Gruppo diversificato di insegnanti di scuola primaria durante un workshop di formazione sull'alfabetizzazione digitale e sanitaria. Alcuni usano laptop, altri tablet, interagendo tra loro in un ambiente moderno e luminoso. Fotografia di gruppo, obiettivo zoom 24-70mm impostato a circa 35mm, profondità di campo media per mantenere a fuoco più persone, luce naturale da grandi finestre.

Insegnanti e Salute Digitale: Siamo Pronti per Navigare nell’Informazione Online?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore e che, ne sono sicuro, tocca le vite di molti: la nostra capacità di navigare nel mare magnum delle informazioni sulla salute che troviamo online. Si chiama alfabetizzazione eHealth, un termine forse un po’ tecnico, ma che riguarda una competenza fondamentale: saper cercare, trovare, capire e valutare le informazioni sulla salute prese da fonti elettroniche, e poi usarle per risolvere un problema o prendere una decisione giusta per il nostro benessere.

Pensateci un attimo: quante volte cerchiamo su Google sintomi, cure, consigli su diete o attività fisica? Ecco, avere una buona alfabetizzazione eHealth significa saper distinguere un consiglio medico affidabile da una fake news bella e buona, saper usare il web in modo efficace per la nostra salute.

Perché è così importante?

Beh, diciamocelo, chi ha una bassa alfabetizzazione sanitaria (e quindi anche eHealth) rischia di più: comportamenti dannosi per la salute, difficoltà a seguire le terapie, peggior controllo di malattie croniche come diabete o ipertensione, e persino, in alcuni casi, una mortalità più alta. Sembra incredibile, ma non saper “leggere” la salute online può davvero aumentare le disuguaglianze. Al contrario, chi è più “alfabetizzato” in questo senso gestisce meglio le questioni importanti legate alla propria salute e prende decisioni più consapevoli.

E gli insegnanti? Che ruolo hanno?

Qui le cose si fanno interessanti. Gli insegnanti, soprattutto quelli della scuola primaria, hanno un ruolo pazzesco! Non solo educano i nostri figli, ma sono figure chiave anche per l’educazione alla salute a scuola. Se un insegnante ha una buona competenza in materia di salute (e oggi, sempre di più, di *eHealth*), può trasmetterla ai suoi studenti, aiutandoli a crescere più sani e consapevoli. L’età tra i 6 e gli 11 anni è cruciale, e la conoscenza di genitori e insegnanti è fondamentale per prevenire problemi futuri.

Purtroppo, però, diversi studi ci dicono che spesso il livello di alfabetizzazione sanitaria tra gli insegnanti non è ottimale. Addirittura, uno studio riportava che solo l’1% degli insegnanti primari aveva buone informazioni sui bisogni di salute fisica e mentale degli studenti! Capite bene che se gli insegnanti stessi non sono “attrezzati”, come possono essere efficaci nel promuovere la salute a scuola?

Un'insegnante di scuola primaria sorridente, sui 35 anni, in un'aula colorata, mentre utilizza un tablet per cercare informazioni sulla salute. Fotografia ritratto, obiettivo 35mm, luce naturale diffusa, profondità di campo che sfoca leggermente lo sfondo dell'aula. Duotone blu e grigio.

Uno sguardo più da vicino: lo studio di Sabzevar

Proprio per capire meglio la situazione, è stato condotto uno studio specifico sugli insegnanti di scuola primaria nella città di Sabzevar, in Iran, nel 2021. Mi ha incuriosito molto perché è uno dei pochi ad essersi concentrato proprio sull’alfabetizzazione *eHealth* in questa categoria professionale. Hanno coinvolto 252 insegnanti, chiedendo loro non solo dati demografici, ma anche come usano internet per la salute, quanto si sentono capaci di valutare le informazioni online, ecc., usando sia un questionario standard che domande aggiuntive create dai ricercatori.

Cosa è emerso? I risultati chiave

Allora, tenetevi forte: il livello medio di alfabetizzazione eHealth degli insegnanti in questo studio è risultato non ottimale. Il punteggio medio era un po’ più basso di quello considerato “desiderabile”. Questo dato fa riflettere, no?

Ma la cosa forse più utile è capire *cosa* fa la differenza. Quali fattori influenzano positivamente questa competenza? Lo studio ha identificato alcuni elementi chiave:

  • Livello di salute generale percepito: Chi si sentiva più in salute tendeva ad avere un’alfabetizzazione eHealth migliore.
  • Attività fisica regolare: Anche fare sport regolarmente sembra collegato a una maggiore capacità di gestire le informazioni sanitarie online.
  • Conoscenza generale sulla salute: Sembra ovvio, ma chi già ne sapeva di più sulla salute “tradizionale” era più bravo anche online.
  • Utilizzo di Internet: Chi usava di più internet (soprattutto per cercare info sulla salute) aveva punteggi più alti. Smartphone e tablet battono il computer fisso per praticità!
  • Uso dei social network per info sulla salute: Anche usare i social per informarsi sulla salute (e saper valutare l’affidabilità di queste info) era un fattore positivo.
  • Livello di istruzione: Un’istruzione più elevata è correlata a una migliore alfabetizzazione eHealth.
  • Età: I più giovani tendono ad avere punteggi migliori, probabilmente per una maggiore dimestichezza con il mondo digitale.
  • Padronanza del “cyberspazio”: Saper usare bene internet e gli strumenti digitali in generale è fondamentale.

Un dato interessante: a differenza di altri studi, qui il genere (maschio/femmina) non sembrava fare una grande differenza. E, un po’ a sorpresa, chi aveva già qualche malattia o prendeva farmaci a volte mostrava un’alfabetizzazione eHealth leggermente *superiore*. Forse perché, avendo un problema concreto, si è più motivati a cercare informazioni online? È un’ipotesi.

Primo piano di mani che digitano su una tastiera di laptop, con lo schermo che mostra grafici e articoli relativi alla ricerca di informazioni sulla salute online. Macro lens, 100mm, alta definizione, messa a fuoco precisa sulle dita e sui tasti, illuminazione controllata da studio.

La capacità di valutazione: una nota positiva?

Un aspetto che mi ha colpito è che gli insegnanti studiati hanno dichiarato di sentirsi capaci di valutare la correttezza delle informazioni sanitarie trovate online e di saperle usare nella vita quotidiana. Questo sembra indicare una certa fiducia nella propria capacità di distinguere le fonti affidabili. È un dato un po’ in controtendenza rispetto ad altre ricerche dove emergeva più scetticismo o difficoltà nel riconoscere le fonti valide. Forse il livello di istruzione più alto degli insegnanti gioca un ruolo anche in questo?

Cosa possiamo fare? La strada da percorrere

Ok, abbiamo visto che la situazione non è perfetta, ma abbiamo anche capito quali leve possiamo muovere. Se l’alfabetizzazione eHealth degli insegnanti è così cruciale per loro stessi e per gli studenti, la soluzione sembra chiara: dobbiamo investire sulla loro formazione!

È fondamentale inserire contenuti specifici sull’alfabetizzazione eHealth nei programmi di formazione iniziale degli insegnanti e anche nei corsi di aggiornamento. Dobbiamo dare loro gli strumenti per diventare navigatori esperti e critici del web della salute, capaci poi di trasferire queste competenze essenziali ai loro alunni. Immaginate l’impatto positivo a lungo termine!

Certo, lo studio ha i suoi limiti (dati auto-riferiti, possibili influenze culturali), ma ci dà indicazioni preziose. Il mondo digitale è in continua crescita, le informazioni (vere e false) sulla salute ci bombardano ogni giorno dai social e da internet. Saperle gestire è diventato indispensabile.

In conclusione, potenziare l’alfabetizzazione eHealth degli insegnanti non è solo un optional, ma una necessità per costruire una società più sana e consapevole, a partire proprio dai banchi di scuola. È una sfida che dobbiamo cogliere!

Fonte: Springer

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