Fumo, Snus, Svapo: La Verità Nascosta nelle Scuole Professionali Finlandesi
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che, ammettiamolo, ci tocca tutti da vicino, direttamente o indirettamente: l’uso di prodotti a base di nicotina tra i giovani. È una sfida globale, lo sappiamo, ma oggi ci tufferemo in una realtà specifica, quella degli studenti delle scuole professionali in Finlandia. Perché proprio loro? Beh, perché i dati ci dicono qualcosa di interessante e un po’ preoccupante: rispetto ai loro coetanei dei licei, questi ragazzi fumano di più e, in generale, valutano la propria salute in modo meno positivo.
Immaginatevi la scena: siamo in Finlandia, novembre 2020. Un gruppo di ricercatori decide di vederci chiaro e distribuisce un questionario elettronico a quasi 450 studenti tra i 15 e i 28 anni che frequentano istituti professionali. L’obiettivo? Capire i loro comportamenti, le loro opinioni e i loro atteggiamenti verso sigarette, snus (quel tabacco da mettere sotto il labbro, molto popolare nel Nord Europa) e sigarette elettroniche.
Dividere per Capire: Utilizzatori vs Non-Utilizzatori
La prima mossa dei ricercatori è stata quella di dividere il campione in due gruppi: chi utilizzava prodotti a base di nicotina (li chiameremo “utilizzatori”) e chi no (“non-utilizzatori”). E qui iniziano le sorprese. Analizzando le risposte, sono emerse sei aree tematiche principali, sei “macro-argomenti” su cui i ragazzi si sono espressi.
Sapete qual è la cosa che mi ha colpito di più? Che su alcuni punti, utilizzatori e non-utilizzatori la pensavano in modo molto simile. Ad esempio, l’idea generale sui prodotti a base di nicotina non era poi così diversa tra i due gruppi. Ma, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli.
Le Differenze che Contano
Quando si è andati a scavare più a fondo, sono emerse differenze significative. Prendiamo il tema “norme sociali e sensazioni di piacere legate alla nicotina”. Qui, i non-utilizzatori erano molto più in disaccordo rispetto agli utilizzatori (e la differenza era statisticamente molto forte, p<0.001, per chi ama i numeri!). In pratica, chi non fuma o non usa snus/svapo è meno propenso a vedere questi prodotti come socialmente accettabili o come fonte di piacere. Un'altra differenza netta riguardava l'aspetto esteriore dei prodotti a base di nicotina (pensate alle confezioni, al design delle e-cig…). Anche qui, i non-utilizzatori esprimevano un disaccordo maggiore (p<0.001). Sembra quasi che l'estetica di questi prodotti li respinga di più. E che dire dell'impatto sull'aspetto fisico? Sul tema "l'uso di nicotina influisce sull'aspetto", sono stati gli utilizzatori a mostrarsi fortemente in disaccordo più spesso dei non-utilizzatori (p<0.001). Forse chi usa questi prodotti tende a minimizzare o a non credere agli effetti negativi sull'aspetto (pelle, denti, ecc.)? È un'ipotesi.
Non Fumare è “Fashionable”?
Una delle scoperte più interessanti, secondo me, è che la maggior parte dei partecipanti, sia utilizzatori che non-utilizzatori, considerava il non-fumare come una cosa “alla moda”, “fashionable”. Questo è un segnale potente! Significa che, nonostante le abitudini diverse, l’immagine del fumatore non è più così “cool” come forse lo era un tempo. È un’ottima notizia su cui fare leva per le campagne di prevenzione, non credete?

Perché Iniziano? Il Ruolo del Contesto
Lo studio conferma cose che un po’ già sospettavamo. L’uso di nicotina tra i giovani è legato a tanti fattori: il livello di istruzione (appunto, più diffuso tra gli studenti professionali), la famiglia, gli amici. Se in famiglia o nel gruppo di amici si fuma o si usa snus, è più probabile che un ragazzo inizi a farlo. Anche figure autorevoli come gli insegnanti possono avere un impatto: se i prof fumano insieme agli studenti (sì, succede!), è più facile che i ragazzi prendano il vizio.
E perché si inizia? Le motivazioni sono diverse:
- La curiosità, soprattutto verso i gusti delle sigarette elettroniche (dolci, fruttati…).
- L’influenza degli amici che già utilizzano questi prodotti.
- L’idea che fumare sia rilassante o un’occasione per socializzare.
- La percezione (spesso errata) che alcuni prodotti, come le e-cig, siano più sicuri.
- La pubblicità e il marketing mirati ai giovani.
Dall’altra parte, chi non inizia spesso lo fa per evitare le conseguenze negative sulla salute.
Uno Sguardo alle Abitudini (e ai Cambiamenti)
È interessante notare come le abitudini cambino nel tempo. Negli ultimi decenni, l’uso complessivo di nicotina tra i giovani finlandesi è diminuito, ma c’è stato un aumento dell’uso di snus, seguito poi da un calo di quest’ultimo e da un’impennata dell’uso delle sigarette elettroniche dopo il 2020 (ricordate, i dati di questo studio sono del 2020, quindi fotografano un momento specifico). Questo ci dice che il fenomeno è dinamico e dobbiamo restare aggiornati.
Nello studio, tra gli utilizzatori, il fumo di tabacco tradizionale era ancora il più comune (solo il 14% non fumava sigarette), mentre snus (50% non lo usava) ed e-cig (67% non le usava) erano meno diffusi in quel momento. Il 36% fumava sigarette ogni giorno.
Un altro dato che fa riflettere è la correlazione con altre abitudini: gli utilizzatori di nicotina riportavano un consumo di alcol e episodi di binge drinking (le “grandi abbuffate” di alcol) molto più frequenti rispetto ai non-utilizzatori. Questo legame è noto e preoccupante, perché l’uso di nicotina (e alcol) in giovane età può aumentare il rischio di passare poi ad altre sostanze.

Cosa Ci Portiamo a Casa?
Questo studio finlandese, pur con i suoi limiti (è stato condotto in una sola area geografica, l’età dei partecipanti era ampia), ci offre spunti preziosi. Ci dice che capire gli atteggiamenti e le opinioni dei giovani è fondamentale per proteggere la loro salute.
Non possiamo trattare tutti i ragazzi allo stesso modo. Bisogna sviluppare interventi mirati, che tengano conto delle differenze tra chi usa nicotina e chi no, ma anche delle cose che li accomunano (come l’idea che non fumare sia “fashionable”).
Ecco alcuni punti chiave su cui riflettere:
- Informazione corretta: C’è ancora confusione sulla sicurezza dei diversi prodotti (quasi il 40% non sapeva se le e-cig fossero sicure!). Bisogna fornire informazioni chiare e basate sull’evidenza.
- Rafforzare le capacità di rifiuto: Anche tra i non-utilizzatori, non tutti trovavano facile dire di no a un amico che offriva. Lavorare sull’autoefficacia e sulle “refusal skills” è importante.
- Coinvolgere famiglia e scuola: Genitori, amici, insegnanti… tutto l’ambiente sociale ha un ruolo. Le campagne e i programmi dovrebbero coinvolgere attivamente queste figure.
- Adattarsi ai tempi: Le tendenze cambiano (vedi l’ascesa dello svapo). La ricerca e gli interventi devono essere continui e flessibili.
Insomma, la battaglia contro la dipendenza da nicotina tra i giovani è complessa e in continua evoluzione. Studi come questo ci aiutano a capire meglio il terreno su cui ci muoviamo, per poter sviluppare strategie di prevenzione ed educazione sempre più efficaci e mirate. Dobbiamo ascoltare i ragazzi, capire le loro motivazioni e offrire loro il supporto giusto per fare scelte sane.
Fonte: Springer
