Ritratto fotografico di una giovane donna italiana sui 30 anni, sguardo pensieroso rivolto verso un futuro incerto rappresentato da un cielo nuvoloso fuori dalla finestra. La luce è soffusa, l'atmosfera è intima e riflessiva, evocando l'ansia climatica e le decisioni sulla fertilità. Obiettivo 35mm, profondità di campo media, toni duotone seppia e grigio per un effetto malinconico.

Ansia da Clima e Voglia di Figli: L’Italia si Interroga sul Futuro della Natalità?

Viviamo in tempi, inutile negarlo, carichi di incertezza. Tra pandemie, conflitti ed eventi climatici sempre più estremi, guardare al futuro sembra un esercizio complesso. E parlando di clima, l’impatto del cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti, specialmente qui in Europa, il continente che si sta scaldando più velocemente. Ma oltre ai danni economici e sociali, mi sono sempre chiesto: questa crescente preoccupazione per il pianeta che lasceremo, influenza anche le scelte più intime, come quella di mettere al mondo un figlio?

Fino ad oggi, non avevamo molte risposte concrete, soprattutto per l’Italia. Certo, si è parlato tanto di come l’incertezza economica (lavoro precario, paura del futuro finanziario) freni la natalità, ma l’incertezza ambientale? Quella sensazione di non sapere che mondo troveranno i nostri figli, che ruolo gioca?

Superare l’Incertezza Economica: Entra in Scena l’Ansia Climatica

Ecco, uno studio recente ha provato a fare luce proprio su questo punto, concentrandosi sull’Italia. L’idea di fondo è affascinante: le nostre decisioni sulla famiglia non dipendono solo da quello che abbiamo vissuto (l'”ombra del passato”), ma anche, e forse sempre di più, da come immaginiamo il futuro (l'”ombra del futuro”). E in questo futuro immaginato, il cambiamento climatico sta diventando un’ombra bella grossa.

La ricerca, la prima di questo tipo focalizzata specificamente sul nostro Paese, ha usato i dati dell’Indagine Multiscopo ISTAT “Famiglia e Soggetti Sociali” del 2016, analizzando le risposte di oltre 4400 persone. L’obiettivo? Capire se chi è più preoccupato per il cambiamento climatico sia anche meno propenso a desiderare figli.

E i risultati, lasciatemelo dire, fanno riflettere. Sembra proprio che un legame ci sia. Le persone che vedono il cambiamento climatico come un problema serio, o addirittura come il più grande problema del futuro, mostrano una tendenza minore a dichiarare di volere un figlio. È come se questa ansia per il pianeta si traducesse in una sorta di freno a mano tirato sulle culle.

Preoccupazione per il Clima e Desiderio di Figli: Cosa Dicono i Dati Italiani

Analizzando i dati, emerge un quadro interessante. La maggioranza degli intervistati (56%) percepiva il cambiamento climatico come “un problema”, mentre un consistente 38% lo riteneva “il più grande problema del futuro”. Solo una piccola minoranza (6%) non lo considerava affatto un problema. Curiosamente, questa percezione varia anche a livello regionale, con la Valle D’Aosta che mostrava la percentuale più bassa di persone molto preoccupate (18%) e l’Abruzzo quella più alta (46%).

Ma veniamo al dunque: la relazione con le intenzioni di avere figli. I modelli statistici usati nello studio, tenendo conto di tantissimi fattori (età, genere, numero di figli già avuti, istruzione, lavoro, background familiare e persino l’orientamento politico su un asse conservatore-liberale), confermano l’intuizione iniziale.

  • Chi considera il cambiamento climatico “un problema” ha una probabilità significativamente più bassa di voler avere figli rispetto a chi non lo ritiene un problema.
  • Anche chi lo vede come “il più grande problema del futuro” mostra una tendenza simile, anche se la differenza rispetto al gruppo “è un problema” non è statisticamente enorme, ma comunque presente.

In termini pratici, la probabilità stimata di desiderare un figlio scende da circa il 23.6% per chi non vede il clima come un problema, a circa il 15.6% per chi lo vede “un problema” e al 17% per chi lo considera “il più grande problema del futuro”. Sono differenze notevoli, che suggeriscono come l’eco-ansia possa essere un deterrente reale.

Ritratto fotografico di una giovane coppia italiana, sui 30 anni, che guarda pensierosa verso l'orizzonte in un paesaggio urbano con segni sottili di preoccupazione ambientale sullo sfondo, stile film noir, obiettivo 35mm, profondità di campo ridotta per focalizzare sui soggetti.

Genitori o No, l’Ansia Climatica Pesa Uguale?

Un altro aspetto intrigante esplorato è se questa associazione cambi a seconda che si abbiano già figli o meno. Altre ricerche in contesti diversi avevano suggerito che la preoccupazione climatica potesse pesare di più sui desideri riproduttivi di chi non ha ancora figli. In Italia, invece, questo studio non ha trovato differenze significative: l’associazione negativa tra preoccupazione per il clima e intenzione di avere figli sembra valere sia per chi è già genitore sia per chi non lo è.

Certo, bisogna essere cauti. Lo studio stesso evidenzia come la percentuale di persone che dichiarano che il cambiamento climatico “non è un problema” sia piuttosto bassa (forse anche per un effetto di desiderabilità sociale nel rispondere), e questo potrebbe limitare la potenza statistica nel rilevare differenze tra i gruppi.

Inoltre, si è notato che il legame è più forte e statisticamente significativo per le intenzioni di avere figli a breve termine (nei prossimi 3 anni), mentre lo è meno per le intenzioni a lungo termine (“in futuro, in generale”). Questo potrebbe indicare che l’ansia climatica influenzi di più le decisioni imminenti, ma servono più dati per esserne certi.

Interessante anche notare che non è emersa una correlazione significativa tra preoccupazione climatica e il numero ideale di figli per una famiglia. Questo, forse, perché l’idea di “famiglia ideale” è più legata a norme sociali che a piani personali concreti, che invece tengono conto delle difficoltà e delle paure reali, inclusa quella ambientale.

Perché l’Ansia Climatica Potrebbe Frenare la Natalità?

Ma quali sono i meccanismi dietro questa tendenza? Lo studio non entra nel dettaglio delle motivazioni individuali, ma la letteratura scientifica suggerisce due strade principali:

  1. La responsabilità ecologica: La consapevolezza che ogni persona in più ha un impatto sulle risorse e sulle emissioni del pianeta. Alcuni potrebbero scegliere di non avere figli, o di averne meno, come azione concreta per ridurre la propria impronta ecologica. Pensate che uno studio ha calcolato che avere un figlio in meno è l’azione individuale con il maggior impatto sulla riduzione delle emissioni di CO2 nei paesi sviluppati.
  2. La paura per il futuro dei figli: La preoccupazione crescente per la qualità della vita, la salute e la sicurezza che un mondo stravolto dal cambiamento climatico potrebbe offrire alle prossime generazioni. Un futuro percepito come “condannato” o “desolante” può far esitare anche i più desiderosi di diventare genitori.

Primo piano di una donna sui 30 anni, espressione pensierosa e leggermente ansiosa, guarda fuori da una finestra, luce naturale soffusa, obiettivo 50mm, profondità di campo che sfoca lo sfondo, toni duotone blu e grigio per accentuare la malinconia.

Limiti e Prospettive Future

Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. I dati sono “cross-sectional”, cioè scattano una fotografia in un momento preciso, quindi non possiamo stabilire un rapporto di causa-effetto certo. Potrebbe esserci una correlazione, ma non è detto che sia la preoccupazione per il clima a causare la minore intenzione di avere figli (potrebbero esserci altri fattori non misurati in gioco, come una generale attitudine al pessimismo o alla prudenza).

Inoltre, la domanda sulla preoccupazione climatica nel questionario ISTAT era un po’ specifica e potrebbe non catturare tutte le sfumature dell’ansia ambientale. Servirebbero, in futuro, strumenti di indagine più raffinati e magari studi longitudinali, che seguano le persone nel tempo per capire come le loro preoccupazioni e intenzioni evolvono.

Nonostante ciò, questo studio è un primo passo importante. Ci dice che, almeno in Italia, l’incertezza non è più solo economica. L’ombra del cambiamento climatico si allunga anche sulle scelte familiari più profonde. È un segnale che non possiamo ignorare, soprattutto in un Paese che lotta da decenni con una bassissima natalità. Capire come le preoccupazioni per il futuro del pianeta si intrecciano con i desideri individuali di creare una famiglia è fondamentale, non solo per la demografia, ma per immaginare che società stiamo costruendo.

Fonte: Springer

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