Affectedness: La Chiave Nascosta per Decifrare i Passivi in Mandarino
Avete mai studiato una lingua straniera e vi siete imbattuti in una costruzione grammaticale che sembrava sfidare ogni logica? A me è successo più volte, ma una delle sfide più affascinanti l’ho trovata nei passivi del cinese mandarino, in particolare quelli costruiti con il marcatore bei (被).
A prima vista, potrebbero sembrare simili ai nostri passivi italiani o a quelli inglesi (“La mela è stata mangiata da Marco”). C’è un elemento che marca il passivo (bei), e l’ordine degli argomenti (chi fa l’azione e chi la subisce) viene rimescolato rispetto alla frase attiva. Fin qui, tutto nella norma. Ma la vera sorpresa arriva quando si scopre che i passivi con bei sono incredibilmente… schizzinosi! Non si possono formare sempre e comunque come facciamo noi. Hanno bisogno di condizioni ben precise per essere “felici”.
Questa cosa mi ha incuriosito tantissimo. Perché questa selettività? Cosa rende un verbo o una frase “degni” di diventare un passivo bei in mandarino? La risposta, amici miei, sembra risiedere in un concetto semantico tanto potente quanto sfuggente: l’affectedness, che potremmo tradurre un po’ liberamente come “l’essere affetto” o “l’impatto subito”.
Il Puzzle: Le Condizioni “Stravaganti” dei Passivi Mandarino
Prima di svelare il mistero dell’affectedness, diamo un’occhiata a cosa rende i passivi bei così particolari. Gli studi linguistici hanno identificato almeno tre condizioni principali che sembrano “sbloccare” la possibilità di usare bei. E la cosa strana è che, a prima vista, sembrano completamente scollegate tra loro:
- Licenza dalla Telicità: I verbi che esprimono un’azione con un punto finale ben definito, un completamento (i linguisti li chiamano telici, come “mangiare una mela” – finisci la mela – o “rompere un vaso” – il vaso è rotto), formano passivi bei molto più facilmente di quelli che descrivono stati (“amare qualcuno”) o attività senza un termine intrinseco (“spingere un carrello” – potresti spingerlo all’infinito). È come se il passivo mandarino preferisse le azioni che portano a un risultato concreto.
- Licenza dal Perfetto Esperienziale (`-guo`): Qui le cose si fanno interessanti. Anche verbi di attività (quelli senza fine intrinseco) possono diventare passivi se aggiungiamo il suffisso aspettuale -guo (过). Questo suffisso indica che un’azione è stata sperimentata almeno una volta nel passato. Ad esempio, “calciare il pallone” (attività) potrebbe non funzionare bene al passivo, ma “aver calciato (-guo) il pallone” sì, specialmente se l’azione ha lasciato un segno, anche minimo. È come se l’esperienza passata conferisse all’oggetto una sorta di “storia” che lo rende idoneo al passivo.
- Licenza dalla Trasmissione di Intenzione: Questa è forse la condizione più intrigante. Verbi di attività che normalmente non funzionerebbero al passivo possono diventarlo se l’azione implica una trasmissione di intenzione dall’agente a un partecipante animato (una persona, un animale). Pensate a verbi come “colpire” (da 打) o “sgridare” (ma 骂). Se dico “Lisi è stato colpito da Zhangsan”, funziona, anche se “colpire” di per sé è un’attività. Perché? Perché l’intenzione di Zhangsan (far male, comunicare qualcosa) viene “ricevuta” e riconosciuta da Lisi. Se invece l’oggetto fosse inanimato (“La palla è stata colpita da Zhangsan”), la formazione del passivo potrebbe essere più problematica senza altri aiuti (come la telicità o -guo).
Telicità, aspetto esperienziale, intenzioni animate… un bel guazzabuglio, vero? Come possiamo trovare un filo conduttore?

La Soluzione: L’Approccio dell'”Affectedness”
Ed è qui che entra in gioco l’affectedness. L’idea, sviluppata in modo formale da linguisti come John Beavers, è che l’affectedness non sia un concetto “tutto o niente”, ma piuttosto una scala di impatto. Alcune azioni “affettano” l’oggetto in modo molto profondo e misurabile, altre meno, altre ancora solo potenzialmente.
Cos’è l'”Affectedness”? Un Cambiamento Misurabile
Immaginate una scala. Al livello più alto di affectedness ci sono le azioni che provocano un cambiamento quantizzato o delimitato nell’oggetto. Pensate a “mangiare la mela”: la mela passa dall’essere intera a non esistere più, un cambiamento totale e misurabile lungo la scala della sua “interezza fisica”. Questo corrisponde grosso modo alla telicità.
Scendendo sulla scala, troviamo cambiamenti meno definiti, magari di grado (“allargare una strada” – la strada cambia, ma fino a che punto? Non c’è un limite intrinseco) o solo potenziali (“spingere il carrello” – il carrello potrebbe muoversi, ma anche no, se è bloccato).
Beavers e altri hanno proposto una gerarchia dell’affectedness, più o meno così:
- Affectedness Forte (Quantized Change): Cambiamento delimitato, con un punto finale chiaro (es. mangiare, rompere, uccidere). Corrisponde ai verbi telici (accomplishments e achievements).
- Affectedness Intermedia (Non-quantized Change): Cambiamento progressivo ma senza un limite intrinseco (es. raffreddare, tagliare – puoi continuare a tagliare). Corrisponde ai degree achievements su scale aperte.
- Affectedness Debole (Potential Change): Il cambiamento non è nemmeno garantito, solo possibile (es. spingere, vedere, pulire – potresti pulire senza che diventi più pulito). Corrisponde alle attività e agli stati.
Il Mandarino Chiede il Massimo: La “Strong Affectedness”
L’ipotesi affascinante, proposta nello studio su cui si basa questo articolo, è che i passivi bei in mandarino richiedano il livello più alto di questa scala: la strong affectedness, il cambiamento quantizzato e delimitato.
Questa idea è potentissima perché riesce a unificare le tre condizioni che sembravano così diverse:
- La telicità è l’esempio perfetto di strong affectedness: l’azione ha un limite intrinseco che misura il cambiamento completo dell’oggetto (la mela mangiata, il vaso rotto).
- Il perfetto esperienziale `-guo`, combinato con verbi di attività che implicano un potenziale cambiamento (come leggere un libro fisico, che può usurarsi), crea una sorta di “affectedness forte contestuale”. L’esperienza passata (-guo) suggerisce che l’azione si è conclusa, e se l’oggetto poteva cambiare, si inferisce che un certo grado di cambiamento (rilevante nel contesto) sia stato raggiunto. È come se -guo fornisse quel “limite” che mancava.
- La trasmissione di intenzione a un partecipante animato funziona in modo simile, ma su una scala diversa: quella psicologica o sensoriale. Quando qualcuno ti sgrida o ti colpisce intenzionalmente, la tua “sentience” (la tua capacità di percepire e reagire) subisce un cambiamento delimitato nel momento in cui riconosci l’intenzione. Anche se non c’è un cambiamento fisico misurabile, c’è un impatto psicologico/sensoriale che conta come “strong affectedness” per il mandarino.

Beyond the Basics: Cosa Spiega l’Affectedness?
Questo approccio basato sull’affectedness non solo unifica le condizioni di licenza, ma getta luce anche su altre stranezze dei passivi mandarino.
Niente “Ospiti Inattesi”: La Mancanza di Liberalità Tematica
In mandarino, di solito non puoi prendere un argomento “non canonico” (come un luogo o un tempo) e farlo diventare il soggetto di un passivo bei. Ad esempio, da “Zhangsan ha mangiato alla mensa” (Zhangsan zai shitang chi fan le), non puoi facilmente dire *”La mensa è stata mangiata da Zhangsan”* nel senso di “Zhangsan ha mangiato lì”. Perché? Perché la mensa, in questo caso, non subisce un cambiamento delimitato, non è “fortemente affetta” dall’azione di mangiare. Ma – e qui sta la prova! – se rendiamo l’azione telica rispetto alla mensa, ad esempio aggiungendo un risultato (“Zhangsan ha mangiato fino a far crollare la mensa”), allora, incredibilmente, la frase passiva *”La mensa è stata mangiata-fino-al-collasso da Zhangsan”* diventa accettabile! L’affectedness forte sblocca il passivo.
Passivi “Senza Vuoti”: Quando il Soggetto Subisce e Basta
Il mandarino (come altre lingue, tipo il giapponese) ha anche i cosiddetti “passivi avversativi” o “gapless passives”. In queste frasi, il soggetto del passivo bei non corrisponde all’oggetto diretto del verbo nella frase attiva, ma è qualcuno che subisce negativamente le conseguenze dell’evento. Esempio: “La prigione (bei) i prigionieri sono scappati” (Jianyu bei fanren taozou le), che significa qualcosa come “La prigione ha subito l’evento che i prigionieri sono scappati”. Anche qui, l’idea è che la prigione (o più spesso, una persona) sia “fortemente affetta” (in senso negativo, avversativo) dall’evento, anche se non è l’oggetto diretto dell’azione “scappare”. L’affectedness è ancora la chiave.
Impatto Sociale: Una Nuova Dimensione dell’Affectedness
L’affectedness non si limita al cambiamento fisico o psicologico. Lo studio suggerisce che anche l’impatto sociale possa contare! Frasi come “Questo prodotto (bei) è piaciuto a tutti” possono funzionare perché, anche se il prodotto fisicamente non cambia, il suo status sociale, la sua popolarità, subisce un cambiamento significativo e delimitato (passa da sconosciuto a popolare). Anche questa è una forma di “strong affectedness”.

Uno Sguardo Oltre il Mandarino
L’Affectedness è Universale?
A questo punto, la domanda sorge spontanea: questa storia dell’affectedness riguarda solo il mandarino o è una proprietà più generale dei passivi nelle lingue del mondo? La ricerca è ancora in corso, ma ci sono indizi intriganti.
Anche in inglese, ad esempio, si notano sottili preferenze legate all’affectedness. E la distinzione tra i passivi con be (“The house was hidden”) e quelli con get (“The house got hidden”) potrebbe essere spiegata proprio in termini di diversi livelli di affectedness richiesti: get sembra implicare un cambiamento più dinamico e quindi un’affectedness più forte rispetto a be.
L’ipotesi più eccitante è che l’affectedness sia una nozione graduale e che le lingue possano variare nel “livello” di affectedness che richiedono per le loro costruzioni passive. Il mandarino si collocherebbe all’estremo alto, richiedendo “strong affectedness”, mentre altre lingue potrebbero accontentarsi di livelli inferiori. Questo aprirebbe la strada a una comprensione più unificata e sfumata dei passivi, andando oltre le pure regole sintattiche.
In Conclusione
L’analisi dei passivi bei in mandarino attraverso la lente dell’affectedness è un esempio meraviglioso di come la semantica – il significato profondo delle parole e delle costruzioni – possa spiegare fenomeni grammaticali apparentemente arbitrari. Ci mostra che il mandarino non è “strano”, ma segue una logica interna coerente, basata sull’idea che il soggetto di un passivo bei debba aver subito un impatto significativo e delimitato dall’evento.
È un promemoria affascinante che, quando studiamo una lingua, non stiamo solo imparando regole, ma stiamo esplorando modi diversi di concettualizzare il mondo e le relazioni tra azioni, oggetti ed eventi. E voi, avete mai incontrato costruzioni “schizzinose” simili in altre lingue?
Fonte: Springer
