Visualizzazione astratta delle onde cerebrali EEG alfa e beta su uno sfondo scuro, che simboleggia l'attività corticale motoria e l'impatto dell'ansia. Illuminazione controllata, focus nitido sulle onde, stile duotone blu e grigio.

Ansia di Tratto: Come Incide sul Controllo Motorio del Cervello?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che tocca molti di noi: l’ansia. Ma non quella passeggera, legata a un evento specifico (la cosiddetta “ansia di stato”), bensì l’ansia di tratto. Si tratta di quella tendenza persistente a sentirsi ansiosi in tante situazioni diverse, una sorta di sottofondo costante che può influenzare il nostro benessere e come funzioniamo nella vita quotidiana. Pensateci: paura, evitamento, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare… suona familiare a qualcuno? [3, 4]

Ansia e Cervello: Non Solo Cognizione

Molti studi si sono concentrati su come l’ansia di tratto influenzi le nostre capacità cognitive, specialmente le funzioni esecutive come l’inibizione [1, 5, 6-10], la memoria di lavoro [11] o la flessibilità mentale [12, 13]. Spesso, chi ha un’alta ansia di tratto (che chiameremo HTA, dall’inglese High Trait Anxiety) mostra performance peggiori rispetto a chi ha bassa ansia di tratto (LTA, Low Trait Anxiety).

Ma c’è un aspetto forse meno esplorato: l’impatto dell’ansia sul controllo motorio. Sì, avete capito bene, su come il nostro cervello gestisce i movimenti. Recenti studi neurofisiologici hanno iniziato a mostrare anomalie nelle funzioni sensomotorie in pazienti con disturbi psichiatrici [Abstract Section], e questo ci ha incuriosito: l’ansia di tratto potrebbe influenzare anche le funzioni corticali motorie?

ERD ed ERS: Gli Interruttori del Movimento nel Cervello

Per capirlo, dobbiamo introdurre due concetti chiave che si misurano con l’elettroencefalogramma (EEG): la Desincronizzazione Correlata all’Evento (ERD) e la Sincronizzazione Correlata all’Evento (ERS). Immaginatele come degli interruttori nel cervello legati al movimento, in particolare nelle bande di frequenza alfa (8-12 Hz) e beta (13-30 Hz).

  • L’ERD (soprattutto pre-movimento) è associata all’attivazione corticale, alla preparazione e all’esecuzione del movimento. Un po’ come accendere il motore prima di partire. [14-17]
  • L’ERS (soprattutto post-movimento) è legata al “riposo” corticale, all’inibizione o alla conclusione del movimento. Come spegnere il motore o mettere il freno una volta arrivati. [14-17]

Finora, pochissimi studi avevano esaminato direttamente come l’ansia di tratto influenzasse ERD ed ERS. Uno studio precedente [18] aveva trovato che persone HTA mostravano più ERD alfa e beta rispetto a quelle LTA durante un compito complesso (stop-signal task). Tuttavia, quel compito richiede uno sforzo notevole per “cancellare” movimenti già iniziati, coinvolgendo forse anche altre aree cerebrali non puramente motorie.

La Nostra Ricerca: Un Compito Semplice per Risposte Chiare

Per questo motivo, nel nostro studio abbiamo deciso di usare un compito più semplice, il Go-Nogo task, per isolare meglio gli effetti dell’ansia di tratto specificamente su ERD ed ERS motorie. Abbiamo reclutato 20 studenti universitari con altissima ansia di tratto (HTA, nel top 10% di 400 studenti valutati) e 20 con bassissima ansia di tratto (LTA, nel bottom 10%). Durante la registrazione EEG, dovevano semplicemente premere un pulsante quando vedevano uno stimolo “Go” (una “O” bianca) e non fare nulla con uno stimolo “Nogo” (una “X” bianca).

Avevamo due ipotesi principali:

  1. Ci aspettavamo differenze nella potenza (cioè nell’intensità) di ERD e/o ERS tra i gruppi LTA e HTA (Ipotesi 1). Non sapevamo in che direzione, visti i risultati contrastanti in letteratura [18, 21].
  2. Ipotizzavamo che nei soggetti LTA ci fosse una correlazione significativa tra l’intensità dell’ERD e quella dell’ERS (un buon “accoppiamento” tra l’avvio e lo stop del segnale motorio), ma che questa correlazione mancasse nel gruppo HTA (Ipotesi 2). Questa idea ci è venuta da un nostro studio precedente su pazienti con disturbo di panico, dove avevamo visto “scollegamenti” simili in altre funzioni cerebrali [22].

Illustrazione scientifica stilizzata di un elettroencefalogramma (EEG) con onde cerebrali alfa e beta evidenziate su uno sfondo scuro, rappresentante la registrazione dell'attività corticale durante un compito motorio. Macro lens, 100mm, high detail, precise focusing.

Risultati Sorprendenti: Non è la Potenza, è l’Accoppiamento!

Cosa abbiamo scoperto? Beh, innanzitutto, a livello comportamentale, i due gruppi erano ugualmente bravi e veloci nel compito Go-Nogo. L’ansia di tratto non sembrava influenzare la performance in un compito motorio così semplice.

E a livello cerebrale? Qui arriva la sorpresa. Contrariamente alla nostra prima ipotesi, non abbiamo trovato differenze significative nella potenza di ERD alfa, ERD beta, ERS alfa o ERS beta tra il gruppo LTA e HTA [Table 2]. Sembra che, almeno in questo compito semplice, l’ansia di tratto non alteri l’intensità “pura” dei segnali di attivazione (ERD) e inibizione (ERS) motoria. Forse il compito non era abbastanza “sfidante” da far emergere differenze di potenza [34]?

Ma la vera scoperta riguarda la nostra seconda ipotesi. Abbiamo analizzato se ci fosse una relazione tra l’intensità dell’ERD e quella dell’ERS nello stesso individuo. Ed ecco il punto cruciale:

  • Nel gruppo LTA (bassa ansia), abbiamo trovato una correlazione significativa: una maggiore ERD beta (più attivazione per iniziare il movimento) era associata a una maggiore ERS alfa e/o beta (più “freno” per terminare il movimento). Questo suggerisce un buon accoppiamento funzionale, un sistema motorio ben coordinato. [Fig. 2]
  • Nel gruppo HTA (alta ansia), questa correlazione era completamente assente. L’intensità dell’attivazione (ERD) non era legata all’intensità dell’inibizione successiva (ERS). [Fig. 2]

Quindi, l’ansia di tratto sembra modulare negativamente l’accoppiamento tra ERD ed ERS motorie, anche se non ne altera la potenza individuale. È come se i due processi, l’avvio e lo stop del movimento a livello corticale, fossero meno coordinati nelle persone con alta ansia di tratto.

Perché l’Ansia “Scollega” i Segnali Motori?

Questo “scollegamento” (mancanza di coupling ERD-ERS) nel gruppo HTA è un risultato nuovo e intrigante. Perché succede? Non abbiamo una risposta definitiva, ma possiamo fare delle ipotesi basate sulla letteratura.

Sappiamo che le oscillazioni beta sono particolarmente legate al neurotrasmettitore GABA, il principale “freno” del nostro cervello [45-47]. Studi hanno mostrato che la concentrazione di GABA nella corteccia motoria è correlata alla potenza dell’ERS beta [48], e farmaci che potenziano il GABA influenzano sia l’ERD che l’ERS beta [49]. È interessante notare che livelli alterati di GABA sono stati riportati anche in persone con ansia di tratto (anche se spesso in altre aree cerebrali come la corteccia prefrontale) [50-52]. Forse, un equilibrio GABAergico alterato dall’ansia potrebbe contribuire a rompere il delicato accoppiamento tra ERD ed ERS beta? È un’ipotesi affascinante che merita ulteriori indagini.

Concetto astratto che mostra due ingranaggi disconnessi o un circuito interrotto su uno sfondo che rappresenta il cervello umano stilizzato, simboleggiando la mancanza di accoppiamento funzionale tra ERD ed ERS a causa dell'ansia. Profondità di campo, illuminazione drammatica, stile film noir.

Un’altra possibilità riguarda la connettività cerebrale. L’ansia è associata ad alterazioni nel funzionamento e nella comunicazione tra aree chiave per la regolazione emotiva (come la corteccia cingolata anteriore, ACC, e la corteccia prefrontale, PFC) [41-43]. Queste aree sono a loro volta connesse con le regioni motorie [40, 44]. È possibile che l’ansia di tratto, alterando queste reti emotive e di controllo, influenzi indirettamente la coordinazione (l’accoppiamento ERD-ERS) all’interno della corteccia motoria stessa? Anche questa è una pista da esplorare.

Limiti e Prospettive Future

Come ogni studio, anche il nostro ha dei limiti. Il campione era relativamente piccolo (anche se abbiamo selezionato i casi più “estremi” di alta e bassa ansia da un gruppo molto più grande). Il compito motorio era molto semplice (cue-guided); sarebbe interessante vedere se i risultati si confermano con movimenti auto-iniziati (self-paced). Inoltre, non abbiamo usato l’elettromiografia (EMG) per misurare l’attività muscolare precisa, il che potrebbe aggiungere ulteriori dettagli.

Nonostante ciò, credo che il nostro studio apra una finestra interessante su come l’ansia di tratto, una caratteristica così diffusa, possa influenzare il nostro cervello in modi sottili ma potenzialmente importanti, andando a toccare persino la coordinazione fondamentale dei nostri processi motori.

In conclusione, anche se l’ansia di tratto non sembra cambiare la “forza” dei segnali di avvio (ERD) e stop (ERS) nel cervello motorio durante compiti semplici, sembra però comprometterne la loro armoniosa collaborazione. Un altro tassello per capire la complessa interazione tra mente, emozioni e corpo.

Fonte: Springer

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