Wearable e Salute: Perché l’Immagine dell’Ospedale e la Voglia di Novità Contano Davvero
Avete notato anche voi? Viviamo in un’epoca pazzesca, dove la tecnologia digitale sta cambiando le carte in tavola in quasi ogni aspetto della nostra vita, e la sanità non fa eccezione. Parliamo dei dispositivi indossabili, o wearable, come li chiamano gli anglofoni: smartwatch, fitness tracker, sensori che monitorano di tutto, dal battito cardiaco al sonno. Stanno spuntando come funghi e sempre più persone li usano. Ma vi siete mai chiesti cosa spinge davvero qualcuno a dire “Sì, lo voglio!” a questi aggeggini tecnologici per la salute?
Beh, la risposta non è così scontata come sembra. Certo, le funzionalità sono importanti, ma c’è molto di più sotto la superficie. Pensateci: nel mondo della salute, noi pazienti spesso non abbiamo tutte le informazioni che hanno i medici o le strutture sanitarie. C’è una sorta di “asimmetria informativa”, un divario di conoscenza che può creare incertezza. E qui entra in gioco qualcosa di affascinante: l’immagine dell’ospedale. Sì, avete capito bene, la reputazione della struttura sanitaria!
Insieme a questo, c’è un altro fattore chiave: la nostra personale propensione all’innovazione. Siamo tipi curiosi, pronti a provare le novità, o preferiamo aspettare che una tecnologia sia super collaudata?
Recentemente, mi sono imbattuto in uno studio interessante che ha cercato di mettere insieme i pezzi di questo puzzle. Ha esplorato come il valore percepito di questi dispositivi e l’immagine dell’ospedale che magari ce li consiglia, insieme alla nostra “fame” di novità, influenzino la nostra intenzione di usarli. E i risultati sono davvero illuminanti!
Il Boom dei Wearable nella Sanità: Non Solo Gadget
Prima di tuffarci nei risultati, facciamo un passo indietro. Il mercato dei dispositivi medici indossabili è in piena esplosione. Si parla di cifre da capogiro: da circa 20 miliardi di dollari nel 2021 a una previsione di quasi 84 miliardi entro il 2026! Cosa alimenta questa crescita?
- L’invecchiamento della popolazione globale (entro il 2050, si stima che gli over 65 saranno 1,6 miliardi!).
- Malattie legate a stili di vita non proprio ottimali.
- Progressi tecnologici continui.
- La crescente capacità di spesa delle nazioni.
Ma non è solo una questione di numeri. Stiamo assistendo a una vera e propria trasformazione del concetto di cura: si passa da un modello centrato sulla malattia a uno centrato sul paziente. La sanità diventa più “smart”, più personalizzata, più preventiva.
I dispositivi indossabili si inseriscono perfettamente in questo quadro. Permettono un monitoraggio continuo, danno informazioni in tempo reale sia a noi che ai medici, ci rendono più consapevoli e protagonisti della nostra salute. Pensate alla comodità di monitorare parametri vitali senza dover andare continuamente dal dottore o in ospedale, magari gestendo meglio condizioni croniche o semplicemente tenendo d’occhio il benessere dei nostri cari, anche a distanza. Questi dispositivi, dotati di sensori, software di riconoscimento vocale, chip di posizionamento e display, raccolgono dati preziosi (frequenza cardiaca, respirazione, movimenti) e li trasmettono. Possono davvero migliorare la qualità della vita, ridurre lo stress e persino i costi sanitari.
Capire l’Adozione: Valore, Innovazione e… Fiducia
Ok, la tecnologia è figa e utile, ma perché alcuni la adottano subito e altri no? Lo studio che ho menzionato ha usato un mix di teorie consolidate, come il famoso Technology Acceptance Model (TAM), che ci dice che usiamo una tecnologia se la percepiamo utile e facile da usare, e la Teoria della Segnalazione (Signaling Theory).
Quest’ultima è particolarmente interessante qui. Dice che, in situazioni di informazione asimmetrica (come quella tra paziente e medico/ospedale), una parte (l’ospedale) può inviare “segnali” per comunicare qualità che l’altra parte (il paziente) non può osservare direttamente. L’immagine aziendale dell’ospedale (HCI – Hospital Corporate Image) può funzionare proprio come un segnale. Se un ospedale ha una buona reputazione, percepiamo come più affidabili e di valore anche le tecnologie che ci consiglia, come i dispositivi indossabili. È un modo per ridurre la nostra incertezza.
Lo studio ha quindi ipotizzato che:
- Una buona immagine dell’ospedale aumenti il valore percepito (PV) dei dispositivi indossabili (H1).
- Una buona immagine dell’ospedale influenzi direttamente l’intenzione di usare (IU) questi dispositivi (H2).
- La nostra propensione all’innovazione (CIN) influenzi l’intenzione di usarli (H3).
- La propensione all’innovazione aumenti anche il valore percepito (H4).
- Il valore percepito dei dispositivi influenzi l’intenzione di usarli (H5).
Per testare queste idee, hanno raccolto dati tramite un questionario online da 201 persone in Turchia, sia utenti che non utenti di dispositivi indossabili, chiedendo opinioni sull’immagine degli ospedali, sulla loro personale innovatività, sul valore che vedevano nei wearable e sulla loro intenzione di usarli.
Cosa Abbiamo Scoperto? I Risultati Chiave
Ebbene, i risultati dell’analisi (fatta con una tecnica statistica chiamata PLS-SEM, per i più tecnici tra voi) sono stati piuttosto chiari e, per certi versi, sorprendenti.
Il Valore Percepito è Re! Come ci si poteva aspettare, più le persone percepiscono che un dispositivo indossabile porti benefici reali (miglior salute, meno visite mediche, ecc.), più sono intenzionate a usarlo (H5 supportata). Questo conferma quanto sia cruciale comunicare chiaramente i vantaggi.
Gli Innovatori Guidano la Carica. La nostra personale inclinazione verso le novità (Consumer Innovativeness) è un motore potentissimo. Chi è più “innovatore” non solo è più propenso a voler usare i wearable (H3 supportata), ma ne percepisce anche un valore maggiore (H4 supportata). Sembra che la curiosità e la voglia di sperimentare aprano la mente ai benefici della tecnologia.
L’Immagine dell’Ospedale: Un Segnale Forte (ma Indiretto). Qui arriva la parte interessante. L’immagine dell’ospedale ha un effetto positivo e significativo sul valore percepito dei dispositivi (H1 supportata). Se ci fidiamo dell’ospedale, tendiamo a pensare che i wearable che promuove o consiglia siano effettivamente validi. Tuttavia, l’immagine dell’ospedale non ha mostrato un effetto diretto significativo sull’intenzione di usare i dispositivi (H2 non supportata direttamente). Cosa significa? Che la reputazione dell’ospedale agisce più come un “facilitatore”: costruisce fiducia e valorizza il dispositivo nella nostra mente, ma poi sono soprattutto il valore che noi stessi percepiamo e la nostra indole innovativa a darci la spinta finale per adottarlo. L’effetto dell’immagine sull’intenzione d’uso è quindi indiretto, ma comunque importante perché passa attraverso la percezione del valore.
Implicazioni Pratiche: Cosa Ci Portiamo a Casa?
Questi risultati non sono solo teoria accademica, hanno risvolti molto pratici.
- Per gli Ospedali: La vostra reputazione conta! Investire in un’immagine positiva e affidabile può aiutare a “benedire” le nuove tecnologie sanitarie agli occhi dei pazienti, aumentandone il valore percepito. Siete dei potenti “influencer” della salute digitale.
- Per le Aziende Tecnologiche: Concentratevi sul comunicare il valore! Spiegate chiaramente i benefici per la salute, la comodità, i potenziali risparmi. E non dimenticate di “corteggiare” gli innovatori: sono loro i primi a salire a bordo e possono fare da traino per gli altri.
- Per i Decisori Politici: Questi dati possono guidare iniziative per promuovere l’uso dei wearable come strumenti di prevenzione. Incentivare l’adozione potrebbe portare a una popolazione più sana e a una riduzione dei costi sanitari a lungo termine.
Inoltre, c’è un impatto economico da non sottovalutare. Il settore della tecnologia sanitaria è un motore di crescita, innovazione e occupazione. Capire come favorire l’adozione di questi strumenti significa anche stimolare un mercato in espansione.
Uno Sguardo al Futuro: Cosa Resta da Esplorare?
Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. È stata condotta principalmente a Istanbul, quindi generalizzare i risultati richiede cautela. Fattori importanti come le preoccupazioni per la privacy dei dati, l’accessibilità economica dei dispositivi e la loro usabilità non sono stati analizzati a fondo, ma sappiamo che giocano un ruolo.
La ricerca futura dovrebbe quindi:
- Ampliare il campione a diverse aree geografiche e sistemi sanitari.
- Includere fattori economici, culturali, di alfabetizzazione digitale e di accessibilità.
- Esplorare più a fondo il ruolo della fiducia, magari legata a specifiche raccomandazioni mediche o approvazioni normative.
- Considerare le dinamiche di un mercato in continua evoluzione.
- Porre attenzione all’equità, diversità e inclusione (EDI), assicurandosi che i benefici di queste tecnologie raggiungano tutti, indipendentemente dallo status socioeconomico o da altre barriere.
Insomma, il viaggio nella comprensione dell’adozione dei wearable per la salute è appena iniziato. Questo studio ci ha dato pezzi importanti del puzzle, mostrandoci che è un mix affascinante di percezione del valore, attitudine personale all’innovazione e fiducia nelle istituzioni sanitarie. Capire queste dinamiche è fondamentale se vogliamo che la rivoluzione digitale porti davvero benefici concreti alla salute di tutti noi.
Fonte: Springer