Immagine fotorealistica, lenti macro 100mm, che mostra il prototipo di antenna UWB MIMO con alimentazione a doppio porto. Dettagli elevati sulla struttura della scala di rame e sul substrato Green FR4. Focalizzazione precisa, profondità di campo superficiale.

L’Intelligenza Artificiale Disegna l’Antenna del Futuro: MIMO UWB Compatta e Super Veloce!

Ciao a tutti gli appassionati di tecnologia! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta davvero entusiasmando: come stiamo usando l’intelligenza artificiale, o meglio il Machine Learning (ML), per spingere i confini del design delle antenne per le comunicazioni wireless di nuova generazione. Immaginate un mondo ancora più connesso, più veloce, dove i dispositivi comunicano tra loro in modo impeccabile. Bene, gran parte di questa magia passa attraverso componenti minuscoli ma potentissimi: le antenne.

La Sfida delle Antenne Moderne

Nel mondo delle comunicazioni wireless, specialmente con l’avvento del 5G e oltre, le richieste sono sempre più alte: più velocità, più capacità, più affidabilità. Una delle tecnologie chiave per raggiungere questi obiettivi è il MIMO (Multiple Input Multiple Output). In parole povere, usare più antenne sia sul trasmettitore che sul ricevitore per migliorare le prestazioni. Fantastico, no?

Però c’è una sfida: quando metti più antenne vicine, soprattutto in dispositivi compatti come smartphone o router, queste tendono a “disturbarsi” a vicenda. Ottenere un buon isolamento tra le antenne è cruciale, ma diventa difficilissimo quando lo spazio è limitato. È qui che entra in gioco l’ingegneria e, nel nostro caso, un pizzico di furbizia tecnologica.

Un altro aspetto fondamentale è la larghezza di banda. Vogliamo antenne che possano operare su un ampio spettro di frequenze, le cosiddette antenne Ultra-Wideband (UWB). Questo permette di supportare diverse applicazioni contemporaneamente, dal Wi-Fi veloce alle comunicazioni tra veicoli (V2X), consumando anche meno energia.

Il Nostro Approccio: Un’Antenna MIMO Compatta e UWB

Quindi, qual è stata la nostra idea? Progettare un’antenna MIMO che fosse contemporaneamente compatta, UWB e con un ottimo isolamento. E per farlo, abbiamo scelto un approccio chiamato CPW (Coplanar Waveguide) per alimentare l’antenna. Perché CPW? Perché è più facile da fabbricare su un singolo strato, si integra bene con altri circuiti (come i MMIC) e ha basse perdite e dispersioni. Perfetto per le nostre esigenze!

Abbiamo quindi progettato un’antenna dual-port (due connessioni) su un substrato standard FR4 (quello comunemente usato nei circuiti stampati), con dimensioni davvero ridotte: solo 16 x 30 mm² e uno spessore di 1.6 mm. La forma del “radiatore” (la parte che emette e riceve le onde) ricorda un po’ una scala a pioli (“ladder-shaped”), e abbiamo studiato attentamente la geometria del piano di massa (ground plane), creando una struttura triangolare tra i due radiatori e piani di massa separati ai lati opposti, proprio per massimizzare l’isolamento.

Il risultato? Un’antenna capace di operare su una banda incredibilmente ampia: da 2.78 GHz a 11.48 GHz. Stiamo parlando di una larghezza di banda di 8.7 GHz! Questo copre un sacco di tecnologie importanti:

  • Bande 5G New Radio (n78, n46, n47, n77, n48, n79, n96)
  • Wi-Fi 5 e Wi-Fi 6
  • DSRC (Dedicated Short Range Communications)
  • Comunicazioni Vehicle-to-Everything (V2V, V2I, V2N)

E tutto questo con un isolamento tra le due porte sempre superiore a 12 dB nell’intera banda operativa, che è un ottimo risultato per un design così compatto.

Macro fotografia, obiettivo da 85 mm, di un prototipo di antenna mimo complesso e compatto su un substrato FR4, che mostra tracce di rame intricate che ricordano le forme della scala e le linee di alimentazione CPW. L'illuminazione controllata evidenzia la lucentezza metallica e la trama del substrato verde. Dettagli elevati, concentrazione precisa.

L’Ingrediente Segreto: Ottimizzazione con Machine Learning

Ora, progettare un’antenna del genere non è semplice. Ci sono tantissimi parametri geometrici da considerare (lunghezze, larghezze, spaziature…). Tradizionalmente, si andava molto per tentativi ed errori (“trial-and-error”), usando software di simulazione che richiedono tempo e potenza di calcolo. Un processo lungo e a volte frustrante.

Ed ecco dove entra in gioco il Machine Learning! Abbiamo pensato: e se potessimo “insegnare” a un algoritmo a capire come le dimensioni dell’antenna influenzano le sue prestazioni? Potremmo usarlo per trovare la configurazione ottimale molto più rapidamente e con maggiore precisione.

Abbiamo quindi preso i parametri chiave del nostro design (come Wg4, WP1, LP11, LP3, Wg2 – nomi tecnici che indicano specifiche dimensioni) e generato un set di dati variando leggermente queste dimensioni e simulando le prestazioni corrispondenti (in particolare i parametri S11 e S12, che ci dicono quanto bene l’antenna accetta il segnale e quanto le due porte sono isolate).

Abbiamo dato in pasto questi dati (il 70% per l’allenamento, il 30% per il test) a diversi algoritmi di ML:

  • Reti Neurali Artificiali (ANN)
  • Extreme Gradient Boosting (XGBoost)
  • Random Forest (RF)
  • K-Nearest Neighbor (KNN)
  • Alberi Decisionali (Decision Tree – DT)

La ciliegina sulla torta? L’algoritmo Decision Tree (DT) si è dimostrato incredibilmente accurato, raggiungendo una precisione del 99.92% nel predire le prestazioni dell’antenna basandosi sui parametri geometrici! Questo significa che possiamo usare questo modello ML per ottimizzare il design in modo rapidissimo, risparmiando ore e ore di simulazioni.

Immagine concettuale, obiettivo da 24 mm ad angolo largo, che mostra nodi interconnessi di un algoritmo di albero decisionale che brillava di luce verde e blu, sovrapposto su un debole schema dell'antenna mimo. Effetto di profondità del campo, concentrandosi sui nodi decisionali che portano alla previsione elevata di precisione. Dati che fluiscono attraverso i rami.

Dalla Simulazione alla Realtà: I Test sul Campo

Ovviamente, le simulazioni e le predizioni del ML sono fantastiche, ma la prova del nove è sempre la realtà. Abbiamo quindi fabbricato fisicamente la nostra antenna ottimizzata e l’abbiamo misurata in laboratorio.

I risultati? Davvero incoraggianti! C’è stata un’ottima corrispondenza tra i dati simulati (e predetti dal ML) e quelli misurati per tutti i parametri chiave:

  • Parametri S (S11 e S12): La banda operativa misurata (2.78–11.48 GHz) e l’isolamento (>12 dB) hanno confermato le previsioni.
  • Pattern di Radiazione: L’antenna ha mostrato pattern di radiazione omnidirezionali (cioè irradia bene in quasi tutte le direzioni) su entrambi i piani principali (XZ e YZ), come desiderato per molte applicazioni wireless.
  • Guadagno: Anche il guadagno misurato era in linea con le simulazioni.
  • Parametri di Diversità MIMO: Abbiamo anche verificato le prestazioni specifiche per il MIMO, come l’ECC (Envelope Correlation Coefficient, che deve essere basso, <0.5), il DG (Diversity Gain), il TARC (Total Active Reflection Coefficient, <0 dB), il CCL (Channel Capacity Loss) e il MEG (Mean Effective Gain). Tutti i valori misurati erano ottimi, confermando che le due antenne lavorano bene insieme senza interferire troppo, migliorando effettivamente la comunicazione.

Le piccole discrepanze tra simulato e misurato sono normali e dovute alle tolleranze di fabbricazione e alla saldatura dei connettori, ma l’accordo generale è stato eccellente.

Immagine fotorealistica, impostazione di laboratorio, profondità di campo di lenti primarie 50 mm. L'antenna MIMO compatta fabbricata è montata su un dispositivo di prova all'interno di una camera anecoica. Le sonde dell'apparecchiatura di misurazione sono visibili. La messa a fuoco è affilata sull'antenna, lo sfondo morbido, mostrando coni assorbenti.

Conclusione: Un Piccolo Passo per un’Antenna, un Grande Passo per la Connettività

Quindi, cosa abbiamo ottenuto? Un’antenna MIMO UWB alimentata tramite CPW, estremamente compatta, con ottime prestazioni di isolamento e larghezza di banda, adatta a un’ampia gamma di applicazioni wireless di nuova generazione, dal 5G al Wi-Fi 6 alle comunicazioni V2X.

Ma forse l’aspetto più affascinante è come il Machine Learning ci abbia aiutato a raggiungere questo risultato in modo efficiente e accurato. Dimostra come l’intelligenza artificiale non sia solo una parola d’ordine, ma uno strumento potente che può accelerare l’innovazione anche nel campo, apparentemente più “classico”, dell’ingegneria delle antenne.

Questo lavoro apre la strada a dispositivi wireless ancora più piccoli, potenti e versatili. Non vediamo l’ora di vedere dove ci porterà questa combinazione di design intelligente e ottimizzazione AI!

Fonte: Springer

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