Acido Folico e Cancro al Polmone: Amico o Nemico Nascosto?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha fatto davvero riflettere: l’acido folico. Lo conosciamo tutti, vero? Soprattutto le future mamme sanno quanto sia importante. Viene spesso consigliato come integratore, a volte anche durante le terapie oncologiche come supporto. Ma ecco la domanda che scotta: siamo sicuri che sia sempre un alleato, specialmente quando si parla di cancro al polmone? C’è un po’ di incertezza, e uno studio recente basato su dati americani (il famoso NHANES) ha provato a vederci più chiaro. Tenetevi forte, perché quello che è emerso è piuttosto intrigante.
Il Dilemma dell’Acido Folico: Un’Arma a Doppio Taglio?
Prima di tuffarci nello studio, facciamo un passo indietro. L’acido folico, una vitamina del gruppo B, è fondamentale per il nostro corpo. Gioca un ruolo chiave nella produzione di nuove cellule e nel metabolismo del DNA. Pensate che aiuta a fornire i “mattoncini” (i gruppi metilici) per un sacco di processi vitali. Proprio per questo, la ricerca si è interrogata a lungo sul suo legame con i tumori. I risultati, però, sono stati un po’ come il giorno e la notte.
Da un lato, alcuni studi suggeriscono che l’acido folico possa:
- Potenziare il nostro sistema immunitario per combattere meglio il cancro.
- Proteggere il DNA dai danni che possono portare a mutazioni pericolose.
- Aiutare a riparare il DNA, mantenendolo integro e stabile.
- Contrastare gli effetti negativi di una dieta troppo “acida”, che sembra aumentare il rischio di cancro.
Dall’altro lato, però, c’è il rovescio della medaglia. Livelli elevati di folati potrebbero, in teoria:
- Accelerare la crescita delle cellule tumorali già esistenti (proprio perché serve a far crescere le cellule!).
- Alterare l’equilibrio del metabolismo e modificare i pattern di metilazione del DNA, meccanismi cruciali nel controllo della crescita cellulare.
Vedete? La questione è complessa. Non è un semplice “fa bene” o “fa male”. Dipende dal contesto, forse dalla dose, forse dal momento in cui viene assunto. Ed è proprio qui che entra in gioco lo studio NHANES.
Cosa Hanno Scoperto i Ricercatori Americani?
I ricercatori hanno preso i dati raccolti tra il 2007 e il 2018 dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), un’enorme indagine sulla salute e la nutrizione degli americani. Hanno analizzato i dati di oltre 27.000 persone, concentrandosi sui livelli di diverse forme di acido folico nel sangue e sulla diagnosi di cancro al polmone.
Per essere sicuri di confrontare persone simili (e non mischiare mele con pere), hanno usato una tecnica statistica chiamata “propensity score matching” (PSM). In pratica, hanno abbinato ogni paziente con cancro al polmone a due persone sane con caratteristiche simili per età, sesso, etnia, abitudini (fumo, alcol), stato di salute (ipertensione, diabete), ecc. Questo aiuta a isolare meglio l’effetto specifico dei folati.

Dopo questo “appaiamento”, cosa è venuto fuori? Beh, alcune forme specifiche di folato sembravano avere un legame significativo con il rischio di cancro al polmone. In particolare, i livelli di:
- Folato totale
- Folato alimentare (quello che assumiamo con la dieta)
- 5-formiltetraidrofolato (5-formylTHF)
- 5,10-meteniltetraidrofolato (5,10-methenylTHF)
erano significativamente associati alla presenza di cancro al polmone (con un p<0.05, che in gergo statistico indica che è improbabile sia un caso).
La Sorpresa: Un Legame Positivo (Ma Solo a Certi Livelli)
Qui le cose si fanno ancora più interessanti. I ricercatori hanno usato un’altra tecnica, le “restricted cubic splines” (RCS), per capire se la relazione tra folati e cancro fosse lineare (più folati = più rischio, o viceversa) o più complessa.
Ebbene, per alcune forme, la relazione non era affatto lineare! Anzi, per il 5,10-methenylTHF, il legame era decisamente non lineare. Ma la scoperta forse più sorprendente riguarda l’andamento generale:
- Il folato totale sembrava associato a un aumento del rischio di cancro al polmone quando i livelli erano sotto una certa soglia (circa 284.8 µg). Sotto i 189 µg, questo effetto diventava statisticamente significativo.
- L’acido folico (la forma sintetica degli integratori) mostrava una correlazione positiva con l’incidenza del cancro al polmone per livelli sotto i 107.6 µg, diventando significativa sotto i 34.8 µg.
- Il 5,10-methenylTHF mostrava un aumento del rischio con concentrazioni superiori a 0.14 nmol/L.
- Il folato nei globuli rossi (RBC folate), che indica lo stato a lungo termine, era associato a un aumento dell’incidenza del cancro quando i livelli erano compresi in un intervallo specifico (tra 1175.0 e 1623.9 nmol/L).
In pratica, per alcune forme chiave (acido folico, folato totale, 5,10-methenylTHF e folato RBC), sembra esserci una correlazione positiva con il cancro al polmone, ma solo all’interno di specifici intervalli di concentrazione. Non è un semplice “più ne hai, peggio è”, ma piuttosto una finestra di livelli che sembra essere associata a un rischio maggiore.

Perché Questa Complessità? Meccanismi in Gioco
Come si spiega questa apparente contraddizione? Il ruolo dei folati è davvero intricato. Da una parte, sono essenziali per la sintesi del DNA e la riparazione cellulare, processi che, se alterati, possono portare al cancro. La carenza di folati può causare danni al DNA (come l’incorporazione errata di uracile) e stress ossidativo, aumentando la mutagenesi, specialmente nelle cellule esposte a cancerogeni come quelli del fumo di sigaretta.
Dall’altra parte, le cellule tumorali hanno un gran bisogno di folati per crescere rapidamente. Inoltre, i folati sono cruciali per la metilazione del DNA, un meccanismo epigenetico che accende e spegne i geni. Alterazioni nella metilazione (troppa o troppo poca in punti sbagliati) sono un marchio di fabbrica di molti tumori, incluso quello al polmone. Un eccesso di folati potrebbe, in teoria, sbilanciare questo delicato processo, magari silenziando geni oncosoppressori (quelli che ci proteggono dal cancro) o attivando geni che promuovono la crescita tumorale.
Lo studio sottolinea anche la differenza tra il folato che assumiamo naturalmente con cibi come verdure a foglia verde e legumi (spesso accompagnato da altre sostanze benefiche come antiossidanti e fitochimici) e l’acido folico sintetico degli integratori. Potrebbe non essere la stessa cosa per il nostro corpo.
È interessante notare che forme diverse di folato hanno mostrato legami diversi con il cancro, riflettendo i loro ruoli specifici nel metabolismo. Ad esempio, il folato nei globuli rossi (RBC folate) è un indicatore dello stato a lungo termine, e il suo legame con il cancro in un certo range suggerisce che un’esposizione prolungata a determinati livelli potrebbe essere rilevante.
Cosa Portiamo a Casa da Questo Studio?
Questo studio, pur con i suoi limiti (è trasversale, quindi non stabilisce un rapporto causa-effetto definitivo, e si basa sulla popolazione USA), ci lancia un messaggio importante: la relazione tra acido folico e cancro al polmone è più sfumata di quanto pensassimo.
Non possiamo semplicemente etichettare l’acido folico come “buono” o “cattivo”. Sembra che specifiche forme di folato, a specifici livelli di concentrazione, possano essere associate a un aumento del rischio di cancro al polmone.
Questo non significa che dobbiamo gettare via gli integratori o smettere di mangiare verdure! Anzi, la dieta ricca di folati naturali è generalmente associata a minor rischio di cancro. Il punto cruciale sembra essere l’equilibrio e, forse, la forma specifica di folato.

Questi risultati aprono la strada a nuove ricerche. Servono studi longitudinali (che seguono le persone nel tempo) per capire meglio la causalità e per definire con più precisione quali siano le dosi “sicure” o potenzialmente rischiose, magari personalizzate in base ad altri fattori come la genetica, lo stile di vita (il fumo resta il killer numero uno!) e lo stato di salute generale.
In conclusione, questo studio ci ricorda che la biologia è complessa e che dobbiamo essere cauti con le generalizzazioni. L’acido folico rimane essenziale, ma il suo ruolo nel cancro, specialmente quello polmonare, merita attenzione e ulteriori indagini. È una tessera in più nel grande puzzle della prevenzione e del trattamento del cancro.
Fonte: Springer
