Decifrare i Coronavirus: L’Alleanza Segreta tra Frattali e Intelligenza Artificiale per Smascherare le Varianti
Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel cuore dei virus, in particolare dei coronavirus, compreso il nostro “vecchio conoscente” SARS-CoV-2. Vi siete mai chiesti come facciamo a distinguere non solo tra diversi tipi di coronavirus, ma anche tra le sue varianti in continua evoluzione come Alpha, Beta, Delta, Omicron? Sembra una sfida da detective molecolare, vero? Beh, in un certo senso lo è, e voglio raccontarvi di un approccio davvero innovativo che abbiamo esplorato, unendo la bellezza matematica dei frattali con la potenza dell’intelligenza artificiale.
La Sfida: Un Nemico Mutevole
I virus, specialmente quelli a RNA come i coronavirus, sono maestri del trasformismo. Mutano rapidamente, generando nuove varianti che possono sfuggire alle nostre difese immunitarie o rendere meno efficaci vaccini e terapie. Capire chi è chi nel mondo virale è fondamentale. Serve per tracciare la diffusione, sviluppare diagnosi precise, creare cure mirate e, in definitiva, proteggere la salute pubblica.
I metodi tradizionali, basati sull’analisi delle sequenze genetiche o sulla forma del virus, sono utili, certo, ma a volte faticano a cogliere le sottigliezze, le dinamiche complesse nascoste nel genoma virale. Piccole modifiche genetiche possono passare inosservate, e qui entra in gioco la necessità di strumenti più sofisticati.
La Nostra Idea: Geometria del Caos e Occhi Elettronici
E se potessimo “vedere” la struttura nascosta del genoma virale in un modo nuovo? Qui entra in gioco la Chaos Game Representation (CGR). Immaginatela come un modo per trasformare la lunga sequenza di lettere del genoma (A, T, C, G) in un’immagine, una sorta di “impronta digitale” geometrica. Questa immagine non è casuale, ma ha una struttura frattale, cioè mostra pattern complessi che si ripetono a scale diverse.
Ma non ci siamo fermati qui. Abbiamo preso queste immagini CGR e le abbiamo analizzate con una tecnica chiamata Analisi Multifrattale Detrended Fluctuation Analysis Bidimensionale (2D MF-DFA). Sembra complicato, ma pensatela così: è come usare una lente d’ingrandimento speciale per misurare la complessità e le proprietà di scala di queste immagini frattali. Da questa analisi, estraiamo dei numeri, dei parametri frattali, che descrivono in modo quantitativo la “rugosità” e la struttura dell’immagine genomica.
Infine, abbiamo dato questi parametri in pasto a un algoritmo di machine learning, una Support Vector Machine (SVM). L’SVM è come un “classificatore intelligente” che impara a riconoscere le differenze tra i set di parametri e a tracciare dei confini (iperpiani, in gergo tecnico) per separare le diverse categorie di virus.
La vera novità? Abbiamo integrato questi tre strumenti (CGR, 2D MF-DFA, SVM) in un unico flusso di lavoro. Non li abbiamo usati separatamente, ma li abbiamo fatti collaborare per ottenere una visione più completa e potente. Meno passaggi, più efficienza, risultati più interpretabili.

Alla Prova dei Fatti: Coronavirus Sotto la Lente
Per testare il nostro metodo, abbiamo preso le sequenze genomiche complete di sei diverse specie di coronavirus che infettano l’uomo:
- HCoV-OC43
- HCoV-HKU1
- HCoV-NL63
- HCoV-229E
- MERS-CoV (quello della sindrome respiratoria mediorientale)
- SARS-CoV-2 (il protagonista della recente pandemia)
Abbiamo raccolto quasi 1400 campioni da database pubblici come NCBI, assicurandoci di usare genomi il più possibile completi.
Poi ci siamo concentrati su SARS-CoV-2, selezionando cinque delle sue varianti più note: Alpha, Beta, Delta, Gamma e Omicron. Abbiamo raccolto 2000 campioni (400 per variante) dal database GISAID.
Cosa Abbiamo “Visto” nelle Immagioni CGR?
Le immagini CGR generate per ogni campione hanno rivelato pattern affascinanti. Tutte mostravano una natura frattale, con strutture che si ripetevano (auto-similarità). È interessante notare che le immagini di SARS-CoV-2 e MERS-CoV apparivano più “nitide”, con pattern geometrici più definiti, suggerendo una certa regolarità o la presenza di regioni genomiche conservate.
Un’altra cosa evidente erano delle “regioni vuote” nelle immagini, specialmente per SARS-CoV-2. Queste corrispondono a sequenze poco frequenti, come i dinucleotidi CG. Questo è legato a un fenomeno noto: la citosina (C) tende a mutare facilmente in timina (T), riducendo la frequenza delle coppie CG. È un segno della rapida evoluzione di questi virus!
Visivamente, le CGR delle diverse specie mostravano differenze, ma quelle delle diverse varianti di SARS-CoV-2 erano molto più simili tra loro, come ci si aspetterebbe da “cugini” genetici stretti.
I Numeri Non Mentono: L’Analisi Multifrattale
Applicando la 2D MF-DFA alle immagini CGR, abbiamo confermato la loro natura multifrattale: la complessità non era uniforme, ma variava su diverse scale. Abbiamo calcolato una serie di parametri frattali (come h(q), f(α), Δh, Δα) per ogni campione.
Qui la differenza è diventata più chiara:
- Tra le specie: I valori medi dei parametri frattali erano nettamente diversi. SARS-CoV-2 e MERS-CoV mostravano una maggiore “complessità frattale” (valori più alti di Δh e Δα), indicando una maggiore diversità nei pattern genomici visualizzati.
- Tra le varianti: Le differenze nei parametri frattali erano molto più sottili. I loro “spettri frattali” erano molto più vicini tra loro rispetto a quelli delle diverse specie.
Abbiamo creato degli “spazi degli stati” mettendo in grafico i parametri frattali più discriminanti (quelli che mostravano la maggiore variabilità *tra* le specie rispetto alla variabilità *all’interno* di una specie, come h(2), Δf, αmax, αmin). In questi grafici, le diverse specie di coronavirus formavano gruppi ben separati, quasi come stelle in diverse costellazioni! Era possibile tracciare linee rette per distinguerle.

Il Verdetto dell’SVM: Classificazione da Campioni
La netta separazione delle specie nello spazio dei parametri frattali ci ha suggerito che l’SVM sarebbe stato perfetto per la classificazione. E infatti…
Classificazione delle Specie: Utilizzando i parametri frattali come “indizi” per l’SVM, abbiamo raggiunto un’accuratezza del 100% nel distinguere le sei specie di coronavirus! Bastavano anche solo due parametri ben scelti per ottenere risultati quasi perfetti (oltre il 97%). Questo risultato è eccezionale e supera o eguaglia molte altre tecniche complesse presenti in letteratura. Il nostro approccio integrato si è dimostrato incredibilmente efficace e relativamente semplice.
Classificazione delle Varianti SARS-CoV-2: Qui la sfida era maggiore. Nello spazio dei parametri frattali, i punti rappresentanti le diverse varianti (Alpha, Beta, Delta, Gamma, Omicron) erano molto più vicini e sovrapposti. Nonostante ciò, l’SVM è riuscito a “trovare il bandolo della matassa”, raggiungendo un’accuratezza media di circa il 76%.
Non è il 100%, certo, ma è un risultato notevole considerando l’altissima somiglianza genetica tra le varianti. Analizzando la “matrice di confusione” (che mostra dove l’algoritmo fa centro e dove sbaglia), abbiamo visto che le varianti Alpha e Delta erano classificate con maggiore precisione, mentre Beta e Omicron creavano un po’ più di confusione, probabilmente a causa di parametri frattali più simili ad altre varianti.

Cosa Significa Tutto Questo?
Abbiamo dimostrato che combinare la rappresentazione geometrica del genoma (CGR) con l’analisi della sua complessità frattale (2D MF-DFA) e l’intelligenza artificiale (SVM) è un modo potente ed efficiente per classificare i coronavirus. Il metodo funziona alla grande per distinguere specie diverse e mostra un potenziale promettente anche per separare varianti molto simili all’interno della stessa specie.
Questo approccio ha implicazioni importanti:
- Bioinformatica: Offre un nuovo strumento per analizzare sequenze genomiche complesse.
- Salute Pubblica: Potrebbe aiutare a monitorare più rapidamente l’emergere e la diffusione di nuove varianti.
- Sviluppo di Vaccini e Terapie: Una migliore classificazione può guidare lo sviluppo di interventi più mirati.
Certo, ci sono limiti. La qualità dei dati genomici è cruciale, e l’interpretazione biologica esatta di ogni parametro frattale richiede ulteriori studi. Inoltre, il panorama virale continua a cambiare, con nuove sotto-varianti di Omicron che dominano la scena. Sarebbe interessante applicare questo metodo anche a queste nuove linee evolutive.
In conclusione, esplorare la geometria nascosta nei genomi virali attraverso i frattali e usare l’IA per decifrarla si è rivelata una strada affascinante e fruttuosa. È un esempio di come la matematica e l’informatica possano fornire lenti potenti per comprendere il complesso mondo della biologia e affrontare sfide sanitarie globali. Chissà quali altri segreti riusciremo a svelare guardando i virus… da una prospettiva frattale!
Fonte: Springer
