Antibiotici e Allattamento: La Sorprendente Verità da uno Studio in Ghana
Ragazzi, oggi voglio parlarvi di qualcosa di fondamentale, un tema che tocca la salute di tutti noi, ma in particolare quella delle mamme che allattano e dei loro piccoli: l’uso degli antimicrobici e il crescente incubo della resistenza antimicrobica (AMR). Mi sono imbattuto in uno studio affascinante condotto a Cape Coast, in Ghana, che getta luce su cosa sanno, pensano e fanno le neomamme riguardo a questi farmaci potentissimi. E, lasciatemelo dire, i risultati sono un mix sorprendente di consapevolezza e… beh, di cose che dobbiamo assolutamente sistemare.
Cos’è l’Antimicrobico-Resistenza (AMR) e Perché Dovrebbe Preoccuparci?
Prima di tuffarci nello studio, facciamo un passo indietro. Gli antimicrobici – che includono antibiotici, antivirali, antifungini e antiparassitari – sono le nostre armi principali contro le infezioni. Ma c’è un problema grosso come una casa: i microbi stanno diventando furbi. L’AMR è la capacità di questi microrganismi di resistere ai farmaci che dovrebbero ucciderli. Il risultato? Infezioni più difficili da trattare, ricoveri più lunghi, più sofferenza e, purtroppo, più morti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non usa mezzi termini: l’AMR è una delle dieci principali minacce alla salute pubblica globale. Le stime sono da brivido: entro il 2050, quasi 10 milioni di persone potrebbero morire ogni anno a causa dell’AMR, e una fetta enorme di queste vittime (il 40%!) potrebbe essere in Africa.
Ma come siamo arrivati a questo punto? Le cause sono diverse:
- Uso inappropriato di antibiotici (tipo prenderli per un raffreddore virale!)
- Automedicazione selvaggia
- Scarsa educazione dei pazienti
- Misure di prevenzione e controllo delle infezioni inadeguate
In posti come Cape Coast, in Ghana, la situazione è complicata. L’accesso limitato a strutture mediche e personale, la povertà diffusa e la facilità con cui si possono comprare antibiotici senza ricetta spingono molte persone, comprese le neomamme, a curarsi “fai da te”. E questo, capite bene, è un bel problema.
Lo Studio: Un’Indagine nel Cuore del Ghana
Ed eccoci allo studio che mi ha tanto colpito. Tra aprile e luglio 2023, i ricercatori hanno intervistato 656 mamme che allattavano in diverse strutture sanitarie della metropoli di Cape Coast. L’obiettivo era capire il loro livello di conoscenza, i loro atteggiamenti e le loro pratiche riguardo all’uso degli antimicrobici e alla resistenza. Hanno usato un questionario strutturato, raccogliendo dati su chi fossero queste mamme (età, istruzione, lavoro, ecc.) e su come si rapportavano agli antibiotici.
Il campione era variegato: mamme giovani (età media intorno ai 30 anni), per lo più sposate, con diversi livelli di istruzione e occupazioni (molte impegnate nell’agricoltura, nel commercio o con un impiego formale). Questo è importante perché, come vedremo, fattori come l’istruzione giocano un ruolo chiave.
Le Scoperte: Lacune nella Conoscenza
Qui arrivano le note dolenti. Tenetevi forte:
- Quasi il 70% delle mamme intervistate (69.5%) non aveva mai sentito il termine “antimicrobico” prima dello studio. Settanta per cento!
- Solo il 32% aveva sentito parlare di “resistenza agli antibiotici”.
- Un preoccupante 36.9% credeva che gli antibiotici potessero curare infezioni virali come l’influenza o il raffreddore. Ragazzi, questa è una delle cause principali dell’AMR! Gli antibiotici funzionano solo contro i batteri, non contro i virus.
- Circa il 38% pensava che gli antibiotici fossero utili per il comune raffreddore.
- Meno della metà (43%) era consapevole che gli antibiotici assunti durante l’allattamento potessero avere un impatto sulla salute del bambino. E solo il 57.5% credeva che un uso scorretto potesse danneggiare il piccolo.
Questi dati evidenziano un gap informativo enorme. È chiaro che c’è un bisogno disperato di educazione sanitaria mirata. La buona notizia? L’istruzione fa la differenza. Le mamme con un’istruzione terziaria hanno mostrato una conoscenza significativamente maggiore sull’AMR rispetto a quelle senza istruzione formale. Questo ci dice che investire nell’istruzione, soprattutto quella femminile, è cruciale anche per combattere l’AMR.

Atteggiamenti: Luci e Ombre
Passiamo agli atteggiamenti. Qui le cose vanno un po’ meglio, per fortuna. La maggior parte delle mamme sembra avere un approccio generalmente positivo e responsabile:
- Ben il 74.2% riteneva inappropriato usare antibiotici consigliati o dati da amici e familiari. Ottimo!
- Il 91% pensava che gli antibiotici non fossero caramelle da prendere quando ci si sente un po’ giù, ma farmaci seri. Perfetto!
Tuttavia, c’è un’ombra significativa: quasi la metà delle mamme (48.8%) credeva che si dovesse interrompere l’assunzione di antibiotici solo dopo aver completato l’intero ciclo prescritto dal medico. Questo è l’atteggiamento corretto! Ma, per contro, significa che l’altra metà (in realtà, un’altra domanda ha rilevato che il 49.2% credeva si potesse smettere quando ci si sentiva meglio) potrebbe interrompere la cura troppo presto. E questo è un altro grande fattore che alimenta l’AMR. Interrompere un ciclo di antibiotici prima del tempo, anche se ci si sente meglio, può permettere ai batteri più resistenti di sopravvivere e moltiplicarsi.
Anche qui, l’istruzione conta. Le mamme con istruzione terziaria hanno mostrato atteggiamenti significativamente più positivi. Questo rafforza l’idea che l’educazione è potere, anche quando si tratta di salute.
Le Pratiche Quotidiane: Tra Buone Intenzioni e Rischi Nascosti
E nella pratica, cosa fanno queste mamme?
- La stragrande maggioranza (88.6%) acquistava gli antimicrobici esclusivamente in farmacia. Questo è positivo, anche se sappiamo che in Ghana, come altrove, è spesso possibile ottenerli senza ricetta, il che rimane un problema.
- Una minoranza (11.4%) li otteneva tramite pubblicità sui media, consigli di amici o online – canali decisamente meno sicuri.
- Riguardo agli antibiotici avanzati: quasi la metà (48.3%) li gettava nella spazzatura, mentre un consistente 38.6% li conservava per un uso futuro. Conservare gli avanzi è una pratica sconsigliatissima! Ogni infezione richiede una diagnosi specifica e un farmaco appropriato. Usare avanzi a caso è pericoloso e può contribuire all’AMR. Anche l’esposizione a dosi subterapeutiche (troppo basse) può selezionare batteri resistenti.
- Un dato interessante: circa la metà delle mamme (50.8%) ha riferito di prendere gli antibiotici dopo aver allattato. Questo potrebbe essere un tentativo, forse istintivo o forse consigliato, di minimizzare il passaggio del farmaco al bambino attraverso il latte.
L’antibiotico più comunemente usato? La penicillina (e i suoi derivati come amoxicillina). Fortunatamente, molte penicilline sono considerate relativamente sicure durante l’allattamento, con un basso passaggio nel latte materno (basso “Relative Infant Dose” o RID). Tuttavia, la resistenza alle penicilline è un problema crescente, con batteri che producono enzimi (come le ESBL) capaci di neutralizzarle. Altri antibiotici, come ciprofloxacina o metronidazolo, hanno un RID più alto e richiedono più cautela.

Perché è Cruciale per Mamme e Bambini?
L’uso di antibiotici durante l’allattamento non è banale. Sappiamo che i farmaci possono passare nel latte materno. Anche se per molti antibiotici comuni le quantità sono minime e considerate sicure, l’esposizione precoce agli antibiotici può disturbare lo sviluppo del microbiota intestinale del neonato, quel complesso ecosistema di batteri buoni che è fondamentale per la salute a lungo termine. Questo può potenzialmente portare a problemi futuri.
Inoltre, c’è il rischio di trasmissione di batteri resistenti dalla mamma al bambino durante l’allattamento. Se la mamma ospita nel suo intestino batteri resistenti (magari a causa di un uso precedente di antibiotici), questi possono passare al piccolo. E i batteri resistenti sono particolarmente pericolosi nei neonati.
Ecco perché è fondamentale che le mamme che allattano usino gli antibiotici solo quando strettamente necessario, sotto prescrizione medica, completando l’intero ciclo e seguendo le indicazioni su come minimizzare l’esposizione del bambino (ad esempio, allattando subito prima di prendere la dose).
Cosa Possiamo Fare? Un Appello all’Azione
Questo studio, il primo del suo genere in Ghana su questo specifico gruppo, ci lascia con un messaggio chiaro: c’è un urgente bisogno di migliorare la conoscenza sugli antimicrobici e sull’AMR tra le neomamme (e probabilmente nella popolazione generale). Le lacune informative, specialmente la convinzione che gli antibiotici curino le infezioni virali e l’abitudine di non completare le cure, sono pericolose.
Allo stesso tempo, è incoraggiante vedere che gli atteggiamenti e molte pratiche sono già abbastanza buoni. Dobbiamo fare leva su questo, rafforzando i comportamenti positivi e correggendo quelli rischiosi.
La chiave, come emerso più volte, sembra essere l’educazione. Campagne informative mirate, specialmente per chi ha livelli di istruzione più bassi, sono essenziali. I professionisti sanitari (medici, farmacisti, infermieri) hanno un ruolo cruciale nell’educare le pazienti sull’uso corretto degli antibiotici e sui pericoli dell’AMR. Bisogna spiegare chiaramente perché non si usano per il raffreddore, perché è vitale finire la cura e come gestire i farmaci in modo sicuro durante l’allattamento.
Serve una collaborazione tra decisori politici, operatori sanitari e la comunità per affrontare questa minaccia globale. Investire nell’educazione delle donne, garantire l’accesso a cure appropriate e regolamentare la vendita di antibiotici sono passi fondamentali.
Insomma, la lotta all’AMR passa anche da qui: dalla consapevolezza e dalle scelte quotidiane di ognuno di noi, e in particolare delle mamme, che giocano un ruolo così importante nella salute delle nuove generazioni.
Fonte: Springer
