Allarme IST Fuori dall’UE: Un’Ombra Silenziosa che Cresce nei Dati OMS
Ragazzi, parliamoci chiaro. Quando pensiamo all’Europa e alla salute, magari ci vengono in mente sistemi sanitari super organizzati, dati precisi, report dettagliati. Questo è vero in gran parte per i paesi dell’Unione Europea (UE) e dello Spazio Economico Europeo (SEE), dove enti come l’ECDC tengono d’occhio la situazione, specialmente per le Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST). Ma c’è un’altra Europa, quella che comprende i paesi della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che *non* fanno parte di UE/SEE. E lì, la situazione è decisamente più… nebulosa.
Le IST sono un osso duro per la salute pubblica ovunque. Parliamo di sifilide, gonorrea, clamidia, linfogranuloma venereo (LGV)… bestiacce che, se non trattate, possono causare danni enormi e permanenti: dolore pelvico cronico, tumori, gravidanze ectopiche, infertilità, problemi seri in gravidanza e per i neonati. Alcune aumentano pure il rischio di contrarre l’HIV. Il problema è che spesso sono subdole, asintomatiche per lunghi periodi, e così si diffondono silenziosamente. L’OMS ha obiettivi ambiziosi: ridurre drasticamente sifilide e gonorrea entro il 2030. Ma i dati globali recenti non sono incoraggianti, anzi.
L’Indagine dell’OMS: Facciamo Luce nel Buio
Proprio perché mancava una visione chiara della situazione nei paesi europei non-UE/SEE, l’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS ha deciso di vederci più chiaro. Tra il 2021 e il 2023, hanno lanciato un’indagine specifica, inviando un questionario a 24 di questi stati membri. L’obiettivo? Capire come funzionano i loro sistemi di sorveglianza per le IST (sifilide, gonorrea, clamidia, LGV), raccogliere i numeri dei casi riportati e identificare le sfide, specialmente riguardo alla temuta gonorrea resistente agli antibiotici.
La risposta è stata buona: 21 paesi su 24 hanno compilato il questionario (un tasso dell’88%!), e 19 di questi (il 79% del totale iniziale) hanno dato il via libera alla pubblicazione dei loro dati. Parliamo di nazioni come Albania, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Israele, Kirghizistan, Moldavia, Serbia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Uzbekistan e altre. Un bel gruppo eterogeneo.
I Numeri Parlano: Cosa Abbiamo Scoperto?
E qui arrivano le notizie un po’ preoccupanti. Analizzando i dati forniti da questi 19 paesi tra il 2021 e il 2023:
- Sifilide in Aumento: I casi totali riportati sono passati da 13.553 nel 2021 a 17.113 nel 2023. Tradotto in tassi per 100.000 abitanti, siamo passati da 5.4 a 6.9. Un aumento significativo.
- Gonorrea Segue il Trend: Anche qui, si sale. Da 12.001 casi nel 2021 (tasso 4.2) a 13.067 nel 2023 (tasso 5.0).
- Clamidia: Un Calo Misterioso? Qui la storia è diversa. I casi riportati sono *diminuiti*, da 32.556 nel 2021 (tasso 13.3) a 27.802 nel 2023 (tasso 11.2). Questo calo è strano, soprattutto se confrontato con l’aumento visto nei paesi UE/SEE. Fa pensare… magari è un problema di diagnosi o segnalazione?
- LGV: Il Grande Assente: Pochissimi casi riportati (1 o 2 all’anno, principalmente da Monaco e Uzbekistan). Solo 8 paesi su 19 hanno una sorveglianza specifica per l’LGV, e spesso è limitata. Probabilmente, è massicciamente sottodiagnosticato.

Uomini e Donne: Chi Colpisce di Più?
Guardando i dati disaggregati per genere (disponibili per la maggior parte dei paesi), emergono altre tendenze interessanti:
- Per la sifilide, l’aumento riguarda sia uomini (+27% nel tasso tra 2021 e 2023) che donne (+32%), ma i tassi maschili restano decisamente più alti (nel 2023, il rapporto maschi/femmine era 2.1 in media).
- Anche per la gonorrea, l’aumento è in entrambi i sessi (+10% uomini, +13% donne), con un divario ancora maggiore: il rapporto maschi/femmine nel 2023 era 3.1.
- Per la clamidia, il calo è stato più marcato nelle donne (-16%) che negli uomini (-10%). E qui, a differenza delle altre due, le donne hanno tassi di notifica più alti (rapporto maschi/femmine 0.7 nel 2023). Questo potrebbe riflettere differenze nell’accesso ai test (magari le donne si testano di più, ad esempio durante controlli ginecologici).
Il Vero Problema: Non Vediamo Tutto (Le Lacune della Sorveglianza)
Al di là dei numeri, l’indagine ha messo a nudo le debolezze dei sistemi di sorveglianza in molti di questi paesi. Certo, quasi tutti monitorano la sifilide, e la maggior parte anche gonorrea e clamidia. Ma come lo fanno? Qui casca l’asino.
- Sistemi Frammentati: Alcuni usano sistemi “universali” (coprono tutta la popolazione), altri “sentinella” (monitorano solo alcuni centri).
- Copertura Incompleta: Molti sistemi coprono solo il settore pubblico, tralasciando il privato. E la stima della copertura reale (quanti casi effettivi vengono riportati) è spesso bassa. Per sifilide, il 68% dei paesi stima una copertura alta (76-100%), ma per gonorrea e clamidia questa percentuale scende al 56% e 50%. Significa che molti casi potrebbero sfuggire.
- Dati Aggregati: La maggior parte dei paesi fornisce solo dati aggregati, non “caso per caso”. Questo rende difficile analizzare i trend per età, modalità di trasmissione, o gruppi a rischio specifici (come gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini – MSM – importanti da monitorare anche nel contesto della PrEP per l’HIV).
- LGV Trascurato: Come già detto, la sorveglianza specifica per l’LGV è rara.
Questa mancanza di dati completi e dettagliati è un grosso problema. Rende difficile capire veramente la portata dell’epidemia, identificare i gruppi più a rischio e, di conseguenza, pianificare interventi di prevenzione e controllo efficaci. I tassi di gonorrea e clamidia, ad esempio, appaiono molto più bassi rispetto ai paesi UE/SEE. È una differenza reale o è solo la punta dell’iceberg che emerge da sistemi di sorveglianza meno performanti? Probabilmente la seconda.
Gonorrea Resistente: Un Fantasma da Non Sottovalutare
Un altro campanello d’allarme riguarda la gonorrea resistente agli antibiotici. Solo 4 dei 19 paesi hanno sistemi nazionali per monitorarla! E anche tra questi, la partecipazione a programmi internazionali come il WHO-GASP è limitata. Le sfide citate sono tante: mancanza di capacità di laboratorio, fondi insufficienti, infrastrutture carenti, poca expertise tecnica, assenza di coordinamento. La diffusione di ceppi resistenti è una minaccia globale seria, e questa vulnerabilità nella sorveglianza è preoccupante.
Cosa Fare Ora? Non Possiamo Più Ignorarlo
Ok, il quadro è complesso. Da un lato abbiamo un aumento confermato di sifilide e gonorrea in una parte importante della Regione Europea OMS. Dall’altro, abbiamo sistemi di sorveglianza che fanno acqua da molte parti, suggerendo che i numeri reali potrebbero essere ben peggiori. C’è poi il calo della clamidia, che necessita di ulteriori indagini, e la quasi totale invisibilità dell’LGV e della gonorrea resistente.
Se vogliamo davvero raggiungere l’obiettivo di porre fine alle epidemie di IST entro il 2030, come auspica l’OMS, non possiamo ignorare questa parte d’Europa. Serve uno sforzo accelerato e congiunto. Bisogna rafforzare i sistemi di sorveglianza nazionali, renderli più completi, standardizzare la raccolta dati (includendo età, genere, modalità di trasmissione), migliorare la capacità diagnostica e di monitoraggio della resistenza agli antibiotici. Servono più risorse, sia nazionali che internazionali, e una maggiore collaborazione.
Ignorare questo problema significa lasciare che un’ombra silenziosa continui a crescere, con conseguenze gravi per la salute di milioni di persone. È ora di accendere la luce.
Fonte: Springer
