli in questi siti sono più reattivi all’avvicinarsi della primavera e iniziano a muoversi prima verso i quartieri estivi? Quelli nei siti Pd-positivi, invece, potrebbero restare in letargo più a lungo per conservare energia.

Fotografia naturalistica, teleobiettivo zoom 300mm, che mostra un pipistrello tricolore in volo al crepuscolo invernale vicino all'entrata di un ponte di cemento, velocità dell'otturatore elevata, tracciamento del movimento, luce ambientale fioca.

Allora, i Rifugi Fuori Terra Sono Più Sicuri dalla WNS? Non è Così Semplice

Questi risultati suggeriscono qualcosa di importante: i pipistrelli tricolori che usano rifugi fuori terra come canali e ponti, essendo più attivi nelle notti miti, potrebbero effettivamente essere meno suscettibili agli effetti peggiori della WNS. La loro maggiore attività potrebbe mantenere il corpo più caldo più spesso, ostacolando la crescita del fungo Pd, e mantenere il sistema immunitario più reattivo. Infatti, nei siti Pd-positivi fuori terra studiati, non sono stati osservati segni evidenti di mortalità da WNS, a differenza di quanto accaduto in alcuni siti sotterranei Pd-positivi della stessa area.

Sembrerebbe una buona notizia, no? Beh, attenzione a non trarre conclusioni affrettate. Usare questi rifugi fuori terra ha anche i suoi svantaggi:

  • Rischio di Congelamento: Le temperature in canali e ponti sono molto più variabili che nelle grotte. Un’ondata di gelo improvvisa potrebbe essere letale.
  • Predazione: Questi siti sono spesso più piccoli e accessibili dei vasti sistemi di grotte, rendendo i pipistrelli più vulnerabili ai predatori.
  • Disturbo: Il rumore del traffico sopra ponti e canali potrebbe disturbare i pipistrelli e ridurre l’efficienza della loro caccia.
  • Corridoi per il Fungo? I corsi d’acqua associati a ponti e canali, usati dai pipistrelli come corridoi di spostamento e caccia, potrebbero anche facilitare la diffusione del fungo Pd verso aree ancora indenni, come le regioni carsiche della Florida.

Uno Sguardo al Futuro: Cambiamenti Climatici e Ricerca Continua

Cosa ci dice tutto questo per il futuro? Con i cambiamenti climatici che portano inverni più miti nel sud-est degli USA, potremmo aspettarci un aumento dell’attività invernale dei pipistrelli tricolori, specialmente in quelli che usano rifugi fuori terra. Questo potrebbe, in teoria, aiutarli contro la WNS.

Tuttavia, risvegli più frequenti e maggiore attività hanno un costo energetico. Se questa attività non è supportata da risorse sufficienti (insetti disponibili, acqua), potrebbe portare all’esaurimento delle riserve di grasso. Inoltre, inverni più caldi potrebbero creare “trappole ecologiche” o alterare i delicati equilibri fisiologici del letargo, come suggerito da studi in Florida dove i pipistrelli in grotta sono diminuiti anche in assenza di WNS, forse a causa dello stress termico.

È chiaro che la storia è complessa. Questo studio ha aggiunto tasselli importanti, ma ha anche evidenziato la necessità di continuare a indagare. Ad esempio, sarebbe utile studiare più siti sotterranei Pd-negativi per capire meglio le differenze legate al tipo di rifugio. Bisogna comprendere a fondo il comportamento invernale e i pattern di torpore dei pipistrelli tricolori in tutta l’area ancora libera dalla WNS per poter prevedere la loro vulnerabilità quando (e se) il fungo arriverà.

In conclusione, l’attività invernale dei pipistrelli tricolori è un affascinante balletto influenzato da dove dormono, dalla minaccia della WNS, ma soprattutto dalle condizioni ambientali come temperatura e pioggia. Capire queste dinamiche è fondamentale per cercare di proteggere queste preziose creature della notte in un mondo in rapido cambiamento.

Fotografia macro, 60mm lens, che mostra in dettaglio la texture bianca e lanuginosa del fungo Pseudogymnoascus destructans (Pd) sull'ala di un pipistrello affetto da Sindrome del Naso Bianco, illuminazione drammatica controllata per enfatizzare i dettagli del fungo.

Fonte: Springer

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