Sakarya Sotto la Lente: Come le Città Divorano il Territorio (e Come Possiamo Salvarlo!)
Amici, vi siete mai chiesti come le nostre città, anno dopo anno, sembrano “mangiarsi” un pezzetto di campagna, di bosco, di natura? È un fenomeno che vediamo un po’ ovunque, ma oggi voglio portarvi con me in un viaggio virtuale in Turchia, precisamente nella provincia di Sakarya. Perché proprio lì? Perché un gruppo di scienziati ha fatto uno studio super interessante, quasi da detective del territorio, per capire come questa zona sta cambiando e, soprattutto, come potrebbe cambiare entro il 2040. E credetemi, quello che hanno scoperto è roba che scotta, e che dovrebbe farci riflettere tutti!
Un Problema Globale, un Caso di Studio Locale
Partiamo da un presupposto: capire come si espandono le città è fondamentale se vogliamo pianificare un futuro sostenibile. Specialmente in regioni che stanno crescendo a vista d’occhio, come Sakarya. Il problema è che spesso questa crescita avviene un po’ alla “sperindio”, senza una vera e propria visione d’insieme. E così, ci ritroviamo con città che si allargano a macchia d’olio, il famoso urban sprawl, che non solo è brutto da vedere, ma fa anche un sacco di danni all’ambiente.
Ecco, lo studio di cui vi parlo ha voluto mettere un punto fermo, analizzando per la prima volta in modo così dettagliato cosa sta succedendo a Sakarya. Hanno usato dei sistemi fichissimi, tipo il GIS (Geographic Information System) – immaginate delle mappe super intelligenti che contengono un sacco di dati – e un plugin specifico chiamato MOLUSCE dentro un software open source (QGIS). Questi strumenti, combinati con modelli matematici come le Catene di Markov e le Reti Neurali Artificiali (ANN), sono un po’ come una macchina del tempo che permette di guardare al passato per prevedere il futuro dell’uso del suolo (in gergo tecnico si chiama LULC, Land Use and Land Cover).
Pensate che, mentre questi modelli sono usatissimi nel mondo, per le province turche di medie dimensioni come Sakarya c’era un buco nella ricerca. Questo studio l’ha colmato, e non si è limitato a prevedere, ma ha anche valutato l’impatto ambientale. Mica male, eh?
Cosa Hanno Scoperto: Uno Sguardo al Passato Recente (2011-2024)
Allora, mettiamoci comodi e vediamo i risultati. Tra il 2011 e il 2024, la situazione a Sakarya è cambiata parecchio. Le aree agricole si sono rimpicciolite del 3,43%. Non sembra tantissimo? Beh, pensate a quanti campi coltivati in meno. Anche le foreste hanno perso un pezzettino, lo 0,43%. E dove è andato a finire tutto questo spazio? Ovviamente, nelle aree urbanizzate, che sono cresciute a dismisura!
Questo studio ha analizzato dati satellitari del 2011, 2018 e 2024, con una risoluzione di 30×30 metri. Hanno scelto immagini senza nuvole o neve, per essere sicuri dei risultati. Hanno considerato l’altitudine, la pendenza del terreno, la distanza dalle strade e dalle aree già urbanizzate. Insomma, un lavorone!
I ricercatori hanno identificato quattro categorie principali di uso del suolo:
- Corpi idrici (fiumi, laghi)
- Aree forestali
- Aree agricole
- Aree edificate (le città, insomma)
Nel 2011, per farvi un’idea, le aree agricole coprivano il 45,82% del territorio e le foreste il 47,11%. Le aree edificate erano solo il 6,27%. Nel 2024, le aree agricole sono scese al 42,39%, le foreste al 46,68%, mentre le aree edificate sono schizzate al 10,09%! Un aumento del 3,82% per le città, che si sono “mangiate” soprattutto terreni agricoli. Questo succede spesso vicino alle zone residenziali esistenti, un po’ per le regole urbanistiche, un po’ perché i terreni in città valgono di più e c’è sempre più richiesta di case.
L’aumento della popolazione e le attività umane, come potete immaginare, hanno un impatto negativo sulla vegetazione. E a Sakarya, questo è evidentissimo.
La Sfera di Cristallo: Sakarya nel 2040
Ma la parte più affascinante, secondo me, è quando si guarda al futuro. Usando tutti questi dati e modelli, gli scienziati hanno provato a prevedere come sarà Sakarya nel 2040. E le notizie non sono proprio rosee, se non si interviene.
Le previsioni dicono che le aree agricole diminuiranno ancora dell’1,2% e le aree forestali dello 0,54%. Indovinate un po’ chi crescerà? Esatto, le aree edificate, con un ulteriore balzo dell’1,74%. Questo significa che la fame di espansione urbana non si placa, e il trend visto tra il 2011 e il 2024 sembra destinato a continuare.
Se le cose vanno avanti così, Sakarya vedrà una continua riduzione dei terreni agricoli, con possibili conseguenze sulla produzione di cibo, e una lenta ma costante trasformazione delle aree boschive. È un po’ come una coperta troppo corta: se tiri da una parte, scopri l’altra.
La cosa interessante è che il modello usato (CA-ANN nel plugin MOLUSCE) si è dimostrato molto accurato. Hanno fatto una prova: hanno usato i dati del 2011 e 2018 per “prevedere” il 2024, e poi hanno confrontato questa previsione con i dati reali del 2024. Il risultato? Un’accuratezza notevole, con coefficienti Kappa (che misurano l’accordo) molto alti, tipo 87% per il Kappa storico e 82% per quello locale. Questo ci dà una certa fiducia nelle previsioni per il 2040.
Analisi Approfondite: Non Solo Numeri, Ma Tendenze
Lo studio non si è fermato ai semplici numeri, ma ha fatto anche analisi più sofisticate. Ad esempio, ha calcolato il Tasso di Crescita Annuo Composto (CAGR). Questo ci dice quanto, in media, ogni categoria di suolo è cresciuta o diminuita ogni anno.
Le aree edificate, tra il 2011 e il 2024, hanno avuto un CAGR del +3,73% annuo. Un botto! Tra il 2024 e il 2040, questo tasso dovrebbe scendere a +1,00% annuo. Quindi, una crescita continua ma più moderata. Le aree agricole, invece, hanno visto un calo dello 0,60% annuo tra il 2011 e il 2024, che si attenuerà a -0,18% annuo verso il 2040. Le foreste? Un calo costante ma leggero, intorno allo -0,07% annuo per tutto il periodo.
Il periodo più “selvaggio” per l’espansione urbana è stato tra il 2018 e il 2024, con una crescita delle aree edificate del +6,91% all’anno! Nello stesso periodo, le foreste hanno subito il calo più forte (-1,90% annuo). Sembra proprio che in quegli anni ci sia stata una vera e propria corsa alla cementificazione.
Hanno anche analizzato i rapporti tra le diverse aree. Ad esempio, il rapporto tra aree edificate e aree agricole è passato da 0,18 (nel periodo 2011-2018) a 0,29 (previsto per il 2024-2040). Questo ci dice chiaramente che le città stanno mettendo sempre più pressione sui terreni agricoli.
L’Impatto Ambientale: Un Equilibrio Delicato
E l’ambiente in tutto questo? Beh, i ricercatori hanno calcolato un indicatore chiamato “Rapporto tra Aree Naturali e Sviluppate”. In pratica, hanno confrontato l’estensione di foreste e corpi idrici con quella di aree agricole e edificate.
Nel 2011, questo rapporto era 0,92. È salito a 1,15 nel 2018 (grazie a una crescita delle foreste in quel periodo), ma poi è crollato a 0,91 nel 2024 e si prevede scenderà ancora a 0,89 nel 2040, per poi stabilizzarsi. Un rapporto che cala significa che le aree “sviluppate” dall’uomo stanno prendendo il sopravvento su quelle naturali. Non una bella notizia per la biodiversità, la stabilità degli ecosistemi e, in generale, per la nostra qualità della vita.
Il periodo 2018-2024, come dicevamo, è stato critico: urbanizzazione alle stelle e perdita di foreste. Dopo il 2024, le tendenze sembrano stabilizzarsi un po’, ma questo non vuol dire che possiamo dormire sonni tranquilli. Anzi!
Perché Tutto Questo Ci Riguarda?
Magari state pensando: “Ok, interessante, ma Sakarya è lontana”. Eppure, quello che succede lì è un po’ lo specchio di dinamiche globali. La perdita continua di terreni agricoli e forestali solleva preoccupazioni serie per la biodiversità, la sicurezza alimentare (meno campi, meno cibo prodotto localmente) e la stabilità degli ecosistemi (le foreste sono i polmoni del pianeta, regolano il clima, prevengono l’erosione…).
L’espansione residenziale è necessaria per accogliere una popolazione in crescita, certo. Ma se non è regolamentata, mette sotto pressione le infrastrutture, i servizi pubblici e la gestione urbana. E alla lunga, può compromettere la qualità della vita e la resilienza ambientale. Insomma, serve una pianificazione urbana integrata e sostenibile, che trovi un equilibrio tra sviluppo e conservazione.
Cosa Possiamo Fare? Strategie per un Futuro Sostenibile
La bellezza di studi come questo è che non si limitano a fotografare un problema, ma offrono anche spunti per le soluzioni. I ricercatori suggeriscono alcune strategie chiave:
- Sviluppo urbano compatto e a uso misto: Invece di espandersi all’infinito, le città dovrebbero crescere in modo più intelligente, usando meglio gli spazi già esistenti, magari riqualificando aree industriali dismesse (il cosiddetto brownfield redevelopment).
- Cinture verdi: Creare delle aree verdi protette intorno alle città per limitare lo sprawl.
- Politiche di conservazione delle foreste: Rafforzare le leggi per proteggere i boschi esistenti e promuovere la riforestazione.
- Misure di protezione agricola: Preservare i terreni agricoli per garantire la produzione di cibo.
- Gestione delle risorse idriche: Salvaguardare fiumi e laghi, essenziali per la vita urbana e l’ambiente.
- Monitoraggio costante: Tenere d’occhio i cambiamenti nell’uso del suolo con sistemi come quelli usati nello studio, per prendere decisioni basate sui dati.
Questi risultati, dicono i ricercatori, sono fondamentali per i pianificatori urbani e i politici, non solo in Turchia ma anche in altre regioni in via di sviluppo che affrontano sfide simili. E sottolineano l’urgenza di politiche di zonizzazione sostenibili e strategie di conservazione.
Un Modello da Seguire?
Questo studio su Sakarya è importante perché è uno dei primi a fare una proiezione a lungo termine (2011-2040) per una provincia turca di medie dimensioni usando questi modelli avanzati e integrando l’analisi dell’impatto ambientale. E, cosa non da poco, hanno validato l’accuratezza del modello confrontando le previsioni con i dati reali del 2024, un passaggio che non sempre si trova in queste ricerche.
Capire come cambierà l’uso del suolo è cruciale per gestire l’equilibrio tra espansione urbana e sostenibilità ambientale. Il caso di Sakarya ci mostra le sfide, ma anche la strada da percorrere. Implementare strategie di sviluppo urbano sostenibile è l’unico modo per garantire una crescita economica che vada di pari passo con la conservazione dell’ambiente.
Insomma, amici, la prossima volta che vedete un cantiere spuntare dove prima c’era un prato, pensate a Sakarya. E ricordatevi che pianificare il futuro delle nostre città è una responsabilità di tutti. Questo studio ci dà gli strumenti per farlo meglio. Speriamo che chi di dovere li usi!
Fonte: Springer