Protesi Dentali e Anziani: Il Segreto è l’Atteggiamento (Non Solo la Tecnica!)
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che, forse, non riceve l’attenzione che merita nel nostro campo: la soddisfazione dei pazienti anziani con le protesi dentali complete rimovibili (quelle che comunemente chiamiamo “dentiere”). Sapete qual è una delle sfide più grandi per noi dentisti, e soprattutto per gli studenti che si approcciano a questa branca? Far sì che il paziente non solo abbia una protesi tecnicamente ben fatta, ma che sia anche felice di usarla.
Sembra scontato, vero? Eppure, vi assicuro che non lo è. Quante volte capita che un paziente anziano, pur avendo ricevuto una dentiera realizzata a regola d’arte secondo i nostri parametri oggettivi, alla fine non la porti o si lamenti? Tantissime. Questo ci dice che il successo di una protesi non dipende solo dalla sua qualità tecnica. Ci sono in gioco fattori molto più complessi, spesso psicologici, legati alla personalità del paziente, alle sue aspettative e, udite udite, al rapporto che si instaura con chi gliela sta preparando.
L’Importanza Nascosta: Il Rapporto Umano
Pensateci un attimo: realizzare una protesi completa rimovibile richiede diverse sedute. Durante questo tempo, si crea inevitabilmente un legame tra il paziente e l’operatore (nel nostro caso specifico, lo studente di odontoiatria). Questo rapporto interpersonale è fondamentale. Il modo in cui lo studente si comporta, comunica, ascolta (specialmente con una persona anziana, che magari ha esigenze o timori particolari) può fare un’enorme differenza. L’atteggiamento che abbiamo verso i nostri pazienti, soprattutto quelli più avanti con gli anni, influenza il nostro comportamento e, di conseguenza, la loro percezione del trattamento e la loro soddisfazione finale.
Purtroppo, non sempre l’atteggiamento verso gli anziani è positivo. Esistono ancora molti stereotipi: si pensa che siano fragili, lenti, smemorati, un peso per il sistema sanitario. Questi pensieri negativi, anche se inconsci, possono tradursi in comportamenti distaccati o poco empatici. Alcuni studi hanno mostrato dati preoccupanti: una grande percentuale di dentisti che preferisce non trattare pazienti anziani, studenti che non si sentono a proprio agio con loro, e persino esiti clinici peggiori legati a questo negativismo. Al contrario, medici con atteggiamenti positivi ottengono una soddisfazione del paziente significativamente maggiore.
Lo Studio nel Dettaglio: Atteggiamento dello Studente e Soddisfazione del Paziente
Ecco dove le cose si fanno interessanti. Mi sono imbattuto in uno studio prospettico longitudinale davvero illuminante che ha cercato di capire proprio questo: l’atteggiamento degli studenti di odontoiatria verso gli anziani influisce sulla soddisfazione dei pazienti che ricevono da loro una protesi completa rimovibile? È la prima volta, per quanto ne so, che si cerca di spiegare le differenze di soddisfazione (a parità di qualità tecnica della protesi) andando a vedere “cosa pensa” lo studente del suo paziente anziano.
Lo studio ha coinvolto un bel numero di pazienti (alla fine 533), tutti di età pari o superiore a 50 anni, completamente edentuli, che hanno ricevuto protesi nuove fabbricate da studenti universitari. C’è un dettaglio importante: sono state incluse solo le protesi valutate come di alta qualità (punteggio superiore all’80%) da esaminatori esperti e indipendenti. Questo per eliminare la variabile “protesi fatta male”. Volevamo capire l’impatto dell’atteggiamento, isolandolo il più possibile da problemi tecnici.
Prima di iniziare il trattamento, agli studenti è stato chiesto di compilare in forma anonima la scala di Kogan (KAOP), un questionario validato che misura proprio l’atteggiamento verso le persone anziane. Più alto è il punteggio, più positivo è l’atteggiamento. In base ai punteggi, gli studenti sono stati divisi in gruppi (da negativo a positivo).
Dopo un mese dall’aver ricevuto e iniziato a usare le protesi, ai pazienti è stato chiesto di valutare la loro soddisfazione generale usando una scala visiva analogica (VAS), una semplice linea da 0 (per niente soddisfatto) a 100 (massima soddisfazione). Anche questa valutazione era anonima, collegata solo al numero identificativo del caso.
Risultati Sorprendenti (ma non troppo!)
Ebbene, cosa è emerso? I risultati sono stati chiari e statisticamente significativi:
- C’è una correlazione positiva, seppur debole, tra il punteggio degli studenti nella scala di Kogan e la soddisfazione dei pazienti anziani. In parole povere: più positivo era l’atteggiamento dello studente, più il paziente era soddisfatto della sua dentiera (di buona qualità!).
- La soddisfazione dei pazienti era significativamente più alta quando erano stati trattati da studenti appartenenti ai gruppi con atteggiamento “positivo” o “leggermente positivo”, rispetto a quelli trattati da studenti con atteggiamento “negativo” o “leggermente negativo”.
Questi dati ci dicono una cosa fondamentale: l’ipotesi iniziale (che non ci fosse correlazione) è stata respinta. L’atteggiamento dello studente conta eccome!
Cosa Significa Tutto Questo per Noi?
L’atteggiamento è la base del nostro modo di pensare, sentire e agire. In ambito sanitario, un atteggiamento positivo verso gli anziani si traduce in una maggiore disponibilità a lavorare con loro e a prendersene cura meglio. Questo studio lo conferma nel contesto specifico delle protesi dentali.
È affascinante notare che, in generale, gli studenti dello studio avevano un atteggiamento “leggermente positivo” (in linea con altre ricerche) e che i pazienti, mediamente, erano molto soddisfatti delle protesi ricevute (punteggio medio VAS altissimo, 93.26%). Questo suggerisce che gli studenti, anche se in formazione, possono ottenere ottimi risultati soggettivi, forse proprio perché dedicano più tempo o attenzione, compensando la minor esperienza tecnica con un buon rapporto umano.
Ma il punto cruciale è che, anche quando la protesi è tecnicamente valida (valutata sopra l’80% dagli esperti), la soddisfazione del paziente può variare significativamente in base all’atteggiamento di chi l’ha realizzata. Un atteggiamento positivo si riflette probabilmente in una comunicazione migliore, più empatia, più pazienza nello spiegare, nell’ascoltare i dubbi, nel fare piccoli aggiustamenti. Tutto questo fa sentire il paziente compreso e supportato, aumentando la sua accettazione della protesi.
Al contrario, un atteggiamento negativo, magari manifestato con fretta, poca comunicazione o scarsa attenzione alle preoccupazioni del paziente, può minare la soddisfazione, anche se la dentiera in sé è funzionale. Come ha detto uno studio citato nel testo: la qualità tecnica, per quanto alta, non può compensare la mancanza di comunicazione.
Guardando al Futuro
Certo, lo studio ha i suoi limiti, come l’uso di una scala di soddisfazione generale (sarebbe interessante valutare aspetti specifici come estetica, masticazione, comfort) e un periodo di follow-up relativamente breve (un follow-up più lungo darebbe risultati ancora più solidi). Tuttavia, apre una porta importantissima.
La conclusione è potente: la soddisfazione di un paziente anziano edentulo con la sua nuova protesi rimovibile è significativamente influenzata dall’atteggiamento dello studente (e, per estensione, del dentista) che lo ha curato. Un atteggiamento positivo fa la differenza.
Questo ci ricorda che la nostra professione non è solo tecnica e manualità. È anche, e forse soprattutto, relazione, comunicazione ed empatia. Formare studenti (e ricordarci noi stessi) che non solo sappiano fare delle buone protesi, ma che abbiano anche un atteggiamento aperto, positivo e rispettoso verso i pazienti anziani, è fondamentale per garantire un vero successo terapeutico, quello che si misura con il sorriso e il benessere di chi si affida a noi.
Fonte: Springer