AI Generativa: Il Segreto per Potenziare Creatività e Collaborazione nei Team?
Ragazzi, parliamoci chiaro: l’Intelligenza Artificiale Generativa (GAI) è sulla bocca di tutti. Sembra quasi magia, capace di creare testi, immagini, video dal nulla, o quasi. Ma al di là dell’effetto “wow”, mi sono chiesto: cosa può fare davvero per noi, specialmente in contesti come l’educazione e il lavoro di squadra? In un mondo che ci chiede di essere sempre più pensatori critici, risolutori di problemi e, soprattutto, collaborativi e creativi, come si inserisce questa tecnologia?
Ho dato un’occhiata a uno studio sperimentale davvero interessante che ha provato a rispondere proprio a queste domande, focalizzandosi su un’attività specifica: la creazione di storie digitali (Digital Storytelling – DST). Immaginatevi studenti universitari che devono creare un racconto multimediale, unendo testo, immagini, audio, video… un bel lavoro, no? Ecco, lo studio ha voluto vedere cosa succede quando a un gruppo di studenti viene data una “mano” da strumenti di AI Generativa come ChatGPT, Midjourney e Runway, confrontandoli con un gruppo che usa metodi più tradizionali.
Perché proprio le Storie Digitali?
Prima di tuffarci nei risultati, spendiamo due parole sul Digital Storytelling. Non è solo un modo carino per raccontare storie; è una palestra pazzesca per le competenze del 21° secolo. Creare una DST ti costringe a:
- Pensare criticamente alla storia che vuoi raccontare.
- Collaborare con altri per mettere insieme idee e materiali.
- Essere creativo nel combinare diversi media.
- Imparare a usare strumenti digitali.
Insomma, è un’attività ricca e coinvolgente. Però, ammettiamolo, ha i suoi scogli. Spesso richiede competenze tecniche non banali per usare software complessi, trovare le immagini giuste, montare il tutto… e il tempo, si sa, è sempre tiranno, specialmente nei corsi universitari. Questo può portare frustrazione e distogliere l’attenzione dagli obiettivi principali: imparare, collaborare, creare.
L’AI Generativa entra in scena
Ed è qui che l’AI Generativa potrebbe cambiare le carte in tavola. L’idea alla base dello studio era proprio questa: e se strumenti come ChatGPT (per i testi), Midjourney (per le immagini) e Runway (per le animazioni) potessero alleggerire il carico tecnico e cognitivo? Se potessero automatizzare alcune parti del processo, permettendo agli studenti di concentrarsi di più sulla storia, sulla collaborazione, sulla creatività?
Lo studio ha coinvolto 60 studenti universitari per 20 settimane. Metà di loro (il gruppo sperimentale) ha usato questi tool di GAI per creare le loro storie digitali, all’interno di un percorso basato sul Problem-Based Learning (imparare risolvendo problemi). L’altra metà (il gruppo di controllo) ha fatto lo stesso percorso, ma usando strumenti digitali tradizionali (come Photoshop, Premiere, ecc.). Hanno misurato le loro capacità di problem-solving collaborativo (CPS) e la performance creativa del team (TCP) prima e dopo, e hanno raccolto le loro opinioni.

I Risultati: Cosa ho scoperto?
Ebbene, i risultati sono stati piuttosto eloquenti. Tenetevi forte:
1. Collaborazione a Pieni Giri (Problem-Solving Collaborativo – CPS):
Il gruppo che ha usato l’AI Generativa ha mostrato un miglioramento significativamente maggiore nelle capacità di risolvere problemi insieme rispetto al gruppo tradizionale. Questo è successo in tutte le dimensioni analizzate:
- Partecipazione: Sembra che l’AI abbia facilitato l’interazione, magari rendendo più facile proporre idee o chiedere aiuto.
- Assunzione di Prospettiva: Lavorare con l’AI, ad esempio chiedendo a ChatGPT di esplorare punti di vista diversi, potrebbe aver aiutato gli studenti a mettersi nei panni degli altri (o dei personaggi!).
- Regolazione Sociale: L’AI potrebbe aver aiutato i gruppi a gestire meglio le dinamiche interne, magari fornendo spunti neutrali in caso di disaccordo.
- Regolazione del Compito: Avere strumenti che velocizzano alcune fasi ha forse permesso ai team di rimanere più focalizzati sugli obiettivi.
- Apprendimento e Costruzione di Conoscenza: Il feedback rapido dell’AI e la possibilità di sperimentare di più potrebbero aver stimolato una riflessione più profonda.
Secondo me, il fatto che l’AI potesse generare bozze, immagini o animazioni quasi in tempo reale ha creato un flusso di lavoro più dinamico. Immaginate: un’idea viene lanciata, Midjourney crea subito una visualizzazione, il team discute, modifica il prompt, ottiene una nuova immagine… tutto molto più veloce e interattivo! Come ha detto uno studente intervistato: “ChatGPT ci ha aiutato a tirare fuori idee creative a cui non avevamo pensato da soli, mantenendo viva la collaborazione.”
2. Creatività Potenziata (Performance Creativa del Team – TCP):
Anche qui, il gruppo GAI ha superato quello tradizionale. La differenza è stata particolarmente marcata in due aspetti:
- Novità: Le storie prodotte con l’aiuto dell’AI sono state giudicate più originali e innovative. Strumenti come ChatGPT possono generare spunti inaspettati, mentre Midjourney può creare immagini uniche che magari gli studenti non avrebbero saputo disegnare o trovare.
- Esperienza Utente: Le storie del gruppo GAI sono state valutate come più coinvolgenti ed efficaci nel comunicare con il pubblico. Forse la facilità nel creare visual accattivanti (Midjourney) e animazioni fluide (Runway) ha contribuito a un prodotto finale più “professionale” e curato.
Questo non significa che l’AI “sia” creativa, ma che può agire da catalizzatore per la creatività umana, offrendo nuove possibilità e velocizzando la sperimentazione. Uno studente ha commentato: “Le immagini generate da Midjourney hanno migliorato la qualità visiva del nostro lavoro, facendolo sembrare più professionale.”

Ma è tutto oro quel che luccica? Le Voci degli Studenti
Lo studio non si è fermato ai numeri, ma ha anche chiesto direttamente agli studenti cosa ne pensassero. E qui il quadro si fa più sfumato e, se vogliamo, ancora più interessante.
I Pro:
- Efficienza alle stelle: Quasi tutti hanno apprezzato il risparmio di tempo. “ChatGPT mi ha aiutato a ridurre un sacco di scrittura manuale”, “Usare Midjourney ha risparmiato un sacco di tempo, specialmente nel generare immagini”.
- Qualità migliorata: Molti hanno percepito un salto di qualità nel prodotto finale, sia a livello narrativo che visivo.
- Stimolo alla riflessione: Paradossalmente, l’interazione con l’AI ha spinto alcuni a riflettere di più sul proprio lavoro. “Il feedback di ChatGPT mi ha fatto riflettere di più sulla mia creazione invece di completarla senza pensare”.
- Interazione e collaborazione facilitate: L’AI come “membro” aggiuntivo del team che fornisce spunti e feedback immediati. “Midjourney ci ha dato più opportunità di discutere in gruppo”, “Con gli strumenti GAI, le nostre discussioni di gruppo sono diventate più costruttive”.
I Contro (o meglio, le Preoccupazioni):
- Rischio “Pigrizia Mentale” (Cognitive Offloading): La preoccupazione più sentita. Se l’AI fa troppo, non rischio di impigrirmi, di perdere la capacità di pensare criticamente o di risolvere problemi da solo? “A volte mi sento troppo dipendente dagli strumenti GAI, il che potrebbe limitare la mia creatività”.
- Dipendenza eccessiva: Legato al punto precedente, il timore di non saper più fare senza l’AI.
- Mancanza di “Cuore”: Alcuni studenti hanno notato che i contenuti generati dall’AI, per quanto tecnicamente validi, potevano mancare di profondità emotiva, di quel “tocco umano” fondamentale nelle storie.
- Questioni Etiche: L’originalità dei contenuti generati, il bias potenziale dell’AI… temi caldi che non sono sfuggiti agli studenti.
- Curva di apprendimento: Imparare a usare bene questi strumenti, specialmente per ottenere risultati di alta qualità (pensiamo ai prompt per Midjourney), non è banale.

Cosa ci portiamo a casa?
Questo studio, secondo me, ci dice cose importanti. L’AI Generativa non è solo un gadget tecnologico, ma ha il potenziale concreto per migliorare alcune delle competenze chiave che cerchiamo di coltivare nell’educazione superiore (e non solo). Può davvero dare una marcia in più alla collaborazione e alla creatività nei team, soprattutto in compiti complessi come la creazione di contenuti multimediali.
L’aspetto cruciale, però, è come la integriamo. Non si tratta di sostituire l’uomo, ma di potenziarlo. L’AI può toglierci compiti ripetitivi o tecnicamente ostici, liberando risorse mentali per la strategia, la critica, l’ideazione, la connessione emotiva. Ma dobbiamo essere consapevoli dei rischi. La “pigrizia mentale” è dietro l’angolo se ci affidiamo passivamente all’output dell’AI.
Serve un approccio equilibrato: usare l’AI come un assistente intelligente, un compagno di brainstorming, un acceleratore di processi, ma mantenendo sempre il controllo critico e la guida umana. Gli educatori hanno un ruolo fondamentale nel progettare attività che sfruttino i vantaggi dell’AI senza sacrificare lo sviluppo dell’autonomia e del pensiero critico degli studenti. Bisogna insegnare non solo a *usare* questi strumenti, ma a *interagire criticamente* con essi.
Guardando al Futuro
Certo, questo è solo uno studio, con i suoi limiti (campione piccolo, contesto specifico…). Serviranno altre ricerche per confermare questi risultati e per esplorare l’uso di GAI in altre discipline e con altri strumenti. Bisognerà anche approfondire le questioni etiche e sviluppare linee guida chiare.
Ma la strada sembra tracciata. L’AI Generativa sta entrando nelle nostre vite e nel nostro modo di imparare e creare. Ignorarla sarebbe sciocco. Capire come sfruttarla al meglio, in modo consapevole e critico, è la vera sfida. E, devo dire, è una sfida affascinante! Vedere come questi strumenti possano effettivamente aiutare gli studenti a lavorare meglio insieme e a esprimere la loro creatività in modi nuovi è davvero stimolante. Chissà quali altre scoperte ci aspettano dietro l’angolo… io non vedo l’ora di scoprirlo!
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Fonte: Springer
